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Autore: Eider    13/08/2012    1 recensioni
Come nella maggior parte dei film, dopo che il protagonista, partito per chissà quanto tempo, ritorna a casa si ritrova solitamente in una realtà completamente diversa da quella che ricorda ed è giusto che sia così no? Questo era quello che Emma continuava a ripetersi da quando era salita su quel maledetto aereo che dopo cinque anni, precisamente cinque anni in cui aveva studiato e si era laureata, la stava riportando nella sua "amata" Londra.
Emma si ritroverà a combattere con il suo passato, che non le renderà la vita facile, per riuscire finalmente ad andare avanti con la sua vita oppure ricominciare da dove era stata interrotta.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tredici.
 
L'unico rumore presente in quella casa alle due del pomeriggio era quello del ventilatore posizionato davanti le due ragazze sdraiate a pancia all'aria sui due divani del soggiorno, l'avevano bloccato così che non potesse girare e disperdere quel poco d'aria che creava in giro.
L'ennesima goccia di sudore finì nella scollatura di Emma, tenendo gli occhi chiusi tirò un lembo della canottiera fradicia per asciugare la goccia. Elisa invece continuava a sbuffare da almeno un'ora, senza sosta, irritando la rossa. Intanto al telegiornale annunciavano lo strano aumento di temperatura.
Ma davvero?
Per loro poi era facile, avevano l'aria condizionata mentre nella vecchia casa era già tanto se erano riuscite a trovare un ventilatore risalente alla prima guerra mondiale.
"Basta!" Emma aprì gli occhi e si tirò a sedere spinta da un'idea, spostò lo sguardo sulla sua amica che grondante di sudore aprì un occhio per studiarla.
Emma si passò una mano sulla fronte, asciugando le goccioline che si ostinavano a caderle lungo il viso finendo ancora nella scollatura. Elisa invece mugugnò qualcosa di insensato tirandosi anche lei a sedere e guardandosi in giro spaesata.
"Ho avuto un'idea." Elisa si voltò verso l'amica in attesa di un illuminazione.
"Andremo in piscina."
"Sarà pieno di gente." borbottò la mora stiracchiandosi e lanciando un occhiata alla rossa che fece una smorfia contrariata.
"Preferisci morire di caldo?" si guardarono per qualche secondo, poi Elisa scosse la testa.
"Non hai scelta tesoruccio."
Elisa alzò gli occhi mentre Emma si alzava dal divano e raggiungeva il tavolino dove c'era il suo cellulare. Digitò qualche tastino per poi portarselo al orecchio.
"Cocò?" Cocò era il soprannome che fin da piccola Emma usava con Nora, aveva una strana mania per i soprannomi più strani e uno dei più comuni che usava sulla bionda era cocorita, che con gli anni era stato abbreviato in Cocò.
"Sì, stiamo morendo di caldo anche noi, per questo andremo in piscina!" gesticolò un po' con la mano libera entusiasta per poi afflosciarsi tristemente.
"Perché non stai urlando dalla felicità?"
"Tampax Cocò!"
"Sì, ma questo non vuol dire che tu non possa usarli no?" Elisa sapeva che l'amica aveva un pessimo rapporto con i tampax, piccolo incidente del passato che l'aveva traumatizzata, così li evitava come la peste.
"Ti passiamo a prendere tra 20 minuti. Adìos." lanciò il telefono sul divano per poi girarsi verso la mora ancora rincoglionita.
"Cosa aspetti, un miracolo? Alza le chiappe e vatti a cambiare, su fila!" sventolò la mano nella direzione dell'amica, intimandole di muoversi.
Elisa si alzò svogliatamente ma vedendo poi lo sguardo assassino dell'amica decise di darsi una mossa e correre su per le scale verso la sua stanza.
 
Quindici minuti dopo Emma parcheggiò sotto il condominio dove abitava Nora, secondo la bionda risaliva alla prima guerra mondiale, alcuni buchi sospetti riempivano la facciata principale e le mattonelle scure erano l'unica cosa che rimaneva del colore originale, ma per una venticinquenne che lavorava in una caffetteria andava più che bene.
Emma tirò fuori dalla borsa abbandonata sul sedile del passeggero, il suo cellulare, che usò per fare uno squillo all'amica. Pochi secondi dopo vide Nora uscire a passo svelto dal portone di casa, portava con se una sacca enorme, probabilmente il doppio del suo peso, correva verso l'auto un po' sbilenca, colpa della sacca. Elisa riuscì a recuperare la borsa della rossa pochi secondi prima che Nora vi si buttasse sopra.
"Tutte pronte?" esclamò entusiasta Emma, che schiacciò sull'acceleratore quasi fosse ad una gara d'auto. Elisa vide nello specchietto retrovisore il sorriso diabolico di Emma, cosa aveva in mente quella ragazza?
 
Dopo aver trovato tre sdrai vicini, le tre ragazze si spogliarono e iniziarono a ricoprirsi il corpo di crema solare. Siccome Elisa e Nora erano parecchio abbronzate non ebbero bisogno di una protezione particolarmente alta, al contrario di Emma che era riuscita a recuperare una crema protezione 50.
"Scherzi vero?" domandò Elisa con ancora il tubetto di crema in mano, sgranando gli occhi.
"Ma non la vedi? Sembra la sposa cadavere!" rispose ridacchiando Nora, impegnata a spalmarsi la crema sul viso, attenta a non lasciare tracce bianche.
Emma scoccò un occhiataccia alla bionda che continuando a ridere le chiese di aiutarla a spalmarle la schiena sulla spalla.
"Te lo scordi." fu la risposta di Emma ancora offesa.
Fortunatamente Elisa le venne in soccorso, facendosi promettere di essere aiutata a sua volta, rimanendo solo Emma, che le guardò con uno sguardo da cucciolo, il labbro inferiore sporgente e una faccina triste che commosse l'animo sensibile di Elisa.
"Come fai a resistere ad una faccina così carina?" domandò la mora alla bionda. Nora guardò Elisa impegnata a spalmare quintali di crema sulla schiena di Emma.
"Anni e anni di esperienza." rispose distendendosi a schiena in giù sullo sdraio e stiracchiando le braccia.
Il silenzio creatosi dopo che le ragazze avevano iniziato a prendere il sole, venne interrotto da una di loro.
"Ieri è successa una cosa.."
Senza pensarci Nora si tirò a sedere e guardò l'amica in cerca di scoop, Elisa si limitò a girare la testa verso l'amica, al centro, e aprire gli occhi.
"Giusto, devi raccontarci di quel Adam!" continuò poi ricordandosene improvvisamente.
"Mmm, giusto. Beh non è successo granché con lui, non abbiamo parlato molto, mi ha solo detto che si è accorto subito dello stato in cui ero ridotta e che non mi ha fatto niente, però non so era.. strano." ripensò allo sguardo di lui, subito dopo che aveva rifiutato un contatto con lui, aveva contratto la mascella e aveva cercato di sorridere, non riuscendoci, per un attimo l'aveva spaventata, ma nonostante questo era stato davvero gentile anche in una situazione imbarazzante come quella.
"Strano eh? In che senso?" domandò Elisa questa volta con più interesse, si era perfino seduta. La mattina Elisa aveva provato ad estorcerle notizie, ma Emma non aveva voluto dire niente, aveva preferito aspettare che fossero state insieme.
Emma rimase in silenzio cercando le parole giuste da dire, non trovandole.
"Non lo so, era strano."
"Così ci aiuti molto eh." borbottò Nora tirandosi su gli occhiali da sole, per far si che non ne rimanesse il segno.
"Comunque sia non era questo che volevo dire." con quella frase l'attenzione delle due amiche fu ben più che attirata, si sporsero verso Emma, con i gomiti appoggiati alle ginocchia.
Emma ridacchiò nervosa.
"Ieri sono andata a cena da Dave e Caroline, e la vipera si è presentata con Martin.." Emma venne bloccata improvvisamente da Nora, che con una mano sulla bocca e la voce sgomenta disse. "Lo hai chiamato per nome! Questa cosa è grave, grave dico!" Elisa la guardò con gli occhi sbarrati, annuendo alle parole di Nora.
"Sì, beh.. dicevo, allora sono arrivati e durante tutta la cena lui continuava a fissarmi e tutti se ne sono accorti così ad un certo punto sono spariti al piano di sopra e hanno iniziato a litigare. Abbiamo sentito tutto, si sono lasciati e in pratica la colpa è mia." finalmente Emma respirò, durante il racconto aveva parlato così veloce che non era riuscita a respirare, si guardò intorno vedendo solo le bocche spalancate delle amiche.
"OH MIO DIO!" furono le uniche parole che Emma sentì, mentre Elisa rimase in silenzio, sconvolta.
"Adesso arriva la notiziona." sussurrò prima di continuare a parlare. "Quando sono arrivata a casa, me lo sono trovata davanti la porta con una rosa, ha detto che vuole un'altra occasione, che non si arrenderà. Adesso non so davvero cosa fare." sospirò finendo il suo breve resoconto, lasciandosi andare sullo sdraio, chiuse gli occhi e aspettò in una reazione normale da almeno una delle due.
"Non ci credo." sentì sussurrare.
"Non ci credo." ripetè Nora, scuotendo il capo in confusione.
"E invece."
"Non ci credo."
"Nora, ti sei inceppata per caso?"
Finalmente Nora alzò lo sguardo, vacuo, verso le due ragazze poco distanti da lei, normalmente quella più scioccata sarebbe dovuta essere Emma, ma per uno strano scherzo del destino era invece Nora.
Emma non si capacitava di questa sua reazione, e non era l'unica, si alzò pronta per sedersi accanto all'amica. Una volta seduta le posò una mano sulla spalla e la richiamò dolcemente.
"Tesoro, che ti prende?"
Nessuna risposta.
Emma le scosse la spalla, questa volta con più enfasi.
"Nora?"
La bionda scosse la stessa, riprendendosi da quel momento di qualcosa non definito, si voltò verso Emma incontrando i suoi occhi scuri, facendo comparire sul suo volto un sorriso amaro.
"Stai bene?" domandò preoccupata Emma, accarezzandole la mano, afferrata pochi istanti prima.
Intanto Elisa seduta e con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, osservava da spettatore la scena davanti ai suoi occhi, qualcosa le diceva che erano cose che risalivano a prima, quando lei ancora non esisteva nella vita della rossa.
"Ho paura." fu l'ammissione di Nora, seguita da un sonoro sbuffo e il suo prendersi il viso tra le mani. Emma rimase ad osservare la mano dell'amica che prima era stretta nella sua, scivolare dalla presa e congiungersi all'altra mano di Nora sul viso.
"Paura?"
"Paura."
Così non la stava aiutando però.
"Nora, spiegati!"
"Se cederai, se tornerai con lui, se ti farà soffrire. Se qualcosa di brutto succederà. Tu scapperai."
Si tolte le mani dal viso e si soffermò a guardare una pozza d'acqua causata dal tuffo di un bambino, poco lontano da loro.
"Non posso permettermi di perderti ancora."
"Lo odio." continuò non riuscendo a guadare Emma, che invece era rimasta impietrita nella sua postazione, non pensava di aver causato tanto dolore alla sua migliore amica, almeno lo sperava.
Costrinse Nora a voltarsi e l'attirò in un abbraccio che sapeva di parole non dette, di scuse appena sussurrate e promesse.
"Qualunque cosa succeda con lui o chiunque altro, non scapperò. Non me ne vado."
"Non me ne vado." sussurrò ancora nell'orecchio di Nora.
Niente lacrime.
Un solo sorriso dopo l'abbraccio bastò ad appianare la situazione.
 
"Però adesso devi dirci cosa vuoi fare."
Dopo circa un'ora di sole e acqua, Elisa si era ricordata la cosa più importante.
"Esatto." concordò Nora, bevendo avidamente dalla sua bottiglietta di acqua.
Emma chiuse gli occhi, rivendendo Martin davanti casa sua e sentendone ancora il suo profumo.
"Non ne ho idea." disse infine.
"Questo è lo spirito giusto." completò il discorso Nora, scatenando l'ilarità delle amiche.
 
"Ma quello non è Jack?" sentendo quel nome, Nora scattò a sedere come una molla, si guardò in giro con apprensione, non riuscendo a trovare la fonte della sua ansia da nessuna parte, si voltò poi verso Elisa, che aveva dato l'allarme poco prima.
"Dove?!"
Elisa ridacchiò divertita, poi con il dito indicò il bordo della piscina, dove un attraente Jack stava chiacchierando amabilmente con il bagnino di turno.
Nora riuscì finalmente a scovare il suo "dio del sesso", non riuscendo però a trattenere un sospiro.
Velocemente tirò fuori dalla borsa uno specchio, con cui cercò di rendersi quantomeno presentabile, essendo priva di trucco.
"Sei bellissima, vai." la incoraggiò sorridente Emma, che non si era persa un secondo di quella frenesia.
"Su cosa aspetti?" insistette Elisa, muovendo la mano in direzione del belloccio.
"Dite?" domandò insicura.
Insicura, questa si che era una novità per Nora.
Forse perché Jack era un'uomo ed era più grande di lei, ma neanche tanto infondo.
Nora si alzò, sistemandosi i capelli e il costume bianco, perfetto per la sua pelle abbronzata, mise gli occhiali da sole e con studiata nonchalance passò nel punto esatto in cui si trovava Jack, che ovviamente non poté non fare a meno di notarla, Nora non passava di certo inosservata.
"Nora?" la voce incerta, fermò la camminata di Nora, che mascherando un sorriso vincente tornò sui suoi passi.
"Jack? Oh, ciao, non ti avevo visto." pessima attrice, ma Jack ancora imbambolato non se ne accorse, al contrario del bagnino che ridendosela si congedò con un "buona fortuna.".
Jack si issò sul bordo, facendo leva sui muscoli delle braccia, riuscendo ad uscire dalla piscina e fronteggiare così la bionda.
Il ragazzo si sporse verso Nora per salutarla con un bacio sulla guancia, che si rivelò in un vorrei-baciarti-ma-non-posso-così-ti-bacio-vicino-le-labbra.
Uno più perso dell'altro, si sorrisero non dicendo nulla.
Poverini, pensò Emma osservandoli.
"Cosa ci fai qui?" domanda sbagliata.
"Cosa vuoi che ci faccia in piscina?" rispose ridendo la bionda.
"Giusto." mormorò in imbarazzo.
Ma lui non era quello che con le donne ci sapeva fare?
"Quindi.. con chi sei?" riprovò Jack.
Tenace il ragazzo.
"Emma ed Elisa."
Sentendo il nome della "sorellina" sembrò finalmente risvegliarsi.
"Oh la piccolina è qua?"
"Sì, siamo sedute là, vieni?" Nora sorrise, invitandolo alla loro postazione.
Quando Jack vide Emma, non riuscì a trattenere un sorriso, era dal matrimonio che non vedeva quella piccola peste.
La rossa si alzò, pronta a fiondarsi tra le sue braccia e approfittandone, riuscì a parlargli.
"Ma voi non eravate già usciti insieme?" gli sussurrò all'orecchio, così che solo lui la sentisse.
"Sì."
"E allora mi dici cosa cazzo stai combinando, troglodita?" l'ultima parola non riuscì a non urlarla, fu più forte di lei.
Jack la strinse più forte a se, mostrando un sorriso di circostanza a Nora ed Elisa, che li osservavano curiose.
"Non urlare idiota." sibilò al suo orecchio
"Non so cosa mi prende." continuò poi.
"Io lo so." terminò così l'abbraccio e anche il suo discorso, lasciandolo confuso.
Ben fatta Emma.
Jack salutò anche Elisa, che ricambiò con un cenno della mano, poi tornò ad occuparsi della sua bella, che era rimasta in piedi a guardarlo. La prese per mano e la allontanò quel poco che bastava per non essere uditi.
"Non so davvero come fare con te." borbottò tenendo stretta la mano di lei, che per tutta risposta la ritirò per incrociare le braccia al seno, offesa.
Un classico.
"Non è mica colpa mia se con le donne non ci sai fare, la tua fama deve essere solo una montatura." rispose altezzosa.
Questo fu sufficiente a smuovere qualcosa nel cervellino bacato di Jack.
"Io ci so fare con le donne!" rispose punto nel vivo.
Nora fece per controbattere, non riuscendoci.
"Ma tu ragazzina, tu mi sfuggi." sospirò con un abbozzo di sorriso, un sorriso condiviso anche da Nora.
"Ma io non vado da nessuna parte." replicò finalmente divertita.
"Hai capito cosa voglio dire."
"Sì ho capito."
Nora gli si avvicinò, posandogli una mano sul viso e facendo incontrare le loro labbra.
Non fu di certo la prima volta, e neanche la seconda, forse neanche la terza.
Si staccarono giusto il tempo di prendere aria, che ripresero più voraci di prima, sotto gli occhi invidiosi di molti.
Jack si staccò per primo, guardò negli occhi verdi della ragazza e sorrise, un sorriso disarmante, che poteva farti sciogliere in pochi secondi.
"Quindi posso invitarti ad una cena stasera?" domandò sapendo già la risposta, che non tardò ad arrivare quando Nora annuì.
"Però è una cena di lavoro, quindi se vuoi puoi portarti dietro le tue amiche." un'altra risposta positiva da parte della bionda.
"Bene, quindi a dopo ragazzina."
Nora chiuse gli occhi pronta ad un ultimo bacio, ma quando non sentì le labbra di lui posarsi sulle sue, aprì gli occhi vedendolo ridacchiare per la figura di cacca appena fatta.
Le fece un cenno con la mano e ancora ridendo si allontanò, non abbastanza però da non udire lo "Stronzo" provenire da Nora.
Jack scosse la testa, allontanandosi definitivamente dalla visuale della ragazza, che con un sorriso tornò dalle sue amiche, annunciando l'imminente cena e quindi il bisogno urgente di un restauro.
Proprio un'idiota come quello doveva capitarle.
Sorridendo preparò la borsa, non riuscendo a non pensare ad un certo "dio del sesso.".


Sono le tre passate, quindi perdonerete ogni mio errore, vero?
Scusate per il ritardo, davvero, non volevo.
Ma non riuscivo a scrivere (nemmeno adesso se è per questo), e non sapevo nemmeno dove andare a parare.
Le olimpiadi mi hanno dato ispirazione (?), okey non lo so.
Mamma, questo è per te! (ma anche no)
Scusate sto scrivendo cose senza senso, fate finta di niente, e godetevi la storia.
Con tanto amore, 
Elisa.


Ultima cosa prima di andare!
Ho iniziato una nuova storia, ma non per questo trascurerò GML, però se andaste a darle un occhiata, mi farebbe davvero piacere :)


 
We Got Married.

C'è un nuovo programma che sta destando scalpore, "We Got Married" è il suo nome. Due celebrità vengono scelte per condividere una vita matrimoniale, virtuale, ma nessuna delle due conosce l'altra, almeno non fino al momento del primo incontro. Sarà veramente tutto come le persone lo vedono attraverso i loro televisori? O il dietro le quinte porterà delle sorprese? 
Il leader della band più famosa insieme all'attrice del momento, cosa succederà?
Quando la finzione diventa realtà.
   
 
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