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Autore: buonanotte    27/02/2007    3 recensioni
Silente aprì con delicatezza la porta, ed entrò con passo lieve, rendendo chiaro il proprio desiderio di non svegliare l’attuale occupante della stanza, che doveva essere addormentato; Remus lo seguì, e compì alcuni passi oltre la soglia. L’ambiente era rischiarato solo dal fuoco del camino, acceso viste le temperature ancora rigide ed adatte più al mese di marzo che alla stagione estiva; non appena i suoi occhi si furono adattati alla penombra, e mentre i contorni della sagoma distesa sul letto si facevano progressivamente più chiari fino ad assumere sembianze note, la curiosità si trasformò in sorpresa.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fenrir Greyback, Hermione Granger, Remus Lupin, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una tranquilla sera di fine giugno. Il tempo quell’anno sembrava inclemente, e nonostante la stagione versasse ormai verso l’estate piena, un vento tranquillo, ma freddo, spirava agitando le foglie degli alberi ormai rigogliosi ed i fili d’erba nei prati.

Remus Lupin sedeva alla sua scrivania d’acero studiando attentamente documenti dall’aria ingiallita. Il lavoro per l’Ordine della Fenice occupava ogni attimo della sua giornata, ormai; le notizie a proposito di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, o Voldemort, come pochi avevano il coraggio di chiamarlo, si susseguivano incessanti e frammentarie, e vagliarne l’attendibilità era uno dei compiti che più apparivano ardui ai membri dell’Ordine; inoltre, i tentativi di stringere alleanza, o quantomeno un rapporto di collaborazione, con gli abitanti non-maghi del mondo magico come Lupi Mannari e Giganti si erano rivelate per lo più infruttuose, ed i graffi ed i lividi sul corpo di Remus ne erano prova lampante.

Un refolo di aria fredda colpì l’uomo alla schiena, e Remus, rabbrividendo, decise di recarsi in cucina per versarsi un boccale di Burrobirra: certo, quella preconfezionata acquistata a Diagon Alley non aveva nulla della aromatica fragranza del prodotto distillato da Madama Rosmerta con le sue stesse mani, ma sperava che avrebbe ugualmente raggiunto lo scopo di riscaldarlo e di allontanare il tremore che lo scuoteva fino nelle ossa: ultimamente, la sua salute sembrava peggiorata, e l’estenuazione che prima lo coglieva solo nei giorni successivi al plenilunio ora si presentava con maggiore frequenza ed insistenza, talvolta rendendogli difficile l’adempimento dei propri doveri. Remus, tuttavia, era un uomo paziente, e confidava che tempi migliori, da ogni punto di vista, sarebbero tornati; così, stringendosi nelle spalle, si accinse a tornare al proprio posto ed a continuare a studiare, valutare, elucubrare, nella speranza che presto o tardi le sue assidue ricerche avrebbero portato qualche specie di risultato.

Nel silenzio della sua casa, un suono flebile ma distintamente udibile attirò la sua attenzione; proveniva dalla finestra, era ritmico e netto, come quando due oggetti duri e di piccola dimensione sbattono tra loro a moderata velocità; una persiana abilmente manovrata dal vento, pensò, o meno probabilmente qualcosa o qualcuno impegnato nel tentativo di attirare con discrezione la sua attenzione.

Scostate le tende pesanti, fu grande la sua sorpresa nel vedere un grosso gufo sornione in pacifica attesa, una pergamena legata alla zampa. Incuriosito e lievemente allarmato, la srotolò.

Necessito di parlarti. Non ti allarmare. Mi troverai nel mio ufficio fino al mattino. Albus.

Senza esitare e senza nemmeno cambiarsi d’abito, conscio del fatto che Silente non si sarebbe sorpreso di incontrarlo con indosso i suoi abiti casalinghi, si infilò il mantello e si avviò verso il camino; fortunatamente, dopo la dipartita di Dolores Umbridge l’ufficio di Silente a Hogwarts era nuovamente accessibile tramite la Metropolvere. Da quando Remus era stato smascherato di fronte alla comunità magica ed additato quale lupo mannaro, e soprattutto da quando i Mangiamorte erano sulle tracce sue e degli altri membri dell’Ordine, per scopi senza dubbio meno che nobili, il desiderio di riservatezza e solitudine tipico della sua natura era divenuto un obbligo necessario; da lì il trasloco, purtroppo temporaneo, in un tranquillo quartiere residenziale babbano, e l’impossibilità di spostarsi usando la scopa, rischio che non poteva essere affrontato nemmeno nelle ore notturne. D‘altro canto, dubitava che quella sera le sue forze gli avrebbero consentito di volare.

Poco dopo, sentendosi malfermo sulle gambe a causa dello scuotimento cui era stato sottoposto durante il viaggio, si trovava nell’ufficio del preside di Hogwarts.

“Buonasera, Remus.”

“Buonasera a te, Albus.”

“Ti senti bene, Remus?” chiese Silente dopo un’occhiata indagatrice, le iridi chiare e serene puntate sugli occhi cerchiati dell’uomo che gli sedeva davanti.

Ancora una volta, come spesso era accaduto nel corso degli anni, Remus si chiese come Silente potesse essere tanto premuroso e potente allo stesso tempo; in quel momento, non era il mago geniale ma il padre affettuoso a parlare, colui che non solo riusciva ad occuparsi di ogni cosa ma anche ad avere cura di tutti.

“Certo, Albus.” rispose, sperando di risultare credibile. “E’ solo carenza di sonno, suppongo; il lavoro dell’Ordine mi tiene sveglio a lungo, ultimamente.”

“Dovresti avere più cura di te, Remus.” commentò una voce femminile proveniente dalle sue spalle. “Dio sa se nei prossimi tempi avremo tutti bisogno di disporre al massimo delle nostre forze.”

“Buonasera, Minerva.” Silente continuava a studiare attentamente Lupin e tutti quei segni discreti che gli confermavano, oltre ogni dubbio possibile, la supposizione che la risposta dell’amico alla sua domanda non fosse stata del tutto sincera; era consapevole, ad ogni modo, dell’inutilità di insistere oltre in questa sede, e si risolse così a passare oltre.

“Remus, ti ho chiesto di venire qui perché spero che tu possa aiutarmi in un piccolo… accadimento, che mi è capitato, per così dire, tra capo e collo.”

“ “Caduta rovinosa” sarebbe di sicuro un’espressione più appropriata.” bofonchiò la professoressa McGranitt a mezza voce.

Incuriosito, Lupin si avvicinò e si sedette accanto a Minerva in una delle sedie poste di fronte alla scrivania del preside.

“A dire il vero” continuò Silente “ancora non sappiamo quale sia esattamente il problema. Al momento, brancoliamo nel buio circa le ragioni che potrebbero avere condotto a noi questo “ospite” inatteso.”

“Ospite?” domandò allora Remus.

“Seguimi.” fece allora Silente “mostrandotelo di persona, penso che ogni cosa ti sarà più chiara, relativamente parlando.”

I tre uscirono dallo studio, e, discese le scale della torre che lo ospitava, si diressero verso l’ala del castello occupata dalle stanze degli insegnanti; poco dopo si fermarono di fronte a quella destinata al docente di Difesa Contro le Arti Oscure, posto tuttora vacante, stanza che lo stesso Remus conosceva bene, avendola abitata per un anno intero.

Silente aprì con delicatezza la porta, ed entrò con passo lieve, rendendo chiaro il proprio desiderio di non svegliarne l’attuale occupante, che doveva essere addormentato; Remus lo seguì, e compì alcuni passi oltre la soglia. L’ambiente era rischiarato solo dal fuoco del camino, acceso viste le temperature ancora rigide ed adatte più al mese di marzo che alla stagione estiva; non appena i suoi occhi si furono adattati alla penombra, e mentre i contorni della sagoma distesa sul letto si facevano progressivamente più chiari fino ad assumere sembianze note, la curiosità si trasformò in sorpresa.

Una serie di interrogativi si affacciarono alla sua mente già sovraccarica di dubbi, ma non riuscì ad immaginare nemmeno una ragione per cui Viktor Krum potesse trovarsi di fronte a lui, a Hogwarts, nel cuore della notte.

  
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