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Autore: _Nocturne    14/08/2012    0 recensioni
Dopo elfi, streghe, fate, licantropi e vampiri, anche le stelle, rappresentate come delle persone dalle fattezze divine e i poteri misteriosi, diventano personaggi di un racconto fantasy.
E se la tenera quiete di una tiepida estate trascorsa in campagna fosse infranta dall' arrivo di una potente ed ignota forza sovrannaturale, giunta per rispettare un patto stretto, qualche mese prima, con l' inerme umana Cassandra? La storia di una ragazza che, pur di ritrovare il suo cuore perduto, accetta di affrontare un' avventura apparentemente più grande di lei.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giurin giurello, sta arrivando una formattazione comune per tutti e tre i capitoli, devo solo pensarla. Mi scuso per l' enorme ritardo con chiunque mi seguisse, ma è stato mio obiettivo andarci piano con questa storia, e questo capitolo/non capitolo ne è la prova, visto che consiste nell' semplice preludio di qualcosa che ... leggerete prossimamente. Enojy! 
 
***
 
"Ad ogni passo che muoviamo al chiarore della notte, lasciamo impronte dei nostri sogni."


 

Camminare fra gli alberi le aveva sempre fatto bene. 

Districarsi fra le radici, che brulicavano folte nella terra tenera e piacevolmente umida, sapeva tranquillizzarla, farla sentire in pace con il mondo, e quindi, con se stessa.

La consapevolezza che stava compiendo quell’ attività nel cuore della notte, con la sola Luna ad illuminare il suo percorso, in un altro tempo o in un’ altro luogo le avrebbe fatto paura, forse, ma i timori di una diciottenne non sono mai aderenti a quelli che si hanno in più tenera età, e crescendo Cassandra si era resa conto di aver lentamente mutato il suo approccio nei confronti del buio: nell’ idea di esso, e nel compiere attività immersa in esso, finalmente si trovava a suo agio.

La notte, ormai, era divenuta un affascinante spettacolo, da fruire al meglio fuori casa, sul tetto di un palazzo fatiscente ormai abbandonato – e quindi aperto a visite notturne di estranei – o lontano da qualsiasi edificio, per immergersi al meglio nel cielo oscuro, come se arrampicarsi su un ramo basso ma molto resistente le permettesse di tuffarsi da un naturale trampolino, nell’ oceano che era sopra di lei, e di cui la costa era l’ orizzonte della campagna che spesso visitava.

Come quella sera, ad esempio, in cui, però, non era da sola. Camminare con Rosalind aveva qualcosa di terapeutico, come se i movimenti delle gambe della ragazza fossero stati capaci di ipnotizzare Cassandra, abituata a camminare sempre dietro di lei in modo che la bionda potesse farle strada. I suoi passi sicuri, ma altrettanto delicati, lenti e pacati, come se la ragazza non avesse avuto alcuna ragione di proseguire rapidamente fra un albero e un altro, in quell’ ideale sentiero che le avrebbe condotte alla radura sede delle loro osservazioni celesti, la confortavano, permettendole, per pochi minuti, di spegnere la sua mente, ed affidarsi completamente ai sensi di Rosalind, capace di orientarsi in quel piccolo bosco come se quello fosse stato la sua casa, e lei fosse, in realtà, un leggiadro elfo. Camminare con sua sorella Charlie, invece, si stava trasformando in un’ esperienza a dir poco traumatica: la piccoletta, che pareva più essere uno strano folletto, che la degna sorella di Rosalind, si muoveva a scatti, rapidamente, saltando da una grossa radice ad un’ altra per gioco e, di tanto in tanto, calciando via qualche pietra che avrebbe potuto far incespicare la sua compagna; per fino a vederle passeggiare si poteva comprendere quanto quelle due formassero una coppia a dir poco eterogenea.

« Siamo quasi arrivate. » trillò con fin troppo gusto Charlie, voltandosi leggermente indietro.

« Lo so . » sbottò perplessa Cassandra, non avendo capito perché la Fanti fosse così dedita alla tautologia, a maggior ragione che era consapevole di quanto lei e sua sorella amassero vagabondare per il boschetto poco distante dalla loro casa.

« Non credo tu lo sappia davvero. » rispose con un tono divertito ed al contempo impaziente, come se non avesse visto l’ ora di raggiungere la radura che ogni volta raggiungeva con Rosalind.

Cassandra, che avrebbe potuto cominciare una feroce discussione su quanto le parole di Charlie le fossero oscure e su come, dunque, la ragazzina non sapesse eloquentemente articolare un pensiero di senso compiuto al contrario di lei, decise piuttosto di tacere, in virtù del fatto che per il liceo si vociferava di come la più piccola delle sorelle Fanti fosse terribilmente manesca, nonché un pizzico vendicativa.
 

All’ improvviso, alla luce che veniva emessa dalla Luna piena sopra le loro teste, se ne aggiunse un’ altra, umana, calda e gialla, che era poco distante da loro, e facilmente raggiungibile percorrendo qualche altra decina di metri.

« E questa? » chiese perplessa Cassandra, avendo a priori scartato l’ ipotesi di un incendio nel bosco, visto che non aveva né sentito né visto fumo, o qualsiasi altro elemento che avesse potuto mettere i suoi sensi in allerta.

« Vedrai! » rispose il folletto con un ghigno divertito, facendo assomigliare il suo volto, illuminato dalla luce aranciata, ancora più simile a quello di un membro del Piccolo Popolo, piuttosto che adeguato ad un membro della famiglia Fanti. 

  
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