Cambiare
[Daisy]
~Prompt: liceo
L’adolescenza
di Daisy non era stata come quella di tutti i ragazzi americani.
Arrivata all’ultimo anno di liceo, poteva “vantare”
di non aver mai avuto il ragazzo – più precisamente di non
averne nemmeno baciato uno – e di non avere amici. Gli unici
contatti con i suoi coetanei li aveva quando i compagni di classe le
chiedevano di passare loro gli appunti o di suggerire durante un
compito, niente di più.
Usciva raramente di casa e sempre sola, soltanto per andare a fare la spesa o per portare a spasso il cane. Niente balli scolastici, feste, uscite con le amiche... niente di niente.
Daisy era consapevole della sua condizione di adolescente emarginata, ma cosa poteva fare per risolvere la situazione? Era bruttina, portava occhiali spessi e un assurdo apparecchio, parlava troppo e non aveva alcun segno particolare che poteva contraddistinguerla dal resto gregge. Si era dovuta adattare all’etichetta di “secchiona senza una vita sociale” che le era stata affibbiata senza far nulla per togliersela di dosso.
Finalmente si era diplomata – ovviamente con il massimo dei voti – trovandosi di fronte alla scelta più importante della sua vita: il college. Contro il volere di suo padre aveva scelto di allontanarsi il più possibile da .......... , quella minuscola cittadina, e di trasferirsi a Washington per rifarsi una vita.
Così scoprì l’antropologia.
Daisy aveva sempre avuto una passione per le ossa: da piccola sua madre – quando era ancora viva – l’aveva sempre portata per musei. Daisy rimaneva sempre affascinata dagli scheletri esposti nelle vetrine – che si trattassero di ossa umane o animali.
Ora al college poteva mettere in pratica quello che aveva sempre desiderato fare. Tirare fuori la verità dalle ossa era entusiasmante: da un cranio riusciva a determinare la razza della persona e dall’osso pubico la sua età. Le ossa raccontavano la loro storia, la vita di quella che una volta era stata un essere vivente; lo scheletro disteso sul tavolo di fronte a lei non poteva parlare. Non la poteva giudicare.
Decise di cambiare aspetto, di migliorare: si tolse l’apparecchio, iniziò ad usare le lenti a contatto e a truccarsi. Riuscì a diventare una persona nuova.
Ora nemmeno le persone l’avrebbero più giudicata.
Usciva raramente di casa e sempre sola, soltanto per andare a fare la spesa o per portare a spasso il cane. Niente balli scolastici, feste, uscite con le amiche... niente di niente.
Daisy era consapevole della sua condizione di adolescente emarginata, ma cosa poteva fare per risolvere la situazione? Era bruttina, portava occhiali spessi e un assurdo apparecchio, parlava troppo e non aveva alcun segno particolare che poteva contraddistinguerla dal resto gregge. Si era dovuta adattare all’etichetta di “secchiona senza una vita sociale” che le era stata affibbiata senza far nulla per togliersela di dosso.
Finalmente si era diplomata – ovviamente con il massimo dei voti – trovandosi di fronte alla scelta più importante della sua vita: il college. Contro il volere di suo padre aveva scelto di allontanarsi il più possibile da .......... , quella minuscola cittadina, e di trasferirsi a Washington per rifarsi una vita.
Così scoprì l’antropologia.
Daisy aveva sempre avuto una passione per le ossa: da piccola sua madre – quando era ancora viva – l’aveva sempre portata per musei. Daisy rimaneva sempre affascinata dagli scheletri esposti nelle vetrine – che si trattassero di ossa umane o animali.
Ora al college poteva mettere in pratica quello che aveva sempre desiderato fare. Tirare fuori la verità dalle ossa era entusiasmante: da un cranio riusciva a determinare la razza della persona e dall’osso pubico la sua età. Le ossa raccontavano la loro storia, la vita di quella che una volta era stata un essere vivente; lo scheletro disteso sul tavolo di fronte a lei non poteva parlare. Non la poteva giudicare.
Decise di cambiare aspetto, di migliorare: si tolse l’apparecchio, iniziò ad usare le lenti a contatto e a truccarsi. Riuscì a diventare una persona nuova.
Ora nemmeno le persone l’avrebbero più giudicata.
364 parole
*Nota dell'autrice*
Devo
ammettere che Daisy non è uno dei miei personaggi preferiti...
è un tantino logorroica ed eccentrica e spesso sa essere una
vera rompiscatole! La sua parlantina è davvero fastidiosa, ma
bisogna prenderla così com'è. Quando ho visto che il
prompt che è saltato fuori era "liceo" ho pensato: com'era Daisy
da adolescente? Il suo carattere le ha dato dei problemi?
Così ho immaginato una Daisy molto diversa da come la conosciamo noi, che è riuscita a farsi strada da sola con molto impegno. Il lieto fine è arrivato anche per lei! :)
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Chiara
Così ho immaginato una Daisy molto diversa da come la conosciamo noi, che è riuscita a farsi strada da sola con molto impegno. Il lieto fine è arrivato anche per lei! :)
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Chiara