Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Nyaa_    12/08/2012    7 recensioni
Salve a tutti!
Nel seguito della mia prima fic vedremo Ciel e Alois, stavolta accompagnati dai fidi maggiordomi, che in compagnia di Mako dovranno viaggiare NON per uno, NON per due, ma per TRE mondi paralleli!
E ora vi pongo le solite domande:
Riusciranno i nostri eroi (?) a ritrovare i frammenti della pergamena del Kukulkan?
Riuscirà Mako a baciare qualcuno? O morirà sola e vergine (molto più probabile)?
Ma soprattutto:
Riuscirà Aldo a tenersi care le sue piume?
… Probabilmente no, ma ne avrete la conferma solo leggendo questa nuova storia firmata Nyaa!
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Nyaa: Buondì! Ho deciso di fare come dite voi, e ho lasciato il chap intero.
Piccola precisazione: Per ricaricare il telefono di batteria, basta lasciarlo riposare. Per ricaricarlo di credito magico, invece, va attaccato al famiglio.
Scusate la precisazione, ma ci tenevo ^-^”””
Prima di andare, vi faccio una domanda: Ora come ora, con chi vedete Mako?
Alois? Oppure la scenetta del chap scorso vi ha ispirato MakoXSebastian? Ah, altra precisazione (non uccidetemi): non è che Sebby AMI Mako… ne è solo interessato, dato che è la prima strega che incontra.
Mako: Se hai finito di fare Capitan Ovvio…
Nyaa: <_<” Sì, quasi. Ah, in questo capitolo avremo qualche accenno di shoujo-ai (versione femminile dello shonen-ai, per chi non lo sapesse), dato che mi sembrava “giusto” nei confronti del Professah, che è l’unico maschio (credo) che mi segue u_u E dopo lo shonen-ai per le ragazze… un po’ di shoujo-ai per i maschietti ci sta ù.ù
Mako: Okay! Vi lasciamo al capitolo!
Nyaa: Dove bacerai Ciel :D
Mako: Dove bace- No, aspetta, COSA?!
Nyaa: Iniziamo ^-^


Quando il gruppo si svegliò, l’auto era ferma in una vasta pianura.
Ovunque era verdeggiante, una moltitudine di alberi si stagliava attorno a loro, e il sole brillava nel cielo azzurro.
I primi a svegliarsi furono, ovviamente, i demoni, che svegliarono i loro signorini con un “Buongiorno, bocchan/danna-sama” detto con voce leggera quanto quella di un pettirosso.

Sì, ho assunto il Visconte per portarmi il caffè che non bevo, quindi diciamo i ghiaccioli, e ne sono leggermente condizionata.
Quando la streghetta aprì gli occhi, fu solo perché non riusciva a respirare bene.
Sia chiaro, non stava covando l’asma, semplicemente Ciel le stava tenendo il naso tappato da una ventina di secondi.
Dopo essersi dimenata ed essere rotolata giù dalla portiera, Mako aprì finalmente gli occhi.
Si grattò la testa, in modo non molto (leggasi: per niente) signorile, e sbatté le palpebre, stropicciandosi gli occhi.
- Buongiorno.- le disse Ciel con voce cordiale.
No, ok.
In realtà disse “Dannata plebea! Era ora che ti alzassi! Sbrigati che siamo in ritardo sulla tabella di marcia!”, ma scusatemi se per una volta ho cercato di far uscire la figura del conte pulita.
- Buongiorno anche a te, caro Ciel-Kun.- gli rispose la streghetta.
No, ok.
In realtà rispose… non sono sicura di poterlo trascrivere. Diciamo solo che, coi capelli sparati in aria dal sonno, gli occhi gonfi, e un’ irritazione che sembrava avesse un peperoncino su per il… naso… la ragazzina sembrava una vera strega degna dei fratelli Grimm.
- Dove siamo?- domandò Alois, ancora assonnato e coi capelli scompigliati in modo sexy.
“Perché lui appare sexy mentre sembra che io mi sia messa un gatto incazzoso in testa?”
“Che razza di paragoni fai? E comunque… lui è Alois.”
“Questo l’avevo capito anch’io. Mi sono appena alzata, non aspettarti che faccia paragoni degni di senso logico.” La streghetta aveva ricominciato a dialogare con sé stessa.
- Siamo… non ne sono sicura…- non ebbe tempo di finire la frase, che all’orizzonte vide una sottospecie di coltello che puntava dritto contro di lei.
Non sappiamo in che modo miracoloso, ma la bionda riuscì a pararlo con un incantesimo.
Sapete, certe volte dimentico che lei è effettivamente una strega.
Una goccia di sudore calò dalla fronte della ragazzina, che deglutì.
- Questo è… un kunai! Ho capito dove siamo! Siamo in Naruto!- saltellò euforica sul posto.
- … Potresti spiegare a questi comuni mortali, più la mia nobile persona, di cosa stai parlando?- si intromise Ciel, irritato perché… oh, mi sono rotta di trovare sempre una ragione per l’irritazione del nano. Inizio seriamente a pensare che abbia tipo il ciclo interno, o qualcosa di simile…
- Ma lo sai che assomigli sempre di più a Prussia di hetalia? Comunque… beh, è un mondo dove tutti i personaggi che contano sono ninja, ci si uccide senza troppi problemi, e un buon 75% della popolazione sono orfanelli emo-depressi.- si spiegò, alla meglio, Mako.
- Che intendi dire?- chiese nuovamente il blu.
- Intendo dire che se incontri uno di nome Sasuke e gli spieghi il motivo per cui hai fatto un patto con un demone, quello ti sputa in un occhio. Scherzi a parte, avete un passato di melma, ma da queste parti è comune.- la bionda si strinse nelle spalle.
- Voi due, vedete di non andar in giro a prendere anime a zampa di gallo, ok?- pose subito le condizioni con Sebastian e Claude.
- E dov’è la pergamena?- Alois, che nel frattempo si era sistemato, era tornato alla carica.
- Ve l’ho detto, non lo so dove sono. Sinceramente potrebbe essere ovunque… io consiglio di andare a riposarci alle terme, e sperare nella gentilezza del destino.- con un sorriso, si diresse verso una struttura lì vicino, che aveva tutta l’aria di essere un centro termale.
I ragazzi, dopo aver occultato l’auto, la seguirono, contenti di potersi riposare un poco.
Prima di entrare, la streghetta cambiò nuovamente i nostri amici (?).
Ciel indossava un completo sul blu, con degli shorts e una t-shirt scollata, e una benda bianca che gli attraversava l’occhio marchiato completava il tutto.
Alois aveva dei pantaloncini neri molto corti, una canottiera fucsia/prugna/magenta con sotto una maglia a rete, e le gambe erano coperte da bende, tanto per fare scena.
Quanto ai due demoni, avevano entrambi una tenuta nera che li faceva assomigliare agli Ambu (i tipini con le maschere da animali, per intenderci n.d.A).
La strega, infine, indossava una mini gonna azzurro chiaro, da cui spuntavano un paio di pantaloncini blu scuro, ed una maglietta a mezze maniche indaco, con disegnati degli strani simboli bianchi, apparentemente (e probabilmente anche praticamente) senza significato.
La ragazzina ridacchiò, portandosi davanti ai due conti e tirandogli un pugno in pancia piuttosto forte, prima che i demoni potessero tirarli via.
- Shannaro!!- gridò tutta contenta (Nota: Traducibile con “Prendi questo!” o simili, non è altro che l’affermazione “tipica” di Sakura Haruno, la ragazza dai capelli rosa. N.d.A.).
- Era una vita che volevo farlo!- saltellò nuovamente, le lucine negl’occhi.
- Ma se… ci conosci… solo… da un paio di mesi.- borbottò il biondo, piegato in due contro Claude.
La bionda parve sorpresa.
- Davvero? Sembravano molti di più…- mormorò, per poi ridacchiare divertita, e liquidare il tutto con un “Quel che è fatto è fatto.”.
I due ragazzini, che non si trovavano molto d’accordo con la politica del “è inutile piangere sul latte versato”, visto e considerato che erano LORO quelli che avevano lo stomaco ridotto ad un crème caramel, borbottarono qualcosa contrariati, decidendo infine di seguire Mako alle terme.



Per tutta la serata, il gruppo non fece altro che rilassarsi e mangiare a volontà, dato che il fascino dei due maggiordomi demoniaci gli aveva permesso di scroccare vitto e alloggio gratuito (sapete, la padrona delle terme era molto propensa alle… trattazioni private).
Giunti a sera inoltrata, erano ormai le 21:30, la streghetta si alzò dal futon su cui era sdraiata, stiracchiandosi e spazzolandosi dagl’occhi le lacrimucce post-pisolino.
- Ragazzi, io vado a farmi un bagno.- decise di avvertire i suoi compagni di viaggio.
- Vengo con te!- Alois si alzò di scatto, colpendo il tavolino dove stava giocando a scacchi con Ciel.
- Trancy! Non fare il codardo e accetta la sconfitta da uomo!- gli urlò dietro il conte.
- Non che voglia dar ragione a Shieru ma… tu non puoi venire con me.- la bionda guardò il quattordicenne, un sorrisetto divertito sul viso.
- Dopotutto le terme sono separate per sesso…- specificò lei.
Alois sbuffò, incrociando le braccia al petto in modo infantile.
- Come vuoi… ma torna in fretta!- era irritato all’idea di lasciare la streghetta da sola… o meglio, da sola senza di lui.
Sì, so che non ha molto senso, ma infondo l’intera psiche di Alois Trancy non ha senso.
La tredicenne ridacchiò e si incamminò lungo il corridoio, in direzione delle vasche.
Arrivata allo spogliatoio lasciò scivolare i vestiti dal suo corpo, snello e tonico come quello di una modella di Abercromb-
Momento.
Ah… ecco, mi sembrava strano: ragazza sbagliata.
In effetti la nostra cara strega si stava incespicando coi pantaloncini, saltellando per toglierseli e finendo lunga distesa sulle assi di legno del pavimento.
La ragazza di prima la osservò, uno sguardo di compassione sul volto, e se ne andò in un’altra stanza.
Riuscita finalmente a togliersi i vestiti e infilatosi un sexyssimo costume azzurro con gli orsetti polari disegnati sul top, si diresse verso la piscina.
Ora, signori e signore, ragazzi e ragazze, ornitorinchi e formichieri (?), proverò a fare ciò che mai sarebbe dovuto accadere: lascerò il controllo a Mako.
Ebbene sì, ci immergeremo in quelli che erano i pensieri della streghetta durante quella strana serata…
E’ il momento, vi lascio…

Mako POV


Che noiaaa! No, seriamente… ma non succede niente di interessante qui? Cioè… assalti di ninja nemici, o anche ragazzini emo coi capelli a sedere di pollo che gridano vendetta…?
No?
Niente??
Mah.
Cammino scalza, lungo questo corridoio infinito.
I miei piedi sfiorano appena con tocco leggiadro il legno che ricopre il pavimento, provocandomi una piacevole sensazione di…
Ok, va bene, rinuncio.
La narratrice NON E’ decisamente la mia professione.
Sbuffo infastidita, sistemandomi i capelli con una mossa della mano.
Arrivata davanti alla porta della piscina, controllo un paio di volte che si tratti effettivamente di quella femminile.
Non per dire, ma ho avuto esperienze non propriamente piacevoli in passato, a causa di distrazioni di questo tipo.
Aperta la porta mi trovo davanti ad un’immensa vasca d’acqua calda.
A quest’ora ci sono solo io, e l’idea di avere la piscina tutta per me è qualcosa di spettacolare.
Sono tentata di urlare qualcosa come “Sono la regina del mondo! Inchinatevi a me, pezzenti!”, ma un cartello affisso alla parete con la scritta “Silenzio prego.” smorza il mio entusiasmo.
Aggirandomi fra qualche canna di bambù, mi immergo nell’acqua calda.
Intorno a me è tutto bianco e mi sento come se fossi in paradiso.
Sprofondo nell’acqua, facendo qualche bolla, e chiudo gli occhi.
Se devo morire voglio morire così.
Seriamente, ho intenzione di imbottigliare un po’ di quest’acqua e immergermici dentro sul mio letto di morte.
Sarebbe figo, non trovate?
Sapete, ho iniziato quattro frasi con la lettera S… oh guarda! Ora sono cinque! Sono un mito!!
Ahem… scusate.
Riemergo dopo circa un minuto, ricordandomi fortunatamente che ho bisogno di respirare per vivere, e ciò che mi trovo davanti mi sconvolge.

No, non è Claude che balla la danza irlandese in equilibrio su una canna di bambù.
Questo non mi avrebbe sconvolta più di quanto non lo avesse fatto vedere Alois coi pantaloni lunghi.
Sbatto le palpebre per controllare che non sia un sogno.
Non lo è.
Ho davanti niente poco di meno che Konan dell’Akatsuki.
Affinando la vista mi rendo conto anche di un altro fatto sconvolgente: ha una quarta abbondante.
Ah già, e poi quella rosa che c’ha in testa è la pergamena… ma non è impor- COSA?!

Dannazione.
Sbatto la testa contro il bordo della vasca, mentre la mia nuova amica, ci metto poco ad affezionarmi, entra nell’acqua.
Spero vivamente che mi rivolga la parola…

E’ passata una mezz’ora, le mie mani sono ridotte allo status di “prugna secca comprata in saldo alla Coop”, e lei non ha ancora spiccicato parola.
Mh.
Loquace eh?
Sto per andarmene quando…

Quando…
… Ok, di solito in questi momenti la figura misteriosa attacca bottone, ma evidentemente così non è.
Faccio per girarmi, ma finisco gambe all’aria in un Cielosecond- Er… in un nanosecondo, atterrando con uno spruzzo nella piscina.
Maledicendo mentalmente la mia proverbiale sfiga, che io chiamo affettuosamente “Amanda”, riemergo tossicchiando e sputacchiando dell’acqua.
- Non temere, sto bene.- la rassicuro, rendendomi conto di aver trangugiato un quarto di piscina.
- Non ho detto niente, a dirla tutta.- specifica lei.
- Eh, ma l’hai pensato, lo so.- ridacchio divertita.
Non risponde, torna a rilassarsi.
Sto per avere una crisi di nervi, sembra di star parlando con un Claude con le tette!!
- Comunque piacere! Io sono Mako, tu?- cerco di sembrare amichevole, nuotando verso di lei col mio stile personale, ossia un incrocio fra cagnolino e rana, da me ribattezzato “cagnorana” se vi interessa.
- Non ti interessa.- mi scocca uno sguardo glaciale, facendo scintillare quelle iridi ambra.
- A dire la verità mi interessa.- devo avere il masochistico desiderio nascosto di diventare carta igienica.
- Io credo di no.- risponde secca, squadrandomi male non appena mi avvicino.
- Sì, fidati. So cosa voglio.- annuisco un paio di volte, un largo sorriso dipinto sulla faccia.
- Tu…- borbotta lei, guardandomi malissimo.
- Io…? Sì, so che sono bellissima, simpatica e carismatica.- ridacchio, mentre la sua aura omicida si fa più opprimente.
In effetti sono andata a disturbarla in uno dei pochi momenti liberi che ha, poraccia.
- Non ci conosciamo neanche.- mormora di rimando.
- Te l’ho detto! Sono Mako. Se vuoi ti elenco anche la mia data di nascita, il mio gruppo sanguigno e…- mi interrompe con un’occhiataccia.
- I tuoi genitori non ti hanno insegnato che non bisogna parlare con gli sconosciuti?- solleva un sopracciglio.
- I miei genitori hanno fatto di tutto meno che insegnarmi qualcosa…- mormoro incrociando le braccia e mettendo su un finto broncio.
- … Konan.- sospira infine, con fare sconfitto.
Devo essere davvero brava ad esasperare le persone.
Dovrei essere contenta che abbia accettato di dirmi il suo nome, ma tutto ciò che riesco a fare è piegare la testa di lato e mettere su una faccia perplessa.
- Eh?- domando io, sempre con quell’espressione ebete.
Mi guarda male, sì, ancora, ponendomi implicitamente la domanda “Ci sei o ci fai?”.
- E’ il mio nome…- specifica.
- Aaaaah!! Capito, capito!- ridacchio, sempre con quel volto da pesce al carpaccio, odio il pesce lesso,  per snellire la tensione.
Non guardatemi così, oh alieni invisibili che leggono i miei pensieri come se fosse una fan fiction, so che esistete e un giorno lo proverò, ma non è così semplice riuscire a memorizzare l’ira di Dio di nomi che ci sono in Naruto.
Dopo questo breve scambio di battute, fra di noi cala nuovamente il silenzio.
- Quindi…- comincio io, avvicinandomi a lei, sempre col mio inimitabile stile - hai un fidanzato?- sorrido in un modo che ricorda vagamente lo stregatto.
Oppure Lau strafatto di oppio.
Più o meno il risultato è quello…
L’occhiata che mi lancia vale più di mille minacce di morte.
- Non guardarmi così! Era giusto per fare una domanda a caso. Potevo anche chiederti quale fosse il tuo colore preferito o… dove hai preso quella bella rosa che hai sulla testa.- ci provo, dopotutto il mio obbiettivo è proprio quel maledettissimo origami.
La vedo improvvisamente interessata.
- Questa dici?- si indica la testa, per conferma.
No tesoro, parlavo di una delle altre rose di carta in giro per la piscina…
- Sì, esattamente! L’hai fatta tu??- sorrido, assumendo un tono infantile e fintamente meravigliato.
Cioè, state parlando con una che sa fare degl’aereoplanini di carta che hanno l’incredibile e specialerrima capacità di schiantarsi contro un oggetto nel raggio di cinque secondi e sette decimi.
- Uhm… sì, visto che la mia era un po’ rovinata ne ho creata un’altra con un pezzo di foglio trovato per strada.- impallidisco.
Non l’avrà mica letto vero?!
- Oooh… Mi insegni?- sorrido, sperando di apparire innocente quanto un bimbo che fa la ceretta al cane e poi si giustifica con un “Non sono stato io!” nonostante abbia ancora lo scotch in mano.
- E’ complicato, e io vorrei rilassarmi.- sospira, appoggiandosi al bordo della vasca e socchiudendo gli occhi.
Comincio a deprimermi.
Perché dev’essere così difficile?!
- Tu?- sussurra d’un tratto, quando cominciavo a credere che fosse addormentata.
- Io…Cosa?- se questa continua a parlar per pronomi e monosillabi non caverò un Claude dal buco.
Ah ah! L’avete capita? Sarebbe un ragno, ma io ho detto Claude! Perché Claude è un… lasciamo stare.
- Tu ce l’hai un fidanzato?- è perfettamente calma e rilassata.
L’idea che una tipa così sia una nunkenin di livello S mi fa gelare il sangue.
- Ah… ehm… no…- borbotto, leggermente arrossata sulle guance.
- E quei ragazzi con cui sei arrivata?- mantiene sempre quell’espressione pacifica, di chi non vuole fare altro che riposare.
Non provo nemmeno a chiederle come faccia a sapere dei quattro idioti con cui giro.
- Uno è un nano infame, uno è perfettino e falso come una moneta di cioccolato, uno è espressivo quanto una pianta crassa, e l’ultimo è un ragazzino con grandi disturbi della personalità. Ah, e sono tutti e quattro simpatici come la mer… molto antipatici.- mi autocensuro, arrossendo ancora un poco.
Non sono una tipa timida, ma stare con lei mi mette in soggezione…
- Quello biondo sembra carino. Ti guarda più del necessario, sai?- sorride appena, probabilmente divertita dalla mia situazione amorosa.
- Senti Kocchan… posso chiamarti Kocchan?-
- No.-
- Dicevo, Kocchan…- la sento sbuffare - io ho la vita sentimentale di una tartaruga centenaria sorda e zoppa.- gesticolo in modo strano con le mani, per cercare di farmi capire.
… Sì, so che ha gli occhi chiusi.
- Io dico che le piaci.- solleva pigramente una palpebra, fissandomi di sottecchi.
- Eh… quello è gay.- scuoto la testa.
- Non che mi dispiaccia, finché posso assistere mi sta anche bene, però… mah, sinceramente ci speravo in un qualche possibile coinvolgimento amoroso.- borbotto abbattuta.
Ma perché deve ricordarmi i miei fallimenti come donna?
Cioè… pre-adolescente… ma “donna” è più faigo di “pre-adolescente”.
Non risponde e si limita a socchiudere anche l’altro occhio.
- In effetti… a me piace una persona.- sussurra, come per timore che qualcuno, a parte me, possa sentirla.
- Sul serio? Dimmi tutto!- mi muovo contenta, spruzzando acqua un po’ ovunque.
- Sta ferma ragazzina.- mugugna coprendosi dagli schizzi con una mano.
- Comunque… mettiamola così. Ad A piace B. A B piace A. Tuttavia anche a C piace A. Alla fine B esce di scena, e C non sembra più interessato ad A.- spiega, più o meno, Konan.
Sogghigno.
- Tiro a indovinare: Ora alla nostra A piace C, perché in lui rivede il buon vecchio B, ma C è troppo impegnato a far corbezzolerie coi vecchietti del porto… quindi non se ne fa niente.- mi stringo nelle spalle, dopo che lei mi guarda basita.
Eh… torna utile affrontare certe situazioni quando si sa il manga a memoria.
- Non sei molto normale, vero?- scuote la testa, perplessa, sorridendo appena.
- Essere normale è noioso. Tutti i migliori sono matti.- ridacchio, divertita dalla mia stessa citazione.
Aaah! Il Cappellaio Matto… Bel tipo.
- Neh Kocchan…- mi porto alle sue spalle, sorridendo come un gatto - Chi sarebbe questo “C”?-
Mi fissa, guardinga, sollevando un sopracciglio.
Non sono sicura di cosa voglia dire “guardinga”, ma suona benissimo… non trovate?
- Il suo nome è Nagato…- mi chiedo perché abbia deciso di fidarsi di me e, a giudicare dalla sua espressione, penso che se lo stia chiedendo pure lei.
- Nagato e Konan… Nagonan… NagaKo!!- esulto, dopo aver trovato la combinazione perfetta.
- Sta benissimo!- batto le mani come una bambina.
- E il ragazzino biondo? Come si chiama?- inizia a spiccicare frasi complete! Hip hip… Hurrah!
- Alois…- non sono sicura di voler rispondere.
Non che non mi fidi di lei, dopotutto fra poco manco la rivedrò, però non mi sento tranquilla a parlare del mio amico…
Amico…
Questa parola mi suona stranamente sbagliata.
- Makois… Aloako… Meglio Makois.- sorride, in un modo che solo una sorella maggiore può fare.
Almeno credo.
Sono figlia unica, purtroppo e per fortuna…
- Già… Makois… sembra il nome di una marca di scarpe… o di un succo vegetale…- il mio pessimismo cosmico made in Leopardi inizia a farsi sentire…
Le appoggio distrattamente le mani sulle spalle e la sento sussultare.
- Mai sentito parlare di spazio personale?- mi chiede, guardandomi male.
- Eh? Ah, scusa… era solo per essere gentile… mi sembravi stanca e…- comincio a muovere piano le mani - volevo farti un massaggio… tutto qui.- sorrido, allegra.
Eh… scusate, devo aver lasciato la mia innocenza negl’altri pantaloni.
- Hai le mani gelide… come è possibile? Siamo qui dentro da quasi un’ora.- sbuffa, ancora troppo tesa per i miei gusti.
- Mmmh… sono un animale a sangue freddo, evidentemente.- ridacchio, per nulla sicura di quello che ho detto, e mi avvicino ancora un po’.
In effetti, lei è molto più calda di me… e l’essere praticamente col seno schiacciato contro la sua schiena me lo fa capire.
No… per favore, non guardatemi così! Mi piacciono gli uomini, credo, ma dovrò pur conquistarmi la sua fiducia, no?

Sì, so che potrei immobilizzarla con un incantesimo, ma così è più divertente ~.
Si irrigidisce, continuando ad occhieggiarmi con lo stesso sguardo con cui Ciel occhieggia chiunque non sia sé stesso allo specchio.
Dico sul serio, dovreste sentirlo… e probabilmente un giorno così sarà.
- Si può sapere che diamine stai cercando di fare?!- per la prima volta la sento davvero alterata, e temo che se non la pianterò subito verrò trasformata in scottex.
- Scuuusa…- piagnucolo lamentosa - non posso stare più vicina alla mia nee-sama? Neeeeh?? ~ - il mio sorrisetto da chesire la inquieta non poco.
- Chi è che era quello con gli sbalzi di personalità? E da quando ti avrei promossa di grado, signorina “mocciosa che ho conosciuto neanche due ore fa alle terme”??- sospira, cercando di allontanarsi da me.
Sono molto tentata di avvolgerle le braccia attorno alla vita, ma penso che segnerebbe la fine della mia vita come strega e l’inizio di quella come origami.
- Scusami eh! Antipatica…- incrocio le braccia al petto, borbottando qualcosa di talmente nonsense che manco lo saprei ripetere.
Sto per ribattere ancora qualcosa, quando un paio di mani calde sui fianchi mi fanno sussultare.
Oh mio Dio… non ditemi che c’è Orochimaru nella vasca!
Cioè… pensavo preferisse i pozzi!
- Ascolta, ragazzina, io ti consiglio di farti avanti con Alois, prima che sia troppo tardi…- Konan stringe un poco la presa sui miei fianchi - e magari anche di fare un po’ di ginnastica… questi rotoli non li perderai facendo i bagni.- avvampo e, anche se non ne sono sicura, credo di averla anche sentita ridacchiare.
Dovrei restituire l’insulto, oppure andarmene indignata, ma tutto ciò che posso fare è balbettare un’unica parola.
- Ananas…- il mio sguardo si fa vacuo.
- Ananas?- la blu nuota fino a portarsi davanti a me, e mi osserva perplessa.
- Sì… ho appena realizzato che il nome Alois… mi ricorda l’ananas…- sbatto le palpebre, perplessa a quell’improvvisa rivelazione, che ha sconvolto il mio mondo in modo permanente.
Ora, penso di essere ancora più sconvolta: sta ridendo.
Konan, nunkenin di livello S dell’Akatsuki… sta ridendo.
Di me.

- N-non ridere! E’ una cosa seriaaa!- sbraito, rossa come un peperone, agitando le braccia per farmi notare, mente questa ride senza problemi, con le lacrime agl’occhi.
- Tu… non sei molto normale.- è la seconda volta che me lo dice, in neanche dieci minuti, ma stavolta è un’affermazione.
Non so perché ma comincio a ridacchiare anch’io, facendole compagnia in questa risata che ha un che di nervoso.
Ho come la sensazione che sia troppo tempo che non ride…



- E poi la pieghi così…- piega ancora quel foglietto di carta, fatto apparire come per magia dalla propria mano, e forma un coniglietto.
- C-carino…- i miei occhi sbrilluccicano tipo vampiro, e sono impressionata come non mai.
E’ il momento.
Si fida di me… posso farlo… spero che il mio piano funzioni.
- Aspettami qui!- mi alzo dall’acqua e corro negli spogliatoi a prendere il mio telefonino.
- Sono smagliature quelle?- mi grida dietro lei.
- Ebbasta!!- le urlo irritata. Posso sentirla ridacchiare anche da qui.
Torno in fretta, lanciandomi a mo’ di bomba nell’acqua e spruzzandola tutta.
Spero che la pergamena non si sia bagnata, sarebbe un vero disastro per me…
Cioè… volevo dire… per il mondo…
Sì, perché a me serve per salvare il mon…do… ok, basta così.
- Guarda…- sorrido e, digitati un paio numeri sul mio amato cellulare, faccio apparire in una nuvoletta un braccialetto blu scuro.
- Ti piace?- sorrido, prendendo in mano il bracciale di stoffa, tipo quelli che si usano d’estate al mare.
- Come hai fatto a…?- sbatte le palpebre, probabilmente sicura di non aver mai visto un jutsu come quello.
- E’ un segreto.- le faccio l’occhiolino e ridacchio, contenta di averla sorpresa, almeno per una volta.
- Tieni, è tuo…- le prendo delicatamente il polso e glielo lego attorno, sorridendo soddisfatta non appena ho completato.
- Perché…?- sembra ancora più perplessa di prima, e fissa basita il bracciale.
- Da dove vengo io… si usano questo genere di cose per segnare un’amicizia… è un braccialetto dell’amicizia.- spiego io, il sorriso che ancora non abbandona la mia faccia.
La sento mormorare qualcosa come “Ma non ho niente per ricambiare…”, quando improvvisamente si illumina e porta le mani a prendere la rosa di carta dai capelli.
- Prendi… non sarà un bracciale ma… il senso è quello.- sorride, mettendomi la rosa fra i capelli.
E’ fatta! Sono un mito! La pergamena è miaaaa!!
Ora non devo fare altro che andare ad avvisare gli altri.
Mi alzo, rischiando anche di scivolare, ed esco dall’acqua.
- Ora devo andare dai cretini di cui parlavamo prima…- rido, asciugandomi con un asciugamano lì vicino.
Sorride appena, uscendo dall’acqua e mettendosi vicino a me.
Ora che la guardo, è decisamente più alta della mia minuta persona… già, in effetti è più grande di me di almeno una decina d’anni.
- A presto.-  facendo “ciao ciao” con la manina, esco di corsa dalla stanza.
Mi fermo di botto, ricordandomi però di una cosa…
- Neh, Kocchan! Ricordati di dire a Nagato ciò che provi!- le faccio l’occhiolino.
- Solo se tu farai lo stesso con Alois.- mi risponde con un sorrisetto scherzoso sul volto.
- Ma anche sì, mi preparerò psicologicamente a ricevere un due di picche…- corro via, ma non faccio in tempo a fare un paio di passi che sento la voce di Konan urlarmi “Attenta che è bagnato!”.

Inutile dire che sono già per terra, vero??


Ebbene sì, siamo riusciti a terminare questo viaggio nella mente di quella ornitopede che è Mako.
No, non so cosa sia un’ ornitopede… probabilmente neanche esiste… però si addice a lei come termine.
Ditemi, siete rimasti traumatizzati? Vi state dondolando in un angolo in posizione fetale, ripetendo a voi stessi “No… no… non può essere… no…”?? Beh, e io vi dico “Invece è così belli miei!!”, e ora svegliatevi, andatevi a sgranchire le gambe e tornate qui, perché non è ancora finita.



Eccoci di ritorno dopo un breve intervallo.
Ci siete? Siete andati in bagno, avete preso i pop-corn, le bibite etc…?
Bene, allora vi pregherei di spegnere i cellulari durante la lettura della fan fiction.
Cominciamo, tornando alla nostra cara voce narrante.

Appena presa la pergamena, Mako corse veloce a cambiarsi.
Era così di fretta che dimenticò persino di potersi cambiare tramite incantesimo (no, ok, però volevo dare una motivazione alla sua sbadataggine), e si diresse verso la stanza che condivideva coi suoi compagni.
Certo, non che la entusiasmasse stare in camera con il nano apatico, il Gary Stu, e il ragno ballerino, ma le seccava stare in camera da sola.
Correndo per i corridoi, non si rese conto di una minuta figura che camminava pacata nella sua direzione.
- Ferma! E’ un ordine!- le urlò dietro la figura, che penso abbiate capito sia il nostro caro conte Phantomhive, prima di venir travolto dalla streghetta, ancora mezza svestita.
- E’ la seconda volta che ci troviamo in una simile situazione, Shieru.- mugugnò la bionda, il viso nel petto del ragazzino.
- E di chi sarà mai la colpa, Mako?- la rimbeccò lui.
- Di quello che passa la cera sui pavimenti, credo…- la tredicenne si tirò su a fatica, aiutando anche il ragazzino con una mano.
- Ovviamente...- si spolverò della polvere immaginaria dai vestiti, scoccando un’occhiataccia alla strega.
Per tutta risposta Mako ridacchiò, dandogli una pacca sulla spalla.
- Neh Ciel, stai crescendo eh! Inizi ad andare in giro da solo senza maggiordomo! Sono fiera di te!!- era esaltata, e lo dimostrava il fatto che continuava a “pattare” ripetutamente la povera spalla maciullata del conte, ormai ridotta ad una cotoletta.
- Evita di lussarmi la spalla, per cortesia.- le bloccò il polso con una mano, scoccandole un’occhiata omicida.
- E tu di fracassarmi il polso in quattro punti diversi.- si divincolò dalla presa del ragazzino, massaggiandosi l’arto “ferito”.
- Sarai anche alto un metro e un ca…ctus, ma ricorda che sei pur sempre un maschio.- sbuffò la streghetta.
Non che Ciel fosse particolarmente forte, ovviamente, ma dovete sapere che Mako ha la pelle particolarmente sensibile, e quella piccola stretta probabilmente le avrebbe lasciato un bel segno rosso in stile bracciale hawaiano.
Il blu inarcò un sopracciglio - Oltre a paragonarmi ad una pianta crassa… potrei sapere perché correvi?- sembrava perplesso.
Dopotutto vedere Mako, la pigra, annoiata e che non fa niente se non obbligata/è assolutamente necessario, Mako… che corre è un evento raro quanto il trovare una stella alpina nel centro di New York.
- Volevo perdere un po’ di peso…- borbottò imbarazzata.

- Ahahahah!! Ok, ok, scherzavo…- la tredicenne aveva le lacrime agl’occhi dalle risate.
- In realtà ho trovato l’ultimo frammento di pergamena, quindi penso che domani mattina potremo tornare a casa… cioè… a casa tua e degl’altri, dico.- sbuffò, leggermente annoiata, e abbassò lo sguardo.
Sentiva come una strana sensazione… di non-appartenenza.
Certo, sapeva che il mondo di Ciel, Alois e dei due demoni NON era il suo ma… provava un senso di disagio ad ammetterlo con sé stessa.
- Questo è positivo. Ora, se vuoi scusarmi, io dovrei andare…- il ragazzino sorpassò la streghetta, scansandola malamente con una mano.
- Eh? A-aspetta! Che c’è?- lo inseguì, riportandosi davanti a lui e fermandolo col suo noncosìpiccolo corpo.
- Che vuoi ancora?! Non c’è nulla, sto bene. Voglio solo stare un po’ da solo…- fece nuovamente per oltrepassarla, ma questa non si spostava.
In effetti per lui non doveva essere così facile… voglio dire, è come guardare una piccola coccinella blu cercare di scavalcare un grande e ciccioso orso biondo.
- E perché vuoi stare solo??- continuava a martellarlo di domande.
Il blu cercò un motivo plausibile che mostrasse tutta la sua nobiltà, la sua fierezza e la maturità dei suoi tredici anni…
- Perché sì.-

Beh, l’importante è provare, no?
- Senti… se non vuoi parlare non ti forzerò… daaai! Dimmelo dimmelo dimmelo!!! Coraaaaggio!!- cominciò a pungolare una spalla al conte, facendolo sbuffare irritato.
- Ho detto di no, smettila di seccarmi!- si allontanò dalla strega, correndo via verso il giardino.
Mako rimase un paio di minuti a fissare il vuoto.
“Vado da lui oppure avverto gli altri del mio ritrovamento?”
“Va dove ti porta il cuore!”
La bionda cominciò a camminare in direzione del bar, nell’ala est dell’edificio.
“Idiota!! Ho detto cuore, non stomaco!”
Sbuffò, irritata.
“Cuore, stomaco, metacarpo… siamo sempre lì.”
“Come tua coscienza mi permetto di dissentire. Ora, va da Ciel.”
“Ma perché?” assunse un’espressione delusa, parendo decisamente strana ad una vecchietta che camminava là vicino.
La ragazzina sbuffò, infantile, in pieno conflitto con l’Autri- er… con sé stessa.
Dopo un altro paio di minuti decise infine di seguire Ciel, correndo nella sua stessa direzione.



Riuscendo miracolosamente, ossia chiedendo indicazioni ad un tizio che passava di lì per caso, a raggiungere il giardino, era ora il momento di trovare Ciel.
Sbuffò, per l’ennesima volta in quell’ora, chiedendosi perché diamine avesse deciso di seguire la versione scorbutica di Frodo Baggins.
Sorrise, vittoriosa, non appena scorse una testa grigiastra che faceva capolino da una pianta.
“E come diamine ci è arrivato là sopra?!” stava per avere un esaurimento nervoso.
Camminò, ancora a piedi nudi, per tutta quella lunga distesa d’erba bagnata.
“Qui l’erba è diversa dal mio mondo…” pensò, come in trance, lo sguardo un poco vacuo fisso davanti a sé.
Arrivata ai piedi dell’albero, cominciò a guardarlo dal basso.
“E ora come salgo?” sì, probabilmente aveva ancora scordato di avere la capacità di volare tramite una scopa di dubbio gusto.
Emise un gemito, resasi conto che per salire avrebbe dovuto… faticare.
Zan zan zan zaaaan.
Infilzò le unghie nella corteccia, riuscendo ad issarsi facendo leva sulle gambe muscolose.
No, ok, sarebbe vero e proprio lardo ma… diamo credito a questa povera strega.
Dopo aver sudato sette camicie (e anche otto t-shirt, quindici reggiseni, e, perché no, pure un paio di pantaloni) la streghetta riuscì finalmente ad arrivare al ramo su cui era seduto Ciel.
- Buondì!- lo salutò lei, aspettandosi un urletto spaventato.
Tuttavia il blu si limitò a guardarla, neutrale come la Svizzera, e a sollevare un sopracciglio.
- Bella performance…- sogghignò, divertito dalla sofferenza altrui come il sadico bastardo che è.
No, scusate, cancellate l’ultima parte… un narratore dovrebbe essere neutrale come Vash (La Svizzera in Hetalia, per chi non lo sapesse… n.d.A.).
- Grazie tesoro, lo apprezzo molto.- si sedette a cavalcioni vicino a lui, osservando il cielo stellato.
- Non pensi che gli altri potrebbero essere preoccupati non vedendoti arrivare?- fece una smorfia, spostandosi sul ramo per trovare una posizione che non le segasse in due l’inguine.
- Sai che c’era una scaletta, vero?- ignorando la sua domanda, il blu indicò con l’indice una scala in legno appesa dall’altro lato dell’albero.
- Se l’avessi saputo non mi sarei improvvisata Marco Polo.- sospirò la bionda, passandosi una mano sul viso.
- Cosa c’entra Marco Polo?- il conte si decise finalmente a guardarla negl’occhi.
- Non ha scalato l’Everest?- Mako piegò la testa da un lato, certa di aver detto qualcosa di giusto.
- Non che io sappia…- Ciel non riuscì a trattenere una risatina.
La streghetta dondolò i piedi nel vuoto, una calma che circondava entrambi, e un venticello che le scompigliava i capelli.
- Dici che se cadi da qui muori?- domandò d’un tratto lei, guardando in basso interessata.
- Che domande sono? Comunque non ne sono sicuro… io no di certo, visto che Sebastian mi prenderebbe al volo.- le rispose il conte, perplesso per l’improvviso cambio di discorso.
- Mh… scusa, è una domanda che faccio sempre quando mi trovo in alto.- ridacchiò, leggermente imbarazzata.
Rimasero in silenzio per un po’, ascoltando le voci dei clienti che andavano e venivano.
- Perché mi prendi in giro?- domandò d’un tratto Ciel.
- Perché sei scappato?- fu la domanda di Mako.
- Io te l’ho chiesto prima.- rispose piccato il conte.
- Vero, ma è anche vero che non ti risponderò se prima non otterrò una tua risposta. Lo sai, dovresti conoscermi ormai, no?- ridacchiò.
- Già… beh, volevo stare un po’ solo coi miei pensieri.- sbuffò, infastidito per aver l’aver dovuto piegarsi alla volontà di una come Mako.
- Interessante… comunque, volevi sapere perché ti prendo in giro? Beh… escludendo il fatto che spesso non faccio altro che ricambiare… in secondo luogo è per il tuo comportamento. Siamo opposti, direi, e mi stai altamente sulle balle.- rispose sinceramente lei, stringendosi nelle spalle.
Il blu non proferì parola, limitandosi ad un sospiro simil-esasperato.
- Dimmi Mako… come sono i tuoi genitori?- pareva leggermente triste mentre le pose questa domanda.
- Uh? Cos’è, una partita a Trivial? Comunque… storia lunga. Non ci sono mai stata molto. Papà era sempre via per lavoro e mamma… con mamma ho trascorso abbastanza tempo, ma anche lei era spesso fuori. Quindi sono cresciuta con mia nonna, che è una persona fantastica, e dei miei ricordo giusto il profumo di mia madre e che… beh, mio padre ha gli occhiali.- sorrise, interrompendosi per leccarsi un attimo le labbra secche.
- Stando alla scuola da quando si ha undici anni…non puoi vedere spesso i genitori. Solo per una settimana nei giorni di Natale. Una volta non vedevo l’ora e speravo trovassero un po’ di tempo per me ma… oramai mi sono rassegnata.- ridacchiò.
Era la prima volta che parlava della sua situazione familiare con qualcuno.
- E per questo tu… odi i tuoi genitori?- dopotutto Ciel non aveva fatto in tempo a vivere a lungo coi genitori, ma per quello che ricordava c’erano abbastanza spesso.
La strega scoppiò a ridere.
- Assolutamente no! Ci scriviamo spesso delle lettere, e ogni tanto mandiamo delle cartoline. Sono pur sempre i miei genitori, sono la mia famiglia… anche se la mia preferita resta la nonna. Sai, ho scoperto da poco che era una strega anche lei! Ma poi ha rinunciato alla magia per sposare un essere umano… ossia il nonno.- non riuscì a trattenere un sorrisetto.
- Capisco… cosa fai nel tempo libero?- Mako sollevò un sopracciglio, leggermente irritata.
- ‘Na padellata de cazzi tuoi mai, eh? Mah, ti dirò… avercelo il tempo libero… generalmente suono.- sospirò, un alone nero che la circondava.
- Come mai quella faccia? Che strumento suoni??- l’occhio della bionda si contrasse, a quelle continue domande.
- Pianoforte, occasionalmente violino e flauto traverso… non è una mia scelta, ma mio padre vuole che “Riesca a raggiungere un qualche obbiettivo almeno in campo musicale, visto che nel resto sono una piaga”.- mugugnò, muovendo una mano come per non dare importanza alle sue parole.
- Non ti facevo così acculturata.- il blu sogghignò.
- E io non ti facevo così socievole… ti sei mangiato un vocabolario ai ferri per caso?- la ragazzina restituì il sogghigno.
D’un tratto ad entrambi parve di scorgere una figura sotto l’albero.
Capelli bianco/argento, occhiali rotondi… O Harry Potter si era dato alla tinta platino, o Mako aveva riconosciuto chi era.
- Kabuto Yakushi…- sussurrò a fior di labbra.
- Chi?- chiese Ciel, manco avessero parlato di Canada.
- Uhm… aspettami qui.- scese con un balzo dal ramo, riuscendo a non spaccarsi nulla ma atterrando però di ginocchia, lanciando un gridolino vagamente simile a “Marioooo!!”…
Non guardatemi così, semplicemente lei è dell’idea che “Geronimo” sia troppo lungo da dire.
- Tu sei… Kabuto, vero?- i suoi occhi brillarono, come si trovò davanti al ninja, che sussultò guardandola spaesato.
- Chi sei?- si accigliò, portando la mano alla tasca piena di kunai.
- A-aspetta!! Vengo in pace, giuro! Voglio solo dirti di fare mooolta attenzione a Sasuke, di non rivolgere la parola agli sconosciuti, e per l’amor di Dio di non tagliarti i capelli perché sembreresti una pecora!- una seconda ombra balzò accanto a lei, atterrando perfettamente in piedi.
- Muoviti idiota, dobbiamo tornare a casa.- Ciel cominciò a tirarla per un braccio.
- Sì, sì, arrivo… Un’altra cosa: non stare troppo con il vecchio Pedochimaru, che poi ti travia.- lo sguardo di Mako si indurì.
Quello di Kabuto, invece, era decisamente sorpreso.
- Per l’ultima volta… chi sei tu?- la situazione iniziava a farsi pericolosa. La bionda tirò fuori il telefonino, settandolo in modalità “Sparizione faiga”.
Dopo aver selezionato l’applicazione “Piume di corvo”, poté rispondere.
Mise su il suo sorriso più misterioso e, con la luna piena che le faceva da sfondo disse…
- Sono solo una strega del diavolo…-

Momento di silenzio per cortesia.
Tutti i presenti sbatterono le palpebre, perplessi, mentre la tredicenne si rese conto dell’immane idiozia sparata.
- N-no, cioè, volevo dire che sono solo una diavolo di strega!-  gesticolò, decisamente depressa/irritata per aver sprecato così il suo “momento figo”.
- Muoviti, hai perso la tua occasione.- il conte le prese il telefonino di mano premendo invio, mentre quella imprecava in modo abbastanza colorito, davanti ad un più che basito ed ai limiti del traumatizzato Kabuto, che guardò la coppia sparire in un vortice di piume nere.



Dopo che il gruppo si fu riunito si diressero tutti all’auto, passando per il bosco.
- Forza ragazzi! Ci siamo! Sento che la fortuna è dalla nostra!!- Mako sorrise, l’arrabbiatura per la figuraccia di prima ormai sparita.
“Sì… ce la faremo!” d’un tratto sentì qualcosa… o meglio, non sentì.
Il terreno era appena sparito.
Fece in tempo a balbettare un “Oh caz-.” che l’aria le si svuotò dai polmoni, e precipitò nel vuoto.


Nyaa: Kesesesese *risatina alla Prussia* Che ne pensate? Era orrido? Scherzi a parte, chiedo venia per la lunghezza <--- frase che ripete una volta ogni angolino.
In questo Chap abbiamo scoperto un po’ di cose sul conto di Mako, che fra l’altro in questo momento non è messa benissimo, e spero che la scena shoujo-ai sia stata di gradimento al Professah *inchino*.
Approposito, so che Konan è TREMENDAMENTE OOC, ma era per… *coff* esigenze della trama.
Bene… uhm… direi che se è d’accordo Mako può rispondere alle domande…
Mako: Yep. Ah! Alla fine Ciel non l’ho baciato ò_ò
Nyaa: Siamo ancora in tempo se vuoi eh…
Mako: No grazie =A=
Nyaa: *ride* Allooora… domande da parte del Professah, di Lello-Tan, e Fra-Kun:
“Che cosa mangi e cosa ti piace come cibo?”
Mako: *pensierosa* Beh, amo particolarmente la pasta e la carne, mentre detesto le verdure. Di dolci mangio solo il cioccolato e le caramelle lunghe di cui ho accennato qualche capitolo fa.
Nyaa: Devi mangiare le verdure! *Nonnina mode: ON*
Mako: Ma perfavore… *sospira*
Nyaa: Uff! “Qual è il tuo gioco fantasy preferito?”.
Mako: Mmmh… *si porta un dito al mento* Non lo so, sinceramente… mi piacciono i picchiaduro in stile anime… conta?
Nyaa: Di pure che sei troppo pigra per iniziare una partita di Final Fantasy =W=
Mako: *fa una smorfia* Mah.
Nyaa: Tsk… “Che animale, comune o mitologico, ti piace?”.
Mako: Ho una fissa assurda per i koala… e poi i grifoni. Ho conosciuto un grifone, si chiamava Grifonius Mirabellis, ma lo chiamavamo tutti Gri Gri.
Nyaa: Gri Gri? *perplessa* Tipo… il verso del grillo?
Mako: Quello è cri cri *sogghigna*.
Nyaa. *sbuffa* Da parte di Eunrti… “Cosa ne pensi di Hannah?”.
Mako: Chi?
Canada: Che bello quando non lo dicono a me *realizzato*.
Nyaa: MIO! *prende Canada e fuggeH in… Canada*
Ash: … Continuo io :D Ehm… Hannah… la cameriera di Alois-San.
Mako: Aaaah! Bah, poca spina dorsale… non mi dice niente, mi fa un po’  pena… tipo Misa Amane di Death note.
Drocell: Da parte di Angel-San… Cioè, Angie-Chan (chiedo venia per la confidenza) “Perché non ti tagli i capelli, se sono messi così male?”.
Mako: Pensi che non ci abbia provato?! *irritata* Ho solo peggiorato le cose, si sono gonfiati un sacco… per questo generalmente porto i codini.
Drocell: Mi dispiace, io non ho di questi problemi… “Com’è la scuola di magia?”.
Mako: *sgrana gli occhi* Ci metterò una vita a spiegarlo! Uff… Allora, ci sono cinque piani, uno per ogni anno. Quelli del primo anno stanno al piano terra, quelli del secondo al secondo e via così… Ci sono diverse aule per le materie più svariate, dal quarto anno si iniziano le materie che comprendono l’uso pratico della magia. C’è una mensa comune piuttosto grande, vari bagni etc..
Si trova da qualche parte in un’altra dimensione, la scuola. La dimensioni di maghi, streghe e creature magiche di ogni genere. Io stessa non posso stare più di molto in quella degli umani, infatti ho… diciamo… trasgredito le regole la volta scorsa *ridacchia, imbarazzata*
Drocell: … Va bene.
Ash: Touch me! Vediamo un po’… *legge appunti* Black Note chiede “Quali sono i tuoi fiori preferiti?”.
Mako: *leggermente perplessa* Beh… qualunque non attiri le api. Le rose hanno il loro fascino *sorride*.
Ash: Concordo pienamente. E poi “Cosa vorresti dire/fare ai tuoi compagni di viaggio prima di partire?”.
Mako: *sogghigna, mettendosi un dito sulle labbra* Lo vedrai.
Drocell: Da parte di Domino_Tappy “Di quale personaggio sei pazzamente innamorata?”.
Mako: *ghigna* Sono tropi da elencare… N dei pokemon, Shawn di inazuma eleven, Kazami di another… eccetera eccetera *fa un gesto con la mano*.
Ash: Da parte di miss Dogliva…
Mako: *prende il Mocho* Preparati… ò_ò
Ash: … “Hai mai avuto pensieri da rating rosso su Alois?”.
Mako: Se dico di sì… mi lasci in pace?
Ash: *ridacchia* “Di cosa sanno le labbra di Claude?”.
Mako: Ho cercato di ignorare il momento… comunque… cannella.
Ash: Davvero?
Mako: Sì…
Drocell: Da parte di Toraiaky Girls… “Vuoi bene a Nyaa?”.
Mako: Assolutamente no, non la reggo proprio. L’unica cosa giusta che ha fatto è stata crearmi. *sbuffa*
Drocell: Parole dure…
Ash: *lo interrompe* Da parte di Montblanc…
Drocell: *per SBAGLIO lo fa cadere in una buca* ^-^ “Com’è stato baciare Claude?”
Mako: Orribile, un’esperienza da non rifare mai più…
Nyaa: *sbuffa, tenendo Canada con un guinzaglio*  Qual è la tua posizione preferita del kamasutra?
Mako: *arrossisce* Mai letto… Comunque vorrei provare a legare qualcuno al muro e darci giù con la frusta *si sente perversa*
Nyaa: *sghignazza* Ricordate di dirmi anche la vostra coppia preferita con Makuzza.
Mako: ò_ò
Nyaa: Che c’è? Era per variare un po’…
AAAAH!! Prima che mi dimentichi: Questo, ragazzi/e, era il penultimo capitolo ç_ç L’ultimo arriverà esattamente sabato 18 alle ore 15:00.
Scusate ma ho una settimana piena TT^TT
Neh, mi lasciate una recensione?
Salutoni!


Nyaa <3
  
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