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Autore: postit2    28/02/2007    32 recensioni
Come si impara a baciare? Non ci sono lezioni o libri che insegnano a baciare. Bisogna arrangiarsi ed è quello che fa Hermione. Ma a modo suo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lezioni di baci per ragazze confuse
 
 
 
La vita è strana. La potete girare come più vi piace, ma alla fine mi darete ragione. È anche vero che questo è uno dei luoghi comuni più sfruttati e dovrei cercare d’essere più originale. Ma vedete, se esistono delle frasi fatte così usate, è perché hanno una base di verità, come le leggende antiche o i proverbi delle nonne. Nonostante sia stata ripetuta centinaia di volte, continua sempre a tornare nella sua semplice verità. È come un bacio. Si può pensare che dopo un certo numero di baci, una persona possa incominciare a stancarsi e a cercare idee più originali, ma alla fine quello strofinare di labbra resta sempre la cosa più bella e romantica che esista. Sono arrivata a questa conclusione dopo il centoventunesimo bacio.
Non è questo, però, il problema che mi assilla da un po’, precisamente dal quindicesimo bacio. Questo mio dilemma interiore non mi aveva neppure sfiorato la testa per i primi quattordici baci, forse ero troppo impegnata a pensare alla catena d’eventi che mi avevano portato fino a quel punto. Il primo bacio fu una sorpresa, inaspettato come una secchiata d’acqua fredda in una torrida giornata estiva, ma altrettanto piacevole. Certo non c’erano candele, o migliaia di fiori intorno a noi, né tanto meno una stupida telecamera ci frullava attorno per meglio rendere la scena. Ma quando mai succedono certe cose? Solo nei film o nei romanzi d’amore grondanti di miele. Poi sono anche scappata via, correvo come una lepre inseguita da una muta di cani affamati. Sfrecciavo per i corridoi e contemporaneamente mi davo della stupida. Logicamente il mio povero lui rimase di sasso, nel senso letterale del temine. Tornai nell’aula di trasfigurazione per riprendere il libro che nella foga avevo dimenticato e lui era ancora lì, fermo impalato dove lo avevo lasciato. Questo portò al secondo bacio. Molto meglio del primo sia sul piano emotivo sia sul piano artistico. Purtroppo dovetti aspettare fino al nono bacio per obbligare le mie guance a restare di una tonalità quantomeno umana.
Il terzo bacio fu in assoluto una delle cose più stupidamente complicate che abbia mai fatto fino ad oggi. Si può pensare che sia una roba da nulla, infondo quella persona la conosci da anni, l’hai già baciata una volta, farlo ancora dovrebbe essere naturale. Invece no, assolutamente no. Improvvisamente, anche se sapevo a memoria i suoi voti di pozioni e quello che mangiava ogni mattina, quel ragazzo mi era diventato estraneo. Mi sentivo impacciata e goffa come un elefante. I primi due baci non contavano, erano stati dati senza pensarci, seguendo l’istinto primitivo. Ma dare un terzo bacio significa volerlo veramente, e di conseguenza questo mi poneva in una situazione anomala per la mia vita fino a quel momento. Sarei diventata la sua ragazza. Non che l’idea mi dispiacesse, ma era un concetto nuovo e mi terrorizzava. I miei dilemmi non ebbero lunga vita, e una sera tornando verso la sala comune dopo cena ricevetti il mio terzo e problematico bacio. Non sono stupida, mi ero perfettamente accorta che voleva baciarmi ma troppo presa dai miei dilemmi ho recitato la parte della finta tonta lasciando a lui la prima mossa. Il quarto bacio venne subito dopo e fu in quel momento che mi accorsi quanto fosse in realtà semplice baciarlo. Mi veniva spontaneo, e con un allegro saluto congedai le mie paure e l’imbarazzo.
Ma saltiamo direttamente al mio problema principale, anche perché credo che non siate qui per leggere la telecronaca d’ogni singolo bacetto. Il quindicesimo bacio ha come teatro la piccola e polverosa stanzina per le scope e gli stracci del primo piano. Fu questo scenario squallido a creare nella mia mente la prima fatidica domanda: ma dove sono le candele? E gli uccellini che cantano? A questo punto devo premettere che la mia idea di romanticismo si basa esclusivamente sui miei genitori insieme da quasi venti anni e su alcuni film sdolcinati visti in alcune sere in cui mi facevo schifo da sola. Quindi da perfetta ignorante sentimentale quale sono, mi chiedevo come mai non alzassi la gamba ad angolo retto, o perché non mi abbandonassi con le ginocchia a gelatina contro il saldo petto di lui. Sono patetica me ne accorgo da sola, cosa credete? Ad ogni modo queste riflessioni mi hanno portato a notare un fatto singolare, quando mi baciava quell’idiota mi toccava pochissimo. Giusto una mano sulla schiena, tanto per ricordarmi che era presente. Se avessi alzato una gamba sarei scapicollata per terra nel giro di due secondi. Fu così che al sedicesimo bacio decisi di impormi. Non gli diedi nemmeno il tempo di approfondire il bacio e gli afferrai le braccia portandole ben dietro le mie spalle. Doveva essersi accorto anche lui di questa sua bizzarra mancanza di tatto e non ci mise molto dopo il mio incoraggiamento a stringermi come si deve. Quella volta mi sono fatto i complimenti da sola. Però c’era comunque qualcosa che stonava, era stato un bacio grandioso ma non del tutto. Volevo il bacio perfetto, con uccellini e gambe alzate. Visto i grandiosi risultati del mio minimo incoraggiamento, decisi di prendere il completo controllo della situazione. Sperando che, se assecondavo ogni mia curiosità, avrei trovato il bacio giusto. Mai per un bacio aspettai tanto. Sembrava che prolungasse la sua meritata punizione ancora più a lungo, solo per farmi un dispetto. Se non fai i compiti poi paghi le conseguenze, sarò acida, ma alla fine ho ragione. Dopo due ore d’attesa, finalmente uscì e allora entrai in azione. Lo bloccai contro il muro e stampandomi addosso a lui, presi a bacialo con una foga mai usata prima. Ero talmente presa a divorarlo che mi scordai persino di alzare la gamba. Il bacio gli piacque più di quello che mi aspettavo, tanto che continuò a guardarmi ammaliato per tutta la sera. La situazione non mi dava per nulla fastidio ma non era quello che volevo. Il bacio era stato solo uno smuovere animalesco di lingua e corpo ma niente di più. Inoltre il ruolo di mangiatrice sensuale d’uomini non mi si addice affatto.
“Se non è andata bene per un verso, proviamo con l’altro” mi disse quella stessa sera mentre mi rigiravo fra le coperte. La mattina dopo lo aspettai per la colazione e provai la tecnica del “io sono plancton, vado dove mi porti”. L’ho bocciata nel giro di un attimo. Come si fa a restare neutri in un bacio? Deve fare tutto lui? Magari gli potrebbe anche piacere, ma io?  Non sono nata per essere passiva, mi piace essere condotta verso cose nuove, ma voglio la mia bella fetta d’autonomia. Di scatto ho aperto gli occhi mentre lo stavo ancora baciando, con le braccia artigliate a polipo sulle sue spalle, e con sorpresa ho visto che mi fissava. Mi sono un vergognata da pazzi. E se per caso mentre mi bacia sono brutta e mi si contorce il viso? Se sembro un pesce boccheggiante?
“Ma tu mi guardi sempre?” ho chiesto a brucia pelo appena si è schiodato da me.
“Si”
“Perché?”
“Sei bella”
Non so cosa avreste fatto voi, ma a me tanto è bastato.
Erano quasi due settimane che stavamo assieme, anche se la cosa continuava a risultarmi strana, e ancora il mio bacio non era spuntato fuori. Lo avevo baciato in biblioteca, in giardino, sugli spalti del campo da Quidditch , durante il pranzo e nella tranquillità della sala comune deserta. Ma non cambiava nulla. Appurato che il luogo non contava poi un gran che, decisi di cambiare me stessa.
La mattina del mio ottantaduesimo bacio ci misi la bellezza di un’ora per prepararmi. I capelli erano legati a regola d’arte con tanto di un bellissimo nastro di raso rosso per dare luce, con immensa gioia delle mie compagne di stanza feci uso del set di trucchi assortiti regalatomi da loro il natale scorso, e che riposava intatto sul fondo del mio baule. Mi presentai a lui così, una bambola di porcellana perfetta quanto finta. Certo gli ero piaciuta parecchio, lo avevo visto da come mi aveva guardata, l’aria assonnata da ghiro che ogni mattina si stampa sul suo bel faccino era sparita a tempo di record. Però i risultati non andarono oltre a questo. Il bacio si rivelò misero e la giornata un vero disastro con il trucco che colava e i capelli frananti sui libri. Il giorno dopo, quando arrivai al tavolo dei grifondoro con la faccia bianca e le occhiaie palesemente in vista, il mio tesoro mi regalò uno di quei sorrisoni da cucciolo a cui non si può resistere.
“Ieri eri bellissima, ma così sei quella che piace a me”
E così il cofanetto di trucchi se ne tornò nel baule.
A questo punto ero disperata, ma felice di essere tornata me stessa. Ma il mio bacio non arrivava, cosa potevo fare ancora? Aspettare San Valentino e sperare nel meglio? Dopo giorni di intere ed estenuanti riflessione che mi ridussero ad annoiarmi da sola con i miei discorsi, decisi di agire direttamente con l’interessato.
“Hai presente quei baci tutti perfetti? Dove la ragazza è splendidamente innamorata e lui un principe azzurro più che mai?” arrivai a formulare questo domanda dopo svariati giri di parole e cambi d’argomento. Mi imbarazzava mostrare una mia debolezza.
“Se vuoi mi metto una maglia azzurra”
“No scemo! Intendo un bacio in cui ti perdi. Dove esisti solo tu e l’altra persona. Quando senti il cuore impazzire e rischiare il collasso ma non te ne frega niente, perché sei felice come mai in vita tua. Lasciare il corpo libero, che agisca pure come vuole perché ormai non controllo più me stessa, sono leggera e innamorata”
“Hermione? Ti amo”
Poi mi ha baciata. Niente di particolare, solo le sue labbra morbide sulle mie. Il bacio perfetto.
“Ti amo Ron”
Da quel giorno, quasi senza accorgermene, dovunque fossimo, qualunque cosa stessimo facendo, dal passeggiare con gli amici a fare l’amore, tutti i baci mi sembrarono assolutamente giusti.
 
 
 
 
Fine.
 
 
 
Una piccola storia leggera e zuccherata che mi è venuta in mente a letto, dopo aver finito di leggere qualche pagina del libro di Stephen King, non devo essere normale. Spero che molti di voi mi facciano sapere cosa ne pensano. Un bacio grande.
 
  
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