Ti voglio tanto bene.

No.

Non ci credeva.

Era semplicemente assurdo, non poteva essere! Aveva gli occhi nocciola spalancati dallo stupore, credeva di sognare. La vista le ballava, e l'enorme scritta in prima pagina del giornale le riempiva gli occhi e la mente di incredulità.

"Uccisi Portoguese D. Ace e Edward Newgate”

Così recitava la scritta. Nero su bianco.
All'improvviso, ebbe la certezza di non stare sognando. Sputò la sigaretta per terra, mentre gli occhi iniziavano a pizzicarle pericolosamente. Rientrò in casa, ignorando gli altri suoi compagni che la fissavano, in silenzio, e tristi. Nel silenzio della stanza si levò forte il rumore di più singhiozzi, alcuni banditi piangevano.
Dadan gli ignorò e continuò imperterrita il suo cammino verso la dispensa. Attraversò il corridoio ed entrò nella stanza stipata di viveri, ma lei cercava ben altro.

Sakè. Alcolici. Ecco cosa cercava Dadan.

Appena li trovò, si avviò verso la sua stanza, e ci si rinchiuse dentro. Si sedette per terra, e mentre beveva la prima bottiglia di sakè, si lesse tutto il giornale.
Il nome di Ace spiccava ovunque.
“..Ucciso... Akainu...”
"..Il figlio del Re dei Pirati...”
“...Scomparso Cappello Di Paglia... Trafalgar Law...”

Mentre leggeva, Dadan piangeva. Sì, grosse lacrime le rigavano il duro volto.
MAI, mai aveva preso in considerazione che potessero morire. Era stata una stupida!
Ace... gli voleva bene. Molto bene, insieme a Rufy. Non lo aveva mai fatto vedere esplicitamente, recitando sempre il ruolo della “Rompipalle”, ma non poteva dire di non essersi mai considerata, di tanto in tanto, una buona madre adottiva.
Non avrebbe MAI più avuto l'occasione di dirgli che gli voleva bene e che era fiera di lui.
Non l'avrebbe MAI più rivisto.
Ace, sempre con quel suo sorriso allegro in volto, ma che in fondo celava una nota di tormento. Le sue adorabili lentiggini, i suoi capelli neri. Le sue bravate.

Quella parola le pesava come un macigno. MAI.

Mai era tanto, troppo tempo! Sentiva un dolore dentro di sé, indescrivibile.
Sarebbe dovuta morire lei, per prima, e di vecchiaia! Non Ace! Lui non doveva morire, ucciso, per di più!
E quello stronzo di Garp? Non aveva mosso un dito! Lui, la Marina al posto della famiglia!
E anche il povero Rufy... Avrebbe voluto essere lì, con lui, per consolarlo!

Dadan continua a piangere, singhiozzando.

“Ace... com'è potuto accadere? Ace...Ace...”

Rilesse il titolo del giornale. Altra pugnalata al cuore. E ancora, e ancora, mentre rileggeva il giornale.
Alla fine, una foto. Occupava tutta la pagina, e ritraeva Ace.
Ritraeva il suo volto. Il suo adorabile volto, storpiato da tutti i lividi e i tagli che aveva subito.
L'unica nota stonata in quel triste contesto, era l'espressione.
Dadan si avvicinò meglio per osservare l'immagine, con gli occhi annebbiati dall'alcol.

Sorrideva. Ace sorrideva. Un sorriso tranquillo, felice. L'espressione più rilassata che Dadan gli avesse mai visto.
Un piccolo sorriso le increspò le labbra.

“E così alla fine hai trovato la risposta che cercavi, Ace.”

                                                                                       *********

Alla fine ci sono andata su quella piccola isola. Sul serio. Sono andata a trovare Ace, la sua tomba.
La lapide bianchissima, tanti fiori, il suo buffo cappello arancione...

Mi inginocchiai davanti alla lapide. Sorrisi.

-Ace, so che mi stai ascoltando. Ascoltami con attenzione.

                                                                        Ti voglio tanto bene.-