Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Princess_Klebitz    15/08/2012    1 recensioni
Ok, guarita dalla mia Bowie-Berlino mania, ho pensato di tornare in pista con le idee più sgombre.
-
Questo movie.verse si svolge durante i fatti di Avengers; Loki ha perso qualcuno nella sua vita, grazie ai suoi inganni, e qualcuno ha perso Loki per i suoi inganni... Un inaspettato incontro li riporterà a confrontarsi, e vedere se secoli passati lontani hanno cambiato qualcosa, o forse no.
Ovviamente OOC, OC e talvolta IC (più per qualche botta in testa che per merito mio).
Ps: Loki è pazzo. Loco. Ma non è scemo. Per una volta
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Loki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
You wanted to get somewhere so badly…
You had to lose yourself along the way
(Gone;U2)
 
Nella discesa furibonda del Quinjet, mentre Clint tentava di farlo atterrare in modo da non causare più vittime di quei maledetti mostri, e magari anche salvare la pelle, con Natasha seduta a fianco che teneva in una morsa ferrea Nadjne, Billy era riuscito a trovare un appiglio nelle scalanature delle paratie e aveva bloccato col suo peso Selene, che in compenso stava aggrappata a lui ad occhi chiusi, mentre Steve Rogers tentava di destreggiarsi in qualche modo, appiggliandosi di qua e di là.
“Capitano, trovi un maledetto appiglio!”
“Vi pare stia giocando a scacchi?!”
Quando uno scossone più forte fece tremare imponentemente il velivolo, all’attivazione dei retrorazzi di Clint, che aveva scorto una piazzetta isolata, Cap perse la presa e Billy e Selene, terrorizzati ma impossibilitati a muoversi, lo videro per un attimo schiantarsi contro il portellone, spinto dall’imponente contraccolpo, quando Nadjne, senza parlare, si staccò fulmineamente dalla presa della Romanoff e si lanciò all’indietro, facendo leva sul sedile, sotto gli occhi stupiti di tutti (meno di Clint, che aggiungeva anche quella alla ‘lista di cose da far pagare a Loki’), afferrando Rogers e attaccandosi ad un cavo, prima che il Capitano sbattesse malamente.
Il tutto in mezzo secondo.
“Gret… Nadjne…. Grazie. Mi sono visto…”,e Rogers deglutì, pensando all’impatto.
“Spiaccicato. Morto. Commozione cerebrale. Trauma cranico. Il suo cervello per il Quinjet!”, disse allegramente Nadjne, mentre tra balzi paurosi, Clint tentava di predisporre il velivolo per la discesa tra i detriti, e Selene le urlava contro, da dietro Billy, che si teneva ancora con tutte le sue forze.
“NADJNE!!Dannazione!”
“Scherzavo!Capitano, tieni la mia mano, non vorrei mai ti spiaccicassi quel bel musetto!Adesso ora che un giro per locali mi devi anche un conto aperto al Tribeca Star Lounge!E che minacci con lo scudo Billy ogni volta che mette qualcosa da oche di Upper East side!”
“Maledizione, Gretchen!!”,urlò stavolta Billy, che nell’impeto quasi schiacciò la sua ragazza contro la paratia: ah di certo Selene era protetta dagli impatti, ma non dal soffocamento!
“Billy, zitto o la prossima lancia che perdo te la trovi tra le scapole! Mi hai già rotto le scatole per oggi con i tuoi bla-bla! Tra un attimo potremo morire per una tegola o per i Chitauri, perciò FATTI UNA CAZZO DI RISATA, prima che magari sbagli colpo e ti ammazzi io!”
Billy si ammutolì di colpo, mentre Selene, cercando aria, emerse da sopra il braccio teso, e si accostò al suo orecchio, con un sorriso di chi la sapeva lunga.
“Lasciala stare… E’ innamorata. Potrebbe ammazzarti se non la lasci fare.”
“Stai scherzando?! Della vecchia gloria combatti-nazisti?!”, rispose allo stesso modo Billy, muovendo appena le labbra.
“Vecchio non mi pare … E comunque non fa male a nessuno. Non si metterà a fare sviolinate durante la battaglia.”,e la principessa ghignò, pensando alla sua praticamente sorella, e amica fidata.
“Ci pensa dopo. E’ talmente rapida e veloce che il povero Rogers non capirà neanche cosa gli sia capitato!”
“E’ proprio da Gretchen. Poveraccio…”
Con un ultimo tremendo scossone, atterrarono, mentre Nadjne si sganciò dalla sua posizione di trapezista ma non lasciò la mano di Rogers, per un paio di secondi, salvo poi girarsi, rossa come i suoi capelli, verso la principessa e Billy.
“HO SENTITO TUTTO!”,sbraitò, mentre il portellone si apriva lentamente, e fissò gli occhi rossi su Billy. “Finito tutto questo te la faccio pagare!”
“Pe…perchè io!?”
“Perché a LEI…”,e fulminò anche Selene, che angelicamente resse il suo sguardo, con gli occhio violacei.
“A LEI non posso farla pagare…”, borbottò Nadjne, seguendo Rogers, e seguita dai due agenti S.H.I.E.L.D.
Billy venne spinto fuori da Selene, poiché era rimasto imbambolato, per poi girarsi verso la compagna.
“Tu mi hai trascinato in tutto questo!”
“Ti ci sei messo da solo, caro mio! Ora muoviti!”
Raggiunsero gli agenti S.H.I.E.L.D, che osservavano disperatamente il cielo, attraversato dai mostri, di cui Rogers e Nadjne, con lo scudo e con le lance, stavano già fermando l’avanzata a terra.
La Romanoff guardò significativamente Billy e Selene, che incrociò il suo sguardo, sempre col suo Scettro in mano.
“Può restare solo ad uno di noi due… L’altro resterà indifeso contro quei mostri. Non credo che la potenza di energia dell’Anima, senza essere amplificata dallo Scettro, abbia un vero potere contro quei mostri.”,sospirò Selene.
“Cosa!?”
“Entrambi possiamo usarlo, ma non possiamo muoverci in due…  Saremo troppo goffi e lenti. Lo devi tenere tu, Billy, io sono stata addestrata per la battaglia.”
Billy guardò lo Scettro che gli veniva proteso, ma non lo prese.
“No.”
“Resterai indifeso senza! Prendilo, accidenti! Io mi muovo meglio di te!”
“Appunto… potrai fare più danni.”,e il sorriso di Billy sembrò di nuovo un sogghigno familiare, ma senza malizia.
“In quanto a me… Non sono ancora paraplegico! Se l’Agente Romanoff ha un paio di armi come le sue..”
Natasha si girò, con le pistole in mano, e interrogò di nuovo Selene, con lo sguardo, che sembrava però piuttosto allibita.
“Hai mai tenuto in mano un’arma da fuoco?”
“Sono stato nei Marines per un anno, accidenti!, non ho scudi magici o superpoteri, ma se mi da un fucile ero il migliore del mio corso di artiglieria!”
“Quando diavolo sei stato nei Marines?!”
“LA SMETTETE DI CHIACCHIERARE E DATE UNA PISTOLA AL RAGAZZO?! SE LO ACCOPPANO LA PRINCIPESSINA SI TRAFORMA IN UN NOCCIOLO NUCLEARE FUSO, MI HA DETTO UN UCCELLINO! E IO NON VOGLIO STARE QUA A PARARE I COLPI VERSO DI LUI!”
La Romanoff rientrò di corsa nel Quinjet, mentre Stark scendeva lentamente con i propulsori, l’armatura un po’ rabberciata, e venivano raggiunti da Hulk, che pareva ora più controllabile che nella base.
Uscita, lanciò un paio di pistole a Billy e dei caricatori, che sistemò nelle tasche e mise il colpo in canna, con mosse esperte.
“Ottima decisione.”
Stark si compattò col gruppo, scendendo a terra.
 “Il dio dov’è? Quello con noi, dico. Se manca perché ha spiaccicato il fratello non mi spiace ma senn-”
Un tonfo assordante avvertì i presenti dell’atterraggio di Thor, che dalla faccia non portava buone nuove.
“Lo scudo attorno al Tesseract è imprenetabile. Loki mi è fuggito!”
“Ottimo, davvero ottimo! Thor, ricordami che devo portare il conto di ricostruzione della Stark Tower a tuo padr…”
“STARK!!”,urlarono tutti, esasperati, con Selene che puntava persino il suo scettro.
“Come non detto!”
“Ho un conto aperto con mio fratello, ancora!”, sputò Thor, finalmente ferito nei suoi sentimenti.
Selene lo capiva bene; faceva male, ma avrebbe avuto tempo per curarsi.
“Mettiti in fila…”, borbottò Barton, preparando le frecce.
“E prendi il numero, già che ci sei.”, aggiunse Billy, con un ringhio, esaminando le pistole.
“Va bene, ora gli facciamo il culo, ok?Capitano, a te la mossa!”
Rogers pensò per meno di un secondo, e si allontanò di due passi, sotto gli occhi attenti di Nadjne, pronta a correggere gli errori di strategia come un attendente e un superiore assieme.
In fondo avevano entrambi lo stesso retaggio.
La guerra.
“Barton, ti voglio sul tetto, azioni isolate e riferisci tutto quello che succede. Stark, a te il perimetro, qualsiasi cosa entri o lo bruci o lo rimandi indietro! Thor, tu hai i fulmini, restringi il portale, brucia i bastardi! Io, l’agente Romanoff, Nadjne e Billy faremo contenimento a terra!Hulk…”
E il bestione si girò verso di lui, insospettito.
“Spacca!”
Il ghigno che si dipinse sulla faccia di Hulk ne fece apparire uno simile sulla faccia di tutti, e prontamente si lanciò a staccare pezzi di palazzi e Chitauri a mani nude!
Gli ordini del Capitano sembravano precisi e giusti, e specialmente infondevano speranza in quel chaos.
Nadjne  non aveva mai incontrato nessuno in grado di infonderle così tanta speranza con poche parole. Neppure la Principessa.
Mentre Stark e ‘Legolas’, come Tony aveva chiamato Barton, si fiondarono in volo, Selene protestò.
“Ed io?! Cosa diavolo crede, che mi lascerò mettere da parte?!”
“Tu… quello scettro è troppo potente e prezioso per combattere i Chitauri. Dovrai raggiungere il portale e tentare di distruggere la barriera di energia! Puoi…”
E osservò come Billy lo guardava con freddezza che rasentava la furia.
“…potete farlo?”
“Sì.”
“TU NON VAI DA SOLA LASSù!”
“Billy, mi sei tra i piedi se vieni anche tu! Devi fidarti!”
E Selene lo guardò, con un’espressione tra lo speranzoso e il disperato.
“Fidati, dannazione!”
“Io… “,e Billy mandò giù un boccone amaro, pensando a quando l’aveva protetto. Fidarsi.
Era un cosa quasi impossibile, per lui.
Ma era quasi morta, per la sua fiducia, e poi in fondo, lo sapeva, come lo aveva sempre saputo.
“Vai. Chiudi quel maledetto portale.”
E quando Thor le diede la mano, roteando Mjolnir, la prese un attimo per il braccio.
“Se quello psicopatico alieno viene ad attaccarti…”
“…lo mando da te. Intesi.”,e Selene gli sorrise, per poi sparire un attimo dopo.
Thor la fece atterrare sulla sommità della Stark Tower, per poi ripartire.
 Nonostante il brusco atterraggio, Selene si rialzò subito, non lasciando mai lo Scettro, e rivolgendosi a Thor, che la stava guardando, con uno strano sorriso.
“Che ne pensi?”
“Che Padre aveva veramente il suo piano. E’ più debole di noi, ma è forte di cuore e di animo, il chè lo rende più forte di Loki.”
“Lo so.”, ammise Selene, con un ampio sorriso.
“Vai, figlio di Odino. Ci sarà tempo per queste discussioni.”
“Se incontri Loki…”
“Mi difenderò. E lo ucciderò.”, disse, spietatamente la Principessa.
Ogni traccia di sorriso era svanito dal suo viso, e la voce si era fatta piatta.
La voce di un mondo morto.
Thor rinunciò a discutere, e roteando Mijolnir ripartì, richiamando a sé numerosi fulmini.
Selene esaminò la barriera, e il dottor Selvig, con una strana luce negli occhi, corse verso di lei.
“Non può essere toccato! La barriera che lo protegge è anche ciò che gli dà energia!”
“Allora, energia per energia… Proviamo!”
“No!!”
Selene era una principessa.
Era una guerriera ed era acculturata sui Nove mondi, come si conveniva ad una Reale, aveva studiato molte cose fin dalla tenera età.
La pazienza e la fisica purtroppo non erano tra quelle, vuoi per natura o perché non rientrava nella sua sfera d’interesse.
Il colpo della sua energia venne rimandato indietro, amplificato, e la spedì a sbattere letteralmente contro un muro, perdendo lo scettro, ed ebbe appena il tempo di pensare (‘mioddio tutto il giorno tra i drammi e per una botta ci lascio le penne…’), poi il mondo iniziò a girare e svenne.
Innumerevoli piani più sotto, Nadjne si bloccò, mentre si lanciava a spingere via Billy dal fuoco di uno dei Chitauri, e anche Billy si fermò, venendo colpito da dietro vicino alla scapola, cadendo in avanti senza poter fermare la caduta ed il contraccolpo, lanciando un urlo di dolore e frustrazione.
Nadjne aveva sentito, lui aveva sentito.
E a pochi metri da loro era atterrato lo Scettro, luminoso di luce rossa assassina come se posseduto di vita propria.
Nadjne si riscosse e atterrò i mostri che avanzavano, con l’aiuto della Romanoff, mentre il Capitano tentava di tirare su Billy, che ringhiava di dolore, ma non emise un fiato.
“Accidenti… è una brutta botta! Riesci a sollevare il braccio?”
“S…sì. Fa…fa male ma…sì.”
“Non dovrebbe aver colpito nessuno dei fasci di nervi compromettenti. Dovrai stringere i denti, figliolo.”
“Mi creda, Cap… li sto stringendo più di quel che crede!”,e, svicolandosi dalla presa del supersoldato, raccolse lo Scettro, lasciando le pistole.
“Nadjne…”
“E’ viva. E’ solo stordita.”
“E’ stato…?”
“No. Ha sbattuto la testa per la spinta della barriera del Tesseract.”
Puntò lo Scettro, con il solo braccio destro, contro i Chitauri che avanzavano.
“Andate indietro a difendere il perimetro. A questi ci penso io.”, e i suoi occhi si fecero viola, mentre lo scettro aumentava la luce.
“Farò piazza pulita il più possibile per agevolarvi il lavoro, e poi troverò il modo per saltare sulla Stark Tower. A costo di chiedere un passaggio a quella ferraglia sbruffona!”, ringhiò.
Nadjne spinse indietro il Capitano e la Romanoff, mentre la luce dell’Anima  saliva fino a coprire il secondo piano dei palazzi della strada.
Billy non era decisamente in sé, e avrebbe giurato che stavolta non gli sarebbe passata così facilmente.
*
Era ancora ad Asgard.
Era su Midsgard, e stavano distruggendo il suo mondo.
Non aveva fermato niente.
Se avesse potuto fare qualcosa, l’avrebbe dovuto fare prima, non ora.
Era troppo tardi.
E non aveva imparato ancora niente.
I sacrifici sarebbero stati invani e tardivi, anche se avesse voluto.
Ed aveva cercato quello che voleva con così tanta forza che aveva perso di vista il suo obiettivo.
Non aveva ancora imparato niente.
*
Asgard, cento anni prima
*
La biblioteca era fresca, e arrivavano ovattate le urla dei guerrieri, fuori.
Ogni tanto anche Selene, per dovere di allenamento, si univa a loro, ma lottava sempre solo con Nadjne o al massimo con Sif.
Thor non aveva mai voluto combattere con lei, e sebbene non avesse insistito, Selene si era sentita umiliata.
Aveva paura di farle male, e probabilmente era vero che sarebbe uscita sconfitta in poco tempo, ma il rifiuto era una cosa che lei, dannata orgogliosa, non contemplava.
Nadjne era l’unica a colpirla con ferocia come su Veimgard, ma era un allenamento quasi inutile; le sue mosse erano prevedibili, fin da quando erano bambine combattevano assieme, e gli schemi provati all’infinito, che all’inizio avevano lasciato la piccola principessa dolorante, funzionavano ed avrebbero funzionato per sempre come un meccanismo ben oliato.
Anni prima avevano raggiunto un punto di fissione, nella quale si muovevano come fossero solo una persona, e sua madre l’aveva incoronata ufficialmente erede e aveva proclamato Nadjne la Guerriera di Veimgard.
Avevano sì e no 13 anni.
Ora ne avevano 18 circa, Nadjne uno di più, e sebbene si fossero differenziate, specie col loro esilio, formavano ancora una persona.
Con una piccola differenza.
Ormai la Guerriera la lasciava in pace in biblioteca, constatato nei suoi frequenti giri, che Loki non era un pericolo, anzi era apparentemente scocciato dall’avere la Principessa trai suoi amati libri.
Grosso errore.
Mentre Selene stava per versarsi un sorso d’acqua, Loki parlò, senza alzare gli occhi dal suo libro.
“Sei pronta per la festa?”
“Cosa?”
“La festa. La festa qua a Palazzo.”,e senza alzare gli occhi, Loki storse la bocca.
Lui odiava quelle occasioni mondane, nelle quali si evidenziava, come disegnata da un pennello nero, l’ombra che Thor gettava sul fratello.
Odiava i sorrisi di circostanza, le alleanza tra famiglie, i delegati stranieri, le dame di Asgard che attorniavano Thor come dovesse morire da un momento all’altro, vestite in modo da fare colpo.
La furbizia di alcuni padri di famiglia che presentavano persino ragazze non ancora in età di marito, incapaci di proferire parole, a Thor ma anche a lui.
E che puntualmente si ritrovava con qualcuna di esse ad annoiarla, non potendo parlare di magia con nessun’altro.
“Una festa.  Mi sembra troppo presto per la Festa delle Messi.”, riflettè a voce alta Selene, tornando alla sua postazione. Ormai, grazie al suo acculturamento, sapeva tutti degli usi e costumi di Asgard.
“Padre ha deciso una festa per voi. Immagino sia il segno che resterete qua a lungo.”, grugnì Loki, in apparenza infastidito e acido.
“Non poteva convocarci e dircelo?”
“Tu sei una Reale. Non può esibire la sua saggezza se non in modo fastoso.”, rispose Loki, stavolta veramente inacidito, dagli stupidi obblighi di Palazzo.
Sapeva che anche Odino non avrebbe fatto niente del genere, se non vi fosse stato costretto, sia dall’esigenza di informare le militanze nobiliari che dall’etichetta e specialmente da sua madre Frigg, che rispettava l’etichetta severamente, motivo per cui Loki non era mai riuscito a sfuggire a nessuna di quelle feste.
“Mezzo regno si chiede chi siete, il verdetto sulla vostra permanenza è ad un paio di settimane… Non ti sembra logico che Padre voglia dissipare dei dubbi? Vi sono anche illazioni sulla guerra di secoli fa che Asgard ebbe con Veimgard, e dubbi sull’effettiva fine del vostro mondo…”, sibilò Loki, con voce soave.
Selene lo guardò freddamente, senza parlare, lasciando che gli occhi violacei lasciassero intendere la risposta.
“NON sto chiedendo di essere sbattuto contro un muro, o potente Principessa…”,la prese in giro Loki, ma con un fondo di serietà.” E poi dovrete prepararvi. Avrete un sacco di domande a cui rispondere. Sarete monitorate per tutta la sera. Nessuno dei vostri gesti sfuggirà agli occhi attenti. Per non parlare delle proposte di matrimonio.”, finì, con una mezza risata nella voce.
“Che diavolo dici?”
“Fffff, Selene, a volte mi chiedo se sei davvero un essere capace di intendere.  Il vostro pianeta è distrutto ma tu sei una Reale. Il tuo potere è ancora con te. Non sai quanti VENDEREBBERO il proprio figlio o la propria famiglia e felicità, per incrociare il loro sangue col tuo.”
“Allora non sanno che non possono farlo.”
“No. Pensa che vi sono illazioni persino su un eventuale matrimonio tra la casa reale di Asgard e quella di Veimgard, o quello che ne resta.”,sorrise Loki.
“Mi sembra una cretinata.”,borbottò la principessa, tornando al suo libro. “In quanto all’essere osservata, ho osservato le vostre usanze, e devo dire che sono meno raffinate di Veimgard; ed io sono una principessa, non è la prima festa a cui partecipo, sebbene questa mi sembri la più stupida. Ma se è il volere di tuo padre…”
“Il volere di Padre è l’unico da non rispettare.”,e Loki si alzò, portando con sé il volume.
“Dove vai?”
“Vado ad aiutare Madre nei preparativi. Sono il suo bambolotto per una settimana. Vedi di non suicidarti in mia assenza.”
“Per gli Dèi, ecco qualcosa di buono di questa festa!”, rise Selene, e Loki sbattè il pesante portone, con l’aria offesa, ma con un sorriso a falcetto, a porte chiuse.
*
Una settimana dopo, poco prima della festa, una divertita Nadjne, in abito rosso sanguigno ingentilito da pizzi e organza rosa antico e sabbia, svasato alla fine,senza maniche ma fastidiosamente lungo per i suoi gusti, osservava una stizzita Selene alle prese con le ancelle di palazzo.
“Ahiiiii, accidenti!! Vuoi strapparmi i capelli?!”
“Mi scusi, Principessa…”, sussurrò la giovane ancella, che aveva appena finito di truccarla (poco, su minaccia della Principessa di non farla sembrare un’attrazione o una giullare) e profumarla.
Era ora intimorita dalla bellissima cascata di argento, lunga quasi fino alle gambe, della giovane Principessa, che aveva lavato poco prima, e aveva tirato con troppa forza i capelli.
“Lasciala stare, Selene… la poverina è agitata, l’hai minacciata di tutto durante questa interminabile toeletta!”
“Non volevo uscirne come te!”,ironizzò la Principessa, osservando il trucco pesante della Guerriera, incapace di distinguere un pigmento dall’altro e perciò di rifiutare alcunchè, ma che stranamente si smorzava sul suo viso dai lineamenti duri, esaltandone invece la grazia di solito nascosta nella pelle bronzea.
“Dai, faccio io o non arriveremo mai puntuali…”, sospirò Nadjne,  osservando il viso quasi a nudo ed esile della Principessa, per la prima volta, dal suo arrivo, incorniciato dalle morbide onde dei suoi capelli, sempre trattenuti.
Prese a spazzolarle i capelli, come da ragazze su Veimgard, ed in due minuti aveva finito la sua toeletta.
“Là! Solo io conosco la massa di serpi che possono diventare i tuoi capelli, se lasciati incolti!”
“Divertente…”, mugugnò Selene, avvicinandosi ad un oggetto.
Uno dei pochi che aveva portato dal loro mondo morto.
La sua tiara di Principessa… Assieme alla corona di sua madre, che non avrebbe mai indossato.
Sostò davanti allo specchio, nel sontuoso abito bianco ornato di balze e organza lilla, con bustino a cuore e strascico imponente, che Frigg le aveva fatto recapitare, con i pochi gioielli che aveva deciso di indossare.
“E’ un atto di presunzione mettere una corona di Principessa in un altro mondo, specialmente se ospite?”
“E’ un atto di irrispetto per la nostra gente e verso le nostre madri, che sono cadute per dare a noi altra vita.”, la riprese gelidamente la Guerriera. E presale dalle mani la tiara a tre punte, sormontata da pietre viola, la pose essa stessa sulla testa della Principessa, senza accorgersene delle lacrime che brillavano nei suoi occhi.
Selene teneva la testa bassa, come alla sua incoronazione,  per non mostrare come le sue parole l’avevano ferita, ma si riprese in fretta.
“Va bene?”
La Guerriera sostò un attimo ad osservarla, poi le stampo’ un bacio sulla guancia, commossa anch’essa anche se da altro.
“Sei bellissima. Come su Veimgard.”
Raccolse le vesti e si avviò fuori dalla stanza, sapendo come la Principessa volesse restare sola, prima di una festa o di una cerimonia.
Quando chiuse la porta vi si appoggiò con tutto il peso e sospirò, con un brutto presentimento.
I mesi passati su Asgard, l’esilio, la fuga, la Guerra, e il peso della loro popolazione sulle sue fragili spalle, avevano fortificato la Principessa, che non sembrava più la ragazza che conosceva.
Anche nell’aspetto.
Selene era sbocciata su Asgard.
E questo avrebbe potuto significare brutte cose.
*
Il loro ingresso non fu certo accompagnato da discrezione; in questo Selene aveva avuto ragione.
Gli Asgardiani erano certo più passionali e meno formali della rigidità Veimgardiana che aveva conosciuto, e in poche ore, tra il pranzo, in cui aveva cortesemente parlato il necessario e non più con Odino e Frigg, e qualche anziano di Asgard, era stata soprannominata la Principessa di Ghiaccio ed erano corse in fretta voci sul suo spropositato orgoglio.
Nadjne invece, in barba ai suoi brutti presentimenti, si stava divertendo a lasciarsi andare con i suoi nuovi amici, scommettendo e perdendo ripetutamente con Thor quando Volstagg sarebbe stato pieno di birra, condividendo con Sif l’imbarazzo di dover portare vesti femminili e persino lunghe!
Quando si fece notte, il Padre degli Dei trasferì la festa in giardino, dove dei musicanti, grazie alle abbondanti libagioni, crearono un’atmosfera più che allegra, e dove Nadjne potè ballare, con disperazione di Frigg nell’osservare le sue vesti andare speditamente alla malora, tra un inciampo e l’altro di Thor, Fandrall e persino di Volstagg e Hogun, per non parlare di un ballo con Sif, dove le due, inebriate dalla birra abbondante, ridevano come due matte.
I due reali erano comunque complessivamente soddisfatti, a parte le voci su Selene, che sarebbero stati sicuri, sarebbero state presto tacitate, magari con un matrimonio nobiliare con un asgardiano.
La Principessa aveva tutte le ragioni dei Nove mondi per essere educatamente scocciata dall’invadenza dei giovani asgardiani, Fandrall compreso, che pendeva tra le due dame veimgardiane non sapendo dove fissare la bussola, a suo modo di vedere grezzi e troppo diretti.
Loki non si sbagliava: aveva ricevuto più complimenti e proposte di matrimonio che in una vita.
E lei di certo non era dell’umore adatto né per la convenienza né per sposarsi; quell’atmosfera le metteva malinconia, e la mascherava con una freddezza inopportuna.
Se il suo fisico dimostrava la sua età da marito, la sua anima aveva ancora bisogno di crescere, provata com’era dagli ultimi avvenimenti.
Ciònonostante, le luci, la musica, la gente sempre più allegra, i reali sul trono, le ricordavano le feste su Veimgard, e sebbene non fossero proprio un’allegria per lei, costretta a troppi obblighi, era sempre una parte del suo mondo scomparso per sempre.
Quando non ne potè più, al culmine e quasi alla fine della festa, letteralmente assediata da giovani pretendenti nobili e guerrieri, dalle loro imprese e dai loro lignaggi, chiese al Padre degli Dei il permesso di ritirarsi brevemente, adducendo ad un mal di capo a causa dell’idromele.
Odino, scambiatosi uno sguardo eloquente con Frigg, la lasciò andare, ma la Principessa non rientrò in camera.
Si mise su un balcone, attorniata da fiori, abbastanza per nasconderla, adiacente alla sala del trono, ad osservare Nadjne divertirsi.
Nadjne si sarebbe trovata bene su Asgard.
Avrebbe dovuto modificare i suoi comportamenti per il bene di entrambe.
“Sì, dovresti imparare.”, disse una voce, dalla sala interna, seguita da un’ombra.
Loki.
“Mi hai letto ancora nel pensiero, serpe?”
“Selene…Principessa…”,e Loki accennò ad un inchino beffardo.
“Non è necessario leggerli. Si è capito dalla festa che dovresti imparare qualcosa in più. Ma qualcosa in te è duro come la pietra e non vuole né riesce a farlo.Ti ho osservata tutta la sera.”, aggiunse Loki, con tono sornione.
“Io non ti ho visto.”
“E’ facile non essere visti, quando si è nell’ombra… E ormai l’ombra non è il mio stile di vita. Ora sono io che la cerco, e mi ci ammanto. E’ utile a volte.”, sussurrò Loki, osservando con astio Thor che ballava con Nadjne.
“La tua Guerriera sembra divertirsi. Un matrimonio forse ci sarà.”, disse, leggermente.
“Anche se scommetto che Padre e specialmente Madre avrebbero preferito fosse con te. Prevedibili.”
“Nadjne si sta divertendo. E’ nella sua natura.”
“E non nella tua.”
“Non stasera.”
“Perché mai? Le migliori famiglia di Asgard ti hanno offerto le loro primizie, Odino stesso spera in una tua unione reale. Questa festa è per te e tu l’hai abbandonata.”, la accusò Loki, sventagliando un braccio a indicare il giardino.
“Senti chi parla!”
“Ho fatto quello che si aspettava da me.”,sibilò Loki, in risposta. “Diventare ombra. Non dare fastidio. A te questo non è chiesto. Tu DEVI splendere, per loro!”
Selene sospirò e si voltò di nuovo verso la festa.
“Non posso splendere a comando. Questa festa… mi ricorda casa.”
“E tu l’hai abbandonata. Non potevi ballare con qualcuno dei baldi guerrieri valorosi a tua disposizione?”
“Ne parli come se fossero prostitute.”
“Lo sono.”,e gli occhi di Loki scintillarono come gemme, nel chiarore delle lampade della festa, con un luccichio pericoloso.
“Balla con me, se ti fa piacere. Almeno non avrai buttato il tuo prezioso tempo.”
“Tu?!”
“Non sai ballare?!”, la stuzzicò Loki, divertito. “Ah, giusto, su Veimgard questa cosa è proibita alle Reali, se non solo il ballo di matrimonio.”
“Io…”,iniziò Selene, e poi decise di confessarlo. “Sì, solo il ballo di Matrimonio è concesso, ma io ho sempre ballato, in segreto da Madre. Sia io che Nadjne. Approfittavamo di momenti dedicati alla lotta.”,e sorrise, ricordando i primi tomboloni e le corse a coprirsi di fango per mostrare alle loro madri il loro impegno.
“Beh… io non voglio sposarti. Altrimenti avrei fatto la coda come Fandrall. Ma trovo un orribile spreco questa musica non ballata. Midgardiana, oltretutto.”
“Schubert. Solo i midgardiani sanno creare armonie così sublimi, pur essendo un popolo così semplice.”,sorrise Selene, finalmente rilassandosi e non trovandosi su un territorio scivoloso.
Loki non sembrava ostile; sembrava realmente stanco, e la sua confessione di prima ne era una prova. Mai le aveva parlato così, peraltro di una sua debolezza.
“La musica midgardiana era in tuo onore, prima che scivolassi via. Ti ho vista leggere molto di essa.”
Selene sembrò colpita dall’attenzione che aveva posto Loki nel preparare il tutto, e fu quello che la convinse.
“Va bene. E’ un delitto non ballare questa magnificenza.”
Loki si inchinò formalmente, come almeno trecento guerrieri prima di lui, scintillante nella sua veste nera con ricami verdi.
“Principessa Selene… Accetta di ballare assieme a me?”
“Principe Loki…”,e Selene accennò un inchino con la gonna.
“Molto volentieri.”
E ridendo, presero a ballare.
Ballarono quella e altre sinfonie, e girarono in tondo a lungo, e lentamente.
Girarono a lungo, e lentamente, i passi perfetti senza sforzo; Loki era un eccellente ballerino e sapeva condurre magnificamente.
Girarono a lungo e lentamente, e parlarono anche, di magia e di differenze tra i loro mondi, sul regnare e sulle loro idee personali diverse dai reali che li avevano preceduti.
Girarono a lungo e lentamente, e finalmente si fermarono.
Quando si fermarono, inchinandosi di nuovo uno di fronte all’altra, furono insospettiti dal silenzio, e si affacciarono sul balcone.
Il popolo di Asgard, compresi Odino e Frigga, li applaudirono, e Selene scomparve subito nella sala, avvampando.
Girarono a lungo e lentamente, ma Nadjne, Thor, Sif ed i guerrieri non applaudirono.
*
Raggiunta la principessa, Loki rimase in silenzio, finchè questa sollevò la testa e se ne andò, ancora con del rossore sulle guance.
“Vado in camera mia. Ringrazia i tuoi genitori per la splendida festa.”
“Grazie a te del ballo.”
“Vorrei non ci fosse mai stato.”
“Ti vergogni di essere stata vista con me?”, sussurrò Loki, con qualcosa più che la rabbia a morderlo. Delusione.
“No. Mi vergogno di essermi lasciata andare. Non dovevo comportarmi così.”,e Selene si lasciò sfuggire una lacrima, avviandosi, ma venendo fermata da Loki.
“Selene… Il tuo mondo non c’è più. Tu sei LIBERA.”,e la sua stretta sulle spalle diventò quasi feroce.
“Puoi fare ciò che vuoi.”
Selene sorrise, amaramente.
“Non è vero. Ma ci sono cose che non sai.”,e si girò, avviandosi.
“Ti accompagno.”
“No.”
“Abbiamo ballato!,non ho provato a baciarti né ad offrire la mia mano, posso almeno accompagnarti?! E’ un delitto non approfittare della compagnia rara di una voce amica.”
Selene non disse niente, e Loki reindirizzò il suo discorso su altre cose.
Come sulla magia.
Non sapendo di firmare la sua condanna, fino a poche ore prima inaspettata, Selene chiese a Loki se poteva procurargli un particolare libro sulla magia asgardiana.
Sulla porta della camera, Loki assentì.
“Lo avrai in brevissimo tempo.”,e sorrise.
Poi fece una cosa che tormentò a lungo i pensieri della povera Selene.
La fissò, con i suoi occhi verde giada, non mancando di far notare che aveva osservato a lungo la sua avvenenza e la sua intelligenza, e si chinò a prenderle la mano per stamparle sopra un bacio.
“Grazie della serata. Buonanotte Principessa.”
“Buonanotte, Principe Loki.”, sussurrò Selene, incapace di dire altro.
Senza dire altro, Loki si voltò e se ne andò.
*
Starktower, Manatthan,2012
*
Riprendendosi molto lentamente, Selene si disse più volte, i pensieri sconnessi, che QUELLO sarebbe stato il tempo.
L’avrebbe fermato.
A costo della sua felicità.
Avrebbe fermato la sua furia.
Si sarebbe adattata.
Ma non aveva ancora imparato niente.
“No. Non hai imparato ancora niente.”, si fece sentire una voce, e dei passi sulla ghiaia.
Selene svenne di nuovo.
Avrebbe preferito svenire per sempre.
 
Ok, il capitolo è lungo, ho avuto modo di svilupparlo su un portatile del cavolo senza connessione e spero mi perdoniate.
Uhm so che è una sega meravigliosa, che è ridondante e salta di palo in frasca, ma vi chiedo qualche recensioncina. Anche negative, ne ho già ricevute, non preoccupatevi!
Sono molto preoccupata per la continuità
Ps: in questo capitolo vi sono due citazioni: una salta subito all’occhio, ma una è riservata a lettori accaniti de ‘La torre nera’ di Stephen King.
E ormai praticamente l’ho svelata.
Vado rifugiarmi nella botola antinucleare
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Princess_Klebitz