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Autore: Rosie Bongiovi    13/08/2012    1 recensioni
“Cosa vuoi da me?” chiese la ragazza, con voce rabbiosa.
“Volevo vedere.. Se la mia creatura era diventata una cacciatrice degna di questo nome.. E mi fa piacere che sia così”. Quelle parole lasciarono disorientata la ragazza, che si sedette di fianco a lui, guardandolo in maniera confusa.
“Di che cosa stai parlando?” domandò, senza smettere di essere sulla difensiva.
“Oh è vero, che stupido. Non puoi ricordarti di me” rispose, massaggiandosi il petto e facendo un altro colpo di tosse. “Cara la mia Nightmare, sono Jonathan Phoenix, l'uomo che ti ha trasformata in quello che sei una trentina d'anni fa"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ragazzi, sono tor”. Nightmare si interruppe immediatamente, portandosi le mani sulla bocca per trattenere un urlo. Davanti a lei c'erano Paul e Christie a terra, senza sensi. Di fianco a loro, un uomo alto, la cui pelle era ricoperta da numerose cicatrici. Avevo indosso solo un paio di pantaloni lunghi, bianchi, con dei particolari viola dai contorni oro, e dei guantoni rossi.

Nightmare avrebbe potuto riconoscere il suo viso ovunque. I brividi non poterono fare a meno di impossessarsi dei suoi nervi, percorrendoli alla velocità della luce. Così velocemente, da farle credere di stare perdendo il controllo sul suo corpo. Così velocemente, da annebbiarle la mente e da farle credere di stare avendo un déjà vu. Nella sua mente, però, in quel déjà vu lei si sarebbe ritrovata a terra, dopo aver utilizzato tutte le forze che possedeva. E mentre quegli occhi minacciosi la scrutavano e le rivolgevano lo sguardo più cattivo che un essere umano potesse possedere, Nightmare suggeriva ai suoi muscoli di prepararsi, perché questa volta nessuno sarebbe intervenuto per salvarle la vita. Avrebbe dovuto cavarsela da sola, ricordandosi che doveva uscirne viva e vegeta, per innumerevoli motivi. Li riportò velocemente nella sua mente, giusto per spronarsi e rendersi conto che aveva una missione e non aveva fatto tutta quella strada per nulla.

Doveva vendicare sua nonna.

Doveva arrivare da Jin e, soprattutto, da Heihachi.

Doveva vendicare Christie e Paul, che erano in condizioni a dir poco pietose.

Doveva rivedere Jonathan.

“Ci siamo solo io e te, ragazzina” disse l'uomo, camminando in circolo, attorno a Night, che lo seguiva con lo sguardo e cercava a tutti i costi di non tremare.

: - Il tuo corpo deve essere più forte della tua mente. Non puoi essere eliminata. Non dopo essere arrivata fin qui -.

“Senti, potremmo rendere facili le cose ad entrambi.. Io voglio raggiungere Jin ed Heihachi.. Ma ho bisogno di vincere perché ciò accada. Potresti dirmelo subito che vuoi arrenderti, e te la caveresti con un paio di pugni. Che ne pensi?”.

“Penso che..”. Ora, ad essere sinceri.. Come poteva pensare davanti ad una delle persone che temeva di più sulla faccia della terra? “Penso che non ho la minima intenzione di arrendermi, soprattutto davanti a te, Kazuya”. La sua voce era satura di sicurezza. L'uomo si mise a ridere, e la cosa terrorizzò Nightmare che, anzi, avrebbe preferito uno sguardo truce piuttosto che quella risata. Bryan avrebbe dovuto prendere lezioni dal Mishima.. E questo era parecchio preoccupante.

“Allora spero tu abbia detto addio a tutte le persone a cui tieni”. Passò un interminabile momento in cui entrambi si prepararono all'attacco. Era come se stessero decidendo chi avrebbe dovuto scagliare il primo colpo.

E Kazuya cominciò.

Si avvicinò celermente a Nightmare, che si scostò alla velocità della luce, evitando due pugni. Le parve di sentire addirittura l'aria che avevano spostato quelle mani.

Le stesse mani che erano state la causa di chissà quanti KO.

Le stesse mani nelle quali era scorso un quantitativo non ben definito di sangue.

Le stesse mani che stavano cercando di farle male e, a giudicare dal carattere e la determinazione di Kazuya, addirittura di ucciderla.

Tra i due c'erano solo pochi centimetri che li dividevano, perciò Nightmare decise di azzerare quella distanza con una ginocchiata veloce ma precisa nello stomaco dell'avversario. Prima che questo potesse fare qualcosa, la ragazza fece una verticale all'indietro, prevedendo che l'uomo l'avrebbe afferrata dalla gamba, subito dopo aver messo a tacere il dolore. Era sicura di avergli fatto del male: il ginocchio pulsava e si era arrossato.

Kazuya non aspettò molto altro tempo: alzò la gamba, tentando di dare un calcio alla spalla destra di Night, che, invece, riuscì a prendere la sua caviglia e a girargliela in senso antiorario, atterrandolo. Saltò all'indietro, giusto per essere previdente.

“Mi auguro che tu ti sia divertita, perché ora tocca a me” mormorò lui, alzandosi e tirando due calci di seguito, ai quali, stavolta, la nemica non riuscì a sfuggire. La sua spalla destra avrebbe avuto non pochi problemi per il resto del combattimento. E non sarebbe stato facile.

Nightmare si spostò all'indietro e per poco non ricevette il terzo calcio, ma in viso. Doveva temporeggiare, in modo tale da permettere al braccio di riacquisire la sensibilità necessaria per reagire. Diede un calcio allo stinco di Kazuya, con così tanta forza da sentire una scossa in tutta la gamba. Poi iniziò a correre, certa che l'uomo non l'avrebbe raggiunta facilmente, vista la botta appena ricevuta.

: - Ho bisogno di un piano, un piano, un piano.. -.

Night si guardò alle spalle: l'avversario, mentre correva molto meno velocemente della ragazza, stava soffrendo, era più che palese. Ma quando si fermò, portandosi ambedue le mani sulla testa e urlando con una potenza vocale strabiliante, Nightmare si immobilizzò, spalancando gli occhi, senza nemmeno accorgersi del fatto che il suo cuore non stava più battendo. Kazuya si stava trasformando, trasformando in quello che sarebbe diventato un mostro a tutti gli effetti. Delle ali spuntarono della sua schiena, ma la ragazza non rimase per ulteriore tempo. Ricominciò a correre, per poi accucciarsi in un laghetto, dietro a canne di bambù, alte e spesse, che l'avrebbero nascosta per qualche minuto. C'era solo una maniera per salvarsi, una soltanto.

: - Io.. Io non voglio... -.

 

Nightmare POV

 

Aprii gli occhi, ritrovandomi in una stanza bianca. Qualcuno mi aveva adagiata su un materasso rigido come il pavimento. La testa girava e faceva un male incredibile. Non ricordavo nulla, nulla di quello che mi era successo.

: - Mi chiamo Josette. Mi faccio chiamare Nightmare -. Questo era l'unico pensiero che mi teneva legata al passato, ammesso e concesso che ne avessi uno.

Vedremo come reagirà, non appena si sveglierà”. Una voce raggiunse i miei timpani. Mi alzai di scatto e mi guardai attorno. Eppure mi sembrava che la persona che aveva appena parlato fosse nella stessa stanza. “E' andato tutto bene, di questo ne sono più che sicuro”. Ancora, ancora quella strana sensazione. Non c'era nessuno lì, se non un comodino, una lampada accesa ed una finestra. E, nonostante non sapessi nulla sul mio conto, ero più che sicura che gli oggetti inanimati non fossero in grado di parlare.

Lo spero, lo spero vivamente”. Quest'ultima voce, per qualche arcano motivo, mi era familiare ma, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a capire perché.

Faremo anche qualche esperimento, non si sa mai. Ma non soffrirà molto”.

: - Forse è meglio sparire -. Mi alzai lentamente, attenta a non fare alcun tipo di rumore. Mi avvicinai alla finestra e la aprii, per poi guardare giù. Ero al quindicesimo, sedicesimo piano. Guardai di fronte a me: c'erano quattro metri di distanza dalla finestra al tetto del palazzo vicino.

: - Tanto vale provare.. -. Non c'era molto spazio per prendere la rincorsa, ma non avevo intenzione di diventare una cavia da laboratorio. Partii dalla porta, correndo e pregando che andasse tutto bene, ma dopo aver appoggiato il piede sulla ringhiera per saltare, non riuscii a raggiungere il tetto e iniziai a cadere. Nonostante cercassi di sbracciarmi per potermi afferrare a qualcosa, a qualsiasi cosa, mi stavo avvicinando pericolosamente al suolo.. E a giusto cinque metri da terra, mi resi conto di essermi bloccata improvvisamente in aria. Riaprii gli occhi e li spostai lentamente all'insù, inquadrando un paio di ali nere. Non potevo credere ai miei occhi. Passarono pochi secondi, poi capii come comandarle e giunsi in un bosco, non molto distante da lì. Avevo bisogno di specchiarmi, ancora non avevo idea di quale aspetto avessi.

: - Basterebbe solo un laghetto.. - e, detto fatto, mi ritrovai di fronte ad un lago, davanti al quale planai. L'immagine di fronte a me, era quella di una ragazza non molto alta, dai lunghi capelli ricci e dagli occhi.. Rossi. Le labbra erano carnose e la pelle chiara, molto chiara. Qualcosa stava pizzicando il mio labbro inferiore e rimasi sbalordita quando, aprendo la bocca, vidi dei canini aguzzi. Rimasi lì per chissà quanto tempo, ad osservare sbalordita il riflesso di un incrocio tra un vampiro ed un angelo dalle ali nere e, quando tornai ad avere un aspetto “umano”, capii che dovevo scappare, scappare lontana ed imparare a tenere nascosto quell'orribile lato di me.

 

Era da tanto, tantissimo tempo che non si.. Trasformava. E ancora le sembrava assurda quella parola. Mentre Kazuya completava la sua di trasformazione, Nightmare abbassava le palpebre.

: - Coraggio. Facciamo questa cosa. Non c'è bisogno di ripetersi tutti i motivi per cui devi farlo. E devi sopravvivere -. I pensieri di Night si bloccarono per istanti che le parvero essere interminabili. Sentì che la schiena aveva iniziato a bruciare, bruciare terribilmente. Era come rimettere in moto un motore dopo averlo lasciato a riposo per anni. Le gengive avevano iniziato a pulsare ed i canini ad allungarsi, pungendole la lingua e facendole uscire del sangue, che si affrettò ad inghiottire.

Il suo nemico aveva appena buttato giù la fila di canne di bambù, con un colpo secco della mano.

: - Posso farcela -.

L'espressione sul viso dell'uomo era stupita. Di certo non si aspettava di trovarsi di fronte ad una vampira-angelo.

“Scusami se mi sono allontanata, dovevo cambiarmi” mormorò Nightmare.

Kazuya non rispose. Si scagliò contro la ragazza, nella speranza di poterle infliggere qualche colpo. Night fu decisamente più veloce e, volando a qualche metro all'indietro, schivò gli imprecisi ganci dell'avversario.

“Mi aspettavo di vedere qualcosa di meglio. Così sembri solo un grosso pollo che fa fatica addirittura a tener su le ali” lo provocò lei, ridacchiando. L'uomo arcuò ancor di più le sopracciglia, poi volò contro Nightmare, attaccandosi alle sue spalle e facendola precipitare dopo qualche secondo di volo. A cavalcioni su di lei, con le gambe ancorate ai suoi fianchi, avrebbe potuto addirittura sfigurarla, con tutti i pugni che aveva cominciato a darle. Inoltre il suo peso le aveva tolto il respiro e la gomitata appena ricevuto la cassa toracica, non la aiutò affatto. Un altro pugno, un altro ancora. La sua pelle stava andando a fuoco ed era sicura di stare sanguinando e di avere due occhi pesti. Un altro gancio, l'ennesimo. Non ne poteva più di lasciare che Kazuya “palleggiasse” con il suo cranio. Se avesse continuato così, lei avrebbe smesso di respirare e avrebbe perso i sensi. Quindi, stringendo i denti e recuperando le forze che erano nascoste dentro di lei, afferrò il suo polso e lo portò alla bocca, infilandovi tutti e 3 centimetri di canini. Rimanendo comunque attaccata alla sua pelle, spostò i denti, in modo tale da approfondire ed allargare ancor di più quel taglio. L'uomo si liberò dalla presa e portò la mano ad altezza del viso, urlando dal dolore. Aggrappandosi con gli artigli alla pelle della schiena di Kazuya, raggiunse il collo, estraendo nuovamente i canini e seguendo il profilo di una delle tanti cicatrici ospitate dal corpo del combattente alato. Approfittando di questa distrazione, la giovane raggiunse il naso del nemico con un pugno secco. Le sembrò quasi di vedere il segno delle nocche sulla sua faccia. Con un altro gancio, stavolta tirato verso destra, riuscì a togliersi di dosso il corpo imponente di Kazuya. Poggiò ambedue le mani a terra e, facendo pressione su esse ed inarcando la schiena, si rialzò. Non poteva lasciarsi sfuggire una simile opportunità. Mise un piede su una delle due ali di Kazuya, mentre lui si teneva il polso con le dita della mano sana, per evitare l'eccessiva fuoriuscita di sangue. Nonostante la sua trasformazione lo rendesse più forte, i morsi di un altro essere mutato, di certo non potevano lasciarlo indifferente. E quei denti aguzzi facevano tutto tranne che bene.

“Che cosa stai facendo?” tuonò lui, ma era troppo tardi: Nightmare gli aveva appena rotto un'ala. Questo voleva dire che non avrebbe potuto scappare da nessuna parte e, soprattutto, avrebbe avuto un equilibrio più che precario. Inutile ricopiare la lunga sessione di insulti e minacce da parte dell'uomo che, dopo essersi rialzato, portò le mani al collo di Night, alzandola e gettandola dietro di sé, nella speranza di farla cadere contro il tronco di un albero. Ma l'avversaria, attaccandosi al fusto, vi girò attorno, senza lasciare la presa, ed atterrò con entrambi i piedi sul viso di Kazuya, facendolo cadere nuovamente a terra.

“10, 9, 8”.

“Forse ti hanno dipinto come spregevole combattente solo per spaventare la gente. Ma io non vedo tutta questa bravura..” mormorò Nightmare, riprendendo fiato e guardando l'avversario, con un'ala rotta ed il corpo ricoperto da sangue, che gocciolava ancora dalle ferite aperte.

“7, 6, 5, 4”.

: - Finalmente queste scarpe potranno essermi utili.. - pensò Night che, per essere sicura che il nemico non si rialzasse e ricominciasse a sfigurarla, gli mise il piede destro sullo sterno, facendo una sufficiente pressione perché il tacco a spillo rischiasse di bucare la pelle.

“3, 2, 1. Kazuya Mishima è stato eliminato”.

E, esausta, Nightmare si lasciò cadere a terra, chiudendo gli occhi. Dovette riaprirli prima di quanto pensasse: l'inconfondibile – ed assordante – suono di un elicottero, richiamò la sua attenzione.

“Nightmare, deve raggiungerci immediatamente” disse un uomo, con un megafono in mano. “Lei ha vinto il torneo”.


Nota dell'autrice:

Scrivere questo capitolo è stato faticoso come partorire *il capitolo inizia a piangere e compare un'ostetrica* Ehm.. Okay, credo che sia l'orario che mi fa delirare. Il solito grazie immenso alle persone che hanno recensito questa storia, Angel Texas Ranger, Orsacchiotta Potta Potta e Lady Phoenix.

Alla prossima!


Rosie

  
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