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Autore: Endo    15/08/2012    2 recensioni
[TsunaTachi] [AU] [One-shot]
Una mattina Tachimukai vede al telegiornale che Okinawa è stata travolta da un maremoto e va nel panico.
"Il microonde suonò tre volte e si spense, come al solito. Il ragazzo sbadigliò prima di prendere la fetta di pizza tiepida al suo interno e, non curandosi di richiuderlo, si sedette sul divano. Allungò le gambe e si sistemò pigramente tra i cuscini mentre MTV mandava le ultime note di Wish You Were Here dei Pink Floyd.
Raccolse il telecomando da terra e addentò la pizza, cercando di evitare che il formaggio gli si spiaccicasse sull’enorme maglia che usava come pigiama.
«Noioso, triste, già visto, oh santo cielo Buddy non puoi mettere il pudding sulle lasagne» borbottava passando tra i vari canali.
Dopo aver ignorato un paio di splatter di serie B, che sicuramente aveva anche già visto, incrociò per sbaglio un telegiornale.
L’ ultimo pezzo di pizza rischiò di andargli malamente di traverso.
[...]"
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Darren/Yuuki, Harley/Jousuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I was so worried..!
Tsunami (x2)

 


Il microonde suonò tre volte e si spense, come al solito. Il ragazzo sbadigliò prima di prendere la fetta di pizza tiepida al suo interno e, non curandosi di richiuderlo, si sedette sul divano.
Allungò le gambe e si sistemò pigramente tra i cuscini mentre MTV mandava le ultime note di Wish You Were Here dei Pink Floyd.
Raccolse il telecomando da terra e addentò la pizza, cercando di evitare che il formaggio gli si spiaccicasse sull’enorme maglia che usava come pigiama.
«Noioso, triste, già visto, oh santo cielo Buddy non puoi mettere il pudding sulle lasagne» borbottava passando tra i vari canali.
Dopo aver ignorato un paio di splatter di serie B, che sicuramente aveva anche già visto, incrociò per sbaglio un telegiornale.
L’ ultimo pezzo di pizza rischiò di andargli malamente di traverso.

«Notizie dell’ultima ora. Un violento maremoto ha colpito Okinawa, al centro delle isole Ryukyu, e ha distrutto gran parte degli edifici della costa est.» annunciava una giovane reporter, seria «Si sono già riscontrati 34 morti e 79 feriti gravi tra persone di tutte le età. Diamo adesso la linea al nostro inviat__»

Ma Tachimukai non ascoltava più. Tratteneva il fiato e fissava lo schermo con gli occhi sbarrati.
Si alzò barcollando e deglutì a vuoto. Si guardò intorno spaesato per un attimo, poi corse su per le scale con passo malfermo.
Nella fretta inciampò sul lungo tappeto persiano del corridoio e si sbucciò un ginocchio, ma non si fermò. Si rimise in piedi e spinse con forza la porta bianca laccata della sua camera, lasciando poi che sbattesse quanto le pareva.
Raggiunse la scrivania e frugò freneticamente trai libri, le scartoffie e le cianfrusaglie. Ma invano.
Rovistò tra le spazzole e tra quegli inutili profumi che teneva sulla specchiera senza però trovare quello di cui aveva più bisogno in quel momento.
Tirò su col naso e fissò una foto appiccicata al lato dello specchio, la più importante. Lui e Tsunami, ridenti, guardavano in camera, seduti spalla contro spalla sulla sabbia, al tramonto.

L’estate passata sembrava così lontana.

Si morse un labbro tentando di ricacciare indietro le lacrime, poi scosse la testa e si diede piccoli colpi sulle guancie, per tornare in sé.
«Ok, ok sta’ calmo, c’è il telefono fisso, giusto? Oh ti prego»
Tornò in soggiorno e si avvicinò al ripiano di legno a grandi passi. Strinse la cornetta scura nella mano e compose il numero in fretta. Lo sbagliò e riprovò, le dita che tremavano impercettibilmente.
Gli squilli gli riecheggiarono nelle orecchie, interminabili. «Rispondi...rispondi, forza» mormorò.
«Pront__» tentò la voce dall’altra parte dell’apparecchio. «Tsunami!» urlò sollevato Tachimukai, interrompendolo.
«Mh? Si?»
«A-Ah...Sono T-Tachimukai» bisbigliò mordendosi il labbro. «Ehm...Yuuki»
«Yuuki!» ridacchiò Tsunami. «Ehi, quanto tempo fratello»
«Già...» il castano scosse la testa. «S-Stai bene, vero?» chiese attorcigliando il filo del telefono con un dito.
«Uh? Benone! Perché?»
«C-Come perché..!» protestò Tachimukai, ma il suono improvviso del campanello lo fece sobbalzare, così si interruppe.
«Ah, puoi aspettare un secondo?» domandò, rivolgendosi distrattamente a Tsunami. «Hanno suonato alla porta...»
Non aspettò risposta e poggiò la cornetta sospirando, tentando di non arrovellarsi il cervello con tutta la storia dei due Tsunami.
Si sfregò incerto le mani sui boxer e fece scorrere, con una certa difficoltà, le dita tra i capelli.
La massiccia porta di legno scricchiolò leggermente quando la aprì, quanto bastava per sbirciare fuori.
Non vedendo nessuno sul pianerottolo di mattoncini crema, alzò un sopracciglio e fece capolino con la testa.
Oltre il piccolo portico, il viale di fronte era deserto. La leggera brezza estiva muoveva leggermente le foglie degli alberi, facendole frusciare piano.
Al quindicenne parve chiaramente di sentir ridacchiare. Si accigliò e si disse che i figli rompiscatole dei vicini dovevano decidersi a crescere un po’. Gonfiò le guancie e fece per chiudere la porta quando il gran burlone sbucò dall’angolo sorridendogli mestamente.

«Yo» esclamò accennando un saluto con la mano.
Tachimukai si coprì la bocca con entrambe le mani mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Lasciando la porta aperta, corse incontro a Tsunami e gli saltò praticamente addosso.
Gli circondò il collo con le braccia e la vita con le gambe e la spinta fu tale da quasi farli cadere tutti e due a terra. «Ehi ehi, va tutto bene» disse il diciassettenne, senza trattenere una mezza risata.
Gli accarezzò piano i capelli e lasciò che affondasse la testa nella sua spalla, inzuppandogli di lacrime la maglia multicolore. Senza smettere di sorridere un attimo entrò in casa e chiuse la porta con un piede, esclamando ad alta voce «Permeeeeesso».
Tachimukai si decise a saltare giù e tirò su col naso, si sfregò gli occhi ormai rossi e borbottò «Ci sono solo io in casa, tranquillo» Si diede distrattamente un occhiata e avvampò. «Devo essere uno spettacolo veramente pietoso»
Tsunami si abbassò alla sua altezza tenendo le mani nelle tasche.
«Vediamo...Sei ancora in pigiama, ed è mezzogiorno, i tuoi capelli e il cuscino hanno litigato di brutto, ti esce un po’ di sangue dal ginocchio -a proposito, che è successo?- e i tuoi occhi sono gonfi quanto due palline da golf» fece un sorriso ancora più grande. «Quindi no, sei bellissimo come sempre»
Tachimukai si morse il labbro con forza, le guancie che gli andavano a fuoco. Poggiò le mani sulle spalle del rosa e lo attirò a sé nella foga del momento, premendo le loro labbra insieme.
Le mani di Tsunami scivolarono sui suoi fianchi, impedendogli di pentirsi del gesto avventato e attirandolo a sé. Ogni bacio produceva uno schiocco umido e rumoroso che portava entrambi a desiderarne un altro.
Le dita del più piccolo si intrecciarono alle ciocche ribelli del più grande e quest’ultimo sorrise, prima di separare le loro labbra per riprendere fiato.
«Era...cavolo...Era un sacco di tempo, eh? Insomma, ormai è quasi un anno che non ci vediamo e__»
«Mi sei mancato» lo interruppe Tachimukai. «Tanto»
Tsunami, dopo un momento, fece un gran sorriso. «Continui a dire cose tenere senza accorgertene?»
Il castano arrossì di nuovo. «Certo che no» borbottò. «Però potevi anche dirmelo che eri a Tokyo..! Invece di farmi preoccupare..»
«Hijikata ha portato i fratellini in gita» rispose stringendosi nelle spalle. «Mi hanno giusto dato un passaggio»
Tsunami accennò un sorriso e gli passò una mano tra i capelli. «Eri così preoccupato?»
«Certo! Poco fa ho visto il telegiornale e__»
«Frena frena frena. Il telegiornale? Che c’entra il telegiornale?»
Tachimukai tirò su col naso. «Eh? ...Vuol dire che non lo sai?»
L’altro alzò un sopracciglio. «Sapere cosa?»
Tachimukai si morse il labbro, improvvisamente triste. «Forse è meglio se ti siedi»
 
Una volta sul divano, il quindicenne afferrò il telecomando a due mani e trovò un canale di notizie 24 ore su 24 quanto più in fretta poteva. Non se la sentiva di dare una notizia come quella, così preferì che fosse il giornalista di turno a fare il lavoro sporco.

«E rieccoci di nuovo collegati. Mi trovo ora sul luogo del maremoto che ha avuto luogo questa notte. Qui ad Okinawa, nelle isole Ryukyu, al sud del Giappone.»

Ogni tanto, con la coda dell’occhio, il castano esaminava il viso di Tsunami. Appena nominato il maremoto e la sua amata isola, il suo sorriso pressoché perenne scomparve. Sembrava confuso.

«I danni che ha provocato questa serie di onde anomale non sono gravi quanto quelle che investirono Honshu un paio di anni fa ma la costa est dell’isola ha subito notevoli danni. Per quanto riguarda il resto dell’isola i danni sono superficiali.»

Le sopracciglia erano corrucciate e si tormentava le mani, preoccupato. A Tachimukai si strinse il cuore.

«Fino ad adesso si sono riscontrate meno di un centinaio di vittime ma almeno il doppio dei feriti. Per adesso da Okinawa è tutto, vi terremo aggiornati»

Il più piccolo spense subito la televisione e si voltò verso il compagno.
«Ehi...» mormorò avvicinandosi. Gli prese il volto con entrambe le mani e lo costrinse a guardarlo negli occhi. Tsunami sorrise con amarezza. «...Io vivo nella costa ovest»
Tachimukai lo abbracciò forte e gli accarezzò piano i capelli, sentendolo aggrapparsi alla sua maglietta. «Ma lì, in quella colpita, vivono tante persone che conosco...persone fantastiche___»
Il castano lo strinse ancora più forte. «Sono sicuro che stanno tutte bene..!»
Il diciassettenne appoggiò la testa contro il suo petto «...è la mia casa, capisci?»      
Se avesse parlato, non sarebbe riuscito a non piangere, così Tachimukai si limitò ad annuire più volte, non riuscendo però a trattenere un singhiozzo. Tsunami si scostò e lo guardò in viso, poi sorrise teneramente e gli posò un bacio trai capelli. «Non piangere...» sussurrò, circondandolo con le braccia.
«D-Dovrei essere io a...a dirlo» mormorò il castano con voce strozzata.
«Ma io non piango» ridacchiò. «Perché infondo io...io sono qui, sai?»
A Tachimukai sfuggì un altro singhiozzo.
«Non ero lì quando è successo...e sto bene.» continuò, meravigliato, come se non potesse credere alla sua fortuna. «E adesso sono qui, con te»
Il più piccolo, anche con le lacrime agli occhi, accennò un sorriso. «Quanto...quanto pensavi di rimanere?»
«Uh? Non è che c’ho proprio pensato, in effetti..» rispose Tsunami, passandosi una mano trai capelli.
Tachimukai sbuffò. «Che?! E dove starai?»
Il diciassettenne ridacchiò nervoso. «Ehm, uh, ahem...» farfugliò distogliendo lo sguardo.
L’altro gonfiò le guancie, pronto a replicare che era il solito incosciente, ma cambiò idea.
«...D’accordo d’accordo, puoi stare qui» esclamò all’improvviso, sorridendo.
«Scherzi?! I tuoi mi odiano»
«Non è vero!» ribatté Tachimukai gonfiando le guancie.
Poi ci pensò su un attimo e si corresse, grattandosi una guancia. «Ok magari non gli stai simpaticissimo, lo ammetto. Ma non importa, tanto sono fuori per lavoro» concluse, stringendosi nelle spalle.
Tsunami ridacchiò e gli stampò un bacio sulle labbra, a tradimento. «Ma lo sai che sei proprio lunatico?» lo punzecchiò.
Il castano arrossì. «Lunatico? Io? Non è affatto vero» borbottò. «Allora, rimani o no?»
Tsunami fece una posa teatrale. «Oh, come potrei rifiutare!»
Tachimukai gli fece la linguaccia. «Scemo»
Ad un tratto si alzò e chiese «Piuttosto, mi dai una mano col pranzo? Ho fame e ho finito la pizza di ieri»
Il più grande si tirò su dal divano e gli fece un inchino, trattenendo malamente una risata.«Come desidera, milady»
Il quindicenne arrossì per l’ennesima volta «Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così..!» esclamò, mentre Tsunami gli baciava la mano per poi scoppiare a ridere.
 
 



Note dell'autrice che va di corsa perchè deve uscire a cena(?):
Allora, per prima cosa, salve a tutti gente *abbraccia il mondo(?)*
Lo so lo so, non sono stata molto presente in questi giorni ma, ehm, ho avuto un sacco di problemi/impegli/cose pallose da fare *smorfia*
Ehm, secondo -ma non meno importante- mi prenderò una pausa di un paio di settimane dal sito (si lo so, starete dicendo "ma non ha appena detto che non sta facendo già un tubo, nel sito?" beh avete ragione *nervosa*)
E con pausa intendo che starò senza lavorare sulla long o su altre fic.
Vedete, non è che voglia smettere o simili, assolutamente no, ma sto leggendo un manuale sulla scrittura
*ta-daaaahhh*
Yup, sono assolutamente seria. Serissima. 1000%seria. *parte la canzone di utapri(????)*
QUIIIINDI assimilerò tutto il possibile dal manuale e tornerò a scrivere molto meglio di prima -almeno speroh.
Terzo e ultimo, ho iniziato questa fic tre giorni fa e, francamente, mi soddisfa *fiss*
Ho letto un paio di capitoli di quel manuale di cui vi parlavo prima ma (anche se magari non pensate) il mio modo di scrivere ha fatto un giro di 180° 

Quindi bho, mi mancherete, people, ma ci rivedremo presto! Aspettate e vedrete! Non fate come mio padre che mi dice che non andrò da nessuna parte vi prego.
Passo e chiudo~
E n d o
P.s. Si, il Buddy che ho citato è quello del boss delle torte, che fa anche quel disgustoso programma dove crede di cucinare italiano
~ Yayyy(?)

  
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