Fanfic su artisti musicali > Big Bang
Segui la storia  |       
Autore: MusicInTheAir    15/08/2012    3 recensioni
FANFICTION INTERROTTA.
I rami degli alti alberi si intrecciavano sopra la sua testa, impedendo anche al più sottile filo di luce di penetrare in quella barriera che di rassicurante aveva ben poco.
(...)
Anche se era tutto merito del suo angelo custode, che lo aveva sempre guidato.
Quando una lieve brezza fresca gli accarezzo i capelli, si accorse di aver perso il cappello.
Maledì quel demone parlante, perché gli aveva rovinato il vestiario, e continuò a camminare.
Arrivò dopo poco all’ uscita, e quando poté guardare in viso quell’ ombra, sussultò impercettibilmente e serrò i pugni.
Era un corno, come quelli che si disegnano per rappresentare il diavolo.
Genere: Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: G-Dragon, T.O.P., Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4

 

Daesung aprì improvvisamente gli occhi, sentendo una strana sensazione calargli sul corpo come un velo invisibile e pesante.

Le ali completamente spiegate erano gettate scompostamente sul divano e sul pavimento.

Si alzò, mettendosi seduto ed avvertendo quella energia elettrica sempre più vicina.

Era un demone, ma di certo non si trattava di Jiyong.

Era infinitamente più potente e sgradevole, e si avvicinava velocemente.

Tuttavia, non si mosse, ed attese, finché non si fermò davanti alla porta.

Si alzò lentamente e si scostò prima che quell’ enorme pezzo di legno rettangolare lo prendesse in pieno, poggiandosi al tavolino di vetro comparso dal nulla in quell’ attimo.

Nel salone fece la sua comparsa chi non avrebbe mai creduto, e lo guardò confuso.

-Che ci fai qui?-

-Visita di cortesia.-

-Con un demone?-

Taeyang rise,  scuotendo la testa.

-La visita non è da parte mia.-

Disse, alla fine, sedendosi sul divano e poggiando i piedi sulla porta distrutta, per poi indicare alle spalle dell’ angelo, che non fece in tempo a girarsi.

Qualcuno gli diede un calcio, forse una ginocchiata sullo zigomo talmente forte da farlo cadere rovinosamente a terra. Evitò per un soffio un ulteriore calcio alla tempia e si alzò con un salto.

Prima di correre all’ attacco, studiò per qualche istante l’ avversario.

Aveva la sensazione di averlo già visto, nella sua mente c’ era anche uno scenario, ma era tutto confuso e non riusciva a mettere a fuoco nulla.

Il demone, approfittando della sua distrazione, saltò verso di lui con l’ intenzione di dargli un pugno, ma l’ altro lo schivò agilmente, inarcando la schiena all’ indietro ed alzando la gamba in modo da sbattere lo stinco contro le sue costole.

Era la seconda volta che combatteva, e gli era tutto troppo familiare.

Seungrì gli afferrò la caviglia e lo alzò, disegnando un arco in aria col suo corpo e facendolo sbattere dalla parte opposta del pavimento, frantumandolo. Tenendolo la presa ben stretta, lo lanciò contro la parete, creando una crepa.

Daesung non aveva altra scelta.

Avrebbe dovuto usarla, era l’ unico modo per batterlo.

Si alzò barcollante in piedi, sentendo il sangue colare da una ferita sulla testa e portò una mano sulla sua ala sinistra.

Attese che il demone si avviasse verso di lui, credendolo finito, e si staccò lentamente la piuma, serrando poi l’ estremità nel suo pugno, e puntandola contro il demone, che si fermò e lo guardò serio.

-Dovrei avere paura di una piuma? Sei messo davvero male.-

Daesung sorrise, sprezzante, mentre un’ ombra scura gli attraversava gli occhi.

Taeyang alzò il mento. Quel ragazzo era sempre stato calmo e non aveva mai combattuto, se non quella singola volta in passato per Seunghyun, ed era stato terrificante.

La sua forza era paragonabile a quella di un demone, come la malignità e la brutalità con cui aveva ucciso quell’ intruso. Era stato venticinque anni fa, prima ancora che il cacciatore nascesse. Pur di non intralciare il parto della donna, si era staccato quella piuma ed aveva combattuto riducendo quel demone in poltiglia.

La stessa piuma che impugnava in quel momento.

La stessa piuma che si stava deformando, divenendo affilata, dura e pesante.

-Ottedenebnas.-

Sibilò, impugnando con foga l’ impugnatura della spada, per poi scagliarsi contro il demone, lanciando fendenti che andavano tutti a segno, a che non andavano a colpire punti vitali.

Seungrì cercò di rispondere agli attacchi, allungando velocemente una mano verso la sua spalla, ma il braccio volò via, tagliato da quella lama anomala.

Per un attimo nessuno si mosse.

-Questa è un’ offesa alle mie capacità di combattente, sai?-

Sibilò, mentre uno strano liquido nero colava dalla spalla e prendeva le sembianze del braccio mutilato.

Portò la mano all’ altezza del suo sguardo, stirando le dita e poi chiudendo la mano in un pugno, accertandosi che le sue capacità motorie fossero tornate come quelle di prima.

I suoi occhi viola saettarono verso l’ angelo, che lo guardava confuso.

Oltre a parlare, adesso si rigeneravano anche.

Se il demone che stava combattendo Seunghyun era di quel livello, allora era messo davvero male.

Non si accorse di quanto l’ altro si fosse avvicinato, e sussultò scattando all’ indietro quando lo vide far sputare dalle sue mani, come fumo, una catena che lanciò verso di lui, e si avvolse attorno al polso che sorreggeva la spada.

Lo attirò verso di lui solo per dargli un calcio sul petto ed atterrarlo, stringendo tra quel ferro anche l’ altro polso.

-Dov’ è mio fratello?-

Ringhiò, inginocchiandosi sul suo stomaco.

-Non so di chi parli.-

Gemette dolorosamente Daesung, mentre la catena iniziava a bruciargli la pelle.

-Si che lo sai, mi ha detto che tu sei il guardiano del cacciatore. Dov’ è Jiyong?!-

Urlò, facendo infiammare la sua arma e serrare la mascella dal dolore.

I suoi polsi fumavano, letteralmente, e sapeva che gli sarebbe rimasto un segno indelebile. Perché quando un demone decideva di marchiarti, non potevi fare nulla, solo contorcerti dal dolore.

-Dimmi dove cazzo è Jiyong!-

Uno strano scricchiolio sopra la sua testa lo fece immobilizzare.

-Perché non lo chiedi a chi devi? Hai paura?-

Chiese una voce profonda proprio davanti a lui.

Alzò piano lo sguardo ed incrociò i suoi particolari occhi, orgogliosi come suoi, e poi fece caso alla pistola che gli puntava contro la fronte.

-Alzati dal mio angelo.-

Sussurrò, alzando un angolo della bocca in un sorriso sghembo e provocatore.

Seungrì fece come gli aveva detto, e la catena sfumò tra le sue mani improvvisamente come era comparsa.

Seunghyun si concesse un piccola distrazione, e, con la coda dell’ occhio, guardò Daesung.

Era ferito profondamente da una tempia, dove gocciolava sangue, così come dal naso e da una piccola spaccatura sulle labbra, ma quelle ferite erano nulla in confronto alle profonde bruciatura sui suoi polsi, che sembravano comporre una parola.

-Perché mio fratello è con te?-

Lo riscosse la voce del demone, e subito gli rivolse contro uno sguardo spento e privo di significato.

-Chi è tuo fratello?-

-Jiyong, quel ragazzo alle tue spalle.-

-L’ ho trovato qui.-

-Deve tornare con me, altrimenti appena si verrà a sapere della sua scomparsa, cadrà il caos all’ Inferno.-

Il cacciatore lo guardò storto, piegando leggermente la testa di lato.

-Ragazzino, lo conosci?-

Chiese, rivolgendosi a Jiyong, che scosse convulsamente il capo, rischiando di far cadere Chachacha, ancorato con zampine anteriori al suo corno.

Seungrì sgranò gli occhi, ferito. Senza più dare peso a quell’ arma puntata verso di lui, camminò verso il fratello maggiore e lo afferrò per le spalle.

-Jiyong, sono io. Sono Seungrì, tuo fratello. Non ricordi?-

Il demone scosse ancora la testa, impaurito.

-Come no?-

Fece, deluso e con gli occhi lucidi.

Non era possibile, Bom era riuscito a fare anche questo.

Quel vile bastardo gli aveva anche risucchiati i ricordi, assieme ai suoi poteri.

Sussultò, guardandolo.

Poi infilò una mano nella tasca interna del suo cappotto e ne estrasse una mezzaluna rossa.

-Questo è tuo, te lo ha spezzato Bom.-

Sussurrò, prendendogli delicatamente il polso e guidandolo sulla sua testa, facendogli sentire con le dita la scorza che gli era rimasta.

Jiyong fissò prima il corno che aveva l’ altro nella mano e poi quegli occhi viola che avevano qualcosa di caldo e familiare.

La sua mente si affollò di immagini, dove le figure non erano altro che ombre nere, sempre più spaventose. Non riusciva a sopportarle.

Lo spinse lontano da lui, e crollò lungo la parete liscia.

Stavolta la canna gelida della pistola spinse sul suo collo in un chiaro invito ad andarsene.

-Vattene da dove sei venuto, chiunque tu sia.-

Seungrì si girò a guardarlo, truce.

-Io non sono chiunque. Il mio nome è Lee Seungrì, terzo figlio dell’ Inferno ed in gara per il trono. E tu, cacciatore, sappi che non sarà l’ ultima volta che ci vediamo, perché Jiyong è mio fratello, e deve tornare a casa. Con me.-

Detto questo, gli diede le spalle e varcò il portale che si era aperto appena un secondo prima che sbattesse contro la parete.

Daesung si alzò, poggiandosi ad una sedia ed asciugandosi il sangue, oramai incrostato, dal labbro fece saettare lo sguardo su Taeyang.

-Quindi…Sei tu il traditore.-

-No, far entrare qui un demone innocuo come Seungrì non è considerato tradimento.-

-Non mi è sembrato così innocuo.-

-Bisogna capirlo, ha trovato suo fratello da poco.-

-Perché lo hai portato qui?-

-Perché ha chiesto il mio aiuto.-

-Adesso verrà qui a tentare d farci fuori ogni volta che vorrà.-

-E’ suo legittimo diritto. Avete preso suo fratello.-

-Lo abbiamo trovato qui, e lo abbiamo protetto fino ad ora.-

L’ altro angelo fece spallucce.

-E’ iniziata la lotta per l’ erede al trono, laggiù, cosa ci assicura che quel demone non stia solo giocando con voi.-

Sorrise, per poi scomparire in un battito d’ ali.

Seunghyun prese in braccio Jiyong, ancora scosso, e lo portò in camera da letto, facendolo stendere.

Chachacha scese dalla sua testa e si accoccolò accanto alla sua spalla, emettendo un suono simile ad uno “yup” acuto.

-Io non lo conosco.-

Esalò il demone, mentre le prime lacrime di terrore gli scorrevano sulle guancie.

-Lo so.-

-E non vi tradirei mai, perché mi avete salvato.-

Il cacciatore annuì, dispiaciuto.

Non sapeva che i demoni fossero in grado di piangere, di provare affetto, rabbia o sentimenti simili. Eppure quel ragazzino gli stava dimostrando che tutto quello a cui aveva creduto fino a quel momento erano solo congetture sbagliate e mai provate.

-Seunghyun, voglio rimanere con voi. Lui mi ha fatto paura.-

-D’ accordo. Rimani qui.-

 

***

 

La sera era calata portando nella stanza una soffice luce azzurrina.

Daesung si portò una mano a tastarsi il labbro inferiore, ricoprendolo liscio e senza l’ accenno di ferite.

-Come stai?-

Gli chiese Seunghyun, affiancandolo e poggiandosi alla parete con una spalla.

-Tutto bene, ti ringrazio.-

Rispose, poggiando la testa sulla sua spalla, ma un gridolino fin troppo stridulo gli si conficcò nelle orecchie.

Si scansò d’ improvviso, facendo saettare lo sguardo verso il batuffolo bianco che si stava massaggiando la cosa con le zampine, seduto comodamente sulla spalla del cacciatore.

-Un nuovo amico?-

-Lo ha trovato Jiyong, e lo ha chiamato Chachacha.-

-Carino.-

Sorrise, accarezzandogli la testolina morbida e pelosa.

-Daesung, lo hai capito anche tu, vero?-

-Di cosa parli?-

-Se quel Seungrì è davvero il fratello di Jiyong, vuol dire che anche lui è in gara per accaparrarsi il primo posto all’ Inferno.-

L’ angelo sospirò, poggiando la schiena alla parete ed incrociando le braccia al petto.

-Si, ma a quanto pare, con il corno, ha perso anche la memoria.-

-Ne siamo certi? Cosa ci trattiene dal pensare che, in realtà, non stia solo fingendo?-

-Non ne avrebbe motivo. Ha avuto la possibilità di riprendersi tutti i poteri ed ucciderci, eppure non lo ha fatto. Teniamolo sotto controllo per un altro po’, in seguito decideremo sul da farsi. E poi, oramai non avresti il coraggio di fargli nulla.-

-Che vorresti dire?-

-Che ti ha salvato la vita due volte, e che non hai potuto fare a meno di affezionarti a lui.-

Seunghyun sbuffò, scocciato dalle congetture veritiere del suo guardiano, ma la sua espressione cambiò un secondo dopo.

Lo afferrò per i polsi e tirò su le manche della camicia, rivelando la bruciatura ancora fresca lasciatagli da quel demone. I caratteri riusciva a distinguerli bene, e le parole incise erano inquietanti.

-Lipton Vegas.-

Lesse, per poi inchiodare gli occhi nei suoi.

-Meglio conosciuto come Carestia, il terzo Cavaliere dell’ Apocalisse. Perché ha inciso queste parole su di te?-

Daesung sospirò.

-E’ una storia lunga.-

-D’ accordo, allora parlami della tua spada, Ottedenebnas, ovvero l’ ultimo Cavaliere, detto anche Morte.-

I suoi pugni si erano serrati sui suoi polsi, come a voler cancellare quelle parole con la sola forza bruta.

-Seunghyun, quella spada mi venne data dalla Morte in persona, quando riuscimmo a fermare l’ apocalisse, implorandomi di prendere il suo posto.-

-E tu cosa hai fatto?-

Esitò, abbassando lo sguardo.-

-Ho accettato.-

 

 

+Manicomio+

*attraversa a nuoto l' oceano e le raggiunge* si, son fradicia, ma viva!!! e son tornata con questo capitolo che...bhè...lascia un pò a desiderare xD nulla...non mi va molto di parlare, sinceramente, quindi termino qui dicendo solo che Daesung ha lo stesso sorriso degli angeli, ne sono certa ^^ ALLA PROSSIMAAAAAAA!!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Bang / Vai alla pagina dell'autore: MusicInTheAir