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Autore: _Deina13    15/08/2012    7 recensioni
Johanna rimane in silenzio qualche attimo, finchè io non capisco che 'è qualcosa che non va.
«Allora.. rimani con me» sussurra.
«Te lo prometto.» [...]
«Sarebbe bello, no?»
«Sarebbe bello cosa?»
«Una vita. Con te, Peeta e il bambino.Tu non hai sempre voluto un fratello?» «...O una sorella. Si, ma ora..Beh, non credo sia il momento più adatto» «Non penso esisiti un momento per avere un bambino, io non ero pronta quando lo era Peeta, ad esempio. Ma, se vogliamo parlarne, sono io che devo fare tutto il lavoro, lui deve solo stare a guardare, no?»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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lo so che è una cosa davvero stupida chiudere una ff un giorno e continuarla il giorno dopo, ma è che mi avete lasciato ben sei recensioni nell'ultimo capitolo (6!) e tanti messaggi privati, dove mi chiedevate di non chiudere, e poi ho dovuto cedere
non ci ho esattamente ripensato, ho solo voluto mettervi a corrente dei capitoli che avevo scritto, perchè avevo in mente un seguito, ed era stupido lasciarlo scritto nel pc e non farvelo leggere, dato che siete cosi appassionati alla mia storia, come dite!
riprendo da dove avevo chiuso il riassunto, buona lettura
grazie mille a tutti!
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Non sono un vero uomo, se tremo come una foglia.
 

Ho così tanta paura, una fottuta paura, che sono dovuto persino uscire da quella specie di ospedale.

 

Peeta è con lei, e loro sono molto legati ormai, quindi sotto quel punto di vista sono tranquillo. Lei mi ha chiesto di uscire, perchè ha visto, che io stavo tutt'altro che a mio agio e tranuillo.
 

Quei pochi minuti che sono riuscito a passare dentro quella stanza e quell'edificio, sono stati i più orribili della mia vita. Lei urlava, le faceva male tutto, la schiena, ho anche provato a farle un massaggio ma continuavo a tremare ed ho passato il testimone a Peeta.
 

Adesso sono in giro, sono con Kat che spinge il passeggino di Boggs mentre io tengo in braccio Johanna. Persino lei si rende conto che sono teso.
 

«Ma per l'amore del cielo J., che problema hai?!» esclama Kat, mentre entriamo in un piccolo negozietto di peluche fatti a mano.
 

«JJ è triste mamma» dice Johanna, mentre la lascio giocare con la manina di un orsacchiotto di pezza.
 

«Non sono triste, piccola, solo agitato» rispondo, e prendo in mano l'orsacchiotto più grande e morbido con l'aiuto della mia fedele compagna.
 

«Prendiamo questi» Kat porta alla cassa sia l'orsetto che ho preso io si quelli più piccoli, ne sono tantissimi adesso che guardo meglio. Dobbiamo arraggianrci mettendoli uno ad uno nel passeggino di Boggs, e quello grosso lo porto in mano io, ad Heloise piacerà.
 

Adesso dobbiamo tornare in ospedale, questo lo so lo so lo so lo so.
 

«Dici che ci rimarrà male quando vedrà che suo padre non c'è?» chiedo, mentre arriccio un ciuffetto di capelli biondi a Johanna. Sono della stessa tonalità della quale se li era tinti la mia Jo, quanto mi manca, è impossibile da dire.

Lei sospira. «Basto io, e basta Peeta. E soprattutto, lei ha bisogno di te adesso»

«Non è così facile»

Mio padre ha avuto la 'fortuna' di morire, e di non avere quest'ansia tutto intorno, quando io sono nato. Heloise sta per partorire, ancora qualche ora e sarò padre. Non ce la faccio non ce la faccio non ce la faccio.

Katniss prende in braccio Johanna e la fa scendere per camminare. «Tesoro, vai a giocare intorno all'albero? Un paio di minuti e poi andiamo da zia Heloise»

Lei annuisce tutta contenta e corre verso l'albero con la gonna che le ballonzola intorno come i suoi riccioli biondi. L'erba è ricresciuta abbastanza dalla cenere che era anni fa, e la vediamo saltellare intorno al tronco robusto e scuro, mentre Boggs la guarda dal passeggino e batte le mani.

Kat sospira, guardandoli. «Non sono bellissimi?»

Io le sorrido, so che non può vedermi perchè mi da le spalle, ma poi faccio un passo avanti e le stringo le braccia intorno alla vita.

«Ascoltami» lei mi prende le mani e si volta. «Per me non è stato facile aspettare J ohanna, lo sai benissimo, ed è per questo che ammiro molto tua moglie, lei è stata felice.. tranquilla.. io no»

È vero, sono state l'una il contrario dell'altra, ma capisco soprattutto Kat. Dopo tutti gli orrori che ha visto, far in modo che anche un figlio corra gli stessi pericoli.. è qualcosa che lei ha dovuto combattere, ma lo ha fatto per amore di Peeta, ed ora sono felici.

Io non tanto. L'ansia e l'agitazione mi uccidono. Cioè sono sicuro che quando stringerò il bambino o la bambina fra le mie braccia tutto sarà apposto, ma ora ho il terrore che qualcosa vada storto.

Non sono mai riuscito ad amare Heloise; le voglio bene, si, ma non riesco a provare con lei le stesse cose che provavo con Jo. Lei mi è stata vicino, dopo la sua morte, e dopo tutto quello che è accaduto dopo, e gli ultimi cinque anni sono stati fantastici, soprattutto con lei al mio fianco.

Ora che è una Mellark mi sento più al sicuro, non abbiamo avuto notizie di suo padre e non credo che ne avremo o ne vorremmo avere. Adesso il problema più grande adesso è il parto di Heloise.

Bacio la fronte alla mia Kat e le dico che farò attenzione. Con i suoi trentasette anni, adesso lei è troppo vecchia per andare a caccia, e a me toccava il compito di cacciare perchè Peeta preparasse il cibo, ma mi è stato difficile lasciare mia moglie da sola a casa dorante gli ultimi mesi.

Ed ora è in travaglio da dodici ore.

Raggiungiamo l'ospedale, dove Katniss mi lascia fuori con i piccoli, mentre lei entra a vedere come sta sua figlia. Dopo un paio di minuti, Peeta esce e mi sorride.

«Nervoso?» mi chiede prendendo in braccio Johanna, che siede al posto vicino al mio.

Io annuisco e mi mordo il labbro. «Posso morire dalla tensione»

«Sta andando tutto alla grande» mi poggia la mano sulla spalla. «È Dilatata al massimo ed entro..»

«Ti prego non parlarmi di queste cose» scuoto la testa. Poi lo guardo, e lui ha gli occhi pieni di fiducia. «Vuole che entri?»

«Dice che se non te la senti non fa niente, basto io» mi sorride ancora, sempre più fiducioso. «Sono bravo in queste cose»

Lui scatta in piedi quando Katniss apre la porta sbianchendo, e Johanna torna a sedersi. Ha appena quattro anni ed è una bambina così graziosa che starei a coccolarla tutto il tempo. Io e mia moglie spesso lo facevamo, quando era più piccola, passavamo l'intera notte a giocare sul suo pancino.

Heloise sta urlando, dietro quella porta. Sto per iniziare ad imprecare come non ho mai fatto nella mia vita. Nemmeno quando ero nell'Arena e stavo per morire sono stato così male.

«Vai» dice Katniss, dandogli un bacio sulla guancia, e si mette a bracca conserte affianco alla porta.

L'ospedale lo hanno costruito quando avevo dieci anni, mi ricordo che spesso Kat mi portava a vedere come proseguivano i lavori, ed io mi divertivo a giocare con le travi della ricostruzione. Ero piccolo per la mia età, e Kat mi considera fortunato per questo.

Peeta si rivolge a me. «Vado a tenere la mano a mia nuora, trattino figliastra, mentre partorisce, non è elettrizzante?» e scompare dietro qualla dannatissima porta.

Venti minuti di urla e pianti più tardi – mi sono scese le lacrime, e sto pregando tutti i santi in cui non credo che vada tutto per il verso giusto – Peeta esce di nuovo dalla stanza, e mi sorride porgendomi la mano.

Non è nulla di nuovo, Peeta sorride per qualsiasi cosa, ed è difficile da lui distinguere un sorriso di felicità, incoraggiamento o tristessa.

Io scatto in piedi, asciugandomi con l'orlo della maglia gli occhi ricolmi di lacrime trasparenti, e lo guardo porgermi la mano, ed io la stringo senza rifletterci, perchè ormai il mio cervello è troppo stanco per mettersi a pensare a cosa serva una stretta di mano.

«Congratulazioni, Junior» dice orgoglioso. «Sei diventato papà di un bellissimo e sanissimo maschietto.»



F.

   
 
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