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Autore: ka_chan91    27/02/2007    10 recensioni
"fratello...mai una parola le era sembrata tanto orribile." attenzione:INCESTO!!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Temari
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Calciò nuovamente in aria e ruotò su sé stessa con grazia. Poi mosse con un colpo di polso il suo grande ventaglio, scagliando un potente colpo.

Una goccia di sudore le scese lungo il collo, per poi andare a insinuarsi nella scollatura.

Poco lontano qualcuno la osservava e lei ne era perfettamente consapevole.

Nascosto tra gli alberi lui la studiava, seguiva ogni suo movimento.

Sotto quegli occhi si sentiva oppressa, come se il suo sguardo potesse bruciarla, ma era una sensazione piacevole.

Si fermò, ansimante: per quel giorno poteva bastare.

Voltandosi lo intravide: una sagoma scura che saltava giù da un albero e spariva.

- Gaara… - sussurrò, mordendosi il labbro.

 

C’era qualcosa di sbagliato, di profondamente sbagliato in lui.

Certo, l’aveva sempre saputo. Dentro di lui era sigillato Shukaku, ed era sempre stato emarginato e odiato per questo.

Era un mostro.

Ma questo…

“è mia sorella maledizione!”

Non era normale essere invaso da uno strano calore guardandola.

Non era normale desiderare di starle accanto sempre.

Non era normale voler uccidere chiunque osasse guardarla.

 

Si lasciò scivolare nella vasca, sospirando, i lunghi capelli biondi che ricadevano sulle spalle.

Giocherellava con la schiuma, distrattamente.

Non riusciva a toglierselo dalla mente, non riusciva a pensare ad altro.

“basta, non posso continuare così. Lui è mio fratello…non posso…non posso essere attratta da lui. È il mio nii-chan, dovrei provare solo affetto per lui…”

C’era qualcosa di sbagliato in lei.

I suoi pensieri ormai giravano tutti attorno a lui, i suoi sogni erano occupati solo da quegli occhi color del ghiaccio.

Quante volte aveva desiderato di sentire quella mani calde sulla pelle, quelle labbra sulle proprie…

“basta, devo piantarla!! Devo piantarla di pensare a queste cose…”

Una lacrima le solcò il viso. Perché, perché le era dovuta capitare una cosa simile?

Si odiava, si odiava con tutta sé stessa.

Era…era un mostro.

Tutti avevano sempre associato a Gaara l’appellativo di “mostro”, ma in realtà…era lei il mostro.

Era un essere contro natura, infima, sporca…

Alla prima lacrima se ne aggiunse un’altra e un’altra ancora, finché scoppiò in un pianto disperato.

Si nascose il volto tra le mani, le spalle esili ma forti scosse da dei violenti singhiozzi.

La porta si spalancò di colpo. Temari alzò il viso lentamente, continuando a piangere.

- Temari…scusa, io… - cominciò il ragazzo, imbarazzato. Poi si rese conto che la sorella stava piangendo.

- G-Gaara… - singhiozzò lei, cercando di asciugarsi le lacrime.

Il ragazzo le si avvicinò e si inginocchiò accanto alla vasca, preoccupato.

- Temari…Temari che hai? – intanto la ragazza continuava a piangere, senza rispondere.

- Temari…ti prego nee-san, ti prego smettila… - le accarezzò delicatamente il viso, scostandole le ciocche bagnate.

“che…che mi sta succedendo? Perché mi sento così…perché sono così preoccupato per lei? ogni sua lacrima sembra…una pugnalata in pieno petto, uno spillo nel cuore”
Temari non sembrava voler smettere di piangere, mordendosi il labbro inferiore.

Prendendo una rapida decisione, Gaara afferrò un grande asciugamano e, senza badare alle flebili proteste della sorella, la tirò fuori dalla vasca e ve l’avvolse.

La strinse al petto e lei nascose il viso nell’incavo del suo collo, continuando a singhiozzare.

“Gaara…perché, perché mi devo sentire così quando sono con te? Sono un mostro, un mostro…”

Il ragazzo spalancò la porta della sua camera con un calcio e si sedette sul letto della ragazza, continuando a stringerla a sé.

- Temari…Temari perché piangi? – mormorò, accarezzandole i capelli.

- n-non…n-non p-posso d-dirtelo… - rispose Temari, la voce rotta dai singhiozzi.

- perché no? – le chiese dolcemente.

Dolcemente.

Nemmeno lui si riconosceva più.

- p-perché m-mi o-odieresti…

- non ti potrei mai odiare Temari. Mai. – le sussurrò, stringendola maggiormente a sé.

- no! – sbottò Temari, scostandolo bruscamente. Gaara la osservò confuso: che le era preso?

- ma Tema…

- no,no,no! – cominciò freneticamente, allontanandosi sempre di più.

- Temari cos’hai? – tese la mano verso di lei.

- stammi…stammi lontano!! – esclamò, rifuggendo il suo tocco. Il ragazzo rimase immobile, fissandola negli occhi.

Quante volte…quante volte aveva sentito quelle parole. Quante volte aveva faticosamente rimesso insieme i frammenti della sua anima, caduta in pezzi per quelle parole piene di paura e disprezzo…

E adesso…anche lei.

Allontanò lentamente la mano e si ritrasse.

Temari si rese conto solo allora di quello che aveva detto.

Era stata una stupida. Per tutta la vita Gaara aveva dovuto ascoltare quelle parole, per tutta la vita era stato allontanato brutalmente da tutti.

E ora, ora che si stava aprendo e che le stava mostrando il suo vero io…lei lo trattava così.

Rimase a guardare impotente mentre si voltava e faceva qualche passo verso la porta.

- no!!! – la voce le uscì da sola, autonomamente. Gaara rimase immobile, senza voltarsi, le braccia lungo i fianchi.

Si alzò e gli si avvicinò lentamente.

- non…non te ne andare…per favore… - timidamente gli si avvicinò e gli cinse la vita da dietro, appoggiando il volto alla sua schiena.

Agognava così tanto quel contatto…sentiva il calore della sua pelle candida, che la scaldava e la confortava.

Il ragazzo si voltò lentamente e le sollevò il viso con due dita.

- Temari…perché hai pianto? – le chiese, freddo. Tutta la sua dolcezza sembrava scomparsa,ormai.

- perché…io…perché io ti amo… - mormorò, senza guardarlo negli occhi. Lui rimase impietrito, sconvolto.

Lei…lo amava.

Amore…come se lui potesse provare amore, come se lui conoscesse il significato di quella parola.

- Temari…io sono tuo fratello… - le disse, in un tentativo di convincere più sé stesso che la sorella.

- lo so…ma non posso farci nulla…ti prego non odiarmi… - supplicò, gli occhi lucidi. Non avrebbe potuto sopportare il suo odio…

Gaara non rispose, continuando a fissarla. i suoi occhi si spostarono lungo tutto il suo viso, per andare a fermarsi sulla labbra rosee, leggermente aperte.

Un desiderio sconvolgente lo pervase.

Doveva…doveva avere quelle labbra, assaggiarle…

Si chinò su di lei e appoggiò le labbra sulle sue. Temari aveva gli occhi sgranati, il respiro mozzo.

Era meglio dei sogni. Questo era reale.

Era sbagliato, perverso, sporco, proibito, contro natura…ma splendido.

Lui cominciò a lambirle le labbra con la lingua, richiedendo l’ingresso. Incerta, glielo concesse.

Dalla sua mente sparirono le preoccupazioni, la paura, il disgusto verso sé stessa e rimase solamente una felicità immensa.

Lentamente, con movimenti insicuri, alzò le mani e le affondò nei capelli rossi di lui, senza scostarsi.

Dopo qualche minuto, i più lunghi della loro vita, si separarono, rimanendo comunque a pochissimi centimetri di distanza.

Gaara si leccò le labbra, nel tentativo di risentire il sapore dolce della sorella.

- non potrei mai odiarti… - sussurrò nuovamente.

Temari lo guardò negli occhi ma li riabbassò subito, non riuscendo a sostenere lo sguardo di quegli occhi di ghiaccio.

- Gaara…Gaara, noi siamo fratelli… - sussurrò, mordendosi il labbro inferiore – io…non posso amarti così, è sbagliato…

- è vero, è sbagliato ma…è bello – rispose lui, accarezzandole delicatamente i capelli. Temari alzò lo sguardo, stupita.

- non so se questo è amore…però è bello… - disse ancora il fratello, senza distogliere gli occhi dai suoi.

La mente di Temari era occupata solo da lui, dal pensiero di lui, dalla sensazione che le dava la sua vicinanza, dal calore delle sue mani sui fianchi, dal sapore che ancora sentiva sulle labbra.

- e se è così bello…può essere sbagliato? – le chiese in un soffio, chinandosi su di lei e posando un nuovo bacio sulle sue labbra.

Finalmente, dopo aver vissuto anni e anni circondato dall’odio e dal terrore, finalmente aveva scoperto quello splendido sentimento, quel calore che parte dallo stomaco e si diffonde in tutto il corpo, diventando bruciante e bello quasi da far male.

Finalmente si sentiva…amato. E finalmente provava qualcosa, finalmente il suo freddo cuore si era aperto e aveva ricominciato a battere.

L’aveva appena scoperto, appena sperimentato, appena provato eppure…sapeva già che sarebbe finito.

Come, come avrebbero potuto stare insieme?

Una lacrima solcò il viso di Temari, andando a morire tra le loro labbra sigillate.

Fratello…mai una parola le era sembrata tanto orribile.

L’uomo che amava, l’uomo di cui era follemente innamorata, tanto da soffrire fisicamente, era suo fratello.

Si aggrappò alle sue ampie spalle, stringendo tra i pugni la maglia che le ricopriva, quasi a trovare conforto, riparo da una realtà crudele.

Mentre si stringeva a lui l’asciugamano candido che l’avvolgeva cadde a terra con un fruscio, rivelando il suo corpo snello.

I due, senza separare le proprie labbra, si guardarono negli occhi.

Gaara la spinse delicatamente all’indietro, facendola cadere sul letto. Si mise carponi sul materasso morbido, le mani ai lati della testa della sorella.

Si chinò nuovamente a baciarla, con impeto. Temari lo ricambiò con foga; non sarebbe mai stata sazia di quelle labbra, di quel profumo…ne avrebbe sempre voluto ancora e ancora e ancora…

Infilò le mani sotto la maglia del ragazzo, accarezzandogli la schiena calda, sentendo sotto le dita i muscoli in tensione.

Si separarono per riprendere fiato e si fissarono per qualche istante. Poi lui cominciò a baciarle il collo, mordicchiandolo e leccandolo.

Temari emetteva dei leggeri gemiti, premendo il corpo su quello di lui. Il calore di quelle labbra sulla sua pelle le dava sensazioni magnifiche, la eccitava moltissimo.

- G-Gaara… - gemette, il respiro mozzo e ansimante. Sentendo l’eccitazione nella voce della sorella, Gaara si staccò dalla sua pelle morbida e liscia.

Osservò il corpo sotto di sé: bella, ansimante, le goccioline d’acqua che le scivolavano lungo il ventre, invogliandolo a leccarle via.

I due fratelli si guardarono negli occhi e tornarono coscienti di quello che stavano facendo.

Temari si irrigidì, smettendo di respirare.

Stava…lei stava per…per fare sesso con suo fratello!! E nonostante quella consapevolezza, voleva ancora farlo, lo voleva tanto da star male.

Gaara spalancò appena gli occhi, le pupille dilatate.

Cosa stava facendo?

Temari era sua sorella, la sua nee-san e lui era lì, a cavalcioni su di lei, sul punto di…

Avevano ragione.

Avevano avuto sempre ragione: era davvero un mostro.

Temari scivolò via da sotto di lui e raccattò l’asciugamano da terra, avvolgendoselo attorno al corpo con mano tremante.

Gaara si mise a sedere, muovendosi lentamente.

Lei gli si sedette accanto, le ginocchia serrate e torcendosi le mani in grembo.

- Gaara…Gaara non possiamo… - cominciò, la voce flebile.

- hai ragione… - disse sommessamente il ragazzo, senza guardarla.

- cosa…cosa facciamo? – chiese Temari.

- dovremo…dovremo far finta che non sia mai successo. – Temari smise di respirare.

- ma…no. non posso, ti amo troppo… - cominciò, sfiorandogli la mano.

- no, Temari. È come hai detto tu, non possiamo.

- ma…

- credi che per me sia facile? – urlò Gaara, voltandosi verso di lei, il volto deformato dall’ira. Temari indietreggiò, con un singhiozzo strozzato.

- mi sto trattenendo a stento! – continuò, stringendo i pugni – tu sei lì, avvolta solo da un asciugamano. Pensi che sia facile decidere di dimenticare tutto?

- no…scusa Gaara. Ma il fatto è che…non è giusto. – nascose il viso tra le mani, ricominciando a singhiozzare violentemente.

- lo so…ma nulla è giusto, Temari… - le sussurrò, stringendola a sé – non potremmo più rimanere qui, dovremmo andarcene…e poi c’è Kankuro. Ci odierebbe. – le diede un bacio sui lunghi capelli biondi.

- ma come…come farò a vivere? Come faremo?

- saremo comunque insieme…dovremo accontentarci dell’amore fraterno, ce lo faremo bastare. Ma io ci sarò sempre… - Temari alzò il viso, perdendosi un’ennesima volta in quegli occhi cristallini.

- anch’io Gaara. – gli disse, stringendolo di più – tsk, sono la sorella maggiore e sto qua a farmi consolare. Dovrei essere io a consolare te nii-chan. – disse, cercando di sdrammatizzare.

- bhe, ma io sono il Kazekage. - le rispose Gaara, un’ombra di sorriso sul volto.

- e questo che c’entra, scusa? – ridacchiò Temari, accoccolandosi tra le sue braccia.

- Gaara…io ti amerò sempre. Non importa cosa succederà, con chi staremo, quanto tempo passerà…ti amerò sempre. – gli sussurrò, posando un leggero bacio sulle labbra del ragazzo.

- Temari…non potrà più succedere nulla di simile, lo sai vero? Una volta che sarò uscito da quella porta torneremo ad essere due semplici fratelli. – lei annuì, triste.

- anch’io ti amerò sempre… - le sussurrò all’orecchio. L’espressione di Temari cambiò radicalmente.

Anche se sapeva che si sarebbero dovuti separare…era felice.

Finalmente Gaara aveva imparato ad amare.

- sono felice, nii-chan. Almeno ora sono felice.

Gaara si alzò e la guardò dall’alto al basso, un’espressione indecifrabile sul viso. Poi si voltò e fece qualche passo.

- Gaara… - si fermò nel sentire il tono supplichevole della voce della sorella. Si girò, guardandola con un’espressione interrogativa.

- Gaara, non potremo stare insieme…almeno una volta? Far finta, almeno per oggi, di non essere fratelli? Essere...semplicemente noi?

Lui le si avvicinò, e la trasse in piedi, abbracciandola.

- Temari, ti desidero con tutto me stesso, così tanto da stare male. Se tu adesso ti togliessi l’asciugamano non riuscirei a resistere…ma sarebbe sbagliato. Sarebbe peggio per entrambi. – le sussurrò. Lei annuì, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.

Rimasero così per qualche minuto, cullati dal calore dell’altro.

Temari alzò il viso e posò un bacio sulle labbra del fratello

Fu un bacio di addio, carico di desiderio insoddisfatto, di malinconia, di dolore, d’amore…

Fu un bacio così doloroso, ma anche così bello, da essere impossibile da descrivere con delle mere parole.

Nessuna parola può contenere delle emozioni così grandi e sconvolgenti.

 

 

Un altro calcio, un pugno e nuovamente un calcio. Si fermò, il respiro pesante, senza prestare attenzione alle fastidiose gocce di sudore che le offuscavano la vista.

E ancora, ancora sentiva quello sguardo bruciante su di sé, così intenso che sembrava potesse vederle l’anima.

E ancora sentiva in sé il desiderio di voltarsi e incontrare quello sguardo, di perdersi in quegli occhi di ghiaccio.

E ancora c’era, nascosto nell’angolo più profondo del suo cuore, il desiderio di sentire nuovamente quelle mani su di sé, di assaggiare nuovamente quelle labbra.

E riprese a calciare, a combattere con l’aria in una danza che sapeva di morte, sotto quello sguardo.

 

 

 

 

 

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Allora...che dire? sono in periodo drammatico!! XD spero comunque che vi sia piaciuta, anche se Gaara mi è risultato un po' OOC [(un po'?! UN PO'?! io non sono così sdolcinato!! ti ucciderò! ndGaara) (certo, certo...ndme) (non credi alle mie parole? ndGaara-tremendamente-incazzato) (a cuccia!! altirimenti ti faccio fare una lemon con Kankuro! ndme-sadic-mode) stranamente Gaara è ammutolito]  

Prima che QUALCUNO  ci interrompesse [occhiataccia a Gaara che si affretta a finire di pulirmi la camera (lì c'è una macchia!! ndme) (subito! ndGaara-che-progetta-vendetta)] dicevo che mi è risultato OOC, ma non penso sia male. (speriamo! XD)

Qualche commentuccio-uccio-uccio? *__* per favore!! ç__ç

 

un ringraziamento a chi è stato abbastanza coraggioso da addentrarsi nel mio delirio ed è giunto a leggere fin qui, che commenti o no.

 

baci a tutti Ka_chan91 

 

  
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