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Autore: Haley_V    15/08/2012    5 recensioni
Ero da sola. La mia migliore amica era una lama di metallo che non faceva che recarmi dolore. Nessuno poteva capirmi. Ma forse nemmeno io potevo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Joe Jonas, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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(POV Miley)
 
Quel giorno non potei andare a casa di Demi, sul set avevano bisogno di me dalla mattina. Cercai in tutti modi di trovare una scappatoia, ma non ci fu verso di convincere i produttori, così fui costretta a lasciarla da sola fino alla sera. Ero molto preoccupata, soprattutto perché sapevo che si trovava a casa da sola. Purtroppo non potei chiamarla fino all’ora di pranzo, cosa che mi fece solo aumentare l’ansia. Arrivata finalmente l’ora della pausa, presi il cellulare dalla borsa e trovai una chiamata persa. Appena vidi il numero mi si chiuse lo stomaco. Cercai di pensare positivo, magari Demi si sentiva sola e aveva bisogno di parlare, oppure non riusciva a mangiare e voleva sentire una voce amica. Cercando di tranquillizzarmi provai a richiamarla. Squillò per diversi minuti, ma non rispose nessuno. Provai a chiamare il telefono di casa, ma non ricevetti risposta nemmeno da lì. Ormai nel panico corsi fuori dagli studios, pregando il cast di coprirmi coi produttori. Presi la macchina e mi diressi in fretta verso casa di Demi, premendo insistentemente sull’acceleratore. Arrivata bussai ripetutamente per dei minuti che mi sembrarono delle ore, ma nessuno mi venne ad aprire. Ricorsi alla copia delle chiavi che sapevo la madre lasciasse sempre nel vaso di fiori accanto alla porta, ed aprii. Iniziai a chiamarla a gran voce per il salone, ma non avendo ricevuto risposta salii di corsa le scale col fiato in gola, fino ad arrivare in camera sua. Appena entrai vidi che  i cuscini erano mezzi strappati, tutti i premi e i cd buttati all’aria, comprese le foto e le dediche dei fan. Mi avvicinai e trovai il portatile buttato per terra contro il muro.

-         Oh no

Sussurrai spaventata. Demi aveva sicuramente acceso il portatile. Ma dov’era finita? Sicuramente era nel bagno, sicuramente si stava tagliando. Bussai, gridandole di aprire, ma nessuno rispondeva. Riuscii a forzare la serratura e ad entrare. La trovai per terra, in una pozza di sangue. In mano aveva la lametta, insanguinata. I polsi avevano ferite profonde, molto più del solito. Demi aveva cercato di togliersi la vita.
Ormai ero paralizzata dalla paura, mi chinai spaventata vicino al suo corpo inerme ed iniziai a scuoterla, chiamandola. Temevo seriamente che fosse morta.

 
-         Demi, ti prego rispondimi, Demi!!

Spaventata e in lacrime presi il cellulare e chiamai il 911.


 
(POV Demi)



 
Da quando avevo deciso di parlare con Miley del mio problema mi sentivo molto meno sola. Mi stava sempre vicina, mi aiutava a mangiare, mi impediva di tagliarmi o di andare a vomitare, riuscendo a sopportare anche i miei sbalzi d’umore peggiori. Non potevo fare ameno di averla vicino, quando la sera se ne andava, o non poteva passare a casa mia, mi sentivo di nuovo persa, e quella maledetta voce nella mia testa mi ripeteva: apri il portatile. Dopo quei commenti letti su internet, Miley mi aveva imposto di non aprirlo più, ma la tentazione era troppo forte. Quando gliene parlavo mi ripeteva che poteva solo farmi del male, che non potevo sapere cosa avrei potuto trovare. Ma io non le davo retta. Così, quando una mattina mi chiamò sul cellulare dicendo che purtroppo non poteva passare a casa mia per via del lavoro, decisi di dar retta per l’ennesima volta alla mia testa. Quella stessa mattina mia madre e mia sorella Madison erano partite per tutto il weekend, quindi mi trovavo in casa da sola. Dopo due ore passate davanti al televisore, salii in camera ed accesi titubante il computer.

“ma sei impazzita? Chiudilo subito, ti farai del male!”


“non darle retta, aprilo, aprilo!”


Le due voci nella mia testa combattevano per dirmi che cosa fare. Al solito diedi retta alla peggiore, alla causa di tutto il mio male. Aprii il mio sito web e cliccai sulla  sezione dei commenti. Iniziai a scorrere con il mouse, leggendo lo stesso genere di commenti letti l’ultima volta.

“Loro hanno ragione”.

 Ad un certo punto mi fermai di scatto su un video che era stato postato da diversi utenti. Il titolo era “Demi is ugly”. Un brivido percorse la mia schiena, ma inconsciamente lo aprii. Erano le parodie di mie varie canzoni dove si parlava del mio aspetto fisico e del mio talento. Era un video alquanto imbarazzante e diffamatorio, in quanto i protagonisti si sentivano liberi di insultarmi gratuitamente in modo piuttosto pesante. Aprii la mia pagina facebook e sulla home page mi apparve il link di una pagina.“We hate Demi Lovato”.

“Stupida, non andare ad aprirla, sai che starai di nuovo male!”

“dai retta a me, aprila, vedrai quanto ho ragione. Aprila, aprila!”


Quelle voci  picchiavano insistentemente nella mia testa come un martello pneumatico, ma fui tanto stupida da ascoltare nuovamente il mostro che era dentro di me, così aprii la pagina ed iniziai a leggere.

“Inutile dire che odiamo Demi Lovato perché non ha alcun talento musicale. E poi, diciamocelo, fosse almeno bella…. E magra… ma davvero non so come faccia a trovarsi ad Hollywood”
e da lì altri video e commenti su quanto la gente mi odiasse e su quanto pensasse che fossi brutta, grassa, e senza talento. Tre aggettivi che non solo leggevo ovunque, ma che ormai avevano preso possesso della mia testa senza mai lasciarmi in pace, fino a convincermi che forse avevano ragione. Controllai la pagina, aveva oltre duemila contatti. Ormai in lacrime, sbattei il portatile per terra, e ogni cosa che si trovava nella mia camera. I premi, gli album, le dediche, i regali dei fan, le foto ricordo, ormai per me non avevano valore. Se davvero ero senza talento, non meritavo nessun premio, nessun riconoscimento, non meritavo quella carriera.
 
“Loro hanno ragione, non avrai  mai ne il talento ne la bellezza necessaria per meritare la fama che hai, non sarai mai alla loro altezza!”
 
 Presi il mio cellulare e in fretta composi il numero di Miley sulla tastiera. Feci squillare per qualche minuto, ma rispose la segreteria. Ormai in lacrime e presa dalla disperazione corsi nel bagno e afferrai la lametta nascosta sotto le asciugamani. Era passata una settimana senza averla usata, e le precedenti cicatrici si stavano rimarginando, diventando mano a mano quasi invisibili. Ero persino riuscita a fare due pasti al giorno, sebbene piuttosto esigui. Ma in quel momento, mi resi conto che oltre ad odiare me stessa, ero odiata dal mondo, e che la voce nella mia testa aveva ragione. Decisi che non meritavo nemmeno più di vivere. Con la mano tremante avvicinai la lama sulla pelle, e iniziai a penetrarla, prima delicatamente, poi sempre con più forza, finchè il sangue non iniziò a scendere copioso nel lavandino. Le lacrime scendevano sul mio viso, mischiandosi al sangue, e i miei lamenti di dolore si mischiarono ai singhiozzi di rabbia, odio, frustrazione e rassegnazione. Ad un tratto il sangue iniziò ad affluire troppo velocemente, facendomi perdere i sensi e cadere per terra. Pian  piano la vista mi si fece scura, fino a non vedere più nulla. La lama aveva fatto il suo lavoro, ma stavolta avevo esagerato, ed era troppo tardi. Mi accasciai impotente sul pavimento, in una pozza di sangue. Riuscivo a sentire solo una voce in lontananza, che mi chiamava, ma non riuscivo bene a distinguerla. Volevo rispondere, ma sembravo non riuscirci, per quanto gridassi. Cosa avevo fatto?


 
 
(POV Miley)
 
Rimasi vicino a Demi fino all’arrivo dei soccorsi. Dopo circa un quarto d’ora arrivò l’ambulanza, che la portò all’ospedale di Los Angeles. La seguii assieme ai dottori, maledicendomi di essere dovuta andare al lavoro quella mattina.
 
-         Perché hai aperto quel maledetto computer, perché?
 
 
Arrivammo all’ospedale, e Demi venne portata di corsa in sala operatoria. Il medico mi disse che stava morendo dissanguata, e che eravamo arrivati appena in tempo. Per poterla salvare era necessaria una trasfusione. Io non avevo il suo stesso gruppo sanguigno, così venni portata dall’infermiera al pronto soccorso per un controllo. Continuavo a ripetere  di stare bene, ma in quel momento ero sotto shock.
Il medico mi chiese come Demi avesse tentato di ammazzarsi, così spiegai che sapevo soffrisse di depressione, e che in passato aveva tentato una cosa simile. Pensai anche che era colpa mia se ora Demi era lì, perché l’avevo lasciata da sola, quando avrei dovuto rimanerle vicino. Ricominciai a piangere, così l’infermiera mi portò nella sala d’aspetto e tentò per un po’ di rassicurarmi. Le dissi che sarei stata io ad avvertire i parenti e chi di dovere. Dopo circa un’ora che ero seduta da sola in quella saletta squallida, decisi di avvertire la madre. Quando le spiegai cosa era successo, la povera donna scoppiò in lacrime e mi disse che si sarebbe trovata lì la sera stessa. Avvertii anche Dallas, la sorella maggiore di Demi, che però si trovava fuori città e non poteva muoversi fino alla settimana dopo; mi misi a pensare, poi decisi di chiamare Selena. Che lei e Demi non si parlassero più da quasi un anno lo sapevo bene, ma rimaneva la sua migliore amica, lontane o no, quindi aveva il diritto di sapere cosa fosse successo. Selezionai il suo numero dalla rubrica e la chiamai.
 
-pronto?
- pronto, Selena? Sono Miley.
- Hey Miley… cosa c’è?
Presi coraggio e le spiegai l’accaduto. Non era una cosa molto facile da spiegare, io stessa nel raccontarlo avvertivo la mia voce incrinarsi, e gli occhi bruciare per le lacrime. Attesi invano una sua risposta, ma per dei minuti che mi parvero infiniti sentii solo il silenzio. All’improvviso sentii un flebile:
-         C-cosa?
-         Selena, lo so che non vi parlate più da mesi, ma so che le vuoi ancora bene, e so che lei te ne vuole. Ti prego raggiungimi in ospedale, Demi ha bisogno di te. non puoi abbandonarla di nuovo.

Mi pentii di essere stata così schietta, ma era la verità. Probabilmente se Demi era sotto i ferri la colpa era anche un po’ sua. Non volevo accusarla di nulla, ma sapevo che Demi sentiva la mancanza della sua migliore amica. Dopotutto è la prima persona da cui si aspettava sostegno, ed era la prima  da cui si era sentita abbandonata.
Selena attaccò. Sperai per ore che mi avesse raggiunta in ospedale, confidavo in lei e nell’affetto che sapevo provava per Demi.


 
(POV Selena)



 
 
-“ Demi ha tentato il suicidio, e ora è in sala operatoria al policlinico.”    “Demi ha tentato il suicidio.”

Mi ripetevo quella frase senza quasi rendermi conto del suo significato. Non ci potevo credere. Non riuscivo a capire il motivo di quel gesto folle, ma poi ricordai quella sera a casa mia, quando vidi la lametta. Sapevo perfettamente cosa stesse facendo, perché ebbi a che fare in passato con un’associazione che aiutava ragazzi in certe situazioni, ma da Demi non mi sarei aspettata una cosa del genere. La ritenni un’incosciente, una stupida, e non volevo vederla ridursi come i ragazzi che avevo visto. La verità è che ebbi paura che potesse commettere una sciocchezza, ma invece di starle vicino, fui presa dal panico, e non le rivolsi più la parola. Non ci sentivamo da quasi un anno, e mi mancava ogni giorno. Quando sentii le parole di Miley per telefono, mi resi conto di quanto male stesse davvero. I sensi di colpa mi assalirono quasi subito. L’avevo abbandonata quando più aveva bisogno di me, e forse era anche per colpa mia se ora si trovava lì. L’avevo lasciata da sola pensando che fosse solo un capriccio infantile, e ora rischiavo di perderla per sempre senza averle chiesto scusa. Attaccai la chiamata senza riuscire a spiccicare una parola. Caddi a terra,  e iniziai a piangere forte. Tremavo spaventata, mordendomi il labbro, cercando di bloccare i singhiozzi e le lacrime che scendevano veloci.  Non so se l’avrei raggiunta in ospedale, non volevo, e non mi sentivo in una buona posizione per presentarmi al suo capezzale. Non meritavo il suo perdono, e lei non si meritava un’amica come me.  Rimasi per ore vicino in quella posizione a pensare. Non sapevo che cosa fare. 







Angolo autrice
...... TADAAAAAAAAAAAAAA :DD (?) eccone un altro! A me, come al solito non piace, specie perchè l'ho corretto talmente tante di quelle volte... stavo quasi dimenticando che l'avevo scritto! Comunque, lo so, vi chiedete se Demi ce la farà...(?) Ma certo,altrimenti la storia come la continuo? uu Ho un progetto mio in mente, eh u.u Vaaabè, vi saluto, devo uscire BD (dichiaro i diritti di copyright a Babe04 per l'emoticon uu)
mi dileguo, adioooos c:
xx
Haley 

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