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Autore: fracchan92    12/08/2012    0 recensioni
Nella terra del vento, in pieno deserto, protetto dalle dune, vi è il villaggio della Sabbia, Suna, la capitale di quella terra.
In quel villaggio, nel palazzo del Kazekage, risiede Sabaku no Kankurou, fratello minore di Temari e maggiore di Gaara (oramai diventato Kage).
Kankurou si trova nell'ufficio di suo fratello portandogli il resoconto dell'ultima missione fatta, Gaara terminò di controllare il rapporto.
-Puoi andare ...-
-Grazie.- inchinandosi e avanzando verso la porta.
-... in infermeria.-
-... si.- Kankurou era riuscito anche a camminare normalmente senza gemere dal dolore, ma suo fratello era riuscito a notarla lo stesso quella dannata ferita … ma dopo tutto Gaara era Gaara e usci dall'ufficio andando in infermeria.
Stette lì due ore buone, non perché la ferita era grave, ma perché le due infermiere che dovevano curarlo iniziarono a litigare; il motivo di questa animata discussione era un ragazzo che a entrambe piaceva e sia l' una che l' altra non volevano cedere.
“Banale.” pensò il nostro sciagurato Kankurou
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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8° CAPITOLO



-Momo...- ripeté Kankurou, guardandola, incantato da quegli specchi d'acqua che aveva per occhi.
Mai, nel corso della sua vita aveva trovato quel nome così dolce, mai come ora. E poi su di lei sembrava anche più adatto.
“Davvero minuta e fragile.” si scoprì a pensare di nuovo.
-K-kan-kuo-rou-s-ama?- lo risvegliò dal suo torpore Momo che aveva ancora la mano tesa verso di lui.
-Sama? No, no, io per te sono solo Kankurou.-disse lui di getto, con ovviamente una reazione di stupore da parte di Momo, stringendogli la mano.
Quando gli strinse la mano sentì una scarica di brivido salirgli lungo la spina dorsale. La mano di lei era così … morbida, sottile e sopratutto piccola. Nella mano di lui era così piccola e gracile che gli faceva pensare che se avesse stretto un po' più forte le avrebbe potuto far male.
Lei invece la prima cosa che pensò stringendogli la mano fu:”Come è calda.” poi notò che aveva le unghie dipinte di nero, davvero inusuale, non seppe però giudicare, se era la sua, di mano, ad essere troppo piccola, oppure, la mano di lui ad essere grande.
Restarono un po' così poi fu lui a a lasciarla accortosi di un rumore sospetto nel retro-bottega.
-C-co-sa c'-é?- chiese Momo impaurita per l'improvvisa espressione corrucciata del ragazzo.
-A parte te in questa casa c'è qualcuno?-chiese kankurou. Momo ci pensò un po', i suoi genitori si erano nascosti per non farsi vedere da lui, forse avevano fatto rumore e ora Kankurou si era insospettito.
-E-ec-c-co...- non riusci a finire che comparve dalla porta che dava sul retro-bottega Yoosai che per entrare dalla porta dovette passare di lato.
-Ciao, Momo.- disse sorridendo il cugino.
-Yo-o-sai.- sorpresa di vederlo così presto di ritorno.
-Eh?- Kankuro guardò lei e poi … quel muro che era sbucato di lato dalla porta. Come prima reazione ci poteva stare, dato le dimensioni del nuovo arrivato; ma non poteva prevedere quella fitta al cuore quando lui sorrise alla ragazza, si sentì il cuore morso dalla rabbia.
“Chi è questo tizio?” pensò Kankurou evitando di far trasparire questo sentimento.
-Yoosaiiii!!!!- esclamò il padre di Momo fiondandosi nella stanza, trascinandosi dietro la moglie, con un sorriso di falzissimo stupore.
-Zio?- chiese Yoosai.
“Zio?” pensò kankurou.
-Vieni con me! Dobbiamo ancora sistemare la merce nel … nel … nella baracca!- disse lo zio con il sudore sulla fronte. -Ma quale baracca scusa?- alla domanda del nipote lo zio gli diede una gomitata al fianco con il risultato di farsi male da solo.
La moglie prese parola -Scusaci Momo ma noi abbiamo da fare ancora per un po', potresti sempre prenderti cura tu del cliente?- chiese gentile lei ricevendo un segno affermativo da parte della figlia. Poi si voltò verso kankurou il quale scattò sugli attenti, ma la madre sorrise.
-Sapete mia figlia è bravissima con i veleni.- disse candidamente, provocando un rossore sulle guance di Momo e un moto di perplessità nel ragazzo. Prese sotto braccio il marito e tiro per la maglietta suo nipote, che ancora la guardava perplesso, e insieme uscirono.
Il silenzio ripiombò nella stanza. Kankurou si passo una mano fra i capelli perplesso, quello di prima era quel “cugino” a quanto pare... si era “preoccupato”per nulla. Aspetta per quale motivo si era preoccupato?
-L-le v-va-do a p-pre-ende-ere i-il p-pez-zo di r-ric-camb-bio- una voce cristallina lo richiamò alla realtà.
-Eh? Si. Grazie.- disse lui accompagnandola con lo sguardo mentre lei andava nell'altra stanza. Appoggiò una mano sul bancone e ripensò ai consigli che le aveva dato Kyoo.

FLASH BACK
Kankuro, appena finito di raccontare, fece un sospiro. Nonostante tutto ora si sentiva molto più leggero, mentre Kyoo si era presa il mento fra l'indice e il pollice.
-Bene- decretò infine lei, voltandosi per guardare il suo paziente alle prese con la sua prima cotta, a quanto aveva capito -Come prima cosa ti suggerisco di conoscerla e per conoscerla intendo parlarci.- e lo guardò diventare un po' più rosso -E con parlarci intendo andare a trovarla e quindi vederla. Mi pare di aver capito che oggi non sei andato a riparare la tua marionetta perché avevi un insano terrore di vederla.-
-Ehi! Non ero terrorizzato!- ringhiò di disappunto lui.
Kyoo lo guardò per un nano secondo formulando tale pensiero “Si ed io ho cinque anni.” si alzò dal “lettino provvisorio” e sempre guardandolo gli disse.
-Devo confessarti che non mi aspettavo che ti interessassi solo dell'aspetto esteriore.- lo stuzzicò apposta e infatti come si aspettò Kankurou ebbe la seguente reazione.
Si oscurò il viso e la guardò con severità, ma lei lo sostenne, conducendolo a parlare.
-Non m'interessa solo l'aspetto esteriore! Se mi conoscesse almeno un po' capirebbe!-disse guardandola sempre con severità e una punta di rabbia, Kyoo avendo previsto tutto continuò.
-Ah no? Provami il contrario.- lo sfidò lei e lui la guardò in cagnesco aprendo la bocca per parlare, Kyoo lo anticipò -Come si chiama?- era una semplice domanda, la più banale ma alla quale Kankurou sgranò gli occhi e non rispose, abbasso il capo come per cercare di nascondere la sua ignoranza; Kyoo continuò.
-Qual'è il suo colore preferito?- neanche a questa rispose.
-Cosa le piace fare? Cosa odia fare?- Kyoo fece svariate domande tipo queste alle quali, Kankurou non riusciva a rispondere.
Quando Kyoo si ritené soddisfatta smise con le domande e lo guardò, era con il volto nascosto dai capelli e le spalle appesantite dalla consapevolezza della propria ignoranza, si addolcì un poco si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
-Lo so che non lo sai. Volevo solo renderti consapevole che di questa ragazza non sai ancora nulla.- al suono di quella verità lui si afflosciò ancora di più, Kyoo rafforzò invece la sua stretta -Ma non per questo ti sei preso una cotta solo perché è bella, giusto?- lui alzò un pochino la testa ma gli occhi erano sempre coperti dai capelli -So che non sei un tipo del genere. Che cosa ti ha colpito di lei al primo sguardo?- chiese Kyoo sapendo che questa volta una risposta l'avrebbe avuta, infatti vide Kankurou sollevare finalmente la testa e piantare i suoi occhi neri il nulla davanti a se.
-… i suoi modi … la sua timidezza…- disse in un sussurro il ragazzo e Kyoo vedendo che voleva continuare lo lasciò fare -… il suo sguardo attento mentre faceva i veleni, almeno così mi sembrava, il suo fare impacciato… il suo … sorriso.- finì i un sussurro, mentre Kyoo si ritenè soddisfatta, tolse la mano dalla spalla e si appoggio al “lettino”.
-Bé questo è un inizio.- decretò -Se ti hanno colpito talmente tanto questi particolari vuol dire che sei sulla buona strada per conoscerla davvero.- Kankurou si girò a guardarla.
-Ma se non conosco neanche il suo nome.- obbiettò lui e Kyoo gli sorrise.
-Ed è per questo che tu domani glielo chiederai!- esclamò soddisfatta lei mentre lui ricominciò a diventare rosso.
-Cheeee? C-cosa…perché?-
“E mi domanda anche perché?” scosse la testa, bollando, nella sua mente, Kankurou come un caso disperato.
-Perché se vuoi essere chiamato ancora uomo ti conviene farlo. E come già detto non sai niente di lei, quindi approfitta del mio consiglio e parlaci!- rispose un poco scocciata dalla situazione anche perché il sonno stava minacciando di chiuderle le palpebre, ma vedendo che lui continuava decise di interromperlo e di arrivare al sodo.
-Approfitta anche del fatto che parlare con le potrebbe schiarirti le idee su i sentimenti che provi per lei.- lui la guardò smettendo di fare il paonazzo e attese che continuasse -Parlarci e anche un modo per capire se ti puoi veramente innamorare di lei oppure di bollarla come cotta momentanea. Ascolta i consigli che ti ho dato. L'unica cosa ti raccomando è di essere sempre gentile, a quanto ho capito è balbuziente la tua “lei”, ma non devi guardarla con compassione peggioreresti le cose, Ah! Un ultima cosa ...- e lo guardò come fa una mamma con il suo bambino e lui riconoscendo quello sguardo si sentì a disagio ma si fece attento alle parole di lei -... si te stesso. Non devi mai fingere, con la persona che ti piace, di essere diverso da ciò che sie in realtà. Ok?- chiese lei.
Kankurou rimase per un attimo affascinato da quella donna forte e dolce insieme, che tanto le faceva ricordare sua madre, si riscosse ma nel suo cuore aveva capito cosa volesse dirgli Kyoo, la guardò negli occhi e lei rispose di cuore.
-Ho capito! Seguirò i suoi consigli.-
Kyoo soddisfatta ancora una volta gli sorrise poi staccandosi dal lettino disse.
-Non è il caso ora di cercare di dormire nelle poche ore che ci rimangono?- chiese retoricamente la capo infermiera, così dicendo fece ridere Kankurou che le diede perfettamente ragione; Kyoo lo accompagno fino alla porta, lui fece per andarsene ma si voltò.
-Posso dirle un ultima cosa?- chiese vedendo Kyoo roteare gli occhi verso il soffitto poi per tornare su di lui.
-Che sia l'ultima però.- sussurrò non nascondendo di essere stanca morta, lui le sorrise.
-La ringrazio!- Kyoo si stupì -La ringrazio davvero e infinitamente.- disse facendo l'inchino, Kyoo si sorprese e di brutto ma poi sorrise matena.
-Dovere! Ma mai più alle 2.30 di notte sono stata chiara?!?- lo minacciò e si salutarono con un sorriso.
FINE FLASH BACK

“Il nome adesso lo so, ma come faccio a conoscerla meglio? Non posso chiederle di punto in bianco cosa le piace fare... sembrerei uno psicopatico... ” pensò Kankurou, cercando un sistema o un colpo di genio che lo aiutasse.
Sentiva vari rumori, che lei faceva, da dietro la porta. Chiuse gli occhi per ascoltare meglio. Sentiva il rumore dei pezzi di legno che urtavano fra loro, le giunture fare il loro solito rumore, a molti insopportabile tranne per lui, senti il passo veloce di lei che si spostava da una parte all'altra con fare sicuro, tutto il contrario quando parlava con lui, appariva timida e impacciata.
Kankuro si ricordò delle parole della madre di lei “-Sapete mia figlia è bravissima con i veleni.-” strabuzzò gli occhi poi inconsciamente sorrise e aspettò pazientemente che Momo tornasse da lui, ora sapeva cosa fare.

Momo si concentrò completamente nel prendere pezzi nuovi e riparare gli altri, come si premurò di oliare un poco le giunture, era totalmente concentrata anche se il suo cuore non era d'accordo. Finito, andò la lavarsi le mani per pulirsi del lubrificante sospirò.
Non le era mai capitato di trovarsi a parlare con un ragazzo, non parlava con nessuno a parte i suoi famigliari, figuriamoci poi con il fratello del loro Kazekage. Era un pochino turbata da questo fatto ma un sorrisino si fece largo sul suo viso, chiuse gli occhi.
“Mi ha sorriso, e mi ha fatto sentire a mio agio…è strano, perché come lo descrivono gli altri è ben diverso da come lo vedo io. Come mai?” si chiese e ci pensò talmente a lungo che non si accorse che l'acqua rappresa nel lavandino stava traboccando e quando se ne accorse era già troppo tardi.
Lanciò un gridolino di sorpresa e chiuse di colpo l'acqua.
-Che è successo?- chiese kankurou che si era precipitato al grido di lei, con una faccia alquanto proccupata, Momo si voltò affrettandosi a scusarsi. -Ah…n-non p-pre-oc-cu-pa-r-ti è s-so-l-o…c-che…h-ho...- e mentre Momo cercava di spiegare, Kankurou osservò prima lei, poi il lavandino traboccante d'acqua e infine il pavimento bagnato. Tirò un sospirò di sollievo.
-…i-in-som-m-a h-ho c-co-m-bin-a-to u-un g-gu-a-io.- concluse Momo sturando il lavandino permettendo allo scarico di fare il suo lavoro.
-Meno male…-
Momo si voltò a guardarlo confusa “Cosa meno male?” si chiese, mentre cominciava a vedere un sorriso nascere sul viso di lui.
-Pensavo ti fossi fatta male…- confessò lui, anche se non sapeva esattamente quanto le sue parole, in quel momento, avessero peso. Momo d'altro canto lo guardava con gli occhi sgranati e le gote che assumevano mano a mano un colore roseto.
Dopo un po' Kankurou si rese conto di quanto fosse stato idiota a parlarle così liberamente, mettendola a disagio.
“Devo esserle sembrato scemo” pensò e cercando di rimediare si offrì di aiutarla.
-Ehm, allora ti do una mano a pulire.- disse avvicinandosi e lei ripresasi un poco tentò di dirgli che non importava ma lui era irremovibile, sembrava ci tenesse particolarmente.
-Dai, in due si fa prima, no?- e con questo lei smise di insistere, si girò e prese da una armadietto due stracci e uno lo passò a Kankurou, il quale ancora una volta gli sorrise e le sue guance si colorarono di nuovo di rosa, per nasconderlo si chino a pulire e lui la seguì.
Mentre pulivano in religioso silenzio Kankurou la guardava di sottecchi, aveva un poco le guance arrossate, per l'imbarazzo, anche se lui non se ne capacitava del motivo e volendo alleggerire la tensione optò per fare subito ciò che la madre di lei gli aveva silenziosamente suggerito.
La guardò di sottecchi ancora e poi chiuse gli occhi.
-E così, ti occupi di veleni, eh?- la buttò lì Kankurou.
Lei alzò lo sguardo e lo fisso sorpresa, lui riaprì gli occhi e sorrise.
-L'ha detto tua madre, ricordi?- grattandosi la testa e lei ricordò.
-G-già…è v-ver-o…p-pen-s-i s-si-a s-s-tra-no, v-ver-o?- chiese abbassando lo sguardo, come una bambina dopo aver confessato una marachella.
-No, affatto! Perché dovrebbe essere strano?- chiese lui sinceramente stupito e contrariato.
-B-bé…s-son-o u-un-a r-ra-ga-zz-a…- provò a dire.
-Non è strano che una ragazza si occupi di veleni, prendi per esempio Chiyo anche lei quando aveva pressapoco la tua età armeggiava con destrezza i veleni. Per cui non proccuparti non è affatto strano.- disse lui.
-P-per-ò i-io n-non s-son-o u-un n-nin-j-a …- disse lei.
-Neanche questo è strano! In molte botteghe alcune ragazze come te lo fanno, non ti nascondere!- le sorrise, mentre lei stupita da l'ultima frase aprì di più gli occhi, poi però lo guardò con ancora qualche dubbio, lui sembrò capirlo e fece un sorriso più ampio per incoraggiarla.
-Dico davvero!-
Lei si sorprese, ma poi gli sorrise di gratitudine, anche se il suo cuore ancora non ci credeva appieno, si sentì felice. Nessuno gli aveva rivolto parole d'incoraggiamento, in modo così naturale. Era quello che più l'aveva colpita. Era talmente naturale che sembrava vero e sincero, non gli sembrava in obbligo, sembrava che lo pensasse sul serio, che ci tenesse.
-T-ti r-ri-ng-raz-i-o.- gli sorrise e lui guardandola sorridergli, si sciolse, era davvero bello il suo sorriso, avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla sempre così.
Si sorprese a pensare che non c'era niente in quella ragazza che non gli piacesse… anche il suo essere così timida e riservata.
Ritornato dal suo viaggio mentale, nascose il suo imbarazzo per quella “illuminazione”.
-Ehm…allora che veleni stavi preparando due giorni fa quando sono venuto?- chiese lui di getto, senza pensarci, ma ora desiderava davvero conoscere la risposta.
-E-ec-co…s-st-av-o p-pr-ep-ar-and-o d-dei p-par-al-izz-an-t-i p-per i n-ne-rv-i a d-dur-at-a l-lim-it-e.- ci aveva pensato un poco per ricordarsi.
-E per quanto tempo?- che si stupì molto di come fosse già avanzata in questa materia.
-C-ci-rc-a s-se-i o-ore, p-prim-a c-che s-si c-com-inc-i a s-sent-ir-e u-un l-li-ev-e f-for-m-ic-ol-io a-all-a p-pa-rt-e c-col-pi-t-a.-
Kankurou fischiò.
-Così tanto?-
-S-si, p-per-ò s-son-o s-sicu-ra c-che d-dur-ere-bb-e d-di p-più s-se f-foss-e d-dilu-it-o c-con i-il s-succ-o d-dell-e b-bac-che s-selv-at-ich-e e q-que-ll-o d-di l-lim-on-e.-
-Bacche selvatiche? Limone? Non sarebbe meglio un po' di ammoniaca?-
Momo sembrò soppesare sulla domanda di lui, ma poi lo guardò seria.
-S-sec-ond-o m-me no, p-pe-rch-é v-ved-i …- continuò Momo, mentre Kankurou si beveva ogni singola parola uscisse da quella bocca rosata.
E così Kankurou riuscì ad avere la sua prima e vera conversazione con la ragazza che le aveva fatto perdere la testa. E la cosa più strana è che non gli dispiaceva affatto, era felice. Lui, Sabaku no Kankurou, era felice assieme a una ragazza, lui che viveva solamente per le sue marionette, ora era felice insieme a Momo.
Se glielo detto qualcuno gli avrebbe riso in faccia, per poi massacrarlo di botte. Ma quel pensiero si dileguò in fretta vedendo gli occhi di lei cominciare a brillare mentre continuava a parlare, chiaro segno che lei era veramente appassionata ai veleni.
Kankurou non poté fare a meno di sorridere teneramente guardandola così felicemente presa a parlargli.
“Ha davvero un bisogno incredibile di parlare...” pensò lui “...anche se balbettando lei ha davvero bisogno che qualcuno l'ascolti...chi sa se parla così anche con altri o forse con me è un eccezione?” si chiese mentalmente.
Ma osservandola attentamente poteva intuire che da molto tempo non parlava così liberamente. Era tentato di interromperla e chiederglielo direttamente, ma vedendo il suo volto, si disse di tacere.
Lo avrebbe chiesto un altra volta. Si, perché ora sapeva che sarebbe venuto a trovarla molto spesso, sapeva che prima o poi le avrebbe chiesto di uscire, sapeva anche che piano piano nel suo cuore, un sentimento nascosto, stava nascendo. Kankurou non poteva ancora dare un nome a quel sentimento, ma lo sentiva innondarlo di un calore che non aveva mai provato prima e la cosa lo rendeva felice.















Sono tornata con un nuovo capitolo^^ dopo un anno...-_-” ma sono tornata.
Qui abbiamo visto come il nostro Kanki si sia dato finalmente una mossa. E che abbia accettato, almeno in parte, i suoi sentimenti verso la ragazza. Direi halleluja ma siamo appena all'inizio. Che dire di Momo anche lei piano piano inizierà a vedere il nostro Kanki come un possibile fidanzato. Non tutto nel prossimo capitolo, forse fra due … comunque cercherò di fare almeno un capitolo verso la fine di agosto, poi si vedrà...
Che altro? Ah si! Se avete suggerimenti da dare sono ben accetti (anche correzioni nell'eventualità che mi sia sfuggito qualcosa).
Un ultima cosa, ho modificato un poco il capitolo tre (riguardo alla balbuzia di Momo) come avevo scritto nel quarto o nel quinto capitolo (non mi ricordo), Momo è sempre stata balbuziente e non ne è ancora guarita. Migliorerà? Chi sa... ma per il momento spero vi siate goduti questo capitolo. Alla prossima^^
  
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