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Autore: Shannonwriter    14/08/2012    2 recensioni
La storia di come Finnick ed Annie si sono conosciuti e innamorati secondo me. Mi secca un pò che non ci sia stato raccontato qualcosa di più su di loro quindi ho deciso di mettermici io :) Dal primo capitolo: "Ammetto di essere rimasto meravigliato da quelle sue parole e dalla luce nei suoi occhi mentre mi raccontava quanto amasse il Distretto 4, nonostante tutto, e di quanto non volesse lasciarlo. Ma non piangeva come avrebbe fatto qualunque altra ragazza vicina alla mietitura, non puntava i piedi, lo accettava e basta. Ebbi la netta sensazione che Annie Cresta fosse diversa da ogni altra ragazza che avessi mai incontrato."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono fregato. Siamo fregati. Ci hanno scoperti e accidenti se hanno fatto presto. Soltanto ieri ci siamo detti ti amo, soltanto ieri ho capito che cosa c'era realmente tra me ed Annie e il giorno dopo hanno già mandato qualcuno. Mi correggo, il presidente ha mandato qualcuno perché è lui che tira le fila di tutta questa faccenda. Come un perfetto burattinaio si è accorto che un dei suoi pupazzi preferiti stava cercando di liberarsi dalle sue viscide mani e questo proprio non può permetterselo. Finnick Odair deve continuare a essere l'attrazione numero uno della Capitale, dopo gli Hunger Games ovviamente. E ora? Che diavolo succederà? Mi prenderanno? Mi picchieranno a sangue finchè non mi sarà passata la voglia di trasgredire le loro regole? Cosa? Annie dà una strizzata alla mia mano e mi riporta coi piedi per terra. Certamente, come posso dimenticarmi di lei? Non importa se mi bastoneranno, l'importante è che lei sia sana e salva. La guardo negli occhi e cerco di trasmetterle un messaggio: andrà tutto bene, ci penso io. Lascio la sua mano e la sposto sulla sua schiena, continuando ad accompagnarla verso casa. L'uomo, alto e biondo tinto si raddrizza e dimostra con chiarezza di averci notati. Mi sta aspettando, vuole me e io non ho via di scampo ma se riesco a sembrare tranquillo come se la sua visita non mi turbasse allora potrei riuscire a far tornare Annie a casa subito e a gestirmi la situazione da solo.

Lascia parlare me” bisbiglio ad Annie senza guardarla.

Fa un minuscolo cenno con la testa.

Ora siamo davanti a lui. L'uomo fa un sorrisetto acido. “Signor Odair, la stavo aspettando.” esordisce. Bella novità, questo l'avevo capito.

Sfodero il mio sorriso cortese di facciata. Dovrò riabituarmi ad usarlo. “Aspettava me? A cosa devo l'onore di questa visita?”

Oh, niente di preoccupante. Mi presento, mi chiamo Harvey Redbone” risponde dandomi la mano. La stringo senza esitazioni. “E questa dev'essere la deliziosa signorina Cresta” continua rivolgendosi a Annie che in tutta risposta sobbalza. Quel sorrisetto compiaciuto non è certo dei più rassicuranti, anzi sembra quello di una tigre pronta all'agguato. Tende la mano anche ad Annie che ricambia la stretta con riluttanza, tenendo gli occhi bassi.

Stavamo facendo una passeggiata. Respirare un po' d'aria fresca aiuta di tanto in tanto, non trova anche lei?” mi inserisco per spezzare la tensione e per dare l'impressione che sia tutto assolutamente normale.

Lo sguardo di Redbone guizza su di me. “Oh, beh ad alcuni piace. Ma io preferisco la comodità degli edifici della Capitale, i grandi alberghi. Lei mi capirà signor Odair.” ammicca esplicito. Lo odio profondamente per questa frecciatina verso di me.

Allora forse potremmo spostarci in casa, le offro una tazza di tè o un caffè?” gli propongo evitando accuratamente di raccogliere la provocazione.

Ma certo, con piacere.” accetta. Penso di essermela cavata quando si avvia verso la casa ma poi si gira come si fosse accorto di aver dimenticato qualcosa. “Che maleducato, signorina Cresta vorrebbe unirsi a noi?” chiede con finta cortesia.

Annie rabbrividisce. “V-veramente la passeggiata mi ha provata un po', credo che andrò a casa a riposare” riesce a rispondere quasi balbettando, torturandosi le mani per il nervosismo.

Redbone annuisce. “Mi rincresce, sul serio. Sarà per un'altra volta allora.” ed entra in casa.

Ho giusto una manciata di secondi per afferrare Annie per le spalle e voltarla verso di me. “Annie, è tutto a posto, lascia fare a me.”

Scusa se gli ho detto di no, ma mi fa paura, mi fa tanta paura...” ribatte in fretta terrorizzata.

Ehi, no ma scherzi? Sei stata bravissima. Tanto deve parlare solo con me. Vai a casa, ti raggiungo quando abbiamo finito” le prometto a voce bassa.

Ok.” risponde Annie e dopo avermi lanciato un ultimo sguardo disperato se ne va.

Va bene, calma e sangue freddo.

Varco la soglia della casa di Mags e trovo Redbone seduto al tavolo dove solo stamattina stavo facendo colazione tormentato da mille dubbi. Mi infastidisce vederlo profanare questo luogo che per me rappresenta tutto ciò che mi resta dell'idea di famiglia e sicurezza. Sento dei rumori dalla cucina. Sbircio e vedo Mags che tira fuori il servizio buono di tazze in porcellana che non usa praticamente mai dal ripostiglio sopra il lavandino. Incrocia il mio sguardo e sul suo volto c'è un'espressione dura e irritata. È seccata quanto me dalla presenza di quel leccapiedi di Snow nel suo soggiorno. Le mimo uno “scusa” e vado ad affrontarlo.

Mi prendo una sedia al lato opposto del tavolo e mi trovo faccia a faccia con lui. Non ha smesso un attimo di sembrare totalmente a suo agio, chissà quante volte gli capita di fare visite del genere per conto del grande capo.

Allora signor Redbone, mentre aspettiamo il caffè mi può dare un'anteprima di quello che vuole dirmi?” chiedo al tizio per rompere il ghiaccio, mantenendo un tono di voce perfettamente disteso.

Oh, credo che lei sappia benissimo perché mi trovo qui.” risponde allusivo fissandomi con quei suoi occhi grigi taglienti. “Sentiamo tutti la sua mancanza a Capitol City” conclude con un gran sorriso. Però, ha anche un dente d'oro; si vede che spaventare la gente rende bene.

Mi sforzo di ricambiare il sorriso. “Non sono stato via poi molto.”

Sedici giorni” mi incalza immediatamente.

Già” confermo a denti stretti.

Il Presidente Snow così come un sacco di suoi conoscenti si stanno preoccupando parecchio, lo sa?” prosegue ponendo particolare enfasi sulla parola conoscenti. Di nuovo, lo odio.

Non era certo mia intenzione mettere tutti in ansia” rispondo con finto rammarico.

In quel momento Mags entra a piccoli passi reggendo il vassoio col caffè. Immagino faccia una gran fatica senza il suo bastone così mi alzo subito e glielo sfilo dalle mani. Poso il vassoio sul tavolo e metto la tazzina di caffè con la zuccheriera davanti a Redbone. Lui ringrazia e raccoglie una manciata di zucchero col cucchiaino.

Mags fa per sedersi ma Redbone la ferma. “Essere scortese è l'ultima cosa che desidero ma le dispiacerebbe lasciare me e il signor Odair da soli? Non ci vorrà molto, glielo assicuro. E grazie ancora per il caffè” le dice con una sfacciataggine e una destrezza inaudite.

La compostezza di Mags crolla per un momento e sono certo che se si trattasse di qualcun altro e non di uno della capitale l'avrebbe già sbattuto fuori prendendolo a parole, tuttavia vista la situazione ingoia il rospo e semplicemente lascia la stanza, ma non prima di avermi lanciato uno sguardo d'avvertimento.

Quando la porta si richiude dietro di lei, Redbone e io rimaniamo veramente da soli.

Beve un sorso del suo caffè. “Buonissimo” commenta soddisfatto. Mi chiedo per quanto ancora durerà questa messa in scena.

Allora è stato stress, ho capito bene? E un principio di influenza.” dice riprendendo in mano il discorso.

Si sta riferendo alla scusa che ho propinato alla capitale per potermene andare. In realtà non ho dovuto faticare molto per inventarmela, hanno fatto tutto loro. Appena uno mi vedeva giù di corda nominava lo stress, se un altro mi sentiva starnutire significava che probabilmente mi ero beccato quella nuova brutta influenza. Ecco fatto.

Si, è così. Sa, con gli Hunger Games e tutto il resto e-” inizio a spiegargli.

E la signorina Cresta. A proposito, come sta? La vedo meglio da come l'avevamo lasciata sugli schermi.”

Deglutisco. “Si. Sta migliorando. Ma ha bisogno di altro tempo per ristabilirsi completamente.” dico nell'evidente tentativo di ottenere più tempo per me, per noi due.

Per un secondo Redbone non capisce ma poi riecco comparire il suo sorrisetto sadico. Posa la tazzina sul suo piattino. “Eh già. Peccato. Peccato per un sacco di cose.”

Un brivido mi percorre la spina dorsale. C'è qualcosa nel modo in cui dice quelle parole che mi mette in allerta. “In che senso?” chiedo.

è un peccato che lei non possa rimanere qui abbastanza a lungo da continuare ad aiutarla a rimettersi. È stato davvero generoso da parte sua, signor Odair.” spiega girando il cucchiaino nella tazza. È finita, non mi è concesso altro tempo.

Ed è anche un peccato che la signorina Cresta non tornerà più come prima.” riprende proprio quando penso che il peggio sia passato. “Non esattamente come prima” precisa e sospira in maniera teatrale. “Se solo non fosse capitato quello spiacevole inconveniente sono sicuro che avrebbe avuto una carriera ben avviata nella Capitale, proprio come lei signor Odair, piena di privilegi e lusso...”.

Stringo i polsi fino a sentire male e sono certo che la mia faccia non sembra più così tranquilla adesso. Lo fulmino con lo sguardo, vorrei alzarmi e sferrargli un destro proprio sulla bocca e frantumargli quei denti di un bianco innaturale, anche quello d'oro. Snow aveva dei progetti per Annie, è questo che Redbone vuole sottintendere. Annie, così carina, graziosa e giovane e fortunata sarebbe diventata richiestissima a Capitol City e come me sarebbe stata in trappola. Ma la sua instabilità mentale, insorta dopo la decapitazione di Tray (o “l'inconveniente” come l'ha definito Redbone) l'ha salvata. Che ironia. Non avevo pensato neanche per un secondo a quest'eventualità, troppo preso a chiedermi come avrei fatto a farla stare meglio, troppo concentrato sull'entità dei miei sentimenti per lei. È ovvio che avessi eliminato quell'opzione, sapevo che non sarebbe mai stato il caso di Annie. Ma che Snow la stesse ancora osservando, sperando che guarisse per farne un bello show di bentornato e per darla in pasto ai pervertiti della capitale mi fa rivoltare lo stomaco.

Signor Odair? Va tutto bene?” mi chiede Redbone d'un tratto. La sua voce è come lo stridio delle unghie sulla lavagna, all'improvviso mi è ancora più insopportabile. Voglio che tutto questo finisca, che finisca in fretta per non averlo più davanti a me.

Qual'è il messaggio di Snow? Di preciso.” vado al sodo abbandonando la facciata cortese, fissandolo con la rabbia che mi ribolle dentro.

L'ho preso in contropiede ma si riprende alla svelta. “I suoi obblighi l'attendono. Domani ha già il suo primo appuntamento.” risponde in tono ufficiale.

Domani. Mi sono rimaste solo poche ore da passare nel Distretto 4. Pochissime ore da trascorrere con Annie. “Bene. Dica al Presidente che ho capito e che ci rivedremo presto.” dico nello stesso modo formale di Redbone.

Beve un ultimo sorso di caffè e si alza da tavola. ”Signor Odair, è stato un piacere conoscerla. Porti i miei saluti alla signora Mags e auguri di pronta guarigione alla signorina Cresta” Oh si certo, ci scommetto che la vuoi vedere guarita schifoso bastardo.

Gli do l'ultima stretta di mano inespressivo e lo accompagno alla porta. Non appena la richiudo mi dirigo con estrema lentezza alla finestra e mi siedo e aspetto che la sagoma di quell'uomo si dissolva all'orizzonte, allontanandosi il più possibile dal mio vialetto. E mentre aspetto, la collera monta dentro di me; Si accumula, si accumula a tal punto che quando Redbone è a diversi metri di distanza non la contengo più, mi alzo di scatto e scaravento la sedia dall'altra parte della stanza.

Mags spalanca sbigottita la porta della sua camera e trova una gamba della sua sedia di legno per terra. La sento avvicinarsi. “Finnick?” mi chiama con cautela.

Non riesco a guardarla, non riesco a fare niente a parte sentirmi furioso, sconfitto. Dopotutto credo di essere saltato troppo presto alle conclusioni; non penso che a Capitol City sapessero di me ed Annie, volevano solo sottolineare il fatto che io sono una loro proprietà e che questa piccola vacanza non può più durare, ma non posso dire con certezza che ora Redbone non abbia capito che ero qui per qualcosa di più di un atto di generosità. E c'è dell'altro. Hanno gli occhi su di lei e aspettano, aspettano il momento giusto per metterle le mani addosso. Ma quel momento non arriverà perché dovranno passare sul mio cadavere prima che accada. Annie, l'unica cosa bella che mi sia mai capitata, l'unica cosa rimasta pura per quanto possibile non sarà mai insozzata dalla capitale.

Domani tornerò a Capitol City” dico infine. La voce tanto cupa da non sembrarmi neanche la mia.

Non aspetto la risposta di Mags ed esco subito dalla porta. Sto andando da Annie perché ora è l'unica cosa che ha senso. Vedere lei, sapere che durante il mio colloquio con Redbone era al sicuro nella sua stanza è tutto ciò di cui ho bisogno. Ma come farò a dirle che il nostro tempo è finito? Come reagirà?

Sono così a terra quando busso piano alla porta. Clorin mi apre e non riesco nemmeno a concentrarmi su quello che mi sta dicendo, mi accorgo solo distrattamente che è sorpresa di rivedermi così presto. Ma non ha visto che avevo ospiti? Mi invita ad entrare. Ho appena infilato un piede oltre la soglia che vedo Annie comparire dal corridoio. Devo avere un'espressione eloquente perché ci impiega un istante a capire che non è successo niente di buono, e in un istante crolla.


   
 
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