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Autore: bambola_e_bibola    13/08/2012    6 recensioni
Storia arrivata seconda al contest  ''Come nelle favole'' indetto da Volaterrae.Degie sul forum di EFP
Un ipotetico incontro tra un Edward chiuso e solitario ed una Bella incuriosita da quest'ultimo. Perchè Edward non parla con nessuno? Perchè si nasconde dietro un aspetto trasandato quando potrebbe avere ed essere tutto ciò che vuole? Queste sono le domande che si pone Bella. Se vi ho incuriositi leggete pure e lasciate un segno del vostro passaggio. Buona lettura.
NdA: La storia, essendo già conclusa, sarà aggiornata nel giro di due settimane, con un totale di tre capitoli.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Autore: bambola_e_bibola
Titolo: I PRINCIPI HANNO LE CARROZZE SCINTILLANTI
Numero di capitoli: 3
Lunghezza (numero di parole): 5181
Genere: generale, romantico
Avvertimenti: OCC, AU
Rating: verde
NdA: Spero di aver capito bene cosa si intende per NdA, non ho mai partecipato ad uno di questi contest quindi non so come fare.
Allora la bicicletta era il mio oggetto ed è stata scelta come mezzo di trasporto di Bella. La storia che mi era capitata invece era “Il principe ranocchio” e cercando un po’ su internet mi sono lasciata ispirare da un’immagine:




Che ho cercato su google inizialmente per mera curiosità ma che mi ha aiutato per una parte della storia. La favola fa da margine e da contorno alla storia che ho scritto unendone tratti reali ad altri in cui ho scelto di cambiare qualcosa. Spero di essere riuscita nel mio intento di far apparire Edward come quel principe ranocchio che volevo apparisse. Buona lettura!



1

Il sole picchia forte sulla testa ma io sono costretta a continuare a pedalare, un altro paio di isolati e sono arrivata. Maledetto il giorno in cui ho scelto di vendere quel catorcio del Pick-up per una bicicletta, perché consuma di meno e perché è più salutare, maledizione!
Eccomi qui Isabella Swan, sudata dalla testa ai piedi mentre arranco tra le strade di una New York completamente sopraffatta dall’afa settembrina. In questa città non esistono le vie di mezzo, o muori di caldo o di freddo, non hai molta scelta.
Mi ricordo che da piccola guardavo fuori dalla finestra della mia stanzetta di Forks, un paesino di tremila anime in cui ancora oggi vivono i miei, e sognavo la Grande Mela come solo un bambino la può sognare. I colori, le luci, quella vita sempre in movimento, tutti quegli strani avvenimenti che si vedevano nei film.
Da bambina li guardavo e pensavo come mai tutti gli alieni e tutte le catastrofi di questo mondo dovessero proprio arrivare in questa città, ora che sono qui da ormai due anni mi rendo conto che a parte la velocità della vita e la sua caoticità è una città come le altre, stupenda ovvio, ma eccessivamente sopravvalutata.
Sono finalmente arrivata nella quarantaquattresima strada, più precisamente davanti all’Actors Studio ovvero uno dei più importanti laboratori per plasmare i giovani attori del domani. Da questo posto sono usciti nomi famosissimi come Marlon Brando, Billy Crystal, Robert De Niro, Julia Roberts e Meryl Streep.
Ed ora, qui davanti a quello che sembra un piccolo edificio rosso ci sono io qui per coronare il mio sogno di attrice.
È un anno che frequento questo laboratorio ed i risultati si vedono. Oggi sono qui, con questo caldo, ben due mesi prima dell’inizio degli effettivi corsi, perché con la mia classe parteciperemo a quello che sarà, mal definendolo, un saggio di fine anno.
In altre parole faremo una rappresentazione teatrale di un’opera dei fratelli Grimm anche se ancora non sappiamo quale.
Entro tranquillamente nella scuola quasi deserta e sento solo il rumore delle parole soffocate dei miei colleghi di corso.
Mi ritrovo dentro quello che è a tutti gli effetti un teatro, seppur piccolo, dove solitamente teniamo le lezioni sul palco.
Faccio un saluto generale e mi avvicino alle mie amiche Alice e Rosalie. Sono entrambe molto belle: Alice è minuta ed aggraziata con dei corti capelli neri e gli occhi più azzurri ed allegri che si possano vedere; Rosalie, invece, è alta, snella, con i capelli di un biondo cenere naturale e gli occhi nocciola grandi e luminosi. Siamo legate moltissimo anche se ci conosciamo solo da un anno. Rosalie è del Tennessee e Alice, invece, viene dall’Alaska.
Cominciamo a chiacchierare del più e del meno ed intanto mi guardo un po’ intorno tra i miei compagni. Vedo Tanya che civetta come sempre con Tyler e lui che non riesce a toglierle gli occhi di dosso, Angela che scherza con Ben e Jessica, Mike che dorme su un sedile della sala e poi più in là seduto su un’altra poltroncina c’è Edward.
Mi ha sempre incuriosito quel ragazzo, è molto chiuso, sta sempre sulle sue, ed anche in questo momento, seduto lì tutto solo a leggere il suo libro come se il mondo in torno a lui neanche esistesse. È molto alto, il classico spilungone, sembra abbastanza magro e se non lo è lo mitiga con un abbigliamento largo e poco curato, i capelli sono di un colore insolito, rosso tendente al ramato, gli occhi non li ho mai visti perché li nasconde sotto degli occhiali dalla spessa montatura, non proprio a fondo di bottiglia ma quasi. Nessuno qui sa molto di lui, solo che è un Cullen e che quindi i soldi non gli mancano visto che il padre è il primario del Metropolitan Hospital Center, arriva infatti tutti i giorni su una scintillante Volvo metallizzata ultimo modello, a quanto dice Rose. Oggettivamente sembra un ragazzo molto nella norma ma che si cura poco.
Sentendosi osservato si volta verso di me e mi fissa negli occhi, io rimango paralizzata per essere stata colta sul fatto mentre lo analizzavo nei dettagli. Non distoglie lo sguardo, cosa che, invece, faccio io, troppo imbarazzata per continuare questo gioco di sguardi di cui sarei comunque stata io la perdente.
Torno a rivolgere la mia attenzione a Rose che mi parlava di come Emmett e Jasper, rispettivamente il suo ragazzo e suo fratello,  siano finalmente riusciti ad intraprendere una conversazione civile senza scannarsi, infatti per quanto Rose ami l’uno e l’altro loro si odiano platealmente da non so quanto tempo ormai.
Continuo a sentire gli occhi di Cullen su di me ma faccio finta di nulla, so che sono i suoi perché proprio come poco fa mi sta facendo sentire nuda davanti a lui come se non riuscissi a nascondergli nulla il che è un danno non solo come attrice ma anche come persona visto che lui è a tutti gli effetti uno sconosciuto.
Passano altri dieci minuti e finalmente la Prof. Volturi fa il suo ingresso direttamente dal palco.

-Signori scusatemi il ritardo ma stavo finendo di scegliere le parti per lo spettacolo. Avanti sedetevi tutti, e svegliate Newton o finirà per avere il compito di porta panini!

Mike si riscuote e noi ridiamo alle sue spalle mentre, ancora assonnato, si risistema seduto al suo posto. Tutti ci sediamo e la Prof continua il suo discorso.

-Allora, come vi avevo accennato, metteremo in scena una delle favole dei fratelli Grimm, tra le tante ne ho scelto una classica ma che viene poco considerata, ovvero “Il principe Ranocchio”. Ho già scelto le parti quindi quando vi chiamerò vi prego di alzarvi in piedi e di venire qui sul palco.

La settimana prima ci eravamo dovuti tutti incontrare a turni con Renata, la Prof, per una specie di audizioni. Simpatica la scelta della favola anche se i personaggi sono pochissimi e quindi anche le parti.

-Allora- continua Renata- Alice Whitlock e Isabella Swan sul palco, sarete le due sorelle della principessa.

Io ed Alice contente ci alziamo e raggiungiamo la prof che continua a fare nomi.

-Rosalie Hale sarai la principessa, James nomadi tu sarai il padre della principessa e Ben tu sarai il servo del principe, Enrico.

Tutti a questo punto aspettavamo con ansia il nome del protagonista.

-Ed infine ed ovviamente non per importanza, il protagonista è …

Renata è fantastica, ha un unico problema, ama il patos e la melodrammaticità.

-È … Edward Cullen!

Tutti rimaniamo a bocca aperta, anche il diretto interessato, che per la prima volta usa la voce per parlare.

-Sta scherzando vero?- il suo viso è trasfigurato da una smorfia di incredulità.

-Certo che no Edward sali sul palco con gli altri, da domani cominciano le prove- poi rivolta a tutti gli altri- quelli che siete rimasti vi dividerete tra comparse, scenografia, luci, costumi e aiuto staff, siete tanti e la storia è povera di protagonisti, sarà per la prossima volta ma intanto imparerete che un attore non lavora solo sul palco ma anche fuori. Le prove inizieranno domani, buon ritorno a casa e mi raccomando, alle otto in punto tutti qui o rimarrete fuori.

E lascia il palco trionfalmente, come solo una diva sa fare, dall’uscita di destra.
Dopo qualche minuto di silenzio ci sciogliamo e cominciamo ad andarcene. Quando ormai la sala è quasi vuota esco anch’io e mi rendo conto che fuori ha cominciato a piovigginare. Ecco, questi sono i danni che lo smog causa a questa città!
Mi avvicino alla mia bicicletta pensando a quanto mi bagnerò nel tragitto fino a casa.
Arrivata lì davanti, noto la figura di Edward Cullen con lo sguardo basso, gli passo di fianco ma lui mi ferma dicendo:

-Perché mi guardavi oggi?- ecco questo non me lo sarei mai aspettato!

-Ero persa nei miei pensieri e mi ero incantata- brava Bella, usa le tue doti di attrice al meglio…

-Allora perché? E sì sincera questa volta per favore …- beccata!

-Stavo riflettendo su di te, sul fatto che ci conosciamo da un anno ma che di te conosco solo il nome- waw e da dove arriva tutta quest’intraprendenza?

-Grazie per la sincerità- guarda il cielo con sguardo circospetto e mi dice- vuoi un passaggio?

-Grazie, sei molto gentile, ma non posso lasciare la bici qui.- cerco la scusa più banale del mondo, lui mi sorride, come se avesse capito le mie intenzioni, e prende la bici in spalla cominciando a camminare verso la sua auto, rimasta la sola nel viottolo. Dico un ‘grazie’ quasi stentato e lui mi sorride di nuovo. Mi chiedo a cosa devo tutte queste attenzioni, proprio oggi e proprio rivolte a me che come tutti gli altri qui non sono mai stata calcolata.
La cosa potrebbe essere interessante.
Apre il cofano, mette la bici e viene ad aprirmi la portiera del passeggero. Galante…
Pochi secondi dopo è seduto di fianco a me, al posto guida, e comincia ad immettersi per le strade della città.
Stiamo in silenzio, il disagio è palpabile nell’abitacolo.
Lui rompe il silenzio chiedendomi la via di casa che subito gli dico e lui gira ad un incrocio.
Di nuovo in silenzio mi sento in obbligo ad aprire anche una minima conversazione.

-Em … congratulazioni per la parte! Protagonista, è un bellissimo ruolo!

-Grazie, non so se sono d’accordo con te.

-Perché?- Non riesco a frenare la mia curiosità. Lui continua a guardare avanti e con un sorrisetto ironico mi risponde:

-Perché? Forse perché per il novanta percento dello spettacolo sono un orrendo ranocchio che vive in un lago, che viene maltrattato da una principessa egoista e piena di sé, che viene scagliato contro un muro e che alla fine tutto contento dice che si deve sposare con la suddetta principessa. Non amo la versione dei fratelli Grimm per questo … almeno nelle altre versioni il ranocchio torna principe con un bacio, non con una botta in testa!- e ride, io lo seguo più timidamente, chissà perché non mi è mai capitato di parlarci.

-Sai che hai ragione? Chissà perché viene trattato così!

-La cosa più brutta sai qual è?

-Quale?- chiedo curiosa.

-L’unico che sembra amare davvero il principe è il suo servo Enrico!

- Hai ragione!- rido di gusto.

- E tu invece sarai una delle sorelle…

- Sì, non che abbia molto da dire in realtà, ma è pur sempre un inizio.

Ritorniamo poi in silenzio, ma più rilassato, finché non arriviamo sotto casa mia.
Mi volto verso di lui e lo trovo rivolto con gli occhi verso l’alto per guardare i balconcini del mio palazzo.

- Edward?- mi guarda - Ti ringrazio tanto per il passaggio, sei stato molto gentile, mi apriresti il cofano per favore, così prendo la bici?

- Certo. Aspetta.

Scende ed in pochi minuti lui è zuppo e la mia bici è sotto il portico dell’entrata.
Viene ad aprirmi la portiera e mi aiuta ad uscire, mi accompagna davanti alla porta ed io non posso fare a meno di pensare a quanto questo ragazzo sia gentile.

- È stato un piacere Bella. A domani.

Mentre sta per andarsene non posso fare a meno di chiedergli:

- Edward!- si ferma e mi ascolta- perché mi hai parlato?

- Perché sei stata l’unica a guardare oltre - mi guarda negli occhi e per la prima volta noto che sono di un vede smeraldo intenso e luminoso - A domani Bella.

- A domani Edward.

Corre verso la sua auto lasciandomi sorpresa, confusa e piena di curiosità su questo ragazzo come non lo ero da troppo tempo.

______

La storia è formata da 3 capitoli, l'aggiornerò nell'arco di un paio di settimane.
Se vi va fatemi sapere com'è con un recensione.

Questo è stato il giudizio finale:

Grammatica: 14/15
Lessico e stile: 11/15
Utilizzo dell’oggetto 10/10
Gradimento personale 10/10
Originalità e trama 15/15
Per un totale di: 60/ 65
Comincio col complimentarmi per la scelta del titolo, azzeccata e sopratutto raffinata, oserei dire. Mi piace molto.
Tranquilla, hai intenso perfettamente cosa fosse NdA (note dell'Autore), anche l'immagine da cui ti sei lasciata ispirare è davvero simpatica. Allora, analizziamo prima tutto separatamente, per capitoli, e poi il tuo lavoro nella sua totalità.
Ho notato qualche errore di punteggiatura e battitura (capitolo 1), però tutto sommato, mi è davvero piaciuto. L'idea di farli recitare uno spettacolo è stata davvero molto carina e fantasiosa, non me l'aspettavo affatto, è stata una piacevole sorpresa, mi hai fatto sorridere.
Appena ho cominciato a leggere (capitolo 2) è salto fuori un punto non molto chiaro, forse un errore di sintassi, forse no ("Sono in ritardo, ma la sveglia, come di consueto, non ha suonato", non mi è chiaro il "ma", che sostituirei con "perché"). Ci sono anche qui alcuni errori di punteggiatura, ma nel complesso, mi piace l'evolversi della storia e la "metamorfosi" di Edward, così come l'intuizione di Bella. Ha ragione, Edward è un po' come il principe ranocchio.
E passiamo al capitolo 3! Vogliamo parlare di Mike che dorme sempre? Mio Dio, mi hai fatto morire descrivendo Mike, ridevo da sola.
Il terzo capitolo mi è piaciuto più del lecito, con un finale strepitoso, degno d'una favola. Della più romantica delle favole. Nel complesso, ti devo davvero fare i complimenti, perchè hai creato una storia meravigliosa, che mi ha fatto ridere e sorridere, ma anche riflettere. Non hai lasciato nulla al caso, te la sei studiata bene! La grammatica è buona, e alla fine, l'unica pecca sono gli errori di punteggiatura, anche se molto pochi. Sono riuscita a far intendere quanto mi sia piaciuta?
Davvero tanto, troppo! Ottimo lavoro ;)
__

A presto ^^

bambola_e_bibola

   
 
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