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Autore: Mao_chan91    26/02/2007    2 recensioni
Vite si sfiorano, scontrano, intrecciano.
L'egoismo diventa chiave della sincerità; il passato qualcosa da allontanare.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Riza Hawkeye
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Rewrite


Capitolo quinto


Questa fan-fiction è un’AU, dunque ambientata in un universo alternativo, in questo caso semplicemente il mondo moderno. Niente alchimia od altro, dunque, ma determinate situazioni interpersonali sono le stesse,o almeno inizialmente.


Disclaimer: I personaggi qui presenti non appartengono a me, ma alla somma Hiromu Arakawa, autrice di FMA. Mi appartiene solo questa fan-fiction ed ogni singola frase, idea o concetto.

-


Bruciato ed intossicato dal fumo, Alphonse è riuscito a venir via dal mare rosso, annaspando e crollando senza respiro.

Se fossi stato lì.

Se fossi stato lì.

Ma non c’era, non c’era.

Fissa Riza, stretta nel capotto imbottito, borsa alla spalla, mortificata di essere con lui ove lei non dovrebbe stare.

"Grazie per avermi accompagnato." sussurra lui.

Mancano pochi giorni a Natale, ed Alphonse inizia a riprendersi.

Non è certo di poter tollerare la visione del suo viso distrutto ma vivo, eppure con una spalla cui reggersi sente di potervi riuscire.

Varca la soglia della stanza d’ospedale, ed una chioma bionda si scuote in un voltar di capo, iridi cerulee tese in inattesa gioia e turbamento.

Riza aggrotta appena un sopracciglio, ed osserva Ed arretrare piano.

"Abbiamo sbagliato stanza."

"Ed... "

Entrambe le donne sussultano, avendo parlato ugualmente, ma con toni diversi: l’una di rimprovero, l’altra affranta.

Si fissano un poco, squadrandosi.

Riza è più alta dell’altra ragazza, meno sottile, e quella è seduta e probabilmente appena diciottenne.

Gli occhi sono scavati d’un pianto feroce, ed entrambe sanno a chi è stato rivolto.

Anche Edward lo sa, ma non vorrebbe saperlo.

"E’ una tua amica, vero?" s’irrigidisce leggermente Riza, volandosi al di lui scostante sguardo, un poco chino in terra, un poco alle pareti.

"Ero impegnato con la sua bocca quando è...successo tutto. Sono uscito frettolosamente quando lei mi ha chiamato." sbotta, sottile e crudele, lui.

Lei, Winry, stringe gli occhi in un pianto represso.

"Stai dicendo che è colpa mia?"

"Io non sto dicendo niente, lo hai detto tu."

Lo sguardo placido e supplichevole d’ella è stuprato da ogni parola, mutato in ghiaccio violentemente.

"Tu mi detesti, Ed?"

"Io non voglio vederti. Solo questo."

Fissano entrambi il suolo, affranti, ed ella si riscuote vanamente.

"Se fosse questione di accettare questo, potrei aspettarti. Posso aspettare tutto il tempo necessario, perché io ti..."

"Non è questione di tempo. Io ti sto odiando, Winry. Ora ti odio davvero, e se non provassi questo distruggerei me stesso. E distruggerei anche te. Non voglio più vederti. Lascia che ti odi. Permettimi di vivere."

Lui la sta supplicando: Edward Elric è sull’orlo di una crisi di pianto, d’isterismo, e vorrebbe cadere ora, vicino al letto di Al.

Vorrebbe contorcersi e soffrire gridando, sfogando ogni sensazione ma non può, Dio, non può.

La ama.

La ama e la odia tantissimo, tantissimo.

Potrebbe strangolarla con le sue mani e con le stesse cingerla in abbraccio incredibilmente dolce.

Potrebbe morderle le labbra e rubarle il fiato, vederla morire tra le proprie braccia, ma può solo allontanarla.

Se fosse colpevole lui stesso, ed acquisisse questa consapevolezza senza scampo, più di quanto faccia ora, non sopravviverebbe.

Winry lo sa, ed anche lei lo ama.

Cammina sfiorandolo con la chioma bionda che più e più volte l’ha incantato, ma questa volta nessuno ha reazioni.

Lei sta piangendo, ma un flebile "Ti odio." che riesce a sussurrare è quanto lui riesca ad accettare come espiazione, ed è felice, come se fosse stato perdonato perché sta subendo, e tutto diventa concreto.

Ti voglio bene.

Ti amo tanto.

Ci sono tante di quelle cose che non può più permettersi di pensare...

Riza questo lo capisce, lo capisce bene.

Gli stringe il capo in seno sentendolo tremare, e si accasciano piano al suolo, mente gli accarezza la testa.

"Va tutto bene, va tutto bene. Sei stato perdonato."

Winry aveva tentato di sorridere, chiudendo la porta, squartando l’abrasione del suo cuore.

-
Quel che principalmente non era mai funzionato, nella mentalità fieramente vittimista di Edward Elric, era probabilmente il pesante dettaglio che così come si riteneva un povero essere che troppo aveva patito, riteneva anche di aver tolto al mondo quanto gli era stato sottratto a forza.

E lo aveva tolto a lei.

Le aveva tolto la speranza che la faceva aggrappare a quelle spalle robuste ma non salde, gli occhi assurdamente grandi sbarrati mentre si stringeva al suo collo e premeva le labbra tra di loro per non dovergli chiedere di non andarsene.

E lei ora è via, infelicemente via.

Probabilmente ha pianto, probabilmente piange, e di stupidaggini ne ha fatte tante nella vita, ma mai di questo peso, ed è tutto così salmastro e vuoto che non può davvero crederci, e vorrebbe piangere anche lui, ancora di più, ancora di più.

Sono una di quelle persone per cui esiste solo il proprio ego.

Io, io, schifosamente io.

Al giace ancora, la maschera di carne confusa riversa di lato, ancora affatto Al.

Affatto Al.

E Riza siede ora, composta e lo guarda, lo guarda fissare la porta come se vi fosse qualcosa di particolarmente stimolante nel legno a tinta unita.

Ogni base vuota è il mare bianco in cui può affogare sino ad inghiottire troppa acqua per tornare su, troppa.

Troppa acqua per tornare indietro, frenando le proprie mani e la propria voce.

"Vuoi che torniamo a casa?"

Lei è gentile e paziente, accavallando le gambe lo ha atteso placando le proprie ansie sulla sua schiena fasciata di rosso, giurandosi che sta bene e saprà confortarlo.

Ha placato un sentimento strano sorto alla vista della ragazza giovane e morbida che ha sconvolto lui, perplessità ed irrigidimento simili ad un pizzico d’ira, poi scioltasi in compassione per quella figura tormentata che scorge l’affetto della sua giovinezza scansarla a scuola, dimenticarla per proteggersi.

E’ tutto così equivalente che non possono comprendersi né sostenersi l’un l’altro.

Ma lei può essere forte per proteggere chi ha ferite più fresche e schiuse delle sue.

Lo fissa, lo fissa ancora e lui si volta, facendo ondeggiare la coda alta e sottile.

Non vede bene i suoi occhi, in verità.

Solo un paio di macchie auree e flagellate, che la fissano senza intensità, e si rialza fissando vagamente il minore degli Elric che ha fatto progressi ma ancora non parla e non vive.

Vorrebbe che almeno il maggiore riuscisse a farlo.

"Sì. Torniamo. "

-

Note: Ora che me lo fai notare hai ragione, soprattutto alcuni passaggi del quarto capitolo sono zeppi di “ella”; tenterò di perdere il vizio. Posso dirti da ora che non vi saranno scontri diretti tra Ed e Roy, per il semplice motivo che Riza stessa cercherà di evitarlo. E lei e Roy avranno un dialogo in cui lei lo spiazzerà a sufficienza da non lasciare altro da dire, ma certo, comparirà presto anche lui. Tempo uno o due capitoli, promesso è_é;. E spero sopporterai Winry, a me piace molto come personaggio, ma dopotutto in questa storia ha una parte un po’ misera ^^;, non credo la si possa odiare. In particolar modo, non so se segui anche il manga, ma dal mio punto di vista lì è un personaggio migliore che nell’anime. Frigna di meno e solo per il necessario, è realistica e ben realizzata. Poi sono gusti, suppongo.

  
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