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Autore: Tsukino Chan    27/02/2007    3 recensioni
1156 Nell'Inghilterra medievale, in una piccola cittadina al confine col galles, due anime magiche si incontrano. Non è la prima volta che si trovano faccia a faccia, ne sono sconosciute agli abitanti di Knighton. Ma forse per la prima volta, riusciranno a conoscersi sul serio. Tutto questo a causa di un apprendista sfortunato, di un ramo sulla traiettoria di un'incantesimo e di un povero animale sulla traiettoria della caduta libera di questo ramo. Riusciranno a capirsi, a mettere da parte l'orgoglio? O passeranno tutto il tempo ad insultarsi e ferirsi a vicenda?
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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1156

 

1156

 

É una trama senza pretese, nata in un pomeriggio di fine estate, quando la malinconia si fa spazio tra i pensieri oziosi. Un’idea semplice, creata per evitare di trascorrere la giornata a fissare le lancette dell’orologio.

Come è logico prima di venire allo scoperto se n’è andata in letargo con l’autunno...

Spero sia di vostro gradimento.

 

1156 Gran Bretagna

Knighton, una cittadina a sudovest di Birmingham, ai confini con il Galles.

 

Una donna dalle lunghe vesti color carminio avanzava velocemente nel campo incolto, incurante delle ortiche che sfioravano le delicate gambe, delle spinose foglie dei cardi che s’impigliavano nella rossa stoffa.

-Lady Hermione!- Un giovane cavaliere dalla dorata capigliatura osservava preoccupato la donna, rimanendo ai confini dell’incolto terreno in sella al suo cavallo.

-Vi prego Mylady, tornate sulla strada maestra. Il signore di Knighton tornerà presto dalla sua visita, attendiamolo al suo maniero. La prego mylady.-

La donna si voltò in un turbinio di riccioli castani, gli occhi infiammati dall’ira.

-Non tornerò indietro sui miei passi, non rimarrò ad aspettarlo nella sua dimora. Porta i cavalli alla cittadina ed attendi lì il mio ritorno.-

Il giovane volto venne sconvolto dall’idea di dover abbandonare la propria signora, un’azione disonorevole agli occhi di ogni cavaliere.

-Mylady, non posso lasciarvi sola. Vi prego riprendete la strada maestra. -

-Sir Edward, le nostre cavalcature non sono bardate per il tragitto che debbo affrontare. Portale a rinfrancarsi nella cittadina e non preoccuparti per le mie sorti. Se non lo avete capito, questo è un ordine.- detto questo riprese ad avanzare verso la sua meta, ignorando il penetrante sguardo del cavaliere posato sulla sua schiena.

 

Il signore di Knighton osservava soddisfatto il lavoro terminato.

I tetti d’alcune abitazioni all’estremità dei suoi territori dovevano essere impagliati e in quell’assolata giornata erano riusciti a finirli, senza troppe complicazioni.

Gli si avvicinò un’anziana signora, dai fluidi capelli argentati, il volto abbronzato rigato dall’età.

-Mio signore, la tua maglia.- gli disse con un candido sorriso sul volto porgendogli una maglia color ambra.

L’uomo la prese ringraziandola, ricevendo in risposta i ringraziamenti della donna per il lavoro al tetto della sua misera abitazione.

-Suppongo che è affamato, mio signore. Vuole rifocillarsi nella mia abitazione? Ne sarei onorata.-

-La tua supposizione è adatta, ma non sono l’unico a doversi rifocillare. Ed i miei uomini peserebbero sulle tue scorte. Ahimè, devo rifiutare la tua offerta per andare ad ingollare i brodini d’erbe che i cuochi si divertono a somministrarmi.-

L’anziana donna ridacchiò osservando l’espressione disgustata del suo signore.

-Mio signore, sono spiacente di sentire che la tua cucina non ti soddisfa. Dovresti trovare una compagna che si occupi di migliorare la condizione delle tue cucine.-

L’uomo sospirò sonoramente osservando con un’espressione strana la donna,che interpretò il gesto come un rimprovero e si affrettò a ritirare il suo suggerimento, provocando l’ilarità del suo signore.

-Possibile che tutti i miei sudditi mi ricordino che sono in età da matrimonio? Perché non mi dite di licenziare i cuochi?-

Un sorrisetto impertinente sbocciò sul volto dell’anziana donna, che non rispose alle domande dell’uomo, limitandosi ad un silenzioso inchino.

 

-Lord Ronald di Knighton!!- Urlò una ferma voce femminile alle spalle dell’uomo, facendolo voltare istantaneamente.

La donna dai riccioli castani avanzava come una furia, e il movimento fluido delle sue vesti carminio la faceva assomigliare ad un demonio alle porte del regno infernale.

Un sorriso sbalordito comparve sulla faccia dell’uomo alla vista di quell’apparizione fiammeggiante.

-Lady Hermione. Cosa ti ha spinto a raggiungermi in un luogo così sperduto?-

Lei lo fulminò con i suoi occhi castani, prima di rispondere con un secco-Tu.-

-Il mio umile essere, lady Hermione? La cosa mi onora immensamente. Però se mi avessi avvisato mi sarei reso presentabile di fronte a una tale bellezza.-

L’uomo si stava divertendo a stuzzicarla. Con la coda dell’occhio vedeva i suoi uomini scommettere ed indicare prima lui poi la donna con dei sorrisetti ironici.

-Non sono qui per sentire le tue stupide parole. Vengo a chiedere la liberazione del giovane apprendista che hai ingiustamente rinchiuso.-

-Ingiustamente dici, lady Hermione? Non ritengo che punire l’infrazione di una legge con la carcerazione sia ingiusto.-

La donna incrociò le braccia indignata.

-Lord Ronald, la violazione di quell’insulsa legge non è mai avvenuta.-

-Non è una legge “insulsa”,è una legge del re! Ritieni “insulse” tutte le leggi reali, lady Hermione?-

L’uomo la guardò soddisfatto della risposta, ritenendo di aver vinto quella disputa fin dall’inizio.

-Quella particolare legge si. - Rispose la donna gelida.

La disputa era ancora aperta.

-Comunque è una legge.- Rispose irritato l’uomo.- E l’apprendista l’ha infranta. Questo è quanto.-

-Quello che è successo è stato un incidente involontario. Non è colpevole.-

Irrazionalmente l’uomo si stava arrabbiando, forse per la freddezza nel tono della voce della donna, forse per un altro motivo sconosciuto ai presenti, fu così che rispose a quella replica urlando.

-Ha ucciso un cervo di sua maestà! La legge prevede la morte per questo!-

La donna lo guardò gelida.

-Ha colpito erroneamente un ramo di un albero, che cadendo ha causato la morte di un cervo. Cervo che per di più era alla fine della sua vita, con l’asma ed una zampa fratturata in più punti.-

-Ma il cervo è morto! Se non avesse colpito l’albero quello sarebbe ancora in vita!-

-Ne dubito. Comunque ha colpito l’albero erroneamente, quindi non aveva alcuna intenzione di recare danno a quella povera bestia.-

L’uomo era visibilmente confuso ed arrabbiato. La sua capacità retorica era nettamente inferiore a quella della sua avversaria, n’erano consapevoli tutti, ma la sua caparbietà probabilmente era superiore.

-Il cervo è morto!-

-Sarebbe morto lo stesso nel trascorrere di pochi giorni, vittima dei lupi, o di cacciatori di frodo.

In quel modo almeno è stato portato presso la tua tavola.-

-Lady Hermione, non tentare di convincermi in alcun modo a liberare quel giovane.-

-Lord Ronald, non sarebbe un male, se per una volta nella vostra vita lasciaste da parte la vostra caparbietà e mi deste ragione!-

Lui la guardò esterrefatto per la libertà con cui gli aveva parlato. Non era riuscito a farla desistere, ma a farla arrabbiare, su quello non vi era dubbio alcuno.

-Sarebbe anche meglio se Lady Hermione accettaste il fatto che sia colpa vostra se adesso quel giovane è imprigionato.-

-Colpa mia?-

-Ovvio. Era sotto la vostra tutela e voi l’avete lasciato libero di uccidere cervi a suo piacimento.-

-Non ha ucciso nessun cervo!!- Urlò l’altra esasperata.

-Lo ha fatto! Ed è colpa vostra, che gliel’avete permesso! Non si dovrebbero affidare certi compiti a delle...-

Trascinato dalla rabbia aveva iniziato un discorso che non avrebbe mai fatto in condizioni normali, pentendosi delle proprie parole non appena le aveva pronunciate.

La donna lo osservava incredula.

-Finite la frase!- gli urlò avvicinandosi a lui di qualche metro- Finiscila! A delle donne... Ecco che cosa volevi dire! Oh certo! Cosa può saperne di magia una del mio stampo...-

L’uomo stava ora fissando le punte dei suoi stivali, mordendosi il labbro fino a farlo sanguinare, incapace di proferire parola.

La donna si voltò, l’ira e lo sdegno impressi nei suoi bei lineamenti, ed iniziò ad allontanarsi tagliando per i campi, in direzione della cittadella.

-Non la ferma, mio signore?- chiese con voce pacata l’anziana signora.

Ronald la fissò sconcertato.

-Credi che sia adatto alla situazione un atto simile?-

La donna scosse la testa affranta.

-Decisamente, mio signore. Non è consono che una giovane donna s’incammini sola per la via.-

-Sa difendersi, se temi per il suo onore...-

S’elevò un coro di sospiri rassegnati.

L’uomo guardò i suoi uomini per farsi spiegare la causa di quella rassegnazione.

I loro sguardi lo incoraggiavano a seguire la donna, raggiungerla e chiederne il perdono immediato.

Ronald prese la sua decisione e s’incamminò verso la sagoma ormai al di là del campo incolto della giovane.

-Lady Hermione!!!- gridò con voce possente.

La donna fermò la sua avanzata e lentamente, forse troppo per i gusti del giovane Lord si voltò.

Ci fu uno svolazzare di stoffa carminio, delle parole mormorate a fior di labbra ed una grande crepa comparsa improvvisamente sotto i piedi del signore di Knighton.

-Signori miei, come volevasi dimostrare. A me i soldi.-

Molte guardie lasciarono delle piccole monete sulla mano del compagno.

-Ero sicuro che gli avrebbe riservato un’altra doccia gelata.- mormorò  un uomo, lasciando scivolare le monete nella mano del compagno d’armi.

-Oh, no... Quello l’ha fatto l’ultima volta. Lady Hermione non si ripete mai.- disse il vincitore, osservando il proprio signore mentre veniva tratto in salvo da alcuni uomini.

 

 

 

 

Qui è l’Autrice che vi parla...

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.

 Se si, recensite, se no, recensite lo stesso, mi fa sempre piacere se qualcuno ha qualcosa da dire su ciò che scrivo. Mi spinge a dimostrare che ho ancora frecce al mio arco. -_^

Come avrete notato i personaggi passano dal tu al voi apparentemente senza alcun senso.

Essendo ambientata in pieno medioevo, i personaggi dovrebbero darsi del tu, per rendere diciamo “storicamente” adatta la FF. Purtroppo il darsi del tu non mi aiutava nel rendere la lealtà e il profondo rispetto che il cavaliere prova per la sua lady, in questo caso Hermione ovvio.

Ecco perché ho usato il voi nelle sue battute, mi suonava meglio... :P

Lo stesso problema è nato durante il litigio tra i nostri due protagonisti. Se si davano del tu mi sembravano due ragazzini in pieno stress adolescenziale. Il passare dalla persona “quotidiana”, usata sia dai signori verso i propri sudditi, che dai sudditi alle loro guide, come fa la vecchietta, ad una versione che suona decisamente più “antica”, aiutava a dare il distacco che si crea tra i due litiganti. Almeno questo è quello che ho pensato scrivendo, correggendo e rileggendo il testo.

Se a voi non sembra funzionare, assomiglia di più allo scritto di chi ignora cosa sia la grammatica e la coerenza, fatemelo sapere. Eliminerò definitivamente il voi dalla FF.

Come ho detto prima, nel medioevo si usava il tu, seguito da titoli o comunque formule per evidenziare la differenza sociale, ma sempre e comunque il tu.

Dimenticavo. Se vedete dei verbi alla forma sbagliata nelle battute della vecchietta, o successivamente, in ogni appartenente del popolo o della guardia, non preoccupatevi, sono voluti.

Non avevano mica tutti lo stesso livello di cultura all’epoca, saper leggere e scrivere era una cosa da persona importanti, figuratevi se si interessavano alla corretta sintassi verbale. ^_^

 

K.f.C.

Tsukino Chan

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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