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Autore: Sibeal    14/08/2012    0 recensioni
Tutto nasce dal nulla.
Semplicemente una ragazza che non sa neanche a che cosa sarebbe andata incontro, vivendo giorno per giorno. In questa storia troverete tanta musica, emozioni, amicizie, situazioni della vita di tutto il giorno con un pizzico di "fama" in più.
Non è la solita storia su questo gruppo dove c'è la fan che si innamora e tutto diventa realtà, però è una storia che magari vi farà sorridere e sognare.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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What The Hell?

Correvo per l’aeroporto di Heathrow, Londra, con il fiato corto e la valigia fin troppo pesante. 
Quell’aeroporto era davvero troppo grande e tra il fiatone e l’ansia non avrei mai fatto in tempo. Non era un caso che il mio soprannome fosse “ritardataria cronica” ma quella volta non era stata colpa mia.
Finalmente vidi l’uscita e mi calmai un po’. Vidi l’orologio e il ritardo non era molto, e grazie a dio, un Cab si fermò direttamente davanti a me. Sorrisi.
“Allora la fortuna è dalla mia parte qualche volta!” dissi a bassa voce.
Feci un passo per andare ad aprire lo sportello del Cab e qualcuno mi venne addosso.
“Scusami, scusa! Devo correre, sono in ritardo!”
Spalancai gli occhi.
“No senti coso. Io devo andare, questo taxi lo prendo io.” Sorridevo a quel ragazzo.
“No senti, scusami ma devo prenderlo! Se faccio tardi mi uccidono.”
“Non se ne parla coso.  Dai adesso ne passa un altro, prendi quello eh.”
“Prendilo te! Devo andare!”
Il ragazzo mi sorrise e mi spostò e salì nell’auto.
“Bastardo!” gridai, ma il Cab era troppo lontano per sentirmi.
Fortunatamente dopo trenta secondi arrivò un altro cab, salii e gli chiesi di portarmi a tutta velocità al The O2 Arena.
“La prego, si sbrighi! Veramente. Per favore!”
Incitavo al guidatore di andare più veloce, anche se il solito traffico di Londra impediva i movimenti, e sapevo che stavo per sborsare più di 30£.
“Signorina, ma che cos’ha da fare di così importante lì?” chiese tranquillamente l’omone che guidava.
“Realizzare il sogno di una vita. Più o meno.” Risi.
“Ma di solito fanno i concerti in quel posto, ci suona gente…le piace il gruppo?”
Spiegai brevemente tutto all’autista e finalmente arrivai davanti all’O2.
Scesi e per poco non mi ruppi un braccio a causa della valigia.
C’era tantissima fila e sbuffai.
“Scusi…” chiesi ad un uomo enorme, che era di fuori con una faccia antipatica.
“Si?”
“Devo entrare.”
Gli mostrai il pass che avevo e a differenza di quello che credevo, quel signore mi aiutò con la valigia.
Corsi, sapevo che mi avrebbero mangiato la testa perché ero in un ritardo mostruoso.
“Jen! Finalmente! Eccoti”
Respiravo faticosamente.
“Lo so. Lo so! Angie, mi dispiace! L’aereo ha fatto tardi, sai com’è! Scusa!”
“Dai riprenditi, non sei passata neanche in albergo a quanto vedo!” rise la mia amica che era lì da due ore.
Mi toccai i capelli e respirai a fondo.
“Senti, adesso metti la valigia qui, io ancora non ho finito, sei fortunata che anche uno dei ragazzi ha fatto tardi quindi ora, studia. Non fare figuracce!”
Mi misi a ridere e andai in un piccolo stanzino a leggere delle cose che sarebbero state importanti.
“Jennifer, sei pronta?” mi chiese Angie entrando.
“Oddio beh più o meno. Qualcosa mi invento.” Ero agitatissima cacchio.
“Ti spiego, questa cosa, potrebbe cambiarti la vita. Il tuo sogno potrebbe realizzarsi, sei giovanissima e guarda dove sei. A soli 18 anni! Stai andando alla grande! Ok?”
Entrai nello stanzino dove cinque ragazzi si stavano tirando delle cose.
“Ma chi sono questi?” chiesi sottovoce alla mia amica.
“I ragazzi che dovrai intervistare, scema! Senti, quello li riccio si chiama Harry, quello un po’ scuro di carnagione Zayn, quello con gli occhi chiari e i capelli scuri diciamo è Louis, quello biondissimo è Niall e infine quello è Liam, ce la fai?”
Annuii. “Per fortuna ho la mia memoria fotografica!” sorrisi.
“Dai, vai.”
Mi avvicinai e i ragazzi mi guardarono curiosa. Posai il mio sguardo su ognuno di loro e ripetei i nomi.
“Ciao…allora…Te sei Louis…”
Il ragazzo annuì mentre mangiava qualcosa.
“Te Harry, Liam…”
Anch’essi annuirono.
“Zayn…e…oddio no!”
Il ragazzo biondo si girò, mi guardò meglio e sorrise.
“Ciao! Ma a saperlo che saremmo venuti entrambi nello stesso posto!” esclamò.
“Niall.” Dissi diventando viola in viso.
“Si scusami per prima.”
Annuii.
“Ah vi conoscete?” disse il riccio. “Brutto porcone!”
Oddio, pensai. Questi sono tutti matti.
“Sentite, possiamo cominciare…”  iniziai io.
“Prima una domanda…” disse il moro con gli occhi del mare.
“eh? Cosa?” ero impaziente e volevo andare a rinchiudermi da qualche parte.
“Ma perché ci fai quest’intervista? Quanti anni avrai? 15? 16?”
Ma erano tutti così carini? Sospirai.
“Diciotto. In realtà quasi diciannove.”
“Beh sei comunque giovanissima!” esclamò il riccio.
“Beh, studio per diventare una giornalista musicale. Intervistare gruppi e queste cose qui. Però non mi avevano detto che avrei intervistato animali oggi!” dissi irritata. “possiamo iniziare?”
“Professionale! Ci piace!” esclamò quello che si chiamava Zayn.
Sospirai e iniziai a fare le classiche domande, non ero in forma a causa del viaggio e della corsa, e soprattutto perché neanche conoscevo il gruppo. Sapevo solo il loro nome e nient’altro.
L’intervista durò come da programma una ventina di minuti e alla fine non andò così male.
“Vabbene ragazzi, grazie, penso sia tutto!”
Mi sorrisero.
“Hai scritto tutto si?” mi chiese uno di loro, il biondo.
“Si.” Dissi.
Ancora ero arrabbiata per il taxi. Non era mica giusto, eh no.
“Rimani per il concerto?” mi chiese Liam, che sembrava essere il più normale di loro.
 “Grazie! Ma non penso, sono esausta e ho una valigia da 30 kili da portare!”
Il ragazzo annuii e io me ne stavo andando quando Niall, il biondone, mi prese per un braccio.
“Dai, scusa per quello che è successo oggi!”
Lo guardai. “Senti, non mi interessa chi tu sia, se sei famoso fin sopra Marte o Venere o Giove. M’interessa solo che oggi mi hai soffiato il Taxi da sotto il naso, non è stato un gesto carino. Anzi, proprio perché hai tutto questo potere dovevi aspettare tu un altro taxi. Ci avrei potuto rimettere il posto nella redazione. E io ho un solo fottuto sogno nella vita. Essere una fottuta giornalista.”
Il ragazzo, che permettete di dirmelo, era davvero niente male. Rimase spiazzato.
“O…ok…” alzò le braccia e se ne andò.
Sospirai. “Scusa. È stata una giornata tremenda. Vi auguro buona fortuna per stasera però.”
Niall rise. “Grazie. Però se ti va passa dopo per l’after party, ok? C’è Angie che ha gli inviti, dai!”
Annuii. “vedrò.”
Uscii dal camerino, rilassata.
“Com’è andata????” mi chiese agitata Angie.
“Bene! Alla fine non sono male i ragazzi!” sorrisi alla mia amica.
“Te lho detto, che adesso vai via?” mi domandò agitata.
Annuii.
“No. Ti prego rimani! Ah dopo c’è…”
La interruppi. “Si lo so! Allora facciamo così, vado a posare questa cosa in hotel e poi torno ok?”
La mia amica annuì e mi abbraccio.
Presi la valigia troppo pesante, e in meno di un ora ero già di ritorno all’O2, perlomeno ero vestita in modo decente, non puzzavo e stavo meglio.
Rientrai e i ragazzi erano già sul palco.
“Allora come vanno?” dissi guardando dal backstage. “Mamma quanta gente!” strabuzzai gli occhi.
“Eh, hai visto chi hai intervistato?”
Risi. “Sai che non intendo proprio questo genere quando parlo di interviste no?”
Angie sbuffò. “Lo so, ma l’importante è come lo fai.”
Annuii.
Guardai meglio e notai che il biondino si era girato e mi salutò con un veloce gesto con la mano.
Ricambiai alzando un poco il braccio e mi limitai a sorridere.
Il concerto finì dopo poco e qualcuno si avvicinò a Angie, mi avvicinai per sentire.
“Grandioso! Grandioso! Veramente.” Un uomo sulla cinquantina sorrise.
“Quindi?” disse tremante Angie.
“Quindi lo stage è tuo!”
L’uomo se ne andò e Angie corse ad abbracciarmi.
“Lo stage è tuo!” gridai.
“Ti rendi conto? Dovremmo stare un anno qui! Non so le cose che ci metteranno a fare!”
“Diventerai la più brava organizzatrice di eventi.” Dissi sincera e orgogliosa della mia amica.
“E tu un’eccellente giornalista!”
Sospirai. Ci speravo un sacco.
I ragazzi  rientrarono tutti mezzi sudati e stanchi dal palco.
Zayn e Liam si buttarono a peso morto su un divano, Harry prese subito il suo telefono, Louis si attaccò per almeno mezz’ora ad una bottiglia d’acqua e Niall stava mangiando tutto ciò che trovava.
“Heeeey ciao! Allora sei rimasta!” esclamò Louis non appena si staccò dalla bottiglia.
“No, in realtà sono passata in albergo, mi sono cambiata e fatta una doccia.” Risi.
“Oh, hai ragione, hai vestiti diversi. Ma una curiosità…prima ti sei lavata o prima ti sei cambiata?”
Rimasi a bocca asciutta e poi iniziai a ridere. “Ti lascio immaginare!”
Louis alzò le spalle e ricominciò a bere.
“Ciiiao!” si avvicinò il biondo.
“Ei ho ola o!” esclamai.
“Come scusa?” iniziò a ridere.
“E’ un saluto! Com’è andata la fuori?” chiesi.
“Bene, benissimo! Comunque stai benissimo!” sorrise in modo divertente chiudendo gli occhi.
“Eh, grazie! Senti dov’è che sarebbe questo party?” chiesi curiosa.
“Al tiger tiger! Vicino a Piccadilly!”
Annuii “ok”
In mezz’ora tutti eravamo pronti per andare a festeggiare, che poi cosa c’entravo io non lo so, ma alla fine avevo voglia di divertirmi.
Entrammo in questo locale, che dal nome pensavo fosse qualcosa di terribile, invece ci avevano riservato la White room, era fantastica, era tutto…bianco.
C’era davvero un sacco di gente, non sapevo che fine avessero fatto i ragazzi ed ero rimasta con Angie.
“Beh, andiamo a festeggiare no?”
“E certo! Andiamo!”
Arrivammo al bar e ordinammo due shots di vodka e li buttammo giù in un sorso e mi andò a fuoco lo stomaco.
“oddio, oddio che schifo!”
Angie iniziò a ridere. “Dopodomani andiamo a vedere l’appartamento allora?”
Annuii. “Speriamo sia carino come dalle foto. Voglio dire, non mi va di dormire con i topi!”
“Ah no neanche a me!” sorrise.
“Oh Angie, grazie! Bellissima serata!”
ci voltammo e il riccio era lì davanti a noi con una bottiglia di birra in mano.
“Ma te ce l’hai l’età per bere?” chiesi ridendo.
“Ma si! Ma per chi mi hai preso!”
Risi. Alla fine non era difficile ridere in quella situazione!
“Eccovi!”
Arrivò anche il biondo che stava mangiando. Ma che stomaco aveva?
Mi guardai per un attimo intorno e posai gli occhi sulla mia amica Angie. Certo che da quando l’avevo conosciuta all’università era davvero cambiata. La sua altezza neanche troppo, ma i suoi capelli erano diventati biondi e corti fin sotto le orecchie, era dimagrita, era diventata veramente bella. Poi pensai a me, certo, i miei capelli color caramello non erano dei migliori, la pancetta non mi mancava anche se tutti non facevano altro che ripetermi che stavo benissimo, e le lentiggini sulle guance era qualcosa proprio che odiavo, per fortuna avevo i miei occhi verdi.
“A che pensi?” mi chiese Niall che ancora era lì.
“Che ti devi far perdonare! Offrimi da bere!” dissi seccata in modo scherzoso.
“Ero venuto qui apposta!”
“Angie ti dispiace se ti rubo Jen per qualche minuto?”
“Ah no vai Niall, a lei ci penso io!” esclamò Harry.
Andammo verso un altro bar che era staccato da quello, dove ordinai un cosmopolitan e il biondo una semplice birra.
“Perdonato per stamattina?” disse in modo tenerissimo.
“Mh, si!” esclamai.
“Allora vuoi fare la giornalista!” esclamò subito dopo.
“Esatto. Forse l’avevi capito!” dissi sarcastica.
“No, sinceramente no! Comunque sto facendo una mossa azzardata. Domani hai da fare??” chiese
“Non penso, perché?” viva la mia ingenuità.
“No, perché pensavo…siccome abbiamo finalmente un po’ di tempo libero…magari potremmo conoscerci meglio.”
Sbarrai gli occhi. “Senti coso. Ma che ci stai a provando?” risi.
“Eh, una specie!” sorrise anche lui.
Ma che avevo da perdere? Seriamente.

 
 
 
Ciao belle. Ho deciso così, di scrivere qualche cosa! Fatemi sapere cosa ne pensate ok??
J.
  
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