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Autore: xSabri    12/08/2012    4 recensioni
"....«Ma noi ci amiamo e siamo felici. Vero che siamo felici?»
Eravamo ancora piccoli e ci importava solo della nostra felicità, del nostro benessere.
Annuii distrattamente e tornai ai miei pensieri: mai, come in quel momento, mi erano sembrati impossibili da zittire.
Sospirai e chiusi gli occhi e cercai di immaginarmi dieci anni più tardi. Qualsiasi situazione mi passasse davanti agli occhi mi portava a rivivere la situazione di quel momento: steso sul letto con Jennifer che seguiva con un dito le linee del mio corpo...."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Non dovresti essere qui….»
Alzò lo sguardo verso di me e non riuscì a far altro che perdermi in quegli occhi color miele tanto profondi. Qualche lacrime le correva ancora lungo il viso e il suo sorriso, sempre raggiante, era spento.  Vederla così mi distruggeva, mi logorava dentro.
Le presi il viso tra le mani e l’avvicinai delicatamente al mio petto per farle sentire quanto forte correva il mio cuore quando era accanto a me. Accennò un sorriso, più simile ad una smorfia, e tornò a guardarmi.
«Che ci fai qui? Ti avevo detto di andare via, di non tornare più…»
«Me lo hai detto tante volte!»
«Questa volta è diverso»
Silenzio.
Nessuno dei due aveva intenzione di continuare quella conversazione, forse per le troppe cose che avevamo passato insieme o forse per la paura di tornare ad urlarci contro tutto ciò che da settimane ci portavamo dentro.
Eravamo stati egoisti con noi stessi. Troppo occupati a preoccuparci della nostra felicità  piuttosto che di quella dell’altro. Troppo cinici. Troppo freddi.
Ci appartenevamo.
Eravamo l’uno l’ossigeno dell’altro.
Avremmo potuto avere tutto il mondo ai nostri piedi se solo avessimo voluto.
Ed eravamo convinti di essere perfetti e ci convincevamo di essere felici e ci amavamo e ci allontanavamo, ma nessuno dei due se ne accorgeva. Troppo occupati a preoccuparci della nostra felicità….

«Ti amo, lo sai?»
Sorrise.
«Me lo ripeti sempre, sai?»
Le sorrisi a mia volta passandole una mano fra i capelli. Eravamo stesi sul letto coperti appena da un lenzuolo di seta bianco e ridevamo per le battute stupide che riuscivamo ad improvvisare al momento.
Ci guardammo un’altra volta negli occhi e lei mi sorrise.  Ci sentivano felici. Ci sentivano completi. Avevamo ancora tutto il nostro amore nelle nostre mani. Potevamo sentirlo vibrare tra i nostri corpi e sovrastarli.  A volte però non riuscivamo a controllarlo, non riuscivamo a fare in modo che fosse un amore puro, senza sbavature.
Avevamo appena 18 anni quando tutto questo ci travolse. Eravamo ancora piccoli e credevamo di poter controllare ogni nostro problema.
In quel momento però eravamo felici, era questo che contava, no?
«Niall, sei sveglio?»
Mi girai verso di lei incontrando ancora una volta i suoi occhi.
«Si, stavo pensando..»
«a cosa?»
Rimasi zitto un attimo prima di risponderle. Avevo tante cose in testa e tante altre volevano uscire dalla mia bocca, volevano liberarsi.
«A noi. Ora siamo al liceo e tutto va bene, ma dopo che faremo? Io voglio cantare e tu vuoi fare legge…» mi fermai un attimo e osservai la sua espressione delusa «…sono strade diverse. Ci porteranno in luoghi diversi.»
«Ma noi ci amiamo e siamo felici. Vero che siamo felici?»
Eravamo ancora piccoli e ci importava solo della nostra felicità, del nostro benessere.
Annuii distrattamente e tornai ai miei pensieri: mai, come in quel momento, mi erano sembrati impossibili da zittire.
Sospirai e chiusi gli occhi e cercai di immaginarmi dieci anni più tardi. Qualsiasi situazione mi passasse davanti agli occhi mi portava a rivivere la situazione di quel momento: steso sul letto con Jennifer che seguiva con un dito le linee del mio corpo.
«Stai ancora pensando?»
La voce calda e un po’ assonnata di Jenn mi fece allontanare dai miei pensieri. Annuii e le lasciai un bacio tra i capelli. La sentì rabbrividire.
«Al tuo futuro?»
Annuii ancora.
«Cosa vedi?»
Le sorrisi e feci scivolare una mia mano lungo la sua schiena nuda.
«Non lascerò mai questo letto e tu resterai con me. Perché qui riusciamo ad essere noi stessi, riusciamo ad amarci.»
Mi regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi e rimase in silenzio.
Annullai la distanza fra i nostri corpi facendo unire le nostre labbra prima di addormentarci.



«Dove sono finiti quei due ragazzi che si amavano in quel letto!? Dove sono finiti i nostri progetti? Potevamo superare tutto, lo dicevi pure tu!»
Abbassai lo sguardo trovando interessante osservare  la punta delle mie converse ormai consumate.
«Dov’è finita quella ragazza che mi amava e che non avrebbe mai ostacolato i miei progetti!?»
Le puntai un dito contro il viso, pentendomi subito di quel gesto. Ma ero arrabbiato, troppo per pensare ai miei gesti, alle mie parole.
«Ti ho solo inscritto al college, non ti ho staccato le corde vocali!»
Accennai una risata isterica.
«Non ridere! Ho pensato al tuo futuro! Cosa farai se ti andrà male la carriera canora? Se non ti prenderanno dovunque tu fare il provino!? Hai bisogno i stare con i piedi per  terra.»
Riuscì a zittirmi.
Aveva pensato al mio futuro oltre che al suo.
Aveva pensato alla mia carriera oltre che alla sua.
Iniziai a chiedermi se non avessi sbagliato qualcosa, se non fossi io quello sbagliato tra i due. Quello che aveva dato tutto per scontato.
Un’altra lacrime le solcò il viso e io l’asciugai con un dito. Strinse la mia mano nella sua e si avvicinò al mio petto per sentire ancora una volta il mio cuore battere per lei.

«Che stai facendo?»
I suoi occhi sgranati e rossi per la rabbia mi trafissero l’anima.
Ero steso sul letto, lo stesso in cui mesi prima gli avevo giurato il mio amore, ma al suo posto c’era un’altra ragazza che in intimo mi accarezzava il petto. 
Non mi aspettavo che arrivasse, ero convinto che sarebbe tornata dal suo week-end in montagna la sera dopo.
 «Mi rilasso.»
La ragazza al mio fianco, di cui non ricordavo neanche il nome, mi fece girare verso di lei e incollò i suoi occhi nei miei. Vedevo tutto sfocato, ero ubriaco.
Solo incrociando quello sguardo mi accorsi di quanto ero vicino a distruggere la mia vita.
Mi alzai in fretta dal letto  e mi allontanai il più possibile.
«Mi fai schifo…»
Non ebbi neanche il tempo di girarmi per fermarla, che Jennifer era corsa via.


«Non batteva così per quella.»
Un’altra lacrima, poi un’altra e un’altra ancora.
«Non avresti dovuto farlo»
Alzai il suo viso con un dito e le diedi un bacio sulla fronte.
«Io non ho fatto proprio niente con quella! Penso di essere crollato prima ancora di darle un bacio.»
Rise.
«Sei un folle.»
«Ma mi ami e io lo so»
«Non dare tutto per scontato ancora.»
«Ancora?»
Annuì e si allontanò da me entrando in casa. La seguì fino in cucina e mi avvicinai a lei cingendole i fianchi con un braccio mentre finiva di preparare la sua insalata.
Si girò verso di me e si mise in punta di piedi per raggiungere le mie labbra. La strinsi a me, sollevandola dal pavimento e la portai nella nostra camera.
Mentre sfioravo con delicatezza ogni centimetro del suo corpo, mi resi conto che tutto poteva essere perfetto per davvero.
Avremmo dovuto smettere di dare tutto per scontato.
Avremmo dovuto amarci, ogni giorno di più senza sbandate.
Incrociai i suoi occhi color miele e mi sorrise ancora una volta.
«Non lascerò mai questo letto.»
«Giuramelo.»
Poggiai la mia fronte sulla sua dopo averla baciata.
«Ti amo, ti basta come giuramento?»




S.







Sono ancora quiiiiii!
Mamma mia, dovrebbero cacciarmi da questo sito oh!

Questa OS nasce da una canzone dei Maroon 5 che amo alla follia e che si chiama come questa storiella.
Mi ha ispirata tanto e ho scritto 'sta cosa.
A me piace ed è raro che lo dica.
Spero che piaccia anche a voi! 
Ora vado che sono in fibrillazione per l'appparizione dei ragazzi alle olimpiadi, voi vedrete la cerimoniaaa?:3

  
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