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Autore: ryuzaki eru    12/08/2012    10 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Ce l’ho fatta! Non mi dilungo e buona lettura!
Grazie di esserci ancora…
 
Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



 

33. Emma ce la farà

 
Dunque, dunque, dunque…
Cosa potrei raccontarvi adesso… e come…?
Ricordatevi che, come sempre, io vi racconto quello che ho visto e sentito dopo averlo metabolizzato. Ma non posso sapere cosa avverrà domani. In questa vicenda perlomeno non posso saperlo ed era esattamente ciò che volevo.
Diciamo che in genere dopo aver assistito a un po’ di eventi mi fermo, li assemblo e decido di riportarvene alcuni.
Uhm…
Be’, direi che ora posso proseguire direttamente dal momento in cui Elle è uscito dalla stanza di Emma…
E credo che lo farò descrivendovi il “dopo” di entrambi…
Sì, è sicuramente il modo migliore. Quanto mi piace essere libero!
Quindi iniziamo.

 
Elle chiuse la porta della camera dietro di sé.
E rimase lì, fermo, in piedi, come annientato, con le mani in tasca ed il mento chino, lasciando che le ciocche di capelli corvini gli velassero gli occhi scuri, grandi e impenetrabili…
Strinse solo appena tra le dita la fodera della tasca dei larghi jeans… lo fece per una manciata di secondi soltanto…
Poi deciso alzò impercettibilmente lo sguardo.
No.
E iniziò a trascinare le scarpe usurate sul tappeto del corridoio del grande albergo. La sua mente logica e impeccabile cominciò a ricostruire il suo puzzle…
Prendere l’orologio. Un pezzetto di carta. Carta. Foglio. Quaderno. Quindi pare che per “quaderno” si intenda effettivamente un quaderno e non qualcos’altro… Iniziano ad essere meno assurdi i pensieri che avevo fatto in proposito… Le cose tornano. Quaderno. Quaderno della morte. Scrivere il nome e uccidere. Il potere di Kira è collegato a questo “quaderno” di cui ancora non posso definire la reale essenza e il significato?
Quindi io dovrei entrare in possesso di un “pezzo” del potere di Kira?
Uhm…

Arrivò davanti alle porte lucide dell’ascensore e lo chiamò, premendo stancamente l’indice affusolato sul pulsante.
No. Le cose non tornano… ci sono ancora degli elementi nebulosi.
Il potere di Kira. Le sue facoltà omicide passeranno a qualcun altro…
Tredici giorni. Sono il periodo in cui Light Yagami sarà ancora in possesso del suo potere e quindi del presunto “quaderno”?

L’ascensore si fermò al piano e si aprirono gli scorrevoli di acciaio.
Elle entrò senza nemmeno guardare l’addetto «Reception, per favore.» gli disse in modo annoiato e sovra pensiero.
Che i giorni siano tredici o meno, Light perderà momentaneamente i suoi poteri. Tuttavia un frammento dell’ipotetico “quaderno”, se di questo si tratta, rimarrà sempre con lui nonostante questo…
Quindi secondo questo ragionamento il “potere” non sembrerebbe essere collegato alla presenza del “quaderno”…
Però…

Uno scampanellio avvisò che l’ascensore era giunto al piano della reception ed Elle varcò le porte con la solita calma e si avventurò nella hall dell’albergo, catturando come sempre gli sguardi indiscreti dei presenti che lo osservavano scettici, mentre lui, continuando a ragionare e senza nemmeno vederli, si dirigeva stancamente verso l’altra ala dell’hotel, come se fosse stato completamente solo in quel grande ambiente luminoso.
Le cose non tornano…
Ancora non tornano… Uhm…
Ma lo faranno.
Senza tutti gli elementi è inutile ora dedicare altro tempo a questo.

E chiuse i suoi incredibili ragionamenti sull’argomento, essendo arrivato in un baleno a delle deduzioni ed intuizioni oltre le quali ancora non poteva andare per mancanza di elementi.
Logico. Rapido. Efficace.
Non c’era altro da pensare su quel punto, quindi non era necessario arrovellarvisi ancora.
E quindi passò ad altro.
A quel qualcosa che aveva stonato nella sua testa al primo istante, ma che aveva tenuto al secondo posto perché i ragionamenti sulle ultime informazioni ottenute erano più importanti. Quel qualcosa però adesso meritava la sua attenzione.
Emma gli aveva detto di prendere l’orologio di Light.
E presumibilmente lo aveva fatto in quel modo cocciuto e con quella punta di preoccupazione perché quella mossa non era compresa tra i fatti che lei conosceva.
Cioè era una cosa che, a quanto pareva, Elle non avrebbe fatto senza la sua presenza…
Gli aveva quindi chiesto di fare qualcosa di diverso.
Il punto non era questo però, perché a dire il vero Ryuzaki di cose diverse ne aveva fatte non poche, sempre stando attento a che le linee generali non venissero modificate attraverso i suoi complessi ragionamenti paralleli.
Ed anche in quel caso sarebbe stato così, sarebbe stata una mossa segreta, visto che Light non doveva sapere del furto temporaneo del suo orologio…
La questione che incuriosiva e lasciava appena perplesso Ryuzaki era un’altra…
Prendere l’orologio… da questa mossa arriveranno altre informazioni ed Emma attende che arrivino…
Questa è una differenza, è un’azione che, a quanto sa Emma, io non avrei compiuto secondo la versione che lei sembra conoscere così bene…
Prendere l’orologio di Light.
Perché? Perché non avrei fatto una cosa così ovvia?
Finora le mie scelte parallele sono state corrette proprio perché ho sempre ragionato su quello che naturalmente avrei compiuto se lei e le sue informazioni non ci fossero state e infatti seguendo questo binario parallelo non ho mai sbagliato.
Perché io sono lo stesso Elle che sembra “conoscere” lei e quindi ragiono allo stesso modo, tant’è che Emma ha potuto pianificare molte cose in base a questo…
E adesso per la prima volta scopro che invece una cosa che certamente mi sarei sentito di fare comunque, Emma o meno, pare che non coincida con i fatti che lei conosce… E lei mi chiede di farla proprio per cambiare qualcosa degli eventi, per darmi ancora informazioni che altrimenti non avrei avuto…
Perquisire un indagato.
È la base.
È assurdo immaginare che io non perquisisca Light, che io non controlli accuratamente tutte le sue cose prima di metterlo in cella!! Tanto più considerando che, se Emma non ci fosse stata, avrei avuto ancora meno elementi e da qualunque dettaglio avrei potuto acquisire informazioni!
Non va…
Non ha senso…
Allora, partiamo dal presupposto che sono certo che avrei fatto perquisire Light.
Cosa sarebbe accaduto?
Avrei trovato questo fantomatico foglietto. Con tutta probabilità, ragionandoci bene, lo avrei privato dei suoi effetti personali apertamente, quasi di routine, quindi Light avrebbe saputo che avrei potuto trovare ciò che lui voleva invece nascondermi.
Ma di certo io non gli avrei detto cosa avrei trovato, almeno finchè non avessi capito di cosa si trattava.
Ma lui a quel punto, cauto ed intelligente com’è, avrebbe deciso di cambiare i suoi piani e presumibilmente le cose si sarebbero verificate in modo diverso rispetto a ciò che conosce Emma.
Ed Emma mi chiede infatti di perquisirlo di nascosto proprio perché le cose non vadano diversamente, proprio perché lui non dovrà sapere che io gli avrò sottratto l’orologio…
L’Elle che lei “conosce” sono veramente io?
In tutte le carceri, prima di entrare, si consegnano gli effetti personali. Pure quell’idiota di Matsuda ci arriverebbe!

Gli occhi di Elle assunsero una buffa espressione rassegnata… No, forse a Matsuda non sarebbe venuto in mente… prima di iniziare a dubitare di quell’anima pura di Light Yagami si farebbe ammazzare… E morirebbe contento e felice.
Giunse nell’altra ala dell’albergo e prese uno degli ascensori che erano fermi al piano.
Io non potrei mai commettere l’errore così superficiale di non perquisire un mio sospettato, neanche se quel sospettato si fosse fatto imprigionare di sua volontà.
Nei fatti che conosce Emma c’è per la prima volta qualcosa che stona.
L’Elle che conosce lei sembra abbia sbagliato in qualcosa.
E infatti morirà.
Uhm…

Giunse al piano della sua suite, la raggiunse ed entrò dalla porta secondaria.
I fatti che conosce Emma e il “come” li conosce. La mia incognita numero tre. Il caso Kira ha qualcosa in comune con essa: entrambi ruotano all’interno di una sfera soprannaturale che ancora mi sfugge.
Dall’interno raggiunse la porta della sala di controllo, dove lo aspettava la squadra anti-Kira al completo.
Emma mi dirà tutto, in un modo o nell’altro…
Ma non ora.
Adesso è il momento di Misa Amane.

E varcò la soglia.
Gli agenti si voltarono verso di essa contemporaneamente, abbastanza perplessi già da prima di non averlo trovato nella stanza, seduto come sempre davanti al pc.
Elle si diresse placidamente, senza guardarli e senza dire nulla verso la sua poltrona.
Solo quando si fu seduto ed ebbe preso da una coppa una ciliegia e solo dopo averla osservata, mentre la teneva sospesa per il picciolo in alto davanti al volto, disse lapidario «Domani cattureremo il presunto secondo Kira.»
Accuratamente e aiutandosi con le dita dell’altra mano, staccò il frutto scuro e polposo dal suo stelo e poi si lasciò cadere la ciliegia in bocca e iniziò a masticarla con gusto «Mogi ha seguito Light Yagami…» senza degnare di uno sguardo il preoccupato Sovrintendente avvicinò la mano alle labbra e con la punta delle dita prese il nocciolo spolpato. Un po’ sperduto si guardò intorno, alla ricerca di qualcuno che gli togliesse l’impaccio di dover buttare sia il picciolo che l’ossicino.
Gli agenti si guardarono un attimo fra loro, perplessi, ma meno del solito, perché ormai si erano abituati a scene di quel tipo.
Mogi arraffò la prima coppetta di cristallo che vide nella stanza e gliela mise sul tavolo davanti.
Elle allora buttò ciò che lo disturbava «Mogi, racconti agli altri i risultati dei suoi pedinamenti, per favore.»
E Mogi eseguì.
Quando l’agente ebbe finito Elle era alle prese con un’altra ciliegia «Le prove raccolte nell’appartamento della modella Misa Amane coincidono con quelle trovate sulla busta spedita alla Sakura TV. E Misa Amane era nell’elenco delle persone indagate e pedinate da Ukita, una di quelle che Watari non aveva ancora finito di controllare. Ma direi che ormai non c’è più bisogno di procedere su quel fronte.» e così, in un attimo, il grande bluff della morte di Ukita e dei suoi finti molteplici pedinamenti era finito.
Elle implacabile proseguì «E, come se non bastasse, Misa Amane frequenta Light Yagami. Ancora devo capire se questo dato incastri lei o lui… Immagino che aggravi la posizione di entrambi.» prese un’altra ciliegia, come niente fosse, mentre il Sovrintendente rimaneva turbato, scosso, ma in silenzio…
 
Credo che possa bastare.
Il resto non ha avuto nulla di interessante da riportarvi, almeno secondo me.
Prima o poi dovrò fare l’esperimento di raccontarvi le cose nel momento esatto in cui le vedo… Diciamo una cronaca in diretta, rischiando di incappare nell’errore di narrarvi qualcosa di poco importante o di superfluo…
Ma ora andiamo da Emma.

 
Emma rimase di spalle alla porta, col capo ancora voltato nella direzione in cui fino a poco prima Ryuzaki era rimasto fermo, accanto a lei…
E sospirò.
Era di nuovo sola…
Era sempre stata sola in tutta quella vicenda. Troppo sola…
Lui era l’unico col quale…
Scosse rabbiosamente la testa e strizzò forte gli occhi, come per scacciare un pensiero cui non voleva cadere.
No!
E iniziò a elucubrare su altro, dirigendosi verso il bagno.
Se tutto andrà come deve, Elle avrà un ritaglio del death note che tra poco finirà nelle mani di Higuchi…
Si infilò nella doccia e lì si tolse l’asciugamano ed il costume, poi alzando il capo verso il getto, chiuse gli occhi e aprì l’acqua che, fredda nei primissimi istanti prima di intiepidirsi, la fece rabbrividire.
Ma non è finita qui.
Dovrò ancora aspettare.
Da quando è iniziata questa storia non ho fatto altro!
E sono preoccupata comunque, nonostante quello che lui mi ha detto! Quando mi passerà quest’ansia, dannazione!
Quando sarà tutto finito…
Ricominciamo.
So di non potergli ancora parlare della faccenda Shinigami, perché sebbene ci sia la possibilità che i miei disegni abbiano creato un precedente, Elle non mi ha ancora detto nulla, non ha nemmeno mai accennato alla questione… Sì, ma questo non vuol dire niente… Devo continuare per la mia strada e fare come avevo pianificato: gli potrò parlare degli Dei della Morte solo quando lui avrà “visto”.
E “vedrà” solo dopo che saranno state messe le telecamere nella sala del consiglio della Yotsuba…
Cioè fra un sacco di tempo…
Quando Light sarà uscito dalla prigionia dei cinquanta giorni, che deve ancora iniziare; quando la squadra anti-Kira si sposterà al nuovo quartier generale; e ancora quando finalmente arriveranno a focalizzare le indagini sulla Yotsuba… e tecnicamente non dovrebbero arrivarci in breve tempo…
Ma quando lo faranno effettivamente? Se solo potessi conoscere i tempi del tutto! Calcolando che tra il test d’ingresso alla Todai e la cerimonia di inaugurazione sono trascorsi tre mesi, semplicemente saltati  nel manga, posso aspettarmi di tutto!
È sempre il solito problema della cronologia, è inutile insistere…
E non sarà ancora finita ugualmente…
Dopo che Elle avrà “visto” non sarà ancora finita, né Elle sarà in salvo…
Perché neanche allora dovrà intervenire, neanche allora dovrà fermare Light, perché il tutto deve continuare almeno finché io non avrò avuto modo di svelargli lo strano attaccamento che Rem nutre per Misa e che lo ucciderà…

Uscì dalla doccia e si avvolse in un ampio asciugamano asciutto e pulito.
Oddio… Quanto vorrei poter fare un salto avanti nel tempo per arrivare subito a quel momento… Come sembrano lunghi questi mesi…
E le variabili in gioco sono così tante e soprattutto così imprevedibili e non umane…
Devo farmi forza su di lui!
È Elle dannazione!
E sarà cauto, attenderà il momento giusto e perfetto, saprà quando e come fregare Light, senza fare sciocchezze, perché sta portando avanti dei ragionamenti paralleli, perché semplicemente è Elle! Devo stare tranquilla…
Meglio focalizzarsi sul capire i suoi ragionamenti fino ad ora, mi ha detto che potevo arrivarci da sola… fare questo forse mi aiuterà.

Il punto era proprio quello, il problema era proprio quello.
Emma, fino al momento in cui Elle non l’aveva scossa, si era fatta traviare da alcune ansie ingiustificate, temendo cose che non avrebbe dovuto temere, non solo perché era affondata nel marasma dei sentimenti, ma anche perché in quel mondo, per assurdo, era tagliata fuori. Lei ora non poteva “leggere” nella testa del grande detective semplicemente risfogliando le pagine del manga. Non poteva infervorare di nuovo la sua incredulità e la sua esaltazione di fronte alle mosse ed ai pensieri astuti del grande Elle semplicemente rileggendo una vicenda che amava. Non poteva riassaporare e quindi apprezzare e riscoprire sempre meglio un personaggio noto. Non poteva, ogni volta che voleva, andarsi a rileggere quelle parti della storia che sapeva le avrebbero nuovamente stimolato la suspance e la soddisfazione che quel personaggio fuori dal comune le comunicava.
Lei ora poteva solo cercare di ricordare quei passi. E poteva tentare di riportare alla mente i rari momenti in cui era stata con lui e le mosse investigative “nuove” che Elle stava attuando in quel mondo.
Ma i ricordi, si sa, non possono eguagliare la realtà.
E così, con ostinazione, tenacia e voglia di fare, iniziò a rimettere a posto da sola i pezzi del puzzle, per capire come Elle avesse potuto e dovuto chiederle aiuto e conferme solo in quel momento particolare e non prima.
Infilò una lunga t-shirt, frizionò con energia i lunghissimi capelli in un asciugamano, li lasciò ricadere sciolti e umidi lungo la schiena e arraffò un foglio.
Se non scriveva non riusciva fare mente locale.
Prima buttò nella mischia tutte insieme e caoticamente le informazioni di cui il grande detective era stato a conoscenza, sia quelle che gli aveva fornito lei, sia quelle riservate e relative allo svolgimento delle indagini che lei invece non aveva saputo, come tutti i comuni mortali che seguivano il caso Kira dai media. E poi le riordinò, con un schema logico, combinando i due tipi di informazione e ricomponendo i tasselli.
 
1)
• 22 maggio: Light è andato ad Aoyama (informazione riservata relativa alle indagini sul caso Kira)
- Light è certamente Kira (informazione che Elle ha avuto da me).
--> possibile deduzione di Elle: Light si è offerto di andare ad Aoyama perché, in quanto Kira, ha potuto dedurre dalle parole in codice che Misa ha inserito nella sua pagina di diario che quello era il luogo in cui lei sarebbe stata. Quindi Misa Amane ha presumibilmente potuto vedere in qualche modo Light ad Aoyama (sicuramente qui Elle avrà un punto interrogativo, perché non può sapere come lei lo abbia riconosciuto come Kira…).
 2)
• Sulla busta inviata alla Sakura TV ci sono tracce di materiali identificabili (informazione riservata relativa alle indagini sul caso Kira)
- Ci saranno le prove tangibili per incastrare Misa Amane (informazione che Elle ha avuto da me).
--> deduzione di Elle: tra poco dovrà presentarsi un’occasione buona per far fruttare le prove, per collegarle a Misa Amane e metterla apertamente nel sacco.
 3)
• Mogi ha seguito Light e lo ha visto con Misa (informazione riservata relativa alle indagini sul caso Kira).
- I due Kira si incontreranno (informazione che Elle ha avuto da me)
--> deduzione di Elle: fin troppo ovvia…
4)
•  Perquisizione dell’appartamento di Misa e coincidenza con le prove sulla busta (informazione riservata relativa alle indagini sul caso Kira).
- Elle catturerà Misa Amane (informazione che Elle ha avuto da me).
 --> deduzione finale di Elle: il puzzle è completo, è possibile incastrare la Amane.

 
E quindi è venuto a chiedermi la conferma che il momento e l’evoluzione degli eventi fossero quelli a me noti…
Tutto il resto già sapeva che andava bene…
Gli avevo dato gli elementi sufficienti per agire indisturbato. Elementi che a me sembravano scarsi…
E si è fermato per cautela nel momento in cui ha incastrato nella rete l’ultimo tassello che gli avevo fornito io. Oltre quello non poteva essere certo delle sue mosse, sebbene i suoi ragionamenti paralleli siano stati impeccabili…
E di certo lui avrà dedotto molto altro ancora che io non riesco ad immaginare e che sicuramente mi spiazzerà quando e se ne verrò a conoscenza, come sempre è successo…
È fantastico!

E sorrise, mordendosi il labbro, rincuorata ed elettrizzata allo stesso tempo.
Aveva ottenuto quello che voleva.
Aveva ricostruito lucidamente le mosse perfette di Elle e questo le aveva ridato il fervore e la fiducia totale che purtroppo a volte perdeva, non potendo avere il grande detective al fianco, né disegnato in bianco e nero, né vivo in carne ed ossa…
Aveva di nuovo ragionato così come aveva fatto nel momento in cui aveva architettato il suo piano, mesi prima, conoscendo Elle, la sua intelligenza, la sua cautela e tutto il resto.
E ora si sentiva come più serena e tranquilla.
Ed era stato Elle a spronarla a farlo.
Era stato lui a scuoterla.
Era stato lui a spingerla a fare qualcosa che naturalmente lei avrebbe fatto se non fosse stata ottenebrata: “sei perfettamente in grado di ricostruire da sola le mie mosse dell’ultimo mese, senza che te le spieghi io”, le aveva detto.
E ora lei l’aveva fatto.
Ed era di nuovo Emma.
Lo era grazie a lui.
Elle non l’aveva mortificata nell’intimo. L’aveva invece fatta risalire e ritornare se stessa, perlomeno quella se stessa preponderante che lei riconosceva, era e voleva essere.
Altri si sarebbero mortificati e abbattuti per le parole dure di Ryuzaki. A lei era capitato il contrario.
Emma sapeva stare sola, ma non era sola.
E forse uno come Elle, cioè semplicemente Elle, perché nessuno era come lui, era l’unica persona in grado di starle vicino…o lontano…
Ma per fortuna questo Emma non lo pensò, perlomeno a livello conscio, perché se lo avesse fatto probabilmente la sua paura di perderlo sarebbe stata immensamente più grande…
 
La squadra anti-Kira lasciò finalmente la suite di controllo, a notte fonda, dopo che erano state definite tutte le direttive per il giorno dopo.
Elle gattonò agilmente dalla poltrona ai divani e si appollaiò lì, davanti al suo portatile bianco, inserì una password e sullo schermo apparve il salottino della stanza di Emma, nella penombra.
Velocemente il detective cambiò la visuale e passò all’angolazione di un’altra telecamera.
Zoommò e sul monitor si stagliò netto il foglio con lo schema fatto da lei…
Elle portò il pollice sulle labbra e le sollevò, arrivando a premere sugli incisivi…
Iniziò a leggere.
E dalla prima riga i suoi occhi iniziarono ad assumere quell’impercettibile connotazione di soddisfazione…
«Ryuzaki…» lo chiamò la voce di Watari, che silenziosamente era entrato nella stanza e ora osservava lo schermo «…fra circa due mesi termineranno i lavori di costruzione del nuovo quartier generale…»
«Uhm.» bofonchiò quasi annoiato Elle, continuando a fissare lo schermo.
Velocemente smanettò sul pc e riportò la registrazione indietro, al momento in cui Emma aveva scritto quelle parole sul foglio.
Watari proseguì, continuando a guardare la registrazione che aveva fatto partire Elle «…hai già deciso come muoverti con lei… ? Io credo che…»
«Sì, ho già deciso.» lo interruppe lapidario Ryuzaki senza spostare lo sguardo «Non è cambiato nulla dalla mia prima scelta in proposito, Watari.»
Ci fu un attimo di silenzio e poi Elle ribatté anche alla perplessità che Watari aveva iniziato a sollevare, ma che lui non gli aveva lasciato il tempo di esprimere «Io credo invece che Emma ce la farà. Ne sono certo. Questa che vedi adesso scrivere è la stessa Emma metodica, tenace e razionale che, indipendentemente dalle paure e dalle conoscenze inspiegabili che possiede su me e questo caso, ha freddamente architettato un piano che ha funzionato e che sembra ancora incredibilmente funzionare. E lei non se ne rende nemmeno conto.»
Watari accennò un piccolo sorriso. Lo sapeva anche lui, ma a volte, dall’alto della sua esperienza e della sua età, gli piaceva stuzzicare il suo giovane e presuntuoso pupillo a farsi dire ciò che già sapeva, lasciando credere al suo Elle di non aver capito.
E poi Ryuzaki aggiunse «Ma io credo che tu questo lo sappia.»
Watari assunse un’espressione quasi divertita. Il giovane pupillo continuava a crescere e ad imparare e conosceva il suo Wammy come le larghe tasche dei suoi jeans enormi…
«Vado a fare del tè.» chiuse semplicemente l'anziano signore e lo lasciò di nuovo solo, mentre l’espressione concentrata e decisa sul volto di Emma si stagliava sullo schermo.
 
Direi che la prova la farò adesso.
Vi descriverò in tempo reale gli eventi.
Non lamentatevi se poi saranno poco interessanti. Non so nemmeno io cosa avverrà.
È la mattina del 28 Maggio, il giorno della presunta cattura di Misa…

 
Il laboratorio è illuminato dalla luce della mattina e un’aria leggera entra dalla finestra spalancata.
Emma è seduta alla sua scrivania nel laboratorio, col pc acceso, ed è sommersa dai volumi che sta spulciando attentamente.
Il silenzio dei tre archeologi al lavoro è totale.
Fuori il chiacchiericcio ed i passi degli studenti che raggiungono le aule sono un sottofondo noto e piacevole, tipico del periodo estivo in cui le finestre sono aperte.
Poi il chiasso aumenta… stranamente aumenta…
Emma rimane china sui libri, concentrata, alla ricerca di quel qualcosa che potrebbe chiarire un nodo spinoso della loro ricerca…
Si sollevano all’esterno i gridolini di alcune ragazze…
Kei si alza e rompe il silenzio interno della stanza.
Misao alza lo sguardo e osserva Kei con aria interrogativa.
Emma non accenna minimamente ad essersi accorta di nulla, assorta.
Il trambusto all’esterno aumenta.
«Ma che diavolo…» borbotta Kei affacciandosi alla finestra, seguito da Misao…
Osservano per un po’.
Poi il ragazzo giapponese sussurra dubbioso «Ma…Quella… Quella non è Misa Misa…? Sì che è lei!» alza il tono della voce sul finale.
Emma continua a stare china, come senza sentirli.
«E quello… Quello è…Emma!» esclama alla fine Kei.
Niente, come se nessuno avesse parlato.
Kei si volta verso la collega italiana e ci riprova squillante «Emma!»
Niente.
Poi si volta Misao «Emma!»
Finalmente Emma risponde, alzando una mano in richiesta di attesa «Un attimo, un attimo, ci sono quasi…»
«Ma Emma, c’è Ryuga insieme a Misa Misa!» esclama Misao.
E solo allora la giovane archeologa solleva lo sguardo, realizzando ciò che sta succedendo e uscendo dal suo mondo appassionante… «Ah…» non avrei mai creduto di essere così vicina... e mi sono anche tuffata su altro per non pensarci! E adesso darei qualunque cosa per potermi affacciare… ma è rischioso…«Ma sono proprio qua sotto?»
«Non proprio, sono sul viale e c’è un albero che li copre un po’, ma si vedono abbastanza bene. C’è pure il biondino niente male.» risponde Misao «Però adesso Misa se ne sta andando…»
«Accidenti! Già se ne va!» sbuffa Kei.
«Come se te ne importasse veramente qualcosa…» commenta Emma alzandosi e smascherandolo.
Ora conosce il suo nome…
Sbrigatevi a prenderla! Imbavagliatela subito! Oddio… Ma perché ho queste stupide paure… certo che la prenderanno… e poi lei rinuncerà al quaderno, dimenticherà tutto…
E se qualche cosa andasse storta?

E finalmente anche Emma sbircia fuori, tra le teste di Kei e Misao che le sono davanti.
I due fanno per spostarsi e lasciarla passare, ma lei blocca energicamente le braccia di entrambi«…Non voglio farmi vedere… Lo sapete che sono strana…» sussurra loro…
E così Emma vede la figura dinoccolata di Elle che si avvia per il viale, diretto verso l’edificio e da lontano quella di Light che si avvia nella direzione opposta…
Un cellulare trilla…
Elle distratto fruga nella tasca, estrae un telefono e se lo porta davanti al volto tenendolo sospeso per i ninnoli femminili che vi sono attaccati…
Light si blocca.
E poi Elle risponde, senza che la sua voce posata possa giungere a quella finestra aperta.
Emma allora si volta, sorridendo divertita ed emozionata, si stringe nelle spalle e si riavvia alla sua scrivania, lentamente.
Si siede di nuovo.
E poi le giunge il trillo di un altro cellulare, diverso dal primo…
Emma fa un altro sospiro.
Attende in silenzio per un interminabile minuto…
«Ma che diavolo ci faceva Ryuga con Misa Misa? Comunque se ne stanno andando, anche il biondino è lontano, non lo vedo più… com’è che si chiamava?» domanda Kei allontanandosi dalla finestra.
Tutto era andato per il verso giusto.
Emma solleva uno sguardo determinato «Si chiama Light, Kei. Si chiama Light Yagami.»
 
 
 
 
Cosa posso dire…
Un capitolo introspettivo che spiega alcune cose, va a fondo su altre e ne introduce altre ancora.
Un capitolo fermo, almeno apparentemente e sicuramente noioso.
Un capitolo forse diverso, sullo stile dei primi… Non lo so nemmeno io che capitolo è, ma sono certa che non vi avrà soddisfatto…
So che avete atteso tanto e che sarete delusi, ma non riesco e non posso cambiare ciò che avevo deciso, altrimenti molte cose saranno senza risposte, altre sembreranno campate in aria e senza basi… E invece voglio riuscire a far tornare tutto… Forse questa è una storia che andrebbe letta tutta insieme…
Posso solo dirvi che finalmente sono in vacanza da questo periodo infernale e che la prima cosa che ho fatto dopo l’ultimo giorno al lavoro, oltre a dormire abbondantemente per tentare di recuperare, è stata mettermi a scrivere… E non mi è sembrato vero potermi rituffare in questa storia e nella scrittura, che mi mancavano da morire!! *__*
Molti di voi sono in vacanza, molti magari avranno perso il filo della storia e al ritorno non vorranno più leggerla.
Sono consapevole che le lunghe attese si ritorcono contro di me e per questo sono ancora più mortificata, perché proprio non avevo altra scelta… Spero che almeno alcuni di voi possano perdonarmi…
Riuscirò a breve a guadagnarmi qualche giorno di mare, ne ho assoluto bisogno anche perché la mia “mozzarellosità” ha raggiunto i livelli di L ^_^ e credo che prima di ricominciare a lavorare avrò qualche giorno libero per continuare a scrivere, quindi penso che il prossimo capitolo non arriverà tardissimo. Non in una settimana, ma neanche dopo un mese!
E sarà un capitolo “estivo”… Mi rendo conto adesso che è la prima volta che preannuncio qualcosa… °__°
Va be’, sono i miei soliti deliri post chappy ^^
Un grazie immenso a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! A chi mi ha seguito finora e a chi avrà la pazienza e la voglia di seguirmi ancora!! Incrocio le dita, come sempre!
Vi lascio con uno schizzo dai tratti decisamente interessanti della affettuosissima MikuSama!!! Io lo trovo molto particolare e bello!!! Grazieeeeeeeeeeeeeeee Mikuuuuuuuuuu!!!
Si tratta di L che mostra ad Emma il disegno di se stesso fatto da lei…
Siete tutte fantastiche mie brave disegnatrici!!!!
Vi auguro un buon ferragosto e buone vacanze!!
Alla prossima
 

Eru

 

 

   
 
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