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Autore: AnneInVegas    12/08/2012    1 recensioni
Azzurra vive la sua vita traccia dopo traccia,immaginandola come un disco d’epoca pizzicato continuamente dalla puntina che permette di far sentire al mondo quello che ha inciso sulla sua superficie scura,sulla sua pelle. Respira note musicali e affronta i suoi diciannove anni pieni di obiettivi con la grinta e la volontà di chi,con una chitarra in mano,vuole fare di tutto per far risuonare gli accordi al meglio.
Lascia che sia la musica a parlare per lei,la lascia entrare dentro alla sua mente per sentirsi viva,ricordandosi di mettere “pausa” ogni volta che qualcosa di diverso dall’affetto per la sua amica Sara e la determinazione nello studio possa risuonare dentro di lei.
Nonostante questo,nello stesso giorno in cui aveva disegnato la chiave di sol e stava iniziando a comporre un nuovo pentagramma della sua vita,incontra una nota bellissima e del tutto originale: Diego,il leader dei VH5,una band della casa discografica per cui lavora.
Quelle note avevano il diritto di essere suonate.
“… Una bella voce,un bel ragazzo,ecco tornata la paura di sbagliare qualcosa nel parlare,sempre così andava a finire.
“Pronto?” ”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bat Country Eccomi! :)
Sono appena arrivata nel campeggio in cui trascorrerò le mie vacanze,ma dovevo per forza di cose pubblicare questo capitolo.
Il prossimo arriverà fra un po' di giorni.
Che dirvi? Buone Vacanze a tutti  e buona lettura.
AH!
MipufStar :
 *Fischio!!* Buona lettura cara :)

Alla prossima! :)
_ Annalisa


Jesus of Suburbia




Stavo facendo la doccia quando sentii Sara rientrare e sbattere la porta.
"Zur,ci sei?",feci la solita smorfia. Zur sembrava il nome di un farmaco per lo stomaco,ma ormai avevo perso ogni speranza,Sara doveva per forza chimarmi così.
"Sono sotto la doccia!",urlai dal bagno.
Sotto la doccia,magari! Non riuscivo a resistere per più di dieci secondi sotto quel getto di acqua calda. Non so quanti gradi facevano fuori e non pensavo che Milano fosse una città così calda d'estate,ma dovevo trovare comunque una soluzione,altrimenti prima o poi sarei diventata pazza. In preda alla disperazione girai il miscelatore verso il segno blu,mi feci coraggio e mi spostai sotto all'acqua gelida.
Mentre cercavo di pettinare quell'insieme di nodi che erano diventati i miei capelli,pensai al CD che Diego mi aveva lasciato nella cassetta della posta. Okay,forse più che al CD,pensai a Diego. Il fatto che di domenica avesse deciso di arrivare fino sotto casa mia per lasciarmi qualcosa, che avrebbe potuto darmi tranquillamente il giorno dopo, mi faceva tingere le guance di rosso e mi diedi della stupida guardandomi allo specchio.Non riuscivo veramente a capire tutta quest'urgenza improvvisa di farmi ascoltare questo CD. Non presi nemmeno in considerazione di asciugare i capelli con il phon,inutile a dirlo.
Stavo finendo di vestirmi e ripensai al modo in cui Diego aveva reagito la sera precedente, quando gli avevo chiesto di Nicolas e della sua famiglia. Per quello che avevo potuto capire in quei pochi giorni,non mi sembrava un ragazzo lunatico,quindi doveva esserci una ragione precisa per cui si era comportato in quel modo. Forse non era proprio il caso di aggiungere a quei tanti miei pensieri che già avevo in testa anche quelli di Diego. Avevo deciso di darmi una seconda possibilità,era vero,ma volevo vivere tranquillamente,non avevo assolutamente voglia di ritrovarmi a dover analizzare la mente di un altro ragazzo strano,avevo già dato. I miei viaggi mentali vennero interrotti abbastanza bruscamente da qualcosa che conoscevo bene.

"He who makes a beast of himself gets rid of the pain of being a man!"
Seguì l'urlo di Matthew Shadows a tutto volume,un volume veramente troppo alto.
"Santo cielo!"
Uscii dal bagno di corsa.
Vidi Sara saltare come un'ossessa davanti allo stereo.
"SARA!",ma niente,non mi sentiva. Mi avvicinai e spensi lo stereo.
"NO! Perchè hai spento?"
"Vuoi farci cacciare dal palazzo?"
Si mise a sedere sul divanetto,coprendosi la faccia con un cuscino.
"Di grazia,potresti spiegarmi perchè avresti messo il mio CD degli Avenged a tutto volume? E poi perchè proprio Bat Country?"
"A qualcosa servirà pure avere una metallara come migliore amica,no?"
Prima Jack mi dava della rockettara,ora Sara della metallara.
"Io non sono una metallara. Mi dici che ti prende?"
"Tu quando sei incazzata con il mondo metti sempre quelli a tutto volume,volevo vedere se i tuoi amichetti facevano rilassare anche me!"
Me lo disse indicando la maglia che avevo appena indossato,ricordo del concerto degli Avenged Sevenfold a Roma.
Valerio, uno dei miei amici più cari, me l'aveva comprata mentre facevamo la fila sotto al sole. L'adoravo,era una delle mie maglie preferite in assoluto,anche se ogni volta che la indossavo per uscire dovevo sopportare i soliti sguardi di Sara verso il simbolo gigante degli Avenged che aveva stampato sopra,il deathbat.
"Lascia perdere i miei amichetti,il metal può avere degli strani effetti su chi non è abituato", sorrisi, "piuttosto dimmi cosa ti è successo di così grave da aver bisogno di quel CD che non mi permetti mai di ascoltare!"
"Non è colpa mia se il tuo amico urla!"
"Shadows non urla,ha una delle voci più belle che conosca!"
"Va bene,va bene,scusami! Il fatto è che ho litigato con Giovanni"
"Lo sapevo. Cosa è successo?"
"Dice che vuole venire a trovarmi."
"Ed esattamente tu per quale motivo saresti arrabbiata?"
"Non può venire subito! Deve lasciare che io mi possa abituare a Milano! Quando però gliel'ho detto è andato su tutte le furie, ha detto che se ne andava a giocare a tennis con il suo amico e mi ha riattaccato il telefono in faccia. Ti pare normale?"
Sara era veramente assurda alcune volte e bisognava ammettere che Giovanni avesse una pazienza non indifferente. La mia amica passava giorni interi a lamentarsi quando il suo ragazzo era troppo occupato con l'università per arrivare a Roma da Bologna,ora che invece il viaggio non era più così lungo,il problema era quello opposto.
"Secondo me dovreste fare una gara per capire chi tra i due è il meno normale!"
Mi tirò il cuscino del divano mentre correvo verso le buste della spesa. Se mai avessero aggiunto il tiro del cuscino ai giochi olimpici, Sara sarebbe stata in grado di vincere almeno un argento, ormai ne ero sicura.
Fortunatamente aveva mantenuto la promessa e non aveva comprato solamente i suoi cibi dietetici  al supermercato. Continuai a tirare tutto fuori dalla busta, Sara mi obbligò a mettere dei post it con scritto il mio nome sulle mie cose, così,secondo la sua mente malata, non avrebbe avuto l'istinto di mangiarle.
Dopo aver finito con la spesa,mi affacciai sul soppalco e la vidi parlare al telefono. Urla,Avenged a tutto volume e poi pace. Sempre la solita storia, pensai sorridendo.
Presi la tazza da colazione della Lazio che avevo comprato durante la mia folle mattinata e cercai, nonostante il mio handicap per quel tipo di cose, di impacchettarla al meglio. Presi un bigliettino con un coniglietto disegnato sopra e lo attaccai al pacchetto con una piccola coccinella adesiva.
"Per Nicolas.
Sempre Forza Lazio. :)
_Azzurra"
Anche Nicolas doveva avere la sua tazza da colazione,era quello che avevo pensato quando la vidi in quella vetrina. Inoltre davvero non credevo di trovarla a Milano.
Preparai qualcosa per il pranzo, un piatto di pasta per me e pomodori e mozzarella per Sara.
Le era tornato il sorriso subito dopo aver parlato di nuovo al telefono con il suo Giovanni. Ne ebbi la conferma quando mi disse che avrebbe lavato lei i piatti,cosa che accadeva raramente.
Mi sdraiai sul letto con quello che ormai era diventato il mio nuovo migliore amico,il ventilatore. Gli avevo dato anche un nome,si chiamava Doc.
Doc girava le sue pale tutto contento mentre io fissavo il CD sulla mia scrivania. Avrei dovuto ascoltarlo?
Più Doc prendeva velocità,più le mie domande aumentavano. Avevo veramente intenzione di dare ad Azzurra un'altra opportunità? Ero veramente pronta? E se poi mi fossi ritrovata a rivivere quell'inferno da cui ancora non ero uscita del tutto?
In realtà,se avessi messo da parte un po' della paura che ,per colpa della mia esperienza passata, si era impossessata di me, avrei capito che l'unica domanda a cui avrei dovuto trovar risposta era questa: perchè  avevo deciso di togliere finalmente i punti alla mia ferita solamente dopo aver conosciuto Diego?
"Sara,per caso hai visto il mio lettore CD?",urlai.
"Sì,ce l'ho io. Appena ho fatto te lo porto!"
Bene, provvidenza divina 1 - Azzurra 0 .
"Ah,Zur? Ti ricordi dell'avviso? Domani il camion della raccolta differenziata passerà solo alle 6 di pomeriggio. L'unica alternativa sarebbero le 6 di mattina.Come facciamo?"
"Ci penso io,tanto dovrei esser tornata per quell'ora"

Presi il mio pc e aprii la cartella della musica. Misi le cuffie.
Quelle mille domande che avevo in testa mi avrebbero portata indietro di un anno, a ripensare al passato e, almeno quella volta, volevo risparmiarmelo.
Più che di ascoltare,avevo bisogno di vedere una cosa.
Aprii la cartella dei Green Day,cliccai due volte sull'icona del video e Jesus of  Suburbia partì.
Lo so, succedeva praticamente sempre nella mia vita, ma anche dietro a quella canzone,soprattutto a quel video, c'era una storia.
Nell'ottobre del 2005 i Green Day - una volta capiti i miei gusti musicali non è difficile intuire che siano tra le mie band preferite - fecero uscire il video di questa canzone, che , come l'intero album, American Idiot, aveva come protagonista Jimmy. Nel 2005 avevo 13 anni. Mi ero appena trasferita in un paese vicino Roma, nella zona dei Castelli Romani. Un paesino piccolo,pieno di tanta gente piccola di mente.
Io avevo sempre vissuto a Roma  e cambiare da un momento all'altro casa e zona solo per un'assurda volontà dei miei genitori,mi sconvolse. Dovetti abbandonare i miei amici,quelli con cui giocavo ogni pomeriggio nel cortile della mia vecchia casa,ma soprattutto cambiai  scuola.
Mi ritrovai catapultata in una dimensione che all'inizio mi sembrava quasi surreale. Gente - ragazzine e ragazzini - che mi evitavano come se avessi avuto la lebbra per la sola colpa di non essere nata,fortunatamente aggiungo io, lì.
Le ragazzine passavo il tempo a guardarmi con aria di sfida e a parlare solo e solamente dei ragazzini che, non accorgendosi di nulla , si scambiavano figurine. Le mie compagne di classe parlavano di High School Musical, io aspettavo impaziente di tornare a casa per liberarmi dei loro cattive occhiate e per ascoltarmi  il CD dei Green Day che quella folle della moglie africana del mio folle zio mi aveva appena regalato.
Non parlavo con nessuno perchè nessuno voleva parlare con me,fatta eccezione per una ragazzina con la faccia simpatica dai lunghissimi capelli neri che ,come me, si era trasferita lì qualche anno prima. Quella ragazzina si chiamava Sara ed era  la vittima dei dispetti di quelle arpie della nostra classe.
Tra le due,a forza di Green Day, divenni la ribelle. Iniziai a non badare più ai guardi delle mie compagne malefiche e inizai a conoscere altri ragazzini che non erano di quel paese, ma che per disgrazia si ritrovavano a vivere lì.
Una sera di quello stesso ottobre vidi per la prima volta quel video e fu lui a darmi la forza per sopportare quella situazione. Mi sentivo come in gabbia in quel paese fatto di pettegole e pettegolezzi,dove le menti più che chiuse,erano murate nel cemento armato. Sentirsi come Jimmy e credere in Jimmy significava tenersi strette allo spirito di sopravvivenza e fu proprio quello che feci. St.Jimmy era diventato anche il mio santo personale.
Poi un giorno la capo branco delle iene tagliò con le forbicine dalla punta arrotondata, che usavamo nell'ora di arte, una lunga ciocca di capelli a Sara. Gli insegnanti non le fecero nulla,per il semplice fatto che non ci credettero.
Così mi misi in bocca una di quelle gomme rosa giganti,che in realtà non avrei potuto masticare per il mio apparecchio, e mentre passavo dietro alla sedia della capo-iena per consegnare un disegno, me la misi in mano e la lasciai aderire bene ai suoi ricci perfetti.
Inutile dire che ancora oggi rimane una delle soddisfazioni più grandi della mia vita.
La riccia andò su tutte le furie,ma l'insegnante di arte disse che non potevo esser stata io,perchè chi aveva l'apparecchio non masticava gomme. Chi aveva l'apparecchio, indossava una maglia dei Green Day  e aveva Jimmy come migliore alleato,poteva farlo,eccome se poteva farlo.
Fu così che mi innamorai di Jimmy.
Diventavo rossa ogni volta in cui vedevo quel video e Sara,anche durante il liceo, non faceva altro che prendermi in giro. Mi sorella invece mi ripeteva "quando porterai a casa uno così dimmelo,lo chiamo io il 118 per la mamma!"
Avevo un debole per quel ragazzo e tutte le persone che mi conoscevano bene lo sapevano.
Marco per un mio compleanno mi regalò una maglia con la sua faccia e io decisi di incorniciarla e di attaccarla nella mia stanza,vicino alla scritta per Buckley.
"Qualcuno sta vedendo quel video. Che succede?",Sara si sedette sul mio letto con il mio lettore cd tra le mani.
"Eh?"
"Terra chiama Azzurra! Lo so che Jimmy ti fa st'effetto,ma dimmi che cos'hai,non ti chiudere a riccio come sempre."
Iniziai a fissarla e la vidi sbuffare mentre avvicinava a sè il mio pc.
"Azzurra,santo cielo!",disse con gli occhi spalancati.
"Cosa? Che succede?",chiesi preoccupata.
"Jimmy è uguale a Diego!",si portò una mano davanti alla bocca.
"NON E' VERO! "
"...è la fotocopia,ma come ho fatto a non accorgermene prima,ora capisco!"
"Sara,smettila,non è vero. Diego non si veste in quel modo e non porta di certo la matita agli occhi. Cosa capisci?"
"Tante cose,mia cara",sorrise. "...e quel cd? E' nuovo della tua collezione?"
"Me l'ha lasciato Diego in quella busta che hai visto,è della sua band"
"E l'hai ascoltato?"
"Ora lo ascolto...",dissi prendendo il lettore.
"Allora ti lascio con i...",prese il cd "VH5"
"Brava!"
"Ah,Zur?"
"Dimmi"
"...è uguale a Jimmy."


Continuai a guardare il video dei Green Day,poi passai ad altre cartelle di musica e infine decisi di guardare meglio come erano organizzati i miei corsi all'università.
Le prime lezioni sarebbero state quelle di lingue straniere e la frequenza non era neanche obbligatoria. Speravo solo di riuscire a far conciliare il lavoro con le varie lezioni. Il giorno dopo avremmo finito il video dei ragazzi,chissà dopo cosa mi aspettava,con Jack nulla era prevedibile.
Stavo leggendo uno dei libri che mia madre mi aveva comprato prima che partissi,un libro di Goethe, "Le affinità elettive". Una frase mi colpì in modo particolare.
"Senonchè il presente, alla fin fine, non si lascia derubare dei suoi inderogabili diritti."
Fu quella frase a far sì che io prendessi finalmente quel cd e decidessi di ascoltarlo.
Partì la prima traccia,la riconobbi,era la canzone del video e a quanto ne sapevo era in secondo singolo estratto dall'album. Avevo una voglia assurda di osservare l'elenco delle tracce,era una sorta di mania che avevo. Ritenevo che fosse fondamentale l'ordine con cui si decideva di incidere le canzoni di un disco. C'erano delle canzoni che erano fatte appositamente per essere seconde o terze o seste. La settima posizione era quella che preferivo.
1999, Enema of the State, Blink 182 - settima traccia, Adam's song.
2008, Rise and Fall, Rage and Grace, Offspring -  settima traccia, Kristy are you doing okay?
2002, No pads,no helmets...just balls, Simple Plan - settima traccia, Addicted.
2007, Avenged Sevenfold,  Avenged Sevenfold - settima traccia, Brompton Cocktail.
2004, American Idiot, Green Day -  Give me Novacaine
Quella volta però non lo feci. Mi limitai ad arrivare subito alla settima traccia e rimasi di sasso nell'ascoltarla. St. Jimmy
era la settima traccia del cd dei VH5.


Quella notte non riuscii a dormire molto e per una volta non fu colpa del caldo,anche perchè Doc continuava a girare la sua testa a destra e sinistra.
Dovevo prendere una decisione.
Non avevo mai creduto nel destino o nella fortuna, intesa nel senso latino di fato.
Quella storia di Jimmy mi stava facendo impazzire e forse mi ero fatta influenzare troppo facilmente da Sara e da quello che mi aveva detto. 
I pensieri correvano da un lato all'altro della mia mente, senza darmi tregua. Correvano e si lasciavano dietro una scia di  ricordi, di immagini e di parole.
Arrivai ad una sorta di conclusione solo alle 3 di notte.
In un libro che avevo letto di Carlo Pastore, quando ero nel terzo anno di liceo, c'era una frase che avevo deciso di appuntarmi su un foglio e più volte mi ritrovai a pensarci. Faceva più o meno così "...ciò che non uccide, tramortisce, se gli sopravvivi, fortifica".
Il peggio, bene o male , forse più male che bene, era passato e quindi  ero pronta quasi a tutto, della serie,  se hai avuto la varicella una volta, non potrai averla ancora o, se tocchi il ghiaccio, puoi resistere di più vicino al fuoco.
Sinceramente non ricordavo di avere avuto o meno la varicella e Sara non mi aveva permesso di comprare al supermercato gli stampi per il ghiaccio a forma di orsacchiotti, ma ero consapevole di avere dentro di me una mole immensa di vecchi sentimenti che, una volta uccisi e tramortiti, mi  avevano rivestito il cuore e che ora sarebbero stati pronti a proteggerlo al meglio.
Fu così che mi alzai dal letto alle cinque e mezza del mattino,mi preparai, mangiai  qualche biscotto e poi feci quello che avrei dovuto fare tempo fa. Presi quella scatola rossa che avevo nascosto sotto al letto, la scatola che conteneva tutto ciò che Luca mi aveva lasciato. La aprii per l'ultima volta, c'era anche un cd di un cantante neomelodico napoletano che mi aveva regalato a Natale e che non ascoltai mai per rispetto verso i miei gusti musicali. Lo tirai fuori dalla custodia e lo spezzai. Chiusi la scatola e scesi di corsa le scale del palazzo, l'orologio della farmacia di fronte segnava le 5:51. Aprii il secchione e la lanciai dentro. Aspettai un po'. Alle 6:03 il camion arrivò, i due omini vestiti di arancione caricarono il secchione e lasciarono che si svuotasse, insieme al mio cuore.
Andarono via e mi lasciarono nascosta dietro ad un albero con il sorriso sulle labbra.



Arrivai nell'edificio dove dovevamo finire di girare il video con dieci minuti di anticipo.
Lasciai la tazza da colazione impacchettata in macchina e andai subito a cercare Jack.
Lo vidi mentre parlava con la make up artist, la ragazza che il venerdì precedente mi aveva dato il cerotto per il graffio sul collo. Lei mi sorrise appena mi vide, per poi spostarsi verso i camerini.
"Jack?",lo chiamai.
"Oh, buongiorno raggio di sole, anche oggi in anticipo!"
"Raggio di sole?" , chiesi con una smorfia strana.
"Preferisci Shadows?", mi sorrise.
"No no, di quello già ce n'è uno...e come lui non c'è nessuno"
"Oh sì, il cantante degli Avenged è proprio un tipo simpatico, sa metterti subito a tuo agio"
"Jack,tu...",spalancai gli occhi" ...tu l'hai conosciuto?"
"Sono un amico intimo del tizio che ha fatto un loro video, capitai lì in California e partecipai alle riprese"
Vi presento Jack, uno dei miei nuovi idoli.
"La prossima volta che mi chiama, ti porto con me, Raggio di Sole!"
"
Ormai ci conto."
"E fai bene. Vai a fare colazione,a dopo!  Ah...",richiamò la mia attenzione " e sai perchè ti chiamo Raggio di Sole?"
"
Illuminami",scherzai.
"Perchè oggi hai un sorriso che risplende più del solito".

Il signor Giorgio mi sorrise appena arrivai davanti al bar.
Mi sedetti vicino al bancone e mi guardai intorno, stavo cercando qualcuno che però, a quanto sembrava, ancora non era arrivato.
Sentii il cellulare suonare, era arrivato un sms.
"Il calendario del campionato è uscito. La prima domenica di ottobre c'è Inter - Lazio. Pronta ad ospitarmi? :)
Un bacio, Bianca."
"Non aspetto altro, visto che ci sei, portati dietro anche Marco! :)"
Stavo ancora inviando l'sms quando qualcuno si sedette vicino a me.
"Buongiorno Giorgio, un caffè normale e uno alla vaniglia",poi uno sbadiglio.
Voce ormai inconfondibile.
Mi voltai e lo vidi sorridermi. Quel sorriso avrebbero dovuto vietarlo di prima mattina.
"Salve, anche lei qui di prima mattina? " , sorrise di nuovo.
"Buongiorno, già anche io qui a quest'ora. Lei come mai è qui?" continuai a scherzare.
"Beh, mi piace svegliarmi presto la mattina e girare per edifici enormi", finse di darsi un tono.
"Oh sì, lo si vede dalla sua faccia",ancora attaccata al cuscino, ma pur sempre bella, avrei voluto continuare.
Iniziò a ridere " Hai passato una buona domenica,Azzurra?"
Aveva forse fatto un corso per pronunciare il mio nome in quel modo?
" Sì ,grazie " sorrisi, " e tu Diego?"
"Tutto sommato sì, anche se ero e sono un po' in ansia"
Giorgio ci passò i nostri caffè. Iniziavo ad amare la vaniglia.
"In ansia?",chiesi con la mia solita curiosità.
"Già, apetto una recensione importante del nostro disco.
"Uhm,capisco" ,in realtà no, non avevo capito nulla.
Guardai il mio caffè e lo girai.
"Azzurra?"
"Sì?"
"Allora? Cosa ne pensi del disco?" sorrise.
"Ah!", caffè alla vaniglia o pane e volpe a colazione,Azzurra?
Scoppiò a ridere.
"Ehi, non prendermi in giro! Sono solo le 8.30 del mattino, ci sta!"
"Oh sì,certo!"
"Comunque mi piace, rientra perfettamente nel mio genere preferito e...si sentono anche le vostre influenze.
La track listing è veramente ben fatta, giusta, adatta. La canzone che preferisco è Stay Awake, ma anche This Song mi piace molto ", sorrisi soddisfatta.
"Non puoi capire quanto mi faccia piacere. Della cover cosa ne pensi?"
Ecco, la cover. St. Jimmy, Jimmy, "è uguale a Jimmy.".
Lo fissai per un momento, i suoi occhi cambiavano di  intensità continuamente, ora erano verde chiaro. Aveva lasciato i capelli abbastanza di sordinati, non erano più spostati da una parte, ma ognuno seguiva la direzione che preferiva. Il look trasandato gli rendeva ancora più giustizia. Era vero, somigliava al mio Jimmy.
"...è sempre stata una delle mie canzoni preferite dei Green Day, grande scelta"
Sorrise e gli occhi si illuminarono ancora di più, era perfetto.


"Questa è una catastrofe!! Un disastro!"
Io e Diego ci spostammo verso la sala più grande, da dove Jack urlava.
L'attrice che avrebbe dovuto girare la scena del concerto con Diego non si sarebbe presentata a causa di una terribile influenza.
Jack si muoveva senza sosta, in preda al panico.
Poi lo vidi avvicinarsi a me,mentre lo guardavo da lontano,seduta vicino alla ragazza del trucco.
"Tu sei proprio un Raggio di Sole! Lo dicevo io!", urlò.
"Jack,ma cos-"
" Alice,presto. Truccala da punk trasandata!"
"Jack, COSA?"
"Ti prego Azzurra, sei la nostra ultima speranza".

 

 



 
  
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