III. Morning coffee.
Come sempre, alle 9 e dieci, Ji Yong si recò al caffé, onorandoci della sua odiosa presenza. “Te ne occupi tu.” ordinai a Fiki, che stava sfogliando un fumetto. “Sissignora.” eseguì. Nel bel mentre io riordinavo le brioches, che erano state appena rilasciate dal nostro panettiere di fiducia. “Una crostatina ai mirtilli ed un caffé.” arrivò qualche attimo dopo Fiki. Annuì, preparando l'ordine in silenzio. Era veramente scocciante come quel pallone gonfiato mi rivolgeva la parola, come se niente fosse accaduto, s'intende Ji Yong. “Sam, Sam! Stai per rompere la tazza!” mi fece notare Fiki allibito. Guardai quest'ultima, alleggerendo la presa e sbuffando. “E che palle, non se lo può fare a casa da solo il caffé!?” sbraito, mentre la macchinetta fa colare il liquido nero nella tazzina. “Calmati.” biascica Fiki, intento a leggere ancora il suo stupido fumetto. “Smettila di leggere il tuo mango e vai a servire quel..” mi interruppe, posando la mano sulla mia bocca. “Primo, non è un mango, ma un mAnga.” mi corresse, con la voce da maestro francese. Non so se avete presente. “Secondo, censura quel che dici.”. Alzai gli occhi al cielo, così che ritirasse la mano. “Vado a servirlo adesso.”. Grugnai, contrariata. Finché Fiki non tornò. “Questa volta gli ho fatto pagare il conto in anticipo.” fece, fiero di sé. “Bravo.” sorrisi, intenerita dalla scena, abbassandomi per raccogliere una forchetta. “Ah, e ha pure lasciato un biglietto. Per te.” mi raddrizzai subito. “Cosa!?” tuonai incredula. Glielo rubai dalle mani, per poi riprendere i commandi dei miei sensi. “Lo leggo dopo.” sussurrai, torcendo le labbra, mettendo il biglietto in tasca. “E comunque, torna a fare il tuo lavoro.” spingo Fiki, in direzione del cliente appena entrato. “Okay.” sbuffò, estraendo il libricino degli ordini dalla tasca. Ma poi si bloccò, si girò, e dedicandomi una delle occhiate più minacciose che abbia mai visto, si reca al tavolo del cliente, che, per casa, é Choi Seung Hyun.
A casa, la sera stessa, dopo la seconda doccia, mi sedetti sul letto, pronta per leggere quel bigliettino. «Sam, lo so che mi ami ancora. Appunto, per questo devo parlarti. Domani, nel solito posto.». Restai immobile, scorrendo tra quelle qualche parole che aveva scritto così dal nulla. Non sarei andata a quel appuntamento “al buio”, ci mancava solo che io ricadessi nella sua trappola dopo che lui aveva scelto Kim. Andai a dormire, decisa più che mai ad ignorare quell'invito.
“Ieri hai ignorato il suo invito.” disse Fiki, sputando metà del biscotto che aveva in bocca. “Possibile che non ti fai mai i fatti tuoi?” commento infastidita. “Perché non sei andata?” chiede. “Non voglio più avere NULLA a che fare con quel orribile essere.” affermai, chiudendo a chiave la porta del negozio dietro di me. “Sam.” mi sentì chiamare. Alzai lo sguardo, era lui. “Vi lascio..” si dileguó prontamente Fiki, non ho nemmeno il tempo di fare obbiezioni. “Dobbiamo parlare.” esordisce Ji Yong, acchiappandomi il polso e fissandomi. Deglutì a fatica.