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Autore: OneDee Swaggy    14/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti. Mi chiamo Emily, vivo a Los Angeles e ho una vita compleatmente normale. Almeno fino a quando arriverà lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic "Ne possiamo parlare domani?” Mi chiede prendendo la tazza. “No.” Dico fermamente. “Ma stai crollando, Emy.” Ok, farò fatica a tenere gli occhi aperti, ma voglio sapere come andrà a finire. “Ne parliamo adesso.” Justin mi guarda rassegnato. “Bimba, ti prego.” “Non chiamarmi così.” Dico fredda. Bene, se non ne vuole parlare che mi lasci dormire. “Senti, è il tuo soprannome, sei la mia…” “Non continuare, ti prego.” Lo supplico girandomi dall’altra parte. “Va bene, se non ne vuoi parlare…” Alzo gli occhi al soffitto. Il mal di testa si sta intensificando. “Tu non ne vuoi parlare. A domani.” Chiudo coprendomi completamente. “Emily…” Inizia cercando di accarezzarmi i capelli. Mi sposto e gli dico: “Lasciami in pace e vattene. Se cerchi qualcosa vai da Selena, la tua fidanzata.” Inizio a piangere. Cerco di fare in modo che non se ne accorga, mentre rimane zitto. “Amore…” Ci prova un’ultima volta. “Lasciami in pace!” Gli dico alzandomi e mandandolo fuori. Avrei fatto meglio a rimanere a casa. Chiamo Bonnie piangendo. “Emily dove diavolo sei?” Mi chiede infuriata. Si accorge che sto piangendo.
Bonnie: “Che cosa è successo?”
Io: “Sono in Francia.”
Bonnie: “Che cosa? E perché stai piangendo?”
Io: “Perché ho fatto una cavolata!”
Bonnie: “Hai trovato Justin?”
Io: “Sì. Ora sono nel suo stesso hotel, ma non so cosa fare!”
Bonnie: “Bimba, dovresti parlargli.”
Io: “Lo so, ma non vuole, ha detto di voler parlare domani.”
Bonnie: “Aspettami, vengo lì.”
Io: “No! Tu stai lì. Volevo solo dirvi che sto bene e di non preoccuparvi.”
Bonnie: “No, adesso vengo.”
Io: “Non servirebbe a niente. Sto bene. Tornerò domani. Ciao.”
Chiudo e torno sotto le coperte. Mi convinco che piangere non serve a nulla, mi calmo e chiudo gli occhi. Sono su un palco, tenendo per mano Justin, che mi chiede di sposarlo. Sto per accettare quando arriva Selena incinta urlando che il padre è lui. Justin allora va da lei e la bacia. Il palco sotto di me crolla. Mi sveglio di soprassalto. Mi guardo intorno in una momentanea confusione. Sospiro riconoscendo la stanza. Per un attimo ho sperato di essere a Los Angeles. Mi alzo quando sento un rumore fuori dalla porta. Sobbalzo e mi avvicino. Apro delicatamente la porta e vedo Justin che dorme, seduto. Sorrido a quella scena e mi inginocchio. “Justin, svegliati.” Gli sussurro all’orecchio. Non si muove. “Justin, dai.” Continuo scuotendolo appena. Niente. Si mette a russare. Mi scappa una risata, ma lui non si sveglia. Mi rannicchio vicino a lui e provo a spostarlo, ma ottengo solo una caduta spettacolare su di lui. Siamo sdraiati l’una sopra l’altro quando si sveglia. Mi sposto subito, arrossendo. Bieber mi guarda confuso. Mi alzo e sto per tornare in camera quando mi afferra una gamba, facendomi cadere. “Ahi!” Protesto. Lui sorride e mi da un bacio sulle labbra. È come un’esplosione atomica. Una bomba di emozioni di cui facevo a meno da più di un mese torna e ticchettare impertinente nel mio cuore. Le sue labbra sono stupende. No, Emily. Dovete parlare, mi dice la mia coscienza. Mi stacco e mi alzo. “Emily…” Mi dice guardandomi. “Adesso vado a vestirmi. Dopo dobbiamo parlare.” Gli dico entrando in camera e chiudendo la porta. Sospiro. Nello zaino trovo dei jeans. Li indosso e cerco qualcos’altro. Sono tutti pantaloni o pigiami, a parte una felpa con il bel visino di Justin in primo piano. Sbuffo e la indosso. Vado in bagno sperando che ci sia una piastra. I miei capelli si sono arricciati con la pioggia di ieri. Niente. Sto odiando questo paese sempre di più. Cerco di rendermi presentabile, do un’occhiata alla mia spregevole felpa ed esco. Justin non si è mosso di un millimetro. Scoppia a ridere alla vista della mia felpa. “Zitto. È l’unica cosa decente che ho.” Dico scavalcandolo. Si alza in piedi. “Allora…” Dice infilandosi le mani in tasca. “Vado a fare colazione.” Dico. “Se vuoi venire con me…” Aggiungo guardandolo. Annuisce e mi segue. Scendiamo nella hall e ci sediamo ad un tavolo. Dopo aver assaggiato il cibo francese decido di prendere solo un caffè. Inizio a bere mentre Justin mi fissa. “Bene, dobbiamo parlare.” Dice osservandomi, come se in un mese fossi cambiata così tanto che stenta a riconoscermi. Annuisco e finisco di bere. Si alza, mi prende la mano e usciamo. Appena fuori tiro via la mano dalla sua presa. Non so bene il perché, ma sono incazzatissima con lui. Mi guarda stupefatto e dice: “Pensavo stessimo insieme.” Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. “Sì, lo pensavo anche io, prima che tu tornassi con Selena.” Gli dico cercando di sembrare normale. “Oh, giusto, Selena.” Sgrano gli occhi. “Cosa? Oh, certo, appena vedi una ragazza te ne innamori così? Puff? E se magari stai con un’altra te ne dimentichi? Bello, e dire che credevo di essere contata almeno un po’. Sai, quasi quasi do ragione a Selena.” Gli dico quasi urlando. “In che senso dai ragione a Selena?” Mi chiede stupefatto. “Se ti avessi conosciuto per quello che sei anche io mi sarei comportata come lei.” Dico guardando il parco davanti all’hotel. “Se dici così non importa che mi scusi, allora.” Dice continuando a osservarmi. “No, forse no. Non sono sicura di voler stare con un tipo come te.” Non volevo veramente dire questo, ma adesso sono talmente arrabbiata che ho solo voglia di vederlo soffrire. Mi giro e vedo che ci sto riuscendo. “Stai dicendo sul serio?” Mi chiede con tono supplichevole, come se avesse paura di una risposta positiva. I suoi occhi, che non si sono posati su nient’altro da quando mi ha vista, sono come privati della vita. Le sue braccia fremono, come se avessero voglia di muoversi per afferrare, o trattenere qualcosa. Non so cosa rispondere. Vederlo così mi fa soffrire, ma non voglio dargliela vinta così facilmente. Sospiro. “Non lo so, Justin. So solo che ho un gran mal di testa e una fame boia, e ora come ora sono arrabbiata.” Osservo dei bambini giocare. Vorrei tanto essere come loro, spensierata, priva del peso delle conseguenze, libera. Crescere è una fregatura. “Cosa vuoi fare?” Mi chiede avvicinandosi. Scuoto la testa. “Tornare in camera. Secondo te ho la febbre?” Gli chiedo avvicinandomi. Mi guarda preoccupato e avvicina le labbra alla mia fronte. “Scotti, bimba.” In questo momento non protesto neanche perché mi chiama così. Justin mi passa un braccio intorno al bacino e mi accompagna in camera. Entriamo e mi stendo sul letto, coprendomi completamente. Justin chiama il servizio in camera e dice qualcosa in francese. Lo guardo venire verso di me e sedersi sul letto. Mi sorride. Bussano alla porta. “J’arrive.” Dice Justin. Apre e un cameriere con in mano un termometro entra. Justin lo ringrazia, viene verso di me e mi fa mettere il termometro. Il cameriere saluta e se ne va. Justin viene verso di me. Chiudo gli occhi. Pian piano sento dei leggeri rumori e due braccia mi circondano.


 Commento dell'autrice:
Eccomi quaaa! Innanzitutto scusatemi se rinnovo così di rado, ma sono troppo impegnata D: Anyway, vi piace il banner? L'ho fatto io :3 No ok fa schifo, forse lo rifaccio. Ecco le capitolo (?) spero vi piaccia :D E recensite in tanti! With love,
          -OneDee Swaggy


   
 
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