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Autore: MorwenFuinur    13/08/2012    1 recensioni
Salve!!E' la prima storia che scrivo su questa fantastica saga(che si riferirà agli avvenimenti in Skyrim) e avverto i più appassionati che molte cose non saranno proprio come il videogioco,ma tenterò di rimanere il più fedele possibile. Avviso anche che intendo far riferimento a ciò che avviene durante la quest della confraternita oscura,per cui chi non l'avesse ancora finita o iniziata e non vuole rovinarsi la storia non legga.
Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ora non so quanti di voi stanno seguendo questa piccola sciocchezza che è la mia storia,ma se lo state facendo ho solo una cosa da dirvi...

SCUSATEMI PER L'IMMENSO RITARDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!11

Per problemi vari con i quali non voglio annoiarvi non sono riuscita a pubblicare ma ora mi rifarò promesso .

Detto questo ecco il capitolo ^^





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Come mi aspettavo trovare il Santuario non fu impresa facile.

Seguii voci,dicerie da locanda . Molte mi portarono in vicoli ciechi e mi deviarono dal mio obiettivo,altre erano troppo impastate dall’alcol per essere seguite.

Ma Sithis fu generoso con me.

Proprio quando stavo per cedere nelle fredde strade di Windhelm,la casa dello jarl Ulfric Manto della Tempesta,legittimo Re dei Re di Skyrim e vero figlio di Skyrim,come molti lo definivano.

Windhelm,città dove quasi tutti gli appartenenti al mio popolo,che si trovavano lontano da casa,sembravano ritrovarsi.

Il quartiere Grigio lo chiamavano,ma sto divagando.

Sentii una discussione tra una Dunmer e un bambino Nord. Un certo Aventus Arentino,stava eseguendo il Rituale Profano.

 

“Dolce Madre, dolce Madre,

invia a me il tuo Figliolo,

poiché i Peccati degli indegni devono essere Battezzati nel Sangue e nella Paura."

 

Quella cantilena fu per me un richiamo alla vita.

Il ragazzo aveva curato tutto nei minimi particolari. L’effige della vittima adorna di candele e cuore umano,ripetutamente trafitta con un pugnale d’argento strofinato con della bella donna.

L’odore della cera,mischiatosi con il profumo ferroso e dolciastro del sangue,rendevano l’aria stucchevole.

Egli mi scambiò per l’assassino che tanto disperatamente invocava. Provai a  spiegare che era tutto un malinteso,che volevo solo informazioni sulla setta. Dopotutto,se Arentino fosse riuscito ad evocare un emissario della Confraternita,avrei potuto prendere contatti e sottopormi alla prova d’inizziazione.

Ma il giovane non volle sentire ragione. Per lui IO ero l’Assassino.

Ancora oggi mi chiedo se non avesse ragione a definirmi tale,se Sithis mi avesse inviato li anche se non ero una sua eletta,non ufficialmente almeno.

 

Lo feci.

 

Accettai il suo contratto.

Dovevo recarmi nell’orfanotrofio del Rift,nel quale il piccolo Nord fu mandato dopo la morte dei suoi genitori.

Odiava la direttrice e mandò me a reclamare la sua vita,e come biasimarlo?

Gredol la Gentile la chiamavano,ma di gentile aveva solo il nome.

Tiranneggiava sugli orfani e la sua voce avrebbe irritato anche il più puro e devoto servo dei Nove.

Le rughe che le disegnavano il volto sembravano una maschera di ragnatele e il fiato le puzzava d’idromele e vino scadente.

Non fu difficile rimanere sola con lei.

Finsi di voler adottare uno degli orfani e la seguii nel suo ufficio,e mentre borbottava qualcosa sul figurarsi se cedeva uno dei ragazzini ad un muso grigio,le scivolai alle spalle mentre la mia lama fece lo stesso sulla sua gola.

Non ebbe neanche il tempo di accorgersene,non un fiato,non un lamento,che già giaceva riversa al suolo in una pozza di sague scuro e lucente.

Quel suono di carne lacerata m'infuse nuova energia,sicuramente Sithis avrà notato il mio operato.
Dopo tutto,era a Lui che pensavo quando uccidevo la vegliarda,a Lui aprivo la mia anima e gliela offrivo,mentre il sangue della mia preda si mescolava alla polvere delle assi di legno del pavimento e andava a sporcarmi gli stivali in cuoio ricamato.
Tornai dal giovane Arentino per comunicargli il mio successo,curioso come dalla morte altrui pefino le anime candide dei bambini ne trovino gioia.
Passai la notte alla locanda della città e mi svegliai prima che il sole bagnasse la terra.
Le ore del mio riposo furono assai tormentate,continuavo a domandarmi se la Confraternita mi avesse notata,se avessi ricevuto un qualche segno.
Dovevo proprio essere nelle grazie di Sithis dal momento che le mie preghiere furono esaudite.
Un messaggero mi raggiunse alle porte della città per consegnarmi una nota. Non seppe dirmi da parte di chi fosse,ma che il mittente era un individuo inquietante.
Quando lessi il messaggio compresi , quasi mi commossi per la contettezza.

Successo!


Sulla carta vi era una stampa di una mano insaguinata,il marchio della Confraternita Oscura, e sotto riportato in un'elegante calligrafia : Lo sappiamo.

  
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