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Autore: MrsBlack4    13/08/2012    3 recensioni
Sirius Black temeva la solitudine più di ogni altra cosa, non faceva per lui.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sirius Black il bello, il ribelle, l’indomabile.

Certe volte Sirius non si sentiva così perfetto, così invincibile. Si sentiva fuori posto, solo e sbagliato terribilmente sbagliato. Spesso si chiedeva perché nella sua vita fosse tutto così fottutamente sbagliato.

La sua famiglia aveva una mentalità perversa e sbagliata ma per loro era lui a sbagliare. Quindi “sbagliato” era un concetto relativo. Curioso, come lui fosse comunque legato a quest’aggettivo. Se non era lui a sbagliare, discendeva però da una famiglia che di sbagli ne aveva commessi tanti.

Genitori deludenti? I suoi avevano il primato. Nessuna sorpresa, i Black dovevano essere sempre i primi, nel bene o nel male.

C’era però una persona che lo faceva sentire dannatamente giusto, in pace con il mondo, anzi al centro del mondo. Era lui a tirarlo fuori da quella sua malinconia che a volte lo coglieva all’improvviso.

“Sirius smettila di fare il Black e vieni qui” oppure “Vuoi piantarla con quella maledetta aria da Black?”

Alle ragazze piaceva, lo definivano per questo bello e dannato. 

Quando ancora tornava a casa per le vacanze, passava le sue giornate in questo modo: dannandosi per risolvere dilemmi morali e per trovare un senso alla sua vita. Visto che la sua vita, aveva un senso, solo quando aveva James al suo fianco.

La solitudine li faceva male, pensava troppo e pensare era strettamente collegato a soffrire. Potrà sembrare una cosa stupida, forse superficiale, ma Sirius non voleva soffrire. Immagino che nessuno voglia farlo, ma se vi dicessi che Sirius soffriva per il solo fatto di soffrire, suonerebbe come qualcosa di insensato o smuoverebbe qualcosa di familiare all’altezza dello stomaco come succede a me?

Quando si nasce per essere liberi, si agogna la libertà, ci si nutre di libertà e si assapora ogni singolo momento che più si avvicina ad essa, tutto perde il senso che dovrebbe avere e acquisisce quello che gli diamo noi. Un senso indubbiamente sbagliato ma personale e sentito, oserei dire morboso, viscerale.

La prospettiva di chi ha un pensiero libero è profondamente vasta e complicata,impossibile da spiegare o anche solo da percepire. Ci si sente incompresi, è vero, ma la libertà è solitudine e un pensiero anche trovandosi in una moltitudine di altri pensieri, sarà sempre unico e solo.

Sirius Black temeva la solitudine più di ogni altra cosa, non faceva per lui. Stava in mezzo alla folla ma non si accorgeva di brillare anche stando tra mille persone, unico ma non per questo solo. A differenza di ciò che pensava lui, non era la folla a proteggerlo dalla solitudine, ma colui con cui stava gomito a gomito quotidianamente: suo fratello. Lui era la sua cura, tirava fuori il suo meglio, faceva emergere il vero Sirius. Quello allegro, carismatico, casinista, festaiolo e ovviamente malandrino.  Lo faceva sentire meno Black , o meglio, lo rendeva unico tra i Black.

 

Angolo autrice: Una delle cose che più mi piacciono è provare a pensare come avrebbe potuto fare Sirius Black ed è ancora più bello quando i miei pensieri riescono a trovare un punto di contatto con i suoi. Mi auguro di essere riuscita ad immedesimarmi nel modo giusto.
A presto,
Mrs Black

  
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