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Autore: denna    14/08/2012    4 recensioni
Fanfiction che nasce dalla lettura del capitolo 500 e dalla domanda che ne è scaturita subito dopo.
E se quella spada fosse Pantera?
SPOILER!
Questa fic è ambientata in un momento immediatamente successivo all'invasione della Soul Society.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jaggerjack Grimmjow, Kurosaki Ichigo, Neliel Tu Oderschvank, Urahara Kisuke
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Saalve! Eccomi qui con l'aggiornamento. Avete letto il 503? Io si, purtroppo T_T. Qundi ho deciso di pubblicare per consolarmi e anche come protesta: Dannazione, Kubo! Quanto tempo vuoi tenermi sulle spine? Uffa! Ok, scleri finiti, spero che questo capitolo costituisca un piacevole (e magari pure divertente) intermezzo nell'attesa dell'uscita del 504.
Buona lettura :)






La scuola era ancora in piedi, quando un ragazzo dai capelli arancioni attraversò il cancello. Nessun cumulo di macerie.
Ichigo tirò un sospiro di sollievo: durante la corsa spericolata, la sua mente era stata attraversata da una moltitudine di scenari apocalittici. Poco importava cosa aveva detto mister Zoccoli e Cappello, c’era un motivo per cui Aizen aveva fatto incarnare a Grimmjow la morte per distruzione, e lui non era desideroso di sapere quale fosse. Trovò  l’espada intento a rilassarsi all’ombra di uno degli alberi del giardino, gli occhi semichiusi e la schiena poggiata sul tronco. Un paio di studentesse del primo anno gli si avvicinarono titubanti, tra una risatina e l’altra.
Il dio della morte trattenne il fiato.
Una delle ragazze disse qualcosa a Grimmjow. Ichigo non riuscì ad udire la secca risposta dell’arrancar, ma vide entrambe le fanciulle allontanarsi ferite -metaforicamente, grazie al cielo-. L’azzurro si accorse di lui e gli lanciò un’occhiata colma di disprezzo, prima di alzarsi e dirigersi in classe.
Quell’assurda giornata era finalmente giunta al termine. Paradossalmente, il sesto espada non vedeva l’ora di tornare all’Urahara Shop. Tutte quelle ore passate a trattenersi dal trucidare quella massa di fastidiosi adolescenti lo avevano fatto stranire. Sperò con tutto il cuore che Ururu venisse a cercare aiuto da lui quella sera: aveva urgente bisogno di sfogarsi un po’. Una presenza conosciuta esgradita alle sue spalle fece sparire quel poco di buonumore appena recuperato.
«Che vuoi, Kurosaki?» disse seccato.
«Voglio controllare se ritornerai davvero al negozio.» rispose il ragazzo, senza troppi giri di parole.
«Conosco la strada, quindi vattene.»sbottò Grimmjow.
« E chi mi dice che non allungherai il percorso?» replicò il dio della morte.
«Dovrò sorbirmi la tua presenza finché non sarò arrivato?» domandò l’azzurro, la pazienza ormai agli sgoccioli.
«Se è necessario sì.»
«Che palle.»
Come se non bastassero le visite del pel di carota al negozio a mandarlo in bestia, ora gli toccava anche la scorta fino a casa, nonostante non avesse fatto nulla. Strinse i pugni finchè non sentì le unghie affondare nella carne. Si pentì di averlo tirato fuori da quella gabbia. Sarebbe stato meglio farlo saltare in aria.
Anche se quella volta ci era andato molto vicino.

*

Ichigo colpiva le sbarre di reishi senza sosta, un Getsuga Tensho dopo l’altro. Le urla degli shinigami gli stavano trapanando il cervello, concentrarsi era impossibile.
Devo uscire.
Byakuya, Renji, Rukia avevano bisogno di lui.
Devo uscire.
Li, avrebbe salvati, li avrebbe protetti.
«DEVO USCIRE!» gridò, mentre la lama di Zangetsu si abbatteva di nuovo sulla gabbia. Nulla. Crollò contro le aste spirituali, esausto.
Che cosa posso fare?
Un grido nell’oscurità interruppe i suoi pensieri.
«Hey!»
Il dio della morte sobbalzò.
Quella voce, non poteva essere…
«Diciassete mesi che non ti vedo e ti ritrovo così?» continuò ad urlare lo sconosciuto, mentre la sua sagoma prendeva forma nel buio.
Impossibile.
«Fattelo dire, Kurosaki» ghignò il sesto espada, mentre emergeva dalle tenebre. «Fai proprio schifo!»
«G-Grimmjow!» farfugliò Ichigo, sgranando gli occhi.
«Si, esatto, complimenti.» disse sarcastico l’arrancar, avvicinandosi alla gabbia.
«Che cosa ci fai qui? Dove sono Urahara-san e gli altri? Stanno bene?» chiese ansioso il ragazzo dai capelli arancioni.
«Sta’ zitto! Che vuoi che m’importi dei tuoi stupidi amici!» ringhiò l’azzurro, irritato dalle domande dello shinigami.
Ichigo digrignò i denti.
«L’unica cosa che mi interessa ora è affrontarti, finalmente.» affermò l’espada con un luccichio inquietante negli occhi.
« Ora non posso combattere con te! Devo raggiungere la Soul Society! Ma prima devo tornare indietro per sapere come stanno i miei amici e occuparmi di Opie.» dichiarò il dio della morte.
«Se ti riferisci al quincy, è morto.» disse l’arrancar.
«M-morto?» boccheggiò lo shinigami stupito. «Sei stato tu?»
Il largo sorriso di Grimmjow fu una risposta sufficiente.
«Perché?»
«Affari miei.» rispose seccamente l’espada, mentre materializzava un Cero nella mano destra.
«Ehi!» esclamò ichigo «Che cosa vuoi fare?»
«Mi sembra ovvio, apro la gabbia.» affermò l’altro.
«Ci ho già provato io, non funzionerà.» ribatté il ragazzo.
«Si, ma tu sei all’interno, magari da fuori è diverso.» replicò Grimmjow.
«A-aspetta! Così finirai per colpire anche me!»protestò lo shinigami, spaventato. «potresti uccidermi!»
«Non vedo il problema.» disse tranquillamente l’hollow, mentre il cero gli illuminava le iridi azzurre di minacciosi riflessi scarlatti.
«Bastardo! Non ti azzardare, altrimenti…» ringhiò il ragazzo dai capelli arancioni.
«Altrimenti cosa? Esci fuori e vieni a picchiarmi? Non sei nella posizione di minacciarmi.» lo canzonò l’azzurro.
Guardò negli occhi lo shinigami.
«Vedila così: se sopravvivi, potrai andare a salvare i tuoi amici. Tanto, nello stato in cui sei adesso, sei inutile. E’ come se fossi già morto.»
Ichigo rimase in silenzio. Il ragionamento del sesto espada non faceva una piega: doveva liberarsi e in fretta.
Grimmjow puntò la mano verso di lui e fece fuoco.
«Aspetta!» strillò la fragola, schiacciandosi contro un lato della gabbia. L’esplosione deflagrò nell’oscurità, illuminando il Garganta di una luce rossastra. Il fumo grigio impiegò qualche minuto a dissolversi.
«Pare non abbia funzionato.» dichiarò l’azzurro, riavvicinandosi alla prigione ancora intatta.
«No, per niente!» sbraitò il ragazzo sull’orlo di una crisi isterica, mentre spegneva una fiammella che si era accesa sull’orlo dell’hakama. «Che ti è saltato in mente? Potevi avvertirmi!»
«Tsk. Quella cosa è ancora intera… E tu sei ancora vivo.» disse l’espada.
«Maledetto! Stavi mirando a me?» ruggì Ichigo. Lanciò  un’occhiata incendiaria a l’arrancar che sembrava si stesse divertendo un mondo.
«Faccio un altro tentativo?» chiese allegro Grimmjow.
«Non osare!» strillò il sostituto shinigami. «Tanto è tutto inutile.»
«Insomma! Piantala di replicare e proponi qualcosa, allora!» ribattè l’espada.  
Rimasero a fissarsi trucemente per qualche minuto.
«Colpirla da fuori non ha cambiato le cose, mi chiedo se queste sbarre possano essere davvero distrutte.» mormorò il ragazzo.
«Potremmo colpirla da entrambe le parti.» azzardò Grimmjow.
Il volto di Ichigo si illuminò.
«Io da dentro, tu da fuori…»
«… due colpi della stessa potenza, nello stesso momento.» continuò l’azzurro
«O la va o la spacca.» affermò il dio della morte.
«Perfetto!» esclamò l’arrancar sguainando la zanpakuto.
«Aspetta, Grimmjow.» lo fermò il ragazzo dai capelli arancioni.
«Mh?»
«Devi sapere che da quando ho recuperato i miei poteri sono diventato molto più forte rispetto a l’ultima volta che ho combattuto con te.» dichiarò serio lo shinigami.
L’arrancar sollevo un sopracciglio.
«Quindi se i due colpi devono essere uguali, non basterà un Cero per fare a pezzi questa cosa. Sarà meglio che rilasci e usi Desgarròn, così avremmo qualche…»
«Kurosaki.» lo interruppe l’espada, la voce vibrante di collera. «Cosa pensi che abbia fatto negli ultimi diciassette mesi? Di certo non sono andato al liceo.» concluse, mentre si feriva il palmo con Pantera.
«No, fermo, dobbiamo colpire insieme!» urlò il ragazzo in gabbia.
«Appunto, quindi sbrigati. Mi sono rotto di stare qui a sentire le tue cazzate. Chiudi il becco e lancia il Getsuga Tensho, non ho intenzione di aspettarti un secondo di più!» sbottò Grimmjow, caricando un Gran Ray Cero.
Ichigo sussultò: la sfera azzurra nel palmo dell’arrancar era grande il doppio di quanto ricordasse ed emetteva inquietanti scariche blu. Strinse l’elsa di Tensa Zangetsu.
«Ma sei sicuro che…» insistette.
«Uno.» contò Grimmjow implacabile, tendendo il braccio in avanti.
«Due.» proseguì il dio della morte, deglutendo e sollevando in alto la lama.
Speriamo bene.
«TRE!» gridarono entrambi, scagliando i rispettivi colpi.

*

Quell’esplosione doveva aver violato almeno un paio di leggi della fisica, poiché era stata capace di scagliare sia Ichigo, sia Grimmjow, che si trovava dalla parte opposta, nella Soul Society, nel cuore della battaglia.  Da lì, il sostituto shinigami e l’hollow si erano persi di vista. Il primo era andato a soccorrere i suoi amici, il secondo si era messo a uccidere qualsiasi cosa ritenesse una minaccia per la sua persona, finchè il dio della morte non era tornato per trascinarlo via. L’arrancar strinse i denti, arrabbiato: se si fosse limitato a uccidere Kurosaki, invece di liberarlo, non sarebbe finito nella situazione di merda in cui si trovava ora, incastrato nel mondo reale.
« Ti sei comportato fin troppo bene oggi. Non starai tramando qualcosa?» domandò il ragazzo dai capelli arancioni, riportandolo bruscamente al presente.
L’arrancar sbuffò. Bene, gli ci mancava solo Kurosaki e le sue manie di persecuzione.
«Sei tu quello che si comporta in modo strano:è tutto il pomeriggio che mi stai addosso, invece di correre appresso alla tua amica tettona. Non sarai mica un finocchio?» fu la replica tagliente dell’espada.
Lo shinigami arrossì.
Grimmjow ghignò.
Troppo facile.
«Non provocarmi!» urlò il dio della morte, mentre il volto assumeva le più varie sfumature purpuree.
«  E perché no? Si vede lontano un miglio che vuoi combattere, perché non lo fai? Troppa paura dei sensi di colpa?»
Ichigo sorrise.
«Per niente, dammi solo una buona occasione…»
«Va bene!» esclamò l’azzurro, tirandogli un cazzotto in piena faccia.
ah, che liberazione.
Basta, quella recita penosa era andata avanti per troppo tempo. Maledetto il momento di debolezza in cui aveva chiesto quel corpo fittizio. Maledetti quincy, maledetti shinigami, maledetto Urahara, maledetto Kurosaki.
Finite in pezzi, tutti quanti.
Forse aveva scelto le parole sbagliate- riflettè il dio della morte, mentre sentiva i molari traballare sotto le nocche dell’arrancar.
«Come se non fossi capace di farti il culo anche in questa forma!» gridò l’espada, sputando a terra.
Continuarono a colpirsi per un po’. Pugni e calci, attacchi e schivate. Combattevano ad armi pari: lui come umano, l’espada nel corpo fittizio. Ichigo ripensò al loro primo scontro, durante il quale l’arrancar lo aveva fronteggiato a mani nude.
Il calcio laterale colpì l’hollow in pieno petto, scaraventandolo contro un cassonetto. Grimmjow tossicchiò, portandosi una mano allo sterno, tuttavia, rimase stoicamente in silenzio. In nessuno dei loro scontri, lo shinigami lo aveva mai sentito gridare per il dolore, nemmeno quando gli aveva piantato Zangetsu nel torace.
Ichigo si avvicinò all’azzurro, ansimando.
«Dannazione, Grimmjow! Perché ti comporti così? In teoria dovremmo essere alleati!» gridò.
L’espada lo guardò con odio.
«Il mio ultimo alleato, mi ha quasi ucciso.» sibilò, tenendo le iridi azzurre fisse sullo shinigami, attendendo una replica da parte sua; replica che sapeva non sarebbe mai venuta.
Si mise una mano tra i capelli e chiuse gli occhi, frustrato.
Davanti a quel gesto, la rabbia di Ichigo svanì. Ricordava perfettamente la falce che si abbatteva sul corpo già ferito della pantera e Nnoitra che si avventava su un Grimmjow completamente inerme. La quinta espada avrebbe dovuto combattere contro di lui, invece aveva prima tentato di eliminare il suo compagno e lo aveva chiamato rifiuto. Non c’era da stupirsi che il termine “alleato” fosse particolarmente inviso all’arrancar dai capelli azzurri. Senza poi contare cosa poteva avergli fatto passare Aizen. Ripensò alle occhiate che l’espada aveva lanciato a lui, Urahara e Tessai quando avevano tentato di curarlo, al perché cercasse sempre le finestre o un’altra porta quando entrava in una stanza, a come mai mantenesse le distanze, nonostante fosse in atto una tregua,-ma questo poteva essere benissimo dovuto alla reciproca antipatia - e capì.
Grimmjow avevapaura. Paura di essere ucciso a tradimento, non appena si fosse presentata l’occasione giusta per disfarsi di lui.
Per esempio, alla fine della guerra. Probabilmente, l’arrancar aveva già capito che, se fosse sopravvissuto al confronto con i quincy, avrebbe trovato la morte per mano degli shinigami. Ichigo sospettava che Yamamoto non avrebbe mai permesso che un individuo così pericoloso tornasse nell’Hueco Mundo. L’accordo reggeva fintanto che avevano un nemico comune.  Se fosse stato al posto dell’azzurro, sarebbe uscito di testa da un pezzo. Si vergognò del suo comportamento. Probabilmente, l’ultima cosa di cui aveva bisogno Grimmjow adesso, era una persona che continuava a dargli addosso. Sospirò e tese una mano all’espada che la respinse seccato.
«Non compatirmi.» ringhiò, mentre si rialzava. «Risparmia la tua inutile compassione per i tuoi morti e per i morti che presto piangerai, Kurosaki.» sghignazzò senza allegria.
Si allontanò di qualche passo, poi si girò verso il sostituto shinigami, in attesa. Ichigo rimase immobile. L’arrancar si voltò e sparì dietro l’angolo.
Il dio della morte lo guardò andar via. Per la prima volta capì il significato dell’espressione “morto che cammina” e non aveva niente a che fare con gli zombie dei videogiochi che gli aveva prestato Keigo. Prese la strada di casa.
 Quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe seguito.  

Note:
Ed anche la terza parte di questa boiata fanfiction è giunta alla fine. Grazie a chi mi ha messo tra le seguite, davvero. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo *i lettori stappano lo spumante*. purtroppo, anche il mio fangherlaggio ha un limite ed ho esaurito le idee.  Quindi ci vediamo al prossimo aggiornamento per i saluti. Un bacione! ^^ 
  
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