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Autore: jurichan    13/08/2012    1 recensioni
Mi girai e vidi la piccola dobe in procinto di essere spiaccicata da un enorme vaso di ceramica appoggiato su un tavolo, di cui lei stava tirando la tovaglia. Corsi verso di lei così velocemente da evitare il tutto, finendo però a faccia a terra. Ma che diavolo stavo facendo? Mi stavo rendendo ridicolo, ecco cosa.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ho trovato questa fanfiction nemmeno mezz'ora fa. Era rimasta incompiuta e abbandonata all'interno di una delle mie cartelle e così, dato che non avevo nulla da fare, ho deciso di finirla. Non è niente di speciale, però mi andava di far vedere un lato tenero del nostro Sas'ke, cercando di non andare OOC! Spero di esserci riuscita, buona lettura

E va bene, dobe!

"Dai teme, ma che ti costa? E’ solo per un pomeriggio!"
Incrociai le braccia al petto abbassando lo sguardo.
"Non può rimanerci Hinata con la marmocchia?" dissi scocciato e speranzoso.
"Ovviamente no teme, altrimenti non sarei qui a chiederti di badare a Kushina!"rispose il biondo.
Che seccatura. Ora mi toccava pure fare il baby-sitter alla prole dell’Uzumaki. Me ne bastava già uno della specie, ora era arrivata anche la seconda. Bhe, forse se ero fortunato la bambina assomigliava più alla madre che al padre caratterialmente. Alzai gli occhi e trovai un Naruto che mi guardava con gli occhi da cerbiatto. Quanto è insopportabile.
"Va bene dobe, starò con la bambina oggi pomeriggio, ma sarà la prima e l’ultima volta che le bado!" dissi scocciato.
Ovviamente il dobe era molto contento e mi saltò addosso abbracciandomi. Dopo vari tentativi di staccarmelo di dosso finalmente ci riuscii e lui uscì di casa con il suo solito, irritante, sorriso a trentadue denti.  Così mi ritrovai solo con la figlia, che se ne stava a gattonare in giro per l’abitazione. La guardai da lontano per un po’, finche non trovò divertente mordere il braccio di un orsetto di peluche. A quel punto decisi di avvicinarmi per controllarla meglio. Sia mai che ingoi qualcosa. Mi sedetti accanto a lei ed al suo orsetto. Probabilmente ero stato favorito dalla sorte, la bambina sembrava tranquilla e sembrava non dovermi dare troppe scocciature. Lei continuava a mordicchiare il braccio di quello con i pochi denti da latte che si trovava quando, ad un certo punto, si girò verso di me e, dopo aver lasciato andare il suo amichetto, mi osservò con i suoi grandi occhi azzurri. Emanavano la stessa luce di quelli del padre. Ebbi un brutto presentimento … Le gote dell’ Uzumaki seconda cominciarono ad imporporarsi e lei iniziò a piangere, buttando giù quintali di lacrime. Andai nel panico.
"E adesso cosa ti è preso così all’improvviso? Su, su, non piangere avanti!"
Non avevo la benché minima idea di cosa avesse potuto provocare una simile catastrofe, ma sapevo che dovevo trovare subito un qualcosa per farla smettere, anche perché, il suo pianto così acuto, cominciava a nuocermi ai timpani. Cercai di coccolarla un po’ come avevo visto fare in qualche film, provai a darle da mangiare, a farle le facce buffe, ma niente, continuava con la sua lagna, che si faceva sempre più insistente. Improvvisamente, e senza che io abbia fatto nulla, interruppe il pianto. La guardai un po’ di sbieco, visto che mi aveva fatto disperare per niente, e lei ricambiò il mio sguardo con un suo sorriso. La cosa mi sembrava strana, e infatti poco dopo sentii una puzza.
"Oh, oh." dissi.
Lei scoppiò in una fragorosa risata, del tutto uguale a quella del padre, se non ancora più insopportabile. Non avevo mai cambiato il pannolino ad un bambino e non sapevo minimamente che cosa dovessi fare per farlo.  L’afferrai contro voglia e mi avviai verso il bagno. Non so ancora come, riuscii a pulirla e cambiarla senza troppi problemi, se non fosse che, appena mi girai un secondo per prendere il borotalco, per poco non cadeva dal fasciatoio, visto che aveva cominciato a rotolarsi di qua e di là. Alla faccia della somiglianza con Hinata, è uguale in tutto e per tutto a Naruto! L’afferrai velocemente evitando il peggio, la rimisi a sedere e le scoccai un occhiataccia, sperando di impaurirla e di farla smettere di farmi impazzire: se i miei figli saranno così, preferisco farlo estinguere il clan Uchiha, alla faccia della restaurazione!
Come unico risultato ottenni un pianto anche peggiore del precedente, implacabile, terribile. E allora la presi in braccio quella mora, e me la portai in cucina dove cercai di corromperla con un omogeneizzato alla frutta. Niente, continuava. Dannazione! Corsi in camera sua a cercare un qualche gioco per distrarla, lasciandola da sola in cucina. Tornai con un una sorta di campanello attaccato ad un bastoncino colorato e non la trovai più al suo posto. Stavo per impazzire. Mi girai e vidi la piccola dobe in procinto di essere spiaccicata da un enorme vaso di ceramica appoggiato su un tavolo, di cui lei stava tirando la tovaglia. Corsi verso di lei così velocemente da evitare il tutto, finendo però a faccia a terra. Ma che diavolo stavo facendo? Mi stavo rendendo ridicolo, ecco cosa.
Fu in preda alla disperazione più totale che afferrai il cellulare e chiamai Sakura in cerca di aiuto. Di certo non potevo chiamare Naruto, mai. Quante risate si sarebbe fatto quell’imbecille alla vista di Sasuke Uchiha, ex mukenin temutissimo in ogni paese, in difficoltà a badare ad una neonata?
Uno squillo, due, tre, quattro. Rispose dopo circa un minuto la mia noiosissima Sakura.
"Dove diavolo eri?! Ho bisogno di te accidenti!" dissi spazientito.
"Calmati Sas’ke, e non rivolgerti a me così che non ti ho fatto nulla! Di cos’hai bisogno?"
"La pargola Uzumaki mi sta facendo impazzire. Naruto mi ha chiesto di badarle ma…"
Qualcuno dall’altro capo del telefono scoppiò a ridere.
"Smettila di ridere Sakura e vieni ad aiutarmi maledizione!" mi stava facendo innervosire. E quella era la mia ragazza? Quando mai Sasuke, quando mai!
"Mi dispiace, Sas’ke, ma io sono di turno all’ospedale ora e non ho proprio tempo – disse continuando a ridacchiare – Ci vediamo a casa! "
"Sakura! Sak- " niente, aveva riattaccato. Che stronza. Appoggiai il telefono sul mobiletto a testa bassa; poi girai la testa e guardai torvo la marmocchia. Perché? Perché? Stetti in silenzio, rigirandomi. Poi sentii una risata.
"Che hai adesso Kushina?" le chiesi abbattuto senza nemmeno guardarla, rimanendo voltato. E lei continuava a ridere e ridere. Mpf. Le andai in contro e la esaminai negli occhi. Sembrava essere passato tutto. Mi sentii sollevato e… sereno. Improvvisamente la bambina non piangeva più e, anche se non capivo il perché, la cosa mi rendeva parecchio felice. La presi in braccio continuando ad analizzarla: se non fosse stato per i capelli corvini e il taglio degli occhi decisamente appartenenti agli Hyuga, sarebbe veramente una copia dell’Uzumaki. Anche quel sorriso, irritante e allo stesso tempo colmo di serenità, era lo stesso del dobe. A guardarla così, non era poi così temibile, Kushina. E forse anche tu, Sasuke, abbandonata la maschera di insensibilità devi esserle risultato meno temibile; dopo la telefonata a Sakura.
Non so se dire di essermi rammollito o cosa. Io sono Sasuke Uchiha, non un baby sitter, non un padre. Però… però mi ci vedevo bene nella parte. Io, Sakura e… una bambina. O forse no? Fatto sta che, con un sorriso che non era assolutamente il mio, strinsi a me la piccola mora, che se ne stava in silenzio anche lei a scrutarmi, e assaporai quel momento di tranquillità fino all’ultimo.
   
 
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