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Autore: allison742    13/08/2012    10 recensioni
Avete mai visto una ff interattiva?
Ecco, questo è la prima!!
Entrate, leggete, e sarete voi a decidere come andrà a finire!!
-ambientata dopo il risveglio, "Always"-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Non dimenticare mai che ti amo, qualunque cosa accada.
 
«Agente Jordan?»
«Dica detective.»
«La vede quell’auto nera laggiù, vicino al marciapiede?»
«Sì…»
«Ecco, faccia un controllo sulla targa.»
«Agli ordini!» obbedì la giovane agente allontanandosi da Ryan.
C’era ancora qualcosa che non quadrava… molto probabilmente non era nulla di cui preoccuparsi, ma in fondo non aveva niente di meglio da fare…
Passarono circa venti minuti, e dell’agente non si vide neanche l’ombra.
Vuoi vedere che si è dimenticata?
Pensò mentre tornava a controllare se l’auto era ancora davanti al distretto.
Infatti era immobile, nello stesso punto in cui era mezz’ora fa.
Ok, basta… adesso scendo io e vado a controllare di persona.
E, convinto della sua scelta, si diresse verso l’ascensore; non prima di essere passato per l’ufficio della Gates, che era a casa per malattia.
Doveva prendere una cosa.
Scese i piani uno dopo l’altro, e il tempo sembrava non scorrere mai.
Arrivò finalmente al piano terra.
Salutò il ragazzo del centralino e uscì dalla porta.
Da qui in poi sarà questione di attimi.
Prima magari sarete con il fiato sospeso, poi probabilmente vi verrà l’istinto di intervenire nella scena, e infine, forse, verserete qualche lacrima: non venitemi a dire che non siete stati avvertiti.
 
Arrivarono in fretta la distretto.
«E adesso?» chiese Castle.
«Adesso entriamo, io avviso il centralino dell’urgenza e tu vai da Lanie, che chiamerà un ambulanza.»
«No, sto bene. Non ti lascio sola.»
«Non discutere! Un proiettile ti ha attraversato la gamba, fai fatica a camminare. Tu vai in infermeria!»
«E tu?»
«Te l’ho già detto.»
«Lo so, ma io non voglio lasciarti fare tutto da sola… non adesso che qualcuno sta cercando di ucciderti; di ucciderci!»
Lei capì perfettamente cosa intendeva.
Era quello che provava tutti i giorni nei suoi confronti.
Gli prese le mani e piantò gli occhi nei suoi.
«Ascoltami Rick, io me la caverò, come sempre. Mi farò aiutare da una squadra. Sopravviveremo. Entrambi.»
Lui indugiò un attimo, poi annuì.
In fondo al cuore sapeva che quella era la scelta migliore.
«Ok, d’accordo.» Poi le posò un bacio sulla fronte. «Solo una cosa.»
«Cosa?»
«Non dimenticare mai che ti amo, qualunque cosa accada.»
«Non lo farò.» E sorrise.
«Dobbiamo dividerci, ce la fai a camminare da solo fino alla porta dell’obitorio?»
«Penso di sì.»
«Ok, allora andia…»
Si interrupe di colpo.
Il suo sguardo venne attratto improvvisamente dall’entrata dell’edificio.
Questo non era nei piani.
Pensò.
Realizzò il pericolo in pochi secondi.
La macchina nera parcheggiata vicino al marciapiede.
Ryan che usciva dal distretto.
La sua bocca si azionò ancora prima della sua mente.
«RYAN!»
Ma non fu abbastanza veloce.
Un secondo prima che l’urlo arrivasse alle orecchie del detective, il finestrino dell’auto si abbassò; spuntò la canna di una pistola.
Sparò un colpo.
Uno solo.
Questo prese il petto di Ryan, che cadde a terra, immobile.
Il finestrino si richiuse e l’auto sfrecciò via.
 
Ryan sentì chiamarsi da una voce familiare.
Si voltò per individuare da dove venisse.
Nello stesso istante sentì uno sparo, seguito da un dolore lancinante al petto. Nel cuore.
Non riusciva a reggersi in piedi.
Le gambe cedettero, cadde a terra.
L’ultima cosa che sentì fu il rumore di pneumatici che sgommavano e la voce di Kate che urlava disperata il suo nome.
 
«NO! RYAN! NO!»
Fece per correre verso il corpo del suo amico, ma una presa sul braccio la bloccò.
«Lasciami Rick, lasciami!»
«Ferma, potrebbero essercene altri. Ci vogliono morti Kate, non possiamo esporci!»
«No! Ryan… dobbiamo soccorrerlo…»
«Kate! Kate, ascoltami…» cercò di parlare mente lei si dimenava. «Kate, ferma. Colpiranno anche noi!»
«RICK! È colpa mia! È solo colpa mia!»
«No, smettila… non avevi scelta…»
«Lasciami, ti prego…. Devo andare…» ormai la sua voce era un sussurro, rotta da un pianto disperato.
«Kate…» continuava a chiamarla.
«Magari se corriamo possiamo salvarlo… può rimanere in vita…»
«Kate… Kate… Kevin se n’è andato…» disse con dolcezza, mentre la stringeva a se.
Stava soffrendo tantissimo, ma doveva essere forte. Per lei.
«No…no…» continuava a sussurrare lei.
«Dobbiamo andarcene da qui… siamo molto a rischio. Potrebbero davvero ucciderci…»
«E cosa facciamo con Ryan?» chiese tra i singhiozzi strozzati nel suo petto.
«Stanno uscendo altri poliziotti, avranno chiamato l’ambulanza. Noi dobbiamo andare…»
Lei si fece stringere ancora per un po’, poi si aiutarono a vicenda a camminare e girarono le spalle a quella che era stata la loro vita per anni.
A tutto ciò che era stata la loro famiglia, il posto in cui si sentivano a casa.
Non sarebbero più tornati in quel distretto.
Dovevano andarsene, forse per sempre.
O per lo meno finchè chi li voleva morti non veniva neutralizzato.
Tra lacrime, singhiozzi e cuori spezzati lasciarono la città di New York.
 
Tre giorni dopo…
 
Con l’aiuto di Esposito che li procurò delle false identità riuscirono ad andarsene.
La Gates valutò la gravità della situazione e decise che dovevano andarsene il prima possibile.
Non li permise neanche di rimanere fino al funerale.
Riuscirono a far trasferire i conti di Castle in un altro fondo, in modo che potessero ricostruirsi una vita.
Prima di partire per l’aeroporto salutarono tra le lacrime Alexis e Martha.
Probabilmente non le avrebbero riviste ne sentite per un bel po’ di tempo.
Poi fu il turno di Esposito.
«Metti un fiore sulla tomba anche per me.» lo pregò Kate mentre si abbracciavano.
«Fosse l’ultima cosa che faccio.» Rispose stringendola forte a se. «Indagheremo, scaveremo finchè non troveremo il responsabile di tutto questo. A quel punto voi tornerete e tutto tornerà come prima. O quasi. Ve lo prometto.» Disse con determinazione e con un accenno di lacrime agli occhi.
Annuirono.
Era un segreto, solo queste poche persone sapevano che avrebbero preso altre identità.
Per il resto del mondo erano morti, in un incidente.
Ora si trovavano all’aeroporto, con due passaporti di persone e con due valigie.
Era l’inizio di una nuova vita.
Si presero per mano e si diressero verso l’entrata dell’aereo.
Insieme.
«Sei pronta?»
«Come sempre.»
«Ce la faremo, vedrai.»
Lei strinse più forte la sua mano.
Sì, ce l’avrebbero fatta.
E sarebbero tornati.
Perché alla fine, per quanto ne dica Kate, tutto ciò che accade è segnato dal destino.
E il destino è dalla parte dei buoni.
Sempre.
 
 
 
               - Fine prima parte -
 
 
 
 
 
 
 
 

"Ho sempre sentito dire che ogni fine è anche un inizio,
solo che in quel momento non lo sappiamo.
Mi piacerebbe pensare che è vero." 
[Emily Prentiss]

 
 
 
 
 





DOMANDA: Vi è piaciuta l’idea di questa ff? La continuazione la preferite interattiva o normale?
 

 
 
 






ANGOLO DI ALLISON
Ciao ragazze!
Eccovi qui l’ultimo capitolo della prima parte.
Infatti vi avrò lasciato con molti dubbi sull’identità della persona che vuole morti Rick e Kate.
Si risolverà tutto nella continuazione!
Vi chiederete perché l’ho fermata qui… ecco, perché sto scrivendo una ff, che però voglio completare prima di pubblicare, e non riesco a fare tutto insieme.
Se siete arrabbiate con me per Ryan ricordate, l’avete scelto voi!  ;)
Ringrazio tutte le ragazze che hanno letto questa storia… spero di vedervi anche nel seguito!
Ah, e mi scuso se nel capitolo precedente c’erano alcuni errori… probabilmente l’ho scritto un po’ di fretta.
Invece mi sono accorta adesso che il titolo non c'entra proprio niente con la storia... va beh dai, non potevo sapere cosa succedeva perchè l'avete scelto voi, dunque un titolo a caso direi che va benissimo! Ahaha ;)
Quanto ho scritto?!
Niente, vi lascio.
Alla prossima!
Un bacio enorme, Allison ♥
   
 
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