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Autore: Plague Rat    12/08/2012    2 recensioni
La bulimia è come una droga.
Cominci, pensando di poter controllare ciò che ti succede, ma alla fine è sempre lei che controlla tutti noi.
Lo fai, continui a farlo, ma poi ti penti, senti il dolore insinuarsi nelle viscere e ciò ti spinge a mangiare sempre di più e di conseguenza anche a vomitare di più.
E' una brutta bestia la bulimia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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[Without your mask, where will you hide?
Can't find yourself, lost in your lies]


 









 

-Ehi, allora mi accompagni in bagno un secondo?

-Perché?
-Per vomitare…
-Ma sei matta! Amica mia non cominciare, è una brutta cosa la bulimia!
-Scema! Ma cosa dici, è per smaltire l’alcool.
-Ah…Ad ogni modo no grazie, mi fa impressione vedere la gente vomitare.
-Okay, aspettami qui allora.



L’ amica della ragazza esce dalla camera da letto e si dirige verso il posto da dove tutto è cominciato e dove tutto dovrà finire.
Il bagno.
Odia se stessa, si odia più che mai in quel momento, mentre non fa altro che annegare nelle sue bugie, costruite con grande maestria dopo anni e anni di allenamento.
Si chiude la porta alle spalle, sospira, dato il fatto che  davanti a lei si trova lo specchio, altro suo acerrimo nemico dopo il gabinetto, ma non lo evita, anzi, si avvicina a lui con passo lento e minaccioso, guardandolo truce, anche se in fondo sa che lo sguardo non è rivolto allo specchio, ma al nemico ancora più letale contenuto in esso.
Il mostro riflesso dentro, è lui.
Lo guarda negli occhi, così simili ai suoi, ma così rossi, gonfi, circondati dal nero della matita sciolta e dalle occhiaie dovute all’ora tarda, deve ammettere che è un mostro orrendo, un mostro orrendo che continua a seguire ogni suo minimo gesto, si raccoglie i capelli, si toglie i resti del mascara dagli occhi, si spoglia, mostrando tutto il suo orrore e mette il suo stesso pigiama.
No, non avrebbe mai ammesso chi era quel mostro, anche se in cuor suo lo sapeva e ciò la lacerava.
Dal bagno si sentono i gargarismi dell’amica, intenta a vomitare l’alcool ingerito quella sera d follia, mentre nella mente della ragazza, ancora fissa davanti allo specchio continua a fissare quel mostro davanti a lei, mentre mille immagini le passano per la testa:
Un frigorifero pieno di cibarie, quel mostro che si impossessava di lei, del suo corpo e divorava tutto ciò che incontrava davanti ai suoi occhi, usava il suo povero e debole corpo per nutrirsi e scacciare quel continuo dolore che gli pervadeva l’anima, alleviandolo col dolce sapore della cioccolata e il pizzicorino delle patatine piccanti alla paprika.
Dopo aver abusato del cibo presente nel frigorifero, il mostro decide di infliggersi ulteriore punizione per l’essere orribile che è, corre in lacrime verso il bagno, mentre la ragazza rimane inerme non sapendo cosa fare per riuscire a controllarsi, ma non ci riesce, questo mostro è più forte di lei.
E’ un momento, lungo ma allo stesso tempo fulmineo.
Le sue ginocchia toccano terra, il dito indice si insinua nella bocca, scivolando giù per la lingua, finché non arriva nel punto desiderato, facendo uscire rigurgito amaro dal suo corpo, che diventa man mano sempre più intenso, sempre più amaro.
Col rigurgito esce anche il mostro, che insieme ai resti delle cibarie parzialmente digerite, finisce nello scarico del gabinetto.
La povera ragazza si risveglia da quel momento di trans e calde lacrime cominciano a rigarle il volto pallido, piange come ogni sera, chiedendosi il perché di ciò succedeva, chiedendosi  perché lei sia così fragile da farsi prendere da questo mostro e si odia, si ripete che sarà l’ultima volta che accadrà nella sua intera vita, ma in cuor suo sa benissimo di non avere scampo, sa benissimo che la notte  successiva la belva sarebbe tornata.
E intanto continua a fissare il mostro allo specchio mentre continua a sentire l’amica vomitare e tutto ciò la rende ancora più disgustata, poiché si rende conto che lei vorrebbe essere al suo posto. Che anche lei vorrebbe liberarsi del gonfiore che faceva esplodere la sua pancia, ma non poteva, no, non almeno davanti alle altre persone abituate a vederla felice e sorridente.
Schifo.
Ecco tutto ciò che la ragazza provava per quel mostro davanti a se.
E anche se per le era impossibile ammetterlo, lei conosceva a fondo quel mostro nello specchio.
Non avrebbe mai ammesso che quel mostro era proprio lei.

  
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