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Autore: imborntodie    14/08/2012    4 recensioni
Dovevo scriverlo, ne sentivo il bisogno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggera come il vento.



Ore 1.54.
Sono sul balcone, vedo le case ma non riesco a trovare luci accese, soltanto una giallastra, semicoperta dalle persiane calate.
Sento le macchine sfrecciare nella via principale vicino a casa, chissà dove stanno andando. Il cielo è scuro, ma non ci sono nuvole. Riesco a vedere tre stelle principali, ma aguzzando la vista e concentrandomi ne appaiono a decine vicino a queste, non c’è la luna, non riesco a vederla.
Giurerei che il cane dei vicini abbia abbaiato, ma forse è solo la mia mente troppo stanca o le mie orecchie troppo stupide. Passa un'ambulanza
Sento la ringhiera di ferro tinto di un giallo smorto sotto le mie mani è freddo e bitorzoluto, quella sensazione strana mi invade tutto il corpo.
Le mie braccia tremano e il mio gomito batte contro il vetro della finestra. Il vento mi accarezza le mani e fa sventolare la canottiera larga che ho addosso.
Sembrerebbe una scena da film, manca solo un bel ragazzo che sia pazzo di me, cosa impossibile.
Da qualche giorno faccio pensieri strani, cerco di capire qual è il significato della vita. Non sono ancora riuscita a trovarlo, continuerò a cercarlo, spero di poter continuare.
E se invece questa fosse la fine?
Se in un attimo, da zero a cento, non esistessi più. Il respiro si bloccasse, le gambe cedessero, il sangue smettesse di circolare e il cuore di battere. Cosa cambierebbe? Nessuno si accorgerebbe della minima assenza di una ragazzina che vive in una città sconosciuta al mondo. Nessuno fuori da quelle quattro mura sa chi sono. Tutti hanno una vita, se ci fermiamo a riflettere è assurdo che la curiosità, insita in ognuno di noi, non potrà mai essere soddisfatta a pieno. Non conosceremo mai ogni minimo particolare delle persone che ci passano accanto, anche quello più insignificante.
Chissà perché quel bambino piangeva.
Cos’aveva fatto quella signora al piede.
Perché quel signore correva.
Così nessuno avrebbe mai appreso cosa passasse per la mia testa, tutti i sentimenti contrastanti che avevo dentro, i sogni, le speranze, le delusioni e le esperienze, quelle cose che nascondo anche a me stessa. Semplicemente sarei finita, come ero comparsa quindici anni, sette mesi e due giorni fa sarei sparita, risucchiata chissà come e catapultata da qualche parte nell’universo invisibile al mondo, sola.
Forse, se esisteva un Karma, sarei rimasta per sempre a vagare nel Mondo alla ricerca di quello che non avevo potuto ottenere in vita e , se avessi potuto decidere dove e con chi stare, sarei stata con lui, senza dubbi, senza esitazioni.
Io e lui. Lui che svolgeva la sua perfetta vita, circondato da migliaia di persone che lo amano, poi io che lo seguivo in ogni suo gesto e movimento. Nessuno sa dove vorrei andare, solo il mio cuore.
Scaccio i pensieri chiudo la finestra , torno coi piedi per terra, distruggo il mio mondo immaginario e torno a vivere.
  
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