Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: JulieKarbon    12/08/2012    1 recensioni
Julie Coal e il suo assistente Carl Phelps sono sempre alla ricerca di qualche nuovo caso da risolvere. A volte si intromettono nei casi dell'Ispettrice Pumpkinro, a volte sono i casi a trovare loro. Il prologo serve solo ad introdurre questa serie di personaggi strambi e un pò bizzarri, perciò può apparire banale. Ma non temete! Con l'andare della storia tutto si renderà molto più... intrigante.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giorno 13 Settembre. Ore 9.03. Mattina soleggiata e tranquilla quella di oggi a Brightburg. Proprio l'ideale per concedersi una dovuta giornata libera per fare colazione al bar Attimo di fronte alla scuola media Alexander Pope della città, pensarono i nostri due amati detective. O almeno, così sembrava.

- CANDITI NELLA STRACCIATELLA?! Siamo pazzi?! Da quando si mettono i canditi nella stracciatella?! - sbraitò Julie, sbuffante di rabbia. - La stracciatella è tale solo se fatta con panna fresca, latte fresco, zucchero in quantità omogenea e SCAGLIE DI CIOCCOLATO AL LATTE! Non canditi! Tanto meno scaglie di nocciole!
- La prego signorina si calmi! - disse tremante il povero cameriere.
-E' INACCETTABILE! - una voce sovrastò sia quella della Coal che del cameriere.
- E' quello che dico anche io...eh? cosa? da dove vengono queste urla? - chiese Julie perplessa.

Carl era rimasto calmo e in disparte a sorseggiare il suo caffè, ignorando gli sbraiti della collega, ma fu comunque attirato dalle altre urla.


- Direi da quelle signore adirate laggiù – rispose lui, alzandosi con la tazzina di caffè in mano - Proviamo a chiedere.

Detto questo, Carl si diresse verso il gruppo di oche... pardon, verso il gruppo di signore infuriate vicine ad un altro tavolino del bar e chiese gentilmente:
- Mi scusi signora, cosa succede?

Una delle tante infervorate madamigelle si voltò verso Carl, con viso arcigno e piegato in una smorfia rabbiosa:

- Cosa succede? COSA SUCCEDE!? - presa da un colpo d'ira ribaltò un tavolino del bar, facendo rovesciare anche il caffè di Carl addosso al povero ragazzo- ECCO COSA SUCCEDE!

Conclusa la frase, lei e le altre continuarono la discussione con un vecchio signore in doppiopetto e un po' cicciotto. Il pover'uomo era al centro del gruppo di donne, ed era completamente circondato da loro. Continuava a scusarsi in tutti i modi per chissà che cosa e cercava di far tornare la calma all'interno del gruppo di donne, invano.


- Signorina la prego non faccia così! Signore! Un pò di contegno! Sono sicuro che riuscirò a sistemare tutto! La prego! Vi prego!

Julie sospirò, posò qualche spicciolo sul tavolino con la brioche lasciata a metà e si alzò, grattandosi la testa un po' perplessa.

- Andiamo a vedere cos'è tutto questo putiferio Carl.

- Vada lei, Doc. La raggiungerò appena mi sarò ripreso dal lutto del caffè – rispose Carl, amareggiato mentre guardava quel che rimaneva del suo caffè a terra e sulla sua giacca.

Julie annuì e si diresse verso il centro del cerchio creato dalla furibonde signore, cercando di raggiungere il signore martoriato dalle suddette.


- Ok, calma mie signore per favore. Manteniamo un certo contegno e non degeneriamo. Cosa sta succedendo qui?
- E-ecco io... - balbettò l'uomo, il quale venne però bruscamente interrotto da una delle signore.
- AH NON SI PERMETTA SA?! E lei chi sarebbe, stracciona? Con quel gilet tutto sgualcito e rattoppato poi...

Julie fece una smorfia un po' seccata per l'insulto subito e si sistemò il gilet, aggiustandoselo dal colletto.
- Quanta volgarità inutile. In ogni caso, sono Julie Coal, detective privato. Ho visto agitazione e ho pensato bene di venire a dare un'occhiata e vedere di capire cos'è che affligge voi signore.

- Ah-AH! Signorina Coal! Che sollievo! E' proprio a persona di cui ho bisogno. La situazione qui è disperata! - intervenne l'uomo, vistosamente preoccupato.

- Si calmi, si calmi, la prego. Signore mie, qualunque sia il problema la sottoscritta lo risolverà in un batter d'occhio. Statene pur certe. - disse fiera la Coal.

- NON DIMENTICATEVI DI ME! - gridò Carl, raggiungendo il gruppo.
- Ho molti dubbi a riguardo signorina Coal – disse una signora anziana, scrutando la ragazza attraverso i suoi occhiali tenuti dalle sue mani ossute – Ma vedremo se la sua fama è ben meritata.
- E lo spero davvero! - intervenne un'altra – altrimenti faremo causa sia a lei sia a questo mentecatto! - sbraitò, indicando il panciuto omone.
- Oh, signor, l' Ispettrice testa di zucca non ci penserebbe due volte a sbatterci in cella. - sghignazzò Carl.
- Poche chiacchiere ora, Carl. Mi scusi signor...? - chiese Julie rivolgendosi al formoso signore.
- Oh! Mi dispiace. Non mi sono presentato! Sono il signor Heller, preside della scuola media qui dietro, la prestigiosa Alexander Pope! Ma prego, parleremo con calma dentro nel mio ufficio. Seguitemi prego.


Coal e Phelps seguirono il preside nel suo ufficio. Il lungo corridoio che conduceva al suo ufficio era adornato di scaffali stracolmi di coppe e targhe celebrative. Doveva essere una scuola di gran successo.

Arrivati in ufficio, i tre si sedettero, e la Coal, senza troppi giri di parole, chiese spiegazioni.


- Ci spieghi tutto signor Preside Heller...
- Beh, ecco. E' da un pò di tempo che i bambini della scuola stanno subendo delle misteriose scomparse. Quel che è curioso, è che spariscono per qualche ora e poi tornano come se nulla fosse, non dicendo nulla a nessuno. Poi, ora non so cosa dicano a casa ma la faccenda si sta facendo grave...

- Alquanto strano – intervenne Carl - I bambini non parlano neanche con lei o tra loro? Non ha potuto udire niente ?

- Non che io sappia. Non vogliono parlare di un qualsiasi fatto successo al di fuori della loro classe; né a me, né ai professori...

- Uhm... Investigare così a viso aperto è un pò troppo rischioso nonché sospetto. Però ho un'idea! Carl, puoi immaginare di che si tratta? -chiese Julie, sorridendo.

- Prendere per il collo i marmocchi e costringerli a parlare radendoli a zero ?


Il preside guardò sconcertato verso Carl per la sua scioccante rivelazione.
 

- Avevo capito che intendeva di travestirci da professori. Dio, state al gioco.
 

Julie sospirò e scosse la testa.


- Quindi avete intenzione di investigare lo stesso ma sotto le vesti di supplenti?
- Esattamente signor Heller. - disse secca Julie.

- Lasci fare a noi. Può tornare a dormire serenamente! - aggiunse Carl.

- E-e-e quando avete intenzione di incominciare?
- Oh, anche subito! Secondo il vostro orario appeso qui in ufficio e secondo la nota appesa là, dovrebbe mancare il professore d'italiano per un paio di giorni no? Lo sostituiremo noi. - disse Julie.

- M-molto bene. Avete carta bianca.

- Adoro quelle tre paroline – Carl sghignazzò.

- Perfetto. - continuò Julie prendendo l'orario - Avete altro da dirci signor Preside? Raccomandazioni?
- No. Ma solo, fatemi sapere se venite a scoprire qualcosa.

- Oh, lei si preoccupi solo a pagarci - disse Carl col suo solito sorrisetto stampato in volto.

- S-si – balbettò il signor Heller.
- Perfetto Carl! La nostra prossima meta adesso sarà la...uhm... 3° B! Muoviamoci!

- La seguo, Doc.


Finiti i vari discorsi con il preside, i due detective si diressero subito verso la loro classe. Già dal corridoio si poteva capire quanto caotica poteva essere quella classe. Le grida entusiaste dei ragazzini presenti, data la mancanza del professore, stonavano i timpani.
Appena i due aprirono la porta, schivarono prontamente un paio di cancellini nonché vari aeroplanini e palline di carta.


- Beh, guarda un pò che classe movimentata... - disse Julie, sbuffando.

- Se spacco un banco per farli stare zitti dici che mi fanno pagare i danni? - chiese Carl.

- Non voglio spese inutili da pagare Carl. Ma utilizzerò il vecchio metodo del mio “buon” Professor Mastin.

Finita la frase, Julie si diresse tranquillamente verso la cattedra, dopodiché la sollevò da terra, per poi farla ricadere pesantemente e con un enorme tonfo sul pavimento. Il rumore assordante rimbombò per tutta l'aula, facendo immobilizzare immediatamente tutti i ragazzini presenti.

- Ma che razza di professore aveva Doc? - chiese Carl, piuttosto scioccato.


Nel frattempo, i ragazzi erano piombati nel silenzio più totale e i loro volti sembravano profondamente intimoriti, quasi terrificati dal gesto appena commesso da Julie.
 

- Oh, bene! Ora che abbiamo la vostra attenzione piccoli scapestrati, passiamo alle dovute presentazioni. Io sono il professor Phelps e lei è la Professoressa Coal e saremo i vostri supplenti di italiano.

- Nonché il vostro peggior incubo da ora in poi! - aggiunse Julie con un ghigno malefico stampato in volto.

I ragazzini furono a dir poco terrorizzati da quelle parole se non dalle orribili facce fatte dai due. Subito dopo però, entrambi i “professori” cominciarono a ridere divertiti.

- Suvvia, suvvia, ragazzi scherzavo! Non sono mica un lupo cattivo che vi mangia, sapete? Sono solo una supplente! Allora... qualcuno di voi sa dirmi dove siete arrivati col programma d'italiano?

Uno dei bambini, ancora tremante, alzò la mano e iniziò a balbettare:

 

- P-pagina 394.

- Allrighty then! Intanto raccontateci un pò di voi! Non siate timidi, coraggio! - istigò Carl, rivolgendosi ai bambini.

- E-ehm... Io mi chiamo P-Paul... ho 12 anni... e m-mi piace suonare il flauto!

- Oh, abbiamo un suonatore tra noi eh? E ditemi, a qualcuno di voi piace scrivere? - chiese Julie mentre prendeva il libro di Italiano da sotto la cattedra. Tutti i ragazzini fecero segno di no con la testa. Julie fece una smorfia seccata.
- Oh beh poco importa. – continuò, alzando le spalle e scuotendo la testa - Allora... 394... vediamo un pò... Oh! Il romanticismo, eh? Ok, allora! Chi di voi sa dirmi il nome di tre autori italiani di questa corrente letteraria?

- Professoressa, sono interessati quanto me a questo genere di cose. Facciamo altro! - disse Carl rivolgendosi verso i bambini, i quali fecero numerosi segni di consenso alla proposta del ragazzo.

Julie sbuffò seccata; non era nel suo stile rimanere in panciolle a non fare nulla tutto il tempo; ma d'altronde, erano solo supplenti; non poteva permettersi di fare lezione. Così ricorse ad un piccolo compromesso:


- Ok allora. Visto che non volete fare lezione, ho giusto quello che fa per voi. - Julie si chinò per prendere la sua enorme borsa a tracolla e ne tirò fuori delle schedine da gioco con delle domande e quello che sembrava un enorme pacco di patatine. - Chi indovina più risposte esatte vince questo pacchetto di patatine deluxe al formaggio.

- Non è corruzione questa ? - chiese Carl, alzando un sopracciglio e guardando malamente la sua collega.

- Non è lezione d'italiano questa? O vuoi insegnare diritto, Carl?

- Non ho altre obiezioni vostro onore. - concluse Carl, iniziando a distribuire i vari fogli agli alunni.

-Ottimo allora. Come vedete sono tutte domande alla "Chi vuol essere milionario" solo con domande a tema italiano. Sono sicura che tutti voi seguite quel programma, no?

 

Ci fu una lunga pausa di silenzio imbarazzante dopo quella frase. Julie inarcò un sopracciglio, scettica.
 

- Oh andiamo! Non posso credere che a quest'età continuiate a vedere ciarpame come i Griffan o Dragonsphere! Meglio un sano documentario, no?

- Ma professoressa sono solo dei ragazzin- Carl venne fulminato con lo sguardo da Julie- Come non detto. Orsù ragazzi, buona fortuna con le domande!

- Ritirerò i fogli tra mezz'ora. Niente sbirciatine, mi raccomando.

Finita la ramanzina, Julie si sedette dietro la cattedra, mettendoci i piedi sopra con totale noncuranza. I ragazzi guardarono sbigottiti verso la supplente, ma ad una sua occhiata, si rimisero subito all'opera, rispondendo alle domande ricevute. Carl, rimasto alzato, si diresse verso la porta.

 

- Io vado un attimo in sala professori, prof. E voi ragazzi, non fate macello. - disse, per poi chiudersi la porta alle spalle. Nemmeno il tempo di allontanarsi che dall'aula si sentì un urlo.
 

- NO, NIENTE PALLINE DI CARTA!

Carl sghignazzò. Julie non era un amante dei bambini, specie se giovani adolescenti delle medie; lasciarla sola non fu una delle sue idee migliori, ma se la sarebbe dovuta cavare da sola. Lui aveva un obiettivo ben preciso: scoprire qualcosa di più su quelle misteriose scomparse all'interno della scuola. La prima cosa da fare era chiedere informazioni a chi lavorava all'interno dell'edificio. Il preside era fuori questione; come avevano potuto constatare prima, non sapeva assolutamente nulla sui fatti che stavano accadendo, né tanto meno il perché. L'unica speranza erano gli alunni stessi e gli altri professori.
E destino volle che, appena girato l'angolo, Carl trovò uno dei professori fumare tranquillamente una sigaretta accanto alla finestra aperta. Era un inizio.

 

- Ehi lei. - disse Carl avvicinandosi all'uomo - Sa che non può fumare all'interno di un edificio scolastico, stando vicino alla finestra o meno ?

- Eh? Ma tu guarda questo... - l'uomo si voltò verso la voce con aria stizzita e nel contempo gettò la sigaretta mezza consumata fuori dalla finestra- E tu chi saresti, ragazzino?

- Sono il detec.. ehm, sono il supplente di italiano. Il professor Phelps. Mentre lei è?

- Herman, docente di Matematica. Piacere. Lascia la classe senza alcuna sorveglianza?

- C' è la mia collega Julie dentro. Saprà tenerli a bada anche da sola. E lei invece? Non dovrebbe essere in classe anche lei ?

- Io sono nella mia ora libera, quindi mi sto concedendo una piccola pausa. Ha qualche problema a riguardo?

- No, no. Per carità, ci mancherebbe. Piuttosto... Le classi di questa scuola sono alquanto... vivaci. Ma nulla di particolare da riportare al momento. Oserei dire che ha cominciato a fumare a causa di questi marmocchi.

- Beh, hai intuito ragazzo. Già, è l'unica consolazione che posso concedermi da quei ragazzini pestiferi. Ma d' d'altronde, si fa quel che si può e bisogna essere pazienti con loro. Sono stato giovane anche io e posso dire benissimo che mi comportavo peggio di loro – continuò Herman sghignazzando - è un bene che abbiano abolito la punizione corporale ai giorni nostri...

- Ecco, a proposito degli alunni. Molti sono silenziosi e inquietati. Conosce le possibili cause? Ho notato che alcuni riportano anche delle piccole ferite.

- Ah, non ne ho la più pallida idea. In effetti l'ho notato anche io e me l'ero chiesto... Mah, sarà qualche bullo della scuola o qualche rissa finita male, non saprei dire. - continuò Herman, alzando le spalle.

- A più di 20 ragazzini ? Certo che questo "bullo" deve esercitare parecchio potere.

- La mia è solo una delle tante possibili ipotesi. Potrebbero anche essere caduti mentre giocavano o qualcosa del genere.

- Capisco. Beh, mi ha fatto piacere parlare con lei, ma ora è meglio se torno in classe. Ci si vede!

Finito il lungo dialogo avuto col Professor Herman, Carl fece dietrofront e cominciò a ritornare verso la classe, stranamente quieta e silenziosa. Aprì la porta e trovò la sua collega, seduta come l'aveva lasciata, a leggere il giornale tranquillamente. Appena questa vide rientrare Carl, posò il giornale e si alzò.


-Oh Carl, finalmente. Ritira i fogli, per favore.

Senza aggiungere nulla, Carl cominciò a passare tra i banchi ritirando i vari fogli.

- Allora ragazzi, com'è andata? - disse lui, con un sorriso che parve rassicurare gli alunni.

- E-erano semplici in fondo... - rispose uno dei ragazzini.

- Il nostro professore non ci fa fare mai una cosa del genere. - continuò una delle bambine.

- Di solito lui interroga a sorpresa.

- Oh ma noi non siamo semplici professori – disse Carl, facendo l'occhiolino verso i ragazzi, i quali cominciarono a farsi spuntare dei larghi sorrisi sul volto – Ma non per questo non possiamo conoscerci meglio! Continuiamo con le presentazioni di prima?

I ragazzi presenti nell'aula si guardarono l'un l'altro con volto rasserenato e annuirono sorridenti.


- A me piace tanto disegnare più che scrivere! - disse uno, agitando la mano contento.

- A me piace cantare! - continuò un'altra.

- Nessuno si interessa di investigazioni? - chiese Julie, speranzosa.

...invano. Si levò un altro di quei lunghi ed estenuanti silenzi imbarazzanti. Il sorriso sulla faccia di Julie ridiventò presto un broncio lungo e mogio.


- Andiamo ragazzi. E' bello avere una passione per il "mistero" – disse Carl, cercando di incitare gli alunni.

- A mia madre piacciono tanto quei telefilm d'investigazione che fanno in TV! Ma a me non piacciono tanto. Non ci capisco granché. - disse una delle ragazzine, facendo spallucce.

 

- Ehm, beh... è pur sempre qualcosa. Continua a seguirli con tua madre e usa tanto il tuo intuito - continuò Carl, incoraggiando la ragazzina.

- Ci proverò! - annuì lei.

BAM. BAM. BAM.

Tre battute possenti si udirono provenire dalla porta dell'aula. Tutti gli alunni sobbalzarono e i sorrisi sparirono presto dalle loro facce non appena sentirono la voce di colui che aveva bussato alla porta.

- C'è una circolare da firmare!

Julie e Carl notarono il repentino cambiamento di espressione negli alunni. Erano terrorizzati e con gli occhi pieni di paura. Avevano fatto così anche quando Julie alzò la cattedra e la fece ricadere sul pavimento con un enorme tonfo. Si saranno spaventati per il bussare possente improvviso, pensarono i due detective.
Carl decise finalmente di aprire la porta e fece entrare quello che sembrava essere il bidello della scuola. Un uomo dalle fattezze robuste, in età avanzata ma non del tutto vecchio. Si poteva dire che portava i suoi 50/60 anni discretamente. Il suo passo era pesante mentre si avvicinava alla cattedra, dovuto agli enormi scarponi che portava. Indossava anche la tipica salopette da inserviente e un buffo cappello azzurro spento, il quale si direbbe, avesse lo scopo di coprire la mal nascosta pelata dell'uomo. Appoggiò la circolare da firmare sulla cattedra e finalmente si degnò di posare lo sguardo burbero sui due “professori”.


- Voi sareste?

- Io sono la professoressa Coal, la supplente d'italiano.

- Ah, capisco. Vedo con piacere che fate rigare dritto questa classe di monelli. - continuò il bidello, lanciando un'occhiataccia verso i ragazzini.

- Si, sappiamo tenere la situazione sotto controllo – disse Carl osservandolo.

- Ecco a lei signor... signor? - chiese Julie, riconsegnando la circolare firmata al bidello.

- Oh, chiamatemi pure Fred, signorina Coal. Ora vado. E mi raccomando con questi monellacci!

Detto questo, Fred uscì lanciando un'altra occhiataccia verso gli alunni e si richiuse la porta dietro con un enorme e fragoroso SBAM.


Julie e Carl si rigirarono verso la classe e notarono i volti intimoriti degli alunni.
 

- Ehi, ragazzi che vi prende? - chiese Julie perplessa.

- Oh n-niente professoressa. Fa f-freddo! - disse uno degli alunni tremante.

- S-si....possiamo chiudere la finestra?

- Ma è chiusa. - fece notare Carl con aria scettica.

- A-ah......oh beh allora m-metterò il giubbotto... - concluse il ragazzino, alzandosi per mettersi il proprio giubbotto.

Julie e Carl si guardarono l'un l'altro con aria dubbiosa.

- Carl – disse Julie quasi sussurrando – che ne pensi di tutta questa storia? E' palese che abbiano timore del bidello.

- Già, chissà perché. Che succeda qualcosa di cui non siamo al corrente?

Julie alzò le spalle.
- Chiederemo alla ricreazione in giro. Ora cerchiamo di far calmare i ragazzini. - disse lei, avviandosi verso il centro della classe - Ehi ehi ragazzi suvvia, calmatevi ora. E' quasi ora di ricreazione! Che ne dite se la anticipiamo di 10 minuti?

- Yeah! Andiamo fuori a giocare a calcetto! - propose Carl in modo esuberante.

- Oi oi, così esageriamo Carl... prima di tutto ci vuole uno snack – disse Julie tirando fuori gli snack al formaggio promessi più dei marshmellow - Ok ora in fila, uno alla volta, sennò me li mangio tutti io.

- Sai trattare meglio di me con i bambini – continuò Carl.

- Sono stata più tempo di te in quell'orfanotrofio Carl; ho potuto imparare a mie spese come educare certi soggetti.

Di lì a poco iniziò la ricreazione. Momento ideale per i nostri due detective di cominciare il loro giro di domande tra gli altri professori della scuola.

 

- Dove possiamo iniziare a chiedere? - chiese Carl, guardandosi intorno.

- Dalla sala professori, mi pare logico. I bambini non diranno molto, temo. Forse i professori sapranno qualcosa. Hai avuto modo di chiedere a qualcuno di loro prima?

- Si. Un professore di matematica. Secondo lui è possibile che ci sia qualche bulletto nella scuola che li spaventi, ma ho dubitato fortemente sin dall'inizio.

- A mio parere, hm. Centra il bidello. Ma non abbiamo alcuna prova oltre il timore suscitato nei bambini appena è entrato in classe. Dobbiamo chiedere ai professori cosa sanno di lui.

- Andiamo e chiediamo. Non potranno negarci le risposte.

 

Il tratto che separava Carl e Julie dalla sala professori era breve; lungo il tragitto potevano distintamente vedere ancora i bambini giocare fuori in cortile. Arrivati di fronte alla sala professori, trovarono all'interno quattro dei docenti seduti a controllare i bambini. Julie diede un colpetto alla porta aperta per farsi notare.


- E' permesso?

- Oh. – uno dei professori si voltò al sentire la sua voce - Salve, voi dovete essere i due supplenti. Herman ci ha parlato di voi. Volete del caffè?

- No, grazie – disse netto Carl - siamo qui piuttosto per fare delle domande.

- Domande?

- Si – continuò Julie - a proposito di Fred, il bidello.

- Tipa diretta eh? - intervenne un'altra docente - Beh, vi dirò io cos'ha che non va quello là. Detesta i bambini da morire. Non capisco cosa venga a fare come bidello qui uno come lui.

- Avete riscontrato comportamenti anomali tra lui e gli alunni? - chiese Carl, sistemandosi gli occhiali.

- Non che io sappia. - rispose uno dei professori - Ci grida contro lamentandosi in continuazione di come sporchino le aule ma niente di più.

- Già. Ma grida dannatamente forte! - continuò un altro.

- Mh. E' possibile che abbia alzato le mani sui bambini? - chiese Carl.

- Se fosse così, non starebbe ancora qua a fare il bidello non trovate?

- Ma nessuno degli alunni vi ha mai raccontato nulla a riguardo dell'essere picchiati da qualcuno? - chiese Julie.

- Non si azzardano. Appena cerchiamo di capirlo si zittiscono e non parlano fino all'uscita da scuola.

Julie e Carl si guardarono l'un l'altro, con sguardi d'intesa.

 

- Credo dovremo andare a parlare col diretto interessato – disse Carl rivolgendosi a Julie, per poi voltare lo sguardo verso il resto dei professori – Oh, vi ringraziamo per questa bella chiacchierata. Ora dobbiamo andare. Arrivederci!


Detto questo, i due detective uscirono dalla stanza e cominciarono a camminare per il corridoio in direzione dello stanzino del bidello. Ma una volta arrivati sul posto, non trovarono nessuno. I due rimasero con un palmo di naso.


- Strano, non c'è. Sarà a pulire i bagni. - disse Julie alzando le spalle.

- Però! E' un maniaco della pulizia il nostro amico! - fece notare Carl - Guarda che ordine per un semplice stanzino.

- Lo noto. Beh, si sta facendo tardi comunque. Dobbiamo tornare in classe. Dovremo rimandare le domande a dopo mi sa.

- E sia. Facciamo ritorno in classe e proviamo a fare domande ai ragazzi.

- Non che mi aspetti qualche risposta da loro in ogni caso.


Così, tornati in classe, i due tentarono di fare qualche domanda ai ragazzini, ma come detto dai professori prima, gli alunni si limitarono a rimanere in un silenzio raccapricciante e misterioso, senza spiccicare minimamente parola perfino dopo il suono della campanella che segnava la fine delle lezioni.

DRIIIIIIN!

 

- Ok. Direi che allora per oggi abbiamo finito ragazzotti – disse Julie, chiudendo il libro.

- Ci vediamo domani ragazzi. E mi raccomando, fate i compiti!

- Si professor Phelps! - dissero i bambini all'unisono, per poi alzarsi e uscire dalla classe in fretta e furia, lasciando solamente Julie e Carl all'interno della classe.


- Beh Carl, sembra che siamo rimasti solo noi due...

- Seguiamo i ragazzini finché non escono tutti. Mi chiedo cosa accada durante il tempo della loro uscita. - disse Carl, cominciando ad incamminarsi, seguito a ruota da Julie.

- Dobbiamo chiedere il permesso al Preside per rimanere qui oltre l'orario di chiusura. Bisogna tenere d'occhio il bidello. Senza però, ovviamente, farci scoprire da lui. - propose Julie, parlando sottovoce a Carl.

- Mi sembra ovvio.


Inutile dire che i due ottennero il permesso senza alcun problema da parte del preside. Quindi, Julie e Carl, decisero di appostarsi in giro per la scuola, in attesa di vedere le mosse del bidello.

Osservandolo per quasi tutto il pomeriggio non notarono nulla di strano, se non il fatto che mantenesse scrupolosamente ordinato il suo sgabuzzino e il suo stanzino, mentre si occupava poco e niente dello stato d'igiene delle aule e dei bagni.
Così verso sera, quando finalmente il bidello si incamminò verso casa, i due uscirono allo scoperto, delusi dei risultati ottenuti.

 

- Che razza di sfaticato – disse Julie con tono accigliato - Tutti sono bravi a mantenere pulite le proprie cose; quando però si tratta di pulire qualcosa di più grosso attenzione eh, potremmo sporcarci!

- Deve per forza tenerci qualcosa di importante per tenerlo cosi pulito. Andiamo a controllare?

- E lo chiedi pure? - concluse Julie, cominciando a correre in direzione dello stanzino del bidello. Una volta là, cominciarono a rovistare all'interno dello stanzino.


- Occhio a non lasciare nulla fuori posto, Carl. Scrupoloso com'è domani potrebbe accorgersi che qualcuno abbia potuto ficcanasare.


Carl cominciò a tastare in giro alla cieca con le mani. La poca luce presente non era d'aiuto all'investigazione e alla ricerca d'indizi.

-Ma Doc, non possiamo accendere le luci?

- Sei ammattito Carl?! Certo che non possiamo accendere le luci! E' sera inoltrata e qualcuno potrebbe insospettirsi nel vedere delle luci accese in una scuola a quest'ora. Pensandoci bene, sarà meglio farlo domani, alla luce del sole.

- Concordo – rispose Carl sbadigliando - Morfeo mi vuole tra le sue braccia.

- Aggiudicato allora. Torniamo in ufficio. Magari prendiamo qualcosa al volo da Steven. Sto morendo di fame!

 

Avuto il lauto pasto e il meritato riposo, il giorno seguente i nostri due investigatori tornarono alla scuola come promesso, per continuare le loro investigazioni sotto copertura. Gioviali e allegri come al solito, entrarono in classe salutando tutti gli alunni presenti.


- Buongiorno ragazzi! - dissero entrambi contemporaneamente.

- Buongiorno professoressa Coal, buongiorno professor Phelps!

- Gongolati finché puoi, questa sarà l'unica e forse l'ultima volta in cui ti sentirai chiamare professore, Carl – sussurrò Julie ghignando verso Carl.

- Ogni secondo e lettera Doc. Ogni secondo e lettera.


Finito di argomentare, Julie mise il solito librone di grammatica sulla cattedra e lo aprì.
 

- Allora ragazzi oggi ripasseremo i verbi moda-


SBAM!

La porta si aprì con un gran botto ed entrò un ragazzino tutto trafelato ed ansimante. Dietro di lui si sentivano dei passi pesanti avvicinarsi alla porta nonché una voce piuttosto irritata.

 

- EHI TORNA SUBITO QUI MONELLACCIO!

- Cosa succede?!? - chiese Carl sbigottito.


Subito dopo, il bidello irruppe nella classe e appena vide il ragazzino, lo prese per l'orecchio, canzonandolo.


- Aha! ora non scappi più! Ti insegno io cosa succede a chi piglia a calci la macchinetta del caffè!

- Ehi ehi! lei! Fred! Che caspita vuole fare?! - Julie si diresse di gran corsa verso i due, tentando di fermare il bidello.

Nel frattempo nella classe si era alzata un'aria piuttosto tesa, soprattutto sugli alunni, che guardavano la scena terrorizzati.


- Non si immischi signorina professoressa! E' ora che porti questo monello dal preside per i danni causati alla macchinetta del caffè! Normale amministrazione. Mi scusi per averle interrotto la lezione. - detto questo e nemmeno dando il tempo a Julie di controbattere, uscì dall'aula tirandosi dietro il ragazzino, tenendolo sempre per l'orecchio.
Julie sospirò e si voltò verso il resto della classe, ancora intimorita per l'atto accaduto.


- Doc, ha visto la reazione dei bambini? - sussurrò Carl.

- Già e non mi sembra nulla di buono. Ma andrà solo dal preside, giusto?

- S-si... solo dal preside... -disse uno dei bambini con un sorriso tirato.

- Vaaaa bene ragazzi -continuò Carl, sistemandosi la giacca - iniziamo la lezione su.


Passarono un paio d'ore dall'accaduto, e del ragazzino ancora nessuna traccia. Non era possibile che fosse rimasto tutto quel tempo dal preside. E, dato che nemmeno alla ricreazione si fece vivo, Julie e Carl cominciarono a pensare sul da farsi.


- Carl, qui la cosa puzza. Non penso che il preside lo abbia potuto trattenere così a lungo.

- Ragazzi andate in cortile. Ci rivediamo dopo la ricreazione! - disse Carl con un finto sorriso, portando fuori i ragazzini in cortile per la loro dovuta pausa, dove i quali cominciarono a giocare allegramente. Poi si voltò verso la sua collega con sguardo serio – ha ragione Doc. Qui la cosa è seria e non promette nulla di buono. Dobbiamo andare dal bidello a fare quattro chiacchiere con lui.

- Prima assicuriamoci che non sia ancora dal preside. Sempre che ci sia mai arrivato, ma spero solo che questa mia supposizione sia sbagliata.


I due si incamminarono verso l'ufficio del preside ed entrarono ma, ovviamente, del ragazzino nessuna traccia.
 

- Signor preside, ha avuto modo di rimproverare il piccolo Horace? Fred il bidello avrebbe dovuto portarglielo qui qualche ora fa – disse Carl.

- Mh? Cosa? Ma il piccolo Horace non è mai venuto qui. Perché, non c'è in classe ?

- A quanto pare i miei presentimenti erano giusti – disse Julie tra sé e sé

- Di cosa state parlando signorina Coal?

- No, niente. Assolutamente niente, signor Heller. Mi sono appena ricordata che era solo andato in bagno; scusate se l'abbiamo disturbata. - continuò Julie con un sorriso tirato e, detto quello, lei e Carl uscirono dall'ufficio, con aria piuttosto frustrata – Accidentaccio!Carl, direi che sia venuto il momento di fare finalmente una visitina a Fred.

- Non attendevo che questo Doc!


I due si diressero frettolosamente allo stanzino di Fred. Ma appena arrivati, trovarono tutto come lasciato la sera precedente: vuoto e ordinato.


- E' strano. Qui non c'è traccia di Fred. - Julie fece qualche passo dentro lo stanzino del bidello e sentì il pavimento sotto di lei un po' “strano”. Chinò il volto e vide delle raschiature per terra. - Ehi, Carl, guarda queste raschiature per terra! Sembrano le solite raschiature che può lasciare solo una porta. Ma... l'unica porta presente è quella che fa accedere allo stanzino, ed è rivolta verso l'esterno... a meno che...

- Non ci sia una porta nascosta! - disse Carl spostando un pò di scope e attrezzi da giardino, rivelando dei cardini e delle insenature nascoste – Mi sa che dobbiamo spostare un po' di roba per poter entrare... forza Doc! Diamoci da fare!


I due spostarono con non poca forza un enorme armadietto d'acciaio, che copriva la porta nascosta. La aprirono, e davanti a loro si rivelò una lunga rampa di scale. Non appena furono dentro, la porta si richiuse di botto alle loro spalle, e sentirono un rumore meccanico, poi un rumore di qualcosa di pesante trascinato. Poi il silenzio più tombale.
 

- Ci deve essere una sorta di meccanismo automatico che rimette a posto l'enorme armadio che abbiamo spostato così da nascondere nuovamente l'accesso. - disse Julie, tentando di vedere qualcosa all'interno di quel luogo oscuro.
- Ah! Ecco perché abbiamo fatto tanta fatica per spostarlo. - continuò Carl.
- In ogni caso, ora sono sicura che quaggiù troveremo il nostro caro Fred. Forza Carl, andiamo!

 

Dopo una lunga discesa tastando i bordi del muro che circondava le scale, i due si ritrovarono in un' ampia stanza buia. E in quello stesso buio si potevano udire dei lamenti.
 

- Per fortuna ho sempre uno Zippo con me – disse Carl, estraendo l'accendino per fare un pò di luce.

- Usarlo prima no, eh? - disse Julie strizzando gli occhi per vedersi meglio attorno - Laggiù c'è qualcuno!


A quelle parole dei mugugni quasi soffocati cominciarono a farsi sentire di più e più costantemente. I due si avvicinarono alla fonte dei mugugni e con lo zippo poterono vedere numerosi volti di bambini in lacrime ed imbavagliati.
 

- Ma questi sono alcuni dei ragazzini mancanti! - disse Carl sorpreso e, poggiato lo zippo a terra, comincia a togliere i bavagli - Come state?

- Ora b-bene... g-grazie... - disse uno dei ragazzini.

- State attenti! Fred potrebbe essere di ritorno tra poco!

- E noi lo accoglieremo come di dovere. - disse Julie decisa.

Finita quella frase, la zippo di Carl si spense improvvisamente e venne calciata via.

 

- Oh, sarei curioso di vedere come farete...

- Fred! - disse Julie a denti stretti - Sappiamo che sei tu... vedi di non fare brutti scherzi e di non aggravare la tua situazione in cui sei più di quanto non lo sia già...

- Maledizione con questo buio non si vede a un palmo dal naso. Se mi ha rotto lo Zippo me lo ripaga, dannato!

- Non ho bisogno della luce! Tutti gli oggetti presenti in questa stanza li ho sistemati perfettamente in ordine e solo io so cosa c'è e dove è messo quel determinato oggetto! - continuò Fred afferrando un badile - E so perfettamente dove siete voi...

- Ah si? Bene allora, si faccia avanti! - gridò Julie, sfrontata, guardandosi intorno come poteva nel tentativo di localizzare Fred.

- Siete sfacciata come dicono tutti, signorina Coal, proprio come questi maledetti ragazzini. E perciò meritate di essere punita come loro!


Carl nel frattempo aveva raggiunto il muro a tentoni e avanzando lateralmente su di esso, cominciò a far cadere e sparpagliare tutti gli oggetti che gli capitavano a tiro.


-NO! DANNATO BASTARDO! - gridò Fred menando una badilata verso di Carl, ma questa viene fermata sbattendo contro qualcos'altro... o qualcun altro - cosa...

- Ehe.- rise Julie anche se con tono un po' dolorante - T-trovato!

Con un piccolo sforzo, Julie rimandò indietro la badilata, colpendo Fred con un fragoroso SDENG, atterrandolo.

 

- Ok Fred, te lo chiedo con le buone. Un fottuto interruttore. DOVE SI TROVA? - gridò Julie, tenendo Fred a terra con un piede.

- E speri che te lo dic- *SDENG* - a-alla vostra destra. 50 cm in alto da dove c'è il tuo collega. C'è una cordicella.

- Spero per te sia l'interruttore della luce e non qualcos'altro. Altrimenti ti recido la testa con un colpo netto.

 

Carl, seguendo le indicazioni di Fred, trovò la cordicella, accese la luce e recuperò il suo Zippo. Poi si rivolse verso il bidello, steso a terra e mantenuto immobile dal piede della sua collega.

- Allora, dove eravamo rimasti?
- A portare questo disgraziato dalla polizia – disse Julie prendendo un pezzo di lenzuolo accanto a sé per fasciarsi la mano ferita.

- Non avete le prove che sia stato io!

- ... parla seriamente? - chiese scettica Julie finendosi di fasciare.

- Amico. - disse Carl ammanettando il bidello - Hai una stanza delle torture nel tuo sgabuzzino e hai ammesso tu stesso di sapere al millimetro questo posto. Ti aspetta una lunga vacanza nel posto più disordinato e sudicio di tutta Brightburg.

- Dah, dovrò farmi dare i punti! - si lamentò Julie. Fermare un badile a mani nude di taglio non era stata una delle sue idee migliori.

- Io gliene do 10 per averci salvato! - disse ingenuamente uno dei bambini presenti.

- Io pure! -disse un altro.

- Non era quello che... oh, lasciamo perdere. - disse sorridendo Julie.

- Me la pagherete cara voi due!

- Si, si, si, lo dite tutti. Ora non fare storie e usciamo. - disse Carl sollevando di peso Fred.

- Ragazzi voi invece venite con me. Vi porto in ospedale per farci visitare! - disse Julie rivolgendosi ai bambini presenti.

- Grazie signora! - risposero in coro.

- Preferirei – continuò Julie a denti strettissimi tentando di reprimere i suoi istinti omicidi - che mi chiamaste signorina Coal, se non vi spiace.

- Ragazzi trattate bene la mia vecchietta! - disse Carl sghignazzando per poi cominciare a correre tirandosi dietro il bidello ammanettato- Corri Fred! Corri come se non ci fosse un domani!
- CARL! IN UFFICIO TI STRANGOLO!

Dopo quella scenetta comica, riferito tutto al preside e rassicurato le madri dei piccoli, i due presero direzioni opposte. Julie si diresse verso l'ospedale per far visitare i bambini al pronto soccorso (nonché farsi medicare il taglio sulla mano), mentre a Carl toccò subirsi le lamentele dell' Ispettrice per l'ennesimo caso sottratto al pubblico ufficiale. E finalmente dopo aver portato a termine i vari compiti, i due si rincontrarono nel loro ufficio.


- Ah! Mi sono proprio piaciuti questi 2 giorni da professore! Mi sento appagato! - disse Carl appendendo la propria giacca all'appendino - e lei invece Doc? Doc?

Carl sentì un brivido percorrergli la schiena nonché un' incombente presenza dietro di lui e subito dopo un potente scappellotto lo colpì alla nuca.

- AHIA! - disse Carl massaggiandosi dietro la testa
-YAAAAUGH! MANO SBAGLIATA! MANO SBAGLIATA! - gridò Julie massaggiandosi la mano ferita e fasciata – accontentati di questo scappellotto Carl; la prossima volta non ti andrà così di lusso!


Carl non poté fare a meno che sghignazzare e sbottò a ridere in faccia alla sua collega.


- Ha bisogno di una mano?


Angolo dell'autrice: Ebbene! Questo caso è un pò meno banale del prologo, il quale è servito solo per introdurre i personaggi. Andando avanti con i capitoli le storie si faranno più succulente, non preoccupatevi. Spero vi sia piaciuto!
Giuly

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: JulieKarbon