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Autore: LizzieCarter    14/08/2012    5 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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UNPPT Evidentemente, non è destino che io dorma a sufficienza, qui.
Blondie interrompe brutalmente la mia siesta-post-pranzo scrollandomi con ben poca delicatezza. Mi trattengo dal rivolgerle qualche parolaccia, memore delle buone maniere inculcatemi dalle suore, e mi limito a grugnire.
- Senti...- inizia la ricciuta, ignorando la mia indisposizione, - quando avevi in mente di togliermi la macchina dal fango? Che ne dici di, uhm, adesso?-.
Sbuffo, non osando chiedere il perchè di tutta questa fretta, temendo di sentirmi rispondere qualcosa del tipo che ha assoluta necessità di rifornirsi di strisce per la ceretta o pillole dimagranti, e sto per dirle di prendersi le chiavi della mia fiat 130, quando mi rendo conto delle capacità di guida della persona cui cui ho a che fare e, soprattutto, della sostanziosa cauzione che vorrei avere indietro quando restituirò la macchina al noleggio auto.
- Arrivo- dico sconsolata, e il vedere i suoi boccoli rimbalzare per la felicità ancor prima che un scintillante sorriso a 45 denti spunti in volto a Kellie di certo non basta a consolarmi.

***

Qualche minuto dopo, Kellie e io stiamo esaminando le condizioni dell'auto mezza sprofondata nel fango che sembra essersi arenata in giardino, e mi chiedo seriamente se sarà necessario l'uso di piccone e badile per tirarla fuori. La macchina è un bel pickup rosso, di quel genere di fuoristrada che nei film investono sempre i cervi, e non mi rassicura troppo pensare a Kellie alla guida di questo coso; per fortuna, da queste parti non sembrano girare cervi!
Lancio un'occhiata alle scarpe in vernice che si è messa per uscire, poi indugio con lo sguardo sui miei stivali di plastica, il cui colore originario è ormai irriconoscibile per i molti strati di fango che si vi si sono accumulati sopra: è facile intuire chi sarà ad avventurarsi in quel pantano, immagino.
- Va bene, adesso provo a vedere se riesco a guidarla fuori dal fango, se no...- se no ci toccherà spingerla fuori, e non sono sicura che Kellie abbia dei vestiti adatti, a meno che quando ha preparato la baligia non avesse programmato di partecipare a qualche lotta nel fango tra ragazze in uno dei locali in città...!
Kellie non mi sta neanche ascoltando, a quanto pare, perchè non mi chiede di finire la frase e si limita a dire - Ok, ok, come vuoi, basta che tu faccia in fretta!-; saltella sul vialetto come se avesse una gran fretta, o come se le scappasse da morire la pipì.
Titubante, mi avvio in direzione della macchina, e mi muovo di zolla in zolla di erba in mezzo a quella sottospecie di palude stando ben attenta a non scivolare.
Stranamente, raggiungo incolume lo sportello del pickup, che non è chiuso a chiave, ma è duro ad aprirsi; devo fare un po' di forza per riuscire a sbloccarlo e, quando finalmente si spalanca, riesco per un pelo ad evitare di scivolare in mezzo al fango per la sorpresa.
Diavolo.
Solo ora mi viene in mente che chiavi servono anche per avviare la macchina, non solo per aprire lo sportello; Grace, sei un'idiota.
- Uhm... Kellie?- lei alza lo sguardo dalle sue unghie, incuriosita. So che sarebbe troppo chiederle di raggiungermi per darmi le chiavi, così invoco l'aiuto divino e le chiedo di lanciarmele, incrociando le dita e sperando che al liceo fosse una cheer-leader, o una giocatrice di softball, o qualcosa che possa averle insegnato a lanciare bene... Anche perchè io non sono brava a ricevere.
Le chiavi finiscono con un tintinnio sul tettuccio, mentre io mi riparo la faccia con le mani (sì, lo so che in teoria avrei dovuto balzare in aria per cercare di prenderle al volo, ma non è nella mia natura!); per fortuna, poi devo solo tendere un po' le braccia per riuscire a recuperarle, e finalmente posso inserirle nel pannello di accensione.
Mi accorgo subito che c'è qualcosa che non va, perchè il motore va in folle anche se la macchina non si muove di un millimetro, e il fango inizia a volare da tutte le parti facendo scappare di gran carriera la povera Kellie. Diamine, lo sapevo che non poteva essere così semplice! Spengo il motore e salto giù dall'auto; la cosa che voglio provare è un po' laboriosa e non so se posso farcela da sola, ma Kellie adesso è piuttosto distante, impegnata a controllare di non essersi macchiata. Pazienza, la chiamerò dopo; forse è un bene che non sia troppo vicina!
Faccio una breve corsa verso la mia macchina a piedi scalzi, rifiutandomi di insudiciare la mia Fiat 130 di fango con gli scarponi e, congratulandomi per aver pensato a portare almeno le mie chiavi in tasca prima di uscire, la guido lentamente in retromarcia sul vialetto di casa fino a fermarla poco distante dal pickup.
Ora arriva la parte complicata. Mi riinfilo gli scarponi, sguazzo fino al pickup e lì sgancio il cavo da traino che ha sul retro e lo srotolo fino al retro della mia macchina, a cui lo assicuro. Solo adesso mi rendo conto che tutti  problemi che mi son fatta per non sporcare la macchina son stati inutili: tra poco inizierà a piovere fango.
Velocemente, riaccendo il pickup e lo metto in retromarcia, in modo che assecondi la direzione in cui cercherò di trainarlo con la mia coupè, dato che da sola non può certo riuscire a trascinare quel bestione a peso morto, povera piccola.
Purtroppo, non ce la fa neanche così. Senza  perder tempo a spegnere di nuovo i motori, faccio segno a Kellie di muovere le chiappe e raggiungermi nella pioggia di fango; lei mi fa segno di aspettare un momento, corre in casa, e ne riesce indossando un enorme impermeabile azzurro che la fa assomigliare a un ectoplasma.
Be', Kellie, grazie tante per aver pensato anche a me!
Quando mi raggiunge, le spiego che deve guidare la mia macchina in avanti, sottolineando che deve stare sul vialetto ed essere ben attenta a non far finire la macchina nella palude dall'altro lato, in modo da trainare il pickup mentre io cerco di spingerlo un po' da dietro, cioè, da avanti, dato che dovrò spingere il cofano.
Mi posiziono velocemente dietro al pickup, che sputa fango, inferocito,  limitandomi ormai a pensare "prima finiamo, meglio è", mentre sento le prime gocce di fango colarmi giù per lo scollo della t-shirt, lungo la schiena. Per fortuna, finalmente il colosso si muove, e in pochi secondi è al sicuro sul vialetto sterrato.
Mi asciugo la fronte con un braccio infangato, sentendomi un gran sorriso stampato in faccia, poi corro urlando verso Kellie che sta smontando dalla mia macchina; sto per abbracciarla, contenta come se avessimo vinto un round di un combattimento di sumo (umani vs pickup: degno della saga Transformers!), ma lei mi gira attorno sorridendomi educatamente, anche se è palese che è terrorizzata dalla mole di fango che mi ricopre, e dice - Grazie un mondo, ma devo correre se non voglio perderlo!-.
La guardo un attimo stordita, mentre si toglie l'impermeabile e monta sul pickup; -Perdere cosa?-  il treno? Sta già per partire? E' questa la mia ricompensa? Grazie, Tu lassù!
-Perdere Josh! Ho sentito che l'hanno avvistato più volte ad un bar in città, verso quest'ora- il suo sguardo improvvisamente sembra aver perso il lume della ragione, mentre mette in moto; devo saltare di lato per evitare che mi passi con le ruote sui piedi, e sta giusto sgommando per immettersi in strada, che è costretta a inchiodare bruscamente per evitare una bicicletta che  sta entrando nel nostro vialetto; senza scusarsi per aver mancato di qualche centimetro il manubrio di chi la monta, Kellie sfreccia via come una drogata che parte alla ricerca della sua dose.
Josh smonta in corsa dalla bici di fronte a me, con l'aria traumatizzata: - Chi diamine era quella? Un'amica tua?-.
Scoppio a ridere, con le lacrime agli occhi per l'assurdità della situazione -tutta quella fretta per andare a braccare Josh al bar e, quando le è sfrecciato davanti in bici, Kellie non l'ha nemmeno riconosciuto!-, e gli getto le braccia al collo, infangandolo tutto, senza riuscire a smettere di ridere convulsamente.
-Stai bene...?- domanda lui interdetto, battendomi qualche pacca sulla spalla, - Quella tipa è venuta qui a riscuotere le tasse? E' una mafiosa? Ti serve aiuto, o...?-
Mi allontano con uno starnuto, dato che i capelli più lunghi sulla sua nuca mi hanno fatto il solletico al naso, poi faccio un lungo respiro per calmare la ridarella.
- Assolutamente no, quella è la mia coinquilina che è partita per darti la caccia-.
Josh inarca le sopracciglia, come se non fosse sicuro di aver capito bene, e stringe le labbra - che, già sottili di per sè, a quel modo sembrano sparirgli - con fare pensoso; - ma, se le sono passato davanti, perchè...-
- Era sicura di trovarti ad un certo bar in paese che ultimamente hai frequentato spesso, almeno secondo quanto le hanno detto le sue fonti...- gli spiego, pulendomi le mani infangate sui pantaloncini di tuta - sai, mi sa che ti tocca cambiare bar...- lo compatisco. Lui rialza la bicicletta, una di quelle da acrobazie, con la sella bassa e il manubrio alto, senza portapacchi e con dei pali ruvidi infilati al centro delle ruote su cui appoggiare i piedi durante le evoluzioni, e non sembra troppo turbato. - Neanche per sogno! Lì fanno il miglior cappuccino della città!- inorridisce; sto per chiedergli come faccia a bere il cappuccino d'estate, ma lui mi precede e chiede, pulendo la sella della sua bici che si è schizzata di fango - Come mai il tuo giardino sembra sempre una palude? Non batte il sole, in questa zona?-
- Probabilmente se lo attira tutto la tua casa!-
- E perchè la tua macchina si sta facendo il bagnetto in mezzo al fango?-
All'ultima domanda di Josh, che raddrizza il manubrio alla sua bici esaminando con aria preoccupata i cerchioni anteriori della mia auto sprofondati nella melma, balzo in avanti col cuore in gola, sperando ardentemente che stia scherzando.
- Le biondine sono peggio delle cavallette; sono un'altra punizione che ci ha mandato Dio per punirci!- sproloquio, ficcandomi le mani tra i capelli.
- Ma cosa dici!- ride Josh - senti, ci pensiamo dopo; ho una cosa da farti vedere. Sai, non son mica venuto fin qui solo per farmi investire dalla tua amica- mi sorride. Resisto per l'ennesima volta all'impulso di specificare che quella piaga d'Egitto non è amica mia e borbotto - sì, sì, solo che prima dovrei darmi una lavata... e prima di darmi una lavata è meglio che finisca di infangarmi e tolga la macchina dal pantano-.
- Non ce n'è bisogno, puoi darti una risciacquata dove andiamo adesso- mi blandisce, prendendomi una mano e trascinandomi alla bici - su, sbrigati, che è già tardi!-.
Lo guardo, poi abbasso lo sguardo alla bici, dubbiosa; infine, torno a guardare lui.
- Devo prendere il passaporto? Vuoi portarmi al mare nello Stato più vicino?-. Sono solo le quattro, il sole è ancora alto.
Lui scuote la testa e dà qualche colpetto al manubrio, con un sorriso che mi fa presagire che abbia in serbo qualcosa.
- Va bene... Devo salire sul manubrio ?- Lo guardo come a dire " ma seriamente?"; lui, però, non si scompone e mi mostra come mettere i piedi sui paletti ai lati della ruota e come tenermi al manubrio.
Una volta che sono in posizione, in equilibrio instabile, mentre lui sbircia la strada da sotto la mia ascella, gli chiedo - Ma non sarebbe meglio se stessi dietro?-; posso sentirlo scuotere la testa, perchè trema anche tutta la bici, e poi sono sicura che stia sorridendo, quando risponde - Così mi ripari dai moscerini-.

***

Temerariamente, ci avventuriamo in bici sul breve giardino che costeggia casa mia, poi costeggiamo i campi attorno a cui corre Josh la mattina, sobbalzando sopra le zolle secche e smosse, e infine ci infiliamo in un boschetto vicino a casa sua.
Ad un certo punto, la bici si impenna salendo su una grossa radice d'albero, e io perdo l'equilibrio cadendo all'indietro;  mulino per qualche attimo le braccia per aria e, senza rendermi conto di quello che faccio, finisco aggrappata al collo di Josh, incastrata tra il suo addome e il manubrio mentre lui cerca di riprendere il controllo della bici.
Per qualche minuto non può far altro che muovere il manubrio qua e là per recuperare l'equilibrio, mentre la bici corre veloce lungo un ripido declivio dissestato; stringo gli occhi, sapendo che quello che ci aspetta è o il duro suolo, o un duro albero, o un duro fiume prosciugato, o qualcosa del genere e di altrettanto duro, e nascondo il viso contro la sua spalla, sperando di non farmi troppo male.
Solo quando Josh riesce a frenare e a scartare bruscamente con la bici su un terreno un po' limaccioso -che mi ricorda quello del mio giardino-, mi accorgo di aver trattenuto il respiro e soffio piano per riprendere fiato prima di riaprire gli occhi.
- Wow- gemo, certa di star per vomitare, mentre districo con una certa difficoltà le gambe dal manubrio. - Era questo che avevi in mente di mostrarmi? Le tue evoluzioni spericolate?- domando, col respiro a singhiozzo e il cuore che mi batte in gola.
Josh ha gli occhi sbarrati, fissi nel fiume che scorre a pochi passi da dove ci siamo fermati, poi deglutisce a fatica.
- No... diciamo solo che è più semplice arrivarci in bici da soli- risponde con voce flebile, passandosi una mano tra i capelli sudati. Io tento di farmi passare dalla mente il modo in cui mi sono appesa al suo collo poco fa, oltre che la tremarella alle gambe, e cerco con lo sguardo qualcosa su cui concentrare la mia attenzione prima che il mio viso possa decidere di arrossire.
Inutile dire che lo trovo: un bel ponte, dall'aria sicura ma non troppo (giusto per non guastare lo spirito di avventura), collega le due sponde limacciose del piccolo corso d'acqua, e una corda dall'aria robusta dondola pigramente poco distante dalle assi del ponte, a pelo d'acqua.
La cosa più sorprendente, però, è una piccola piattaforma costruita sopra ad un albero dai rami bassi, con uno strano tetto sbilenco che la copre appoggiandosi direttamente al pavimento e che fa assomigliare il piccolo edificio ad una sorta di una capanna.
- Questo mi ricorda qualcosa... - dico a bassa voce, sorridendo, mentre mi giro verso Josh, che ha un'espressione imbarazzata.
- Allora, ehm... l'hai visto, quel film...- borbotta. Io annuisco, prendo un ramo da terra e mi avvicino alla riva, cercando di avvicinare la corda; - Quello è uno dei pochi film che ho visto con te come attore, ma immagino che adesso Kellie me li farà vedere tutti; sai, è convinta che "debba farmi una cultura" -.
Faccio una smorfia, e lui si esprime in qualcosa che è a metà tra uno sbuffo e una risata, poi dice - Kellie è il nome della tua amica pirata della strada?-.
Faccio segno di sì con la testa, riuscendo finalmente a recuperare la corda, a cui do uno strattone per assicurarmi che tenga ancora. Parecchie foglie cadono dal ramo a cui è annodata. -Immagino che tu ti sia assicurato di prendere una corda robusta e resistente, vero? Non voglio far la fine di Leslie! -. Josh si avvicina, si ferma di fronte a me e mi sorride: - Ho costruito anche un ponte, se non ti senti sicura - dice beffardo, stendendo un braccio in quella direzione con fare invitante, ma leggo nei suoi occhi un bagliore di sfida; faccio per avviarmi ragionevolmente verso il ponte ma, con sua sorpresa, dopo qualche passo prendo la rincorsa e mi appendo alla corda, con la speranza di essermi data abbastanza slancio per arrivare dall'altra parte. Purtroppo, però, non è lo slancio il problema: sono le mie dannatissime braccine che non reggono il peso del mio corpo! Giusto a metà della corsa, piovo con un tonfo nell'acqua del torrentello con mio gran disappunto e, appena riesco a riemergere, urlo - Questo era assolutamente intenzionale!- in direzione di Josh, ma il fatto che stia sputando acqua e annaspando per riprendere fiato non deve convincerlo troppo, perchè lo vedo che se la ride della grossa. -Te l'avevo detto che ti saresti lavata!-.
Mi rifiuto di credere che avesse già previsto tutto, ma non posso stare troppo a lambiccarmici su, perchè lo sento urlare - Attentaaaa!- e poi piombare come una palla di cannone di fianco a me, inondandomi di schizzi.
Tossisco un altro po'; i capelli mi coprono a onde gli occhi, e li scosto senza troppa cura, prima di cercare con lo sguardo Josh sott'acqua: voglio annegarlo un po', prima che abbia tempo di rispuntare.
Purtroppo, è lui a prendere di sorpresa me. Mi spunta dietro le spalle e mi scompiglia i capelli pastrugnandomi in testa con le mani, senza curarsi delle mie strilla da arpia. E' lì che se la ride della grossa, quando mi immergo in acqua per sfuggire dalle sue grinfie, ma la smette subito, non appena rispunto, le mani piene di fango, e glielo spalmo in testa. Mi guarda di stucco per qualche istante, incurante di una goccia di fango che gli sta colando lungo la fronte, poi, con voce acuta per l'incredulità, dice - Questa è guerra!-.


______________________________________


Riciao a tutti :)! Spero che questo capitolo non sia troppo lungo; mi son divertita un sacco a scriverlo, spero abbia divertito anche a voi leggerlo :) Non abbiate paura a scrivere le vostre impressioni!

Non rende per niente, senza colori nè paesaggio, ma questa è la mirabolante discesa in bici di Josh e Grace al fiume xD!


   
 
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