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Autore: neonriver    16/08/2012    1 recensioni
Lena Mackenzie è una ragazza-madre forte e tenace, nonostante alcuni incidenti di percorso è riuscita a realizzare gran parte dei suoi sogni, come diventare una musicista. Sogna ancora il vero amore.
Harry Styles è un ragazzo annoiato, stufo della sua vita che ormai sembra somigliargli troppo ad una perfetta campana di vetro. Per lui il vero amore è un'assurda teoria messa in piedi film romantici da quattro soldi.
E se questi due personaggi così diversi incrociassero i loro destini? Che cosa potrebbe accadere?
(dal capitolo uno)
"In questa famiglia di strani mi sento l'unica normale, capace di gestire una situazione con il massimo della serietà e...
“Mamma giochiamo con le macchine?” chiede Joshua, aggrappandosi ad un lembo dei miei pantaloni e tirando per attirare l'attenzione.
“Sì gioia, certo. Quella rossa è mia stavolta!”
“Non è giusto! E' quella più veloce e la prendi sempre tu!”
“Chi l'ha pagata?”
“Tu...” risponde con aria afflitta, quella che si assume sempre quando si sa che è il proprio interlocutore ad averla vinta.
“Ecco, vai allora. Mamma arriva subito.”
Dicevamo... Ah sì! Sono una persona seria prima di tutto. [...]"
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scrivo questa storia pensando a te, dovunque tu sia,
qualsiasi cosa tu stia pensando di me,
lascia che il mio pensiero ti sussurri in un orecchio
ciò che non ho mai osato dire.
 




Perchè l'amore, mentre la vita ci incalza
è semplicemente un'onda altra tra le onde.

Pablo Neruda

 

Capitolo uno - Free as the wind and graceful as a butterfly

 

 

Dylan è sdraiato sul pavimento. Ansima, cercando un filo d'aria che le possa dare un minimo di
sollievo. Qualche volta alza la testa, si guarda attorno cercando di memorizzare la sua nuova abitazione, per poi riprendere la sua quotidiana apatia.

Dylan è un cane strano. Il suo ex padrone mi ha detto che è solo questione di abitudine e che presto inizierà a correre come un normale Springer Spaniel, ma faccio davvero fatica a credergli. Persino io mi sento più attiva di lui, cosa che può risultare assurda a chi mi conosce bene. Joshua però ne è innamorato, lo considera il cane più bello del mondo, ne devo dedurre che anche mio figlio è strano?
In questa famiglia di strani mi sento l'unica normale, capace di gestire una situazione con il massimo della serietà e...
Mamma giochiamo con le macchine?” chiede Joshua, aggrappandosi ad un lembo dei miei pantaloni e tirando per attirare l'attenzione.
Sì gioia, certo. Quella rossa è mia stavolta!”
Non è giusto! E' quella più veloce e la prendi sempre tu!”
Chi l'ha pagata?”
Tu...” risponde con aria afflitta, quella che si assume sempre quando si sa che è il proprio interlocutore ad averla vinta.
Ecco, vai allora. Mamma arriva subito.”
Dicevamo... Ah sì! Sono una persona seria prima di tutto. Mio padre diceva sempre che più ci si dimostra seri, più la gente tende a crederti. Per questo quando gli annunciai di essere incinta cinque anni fa, non ebbe neanche un'ombra di dubbio sul fatto che gli raccontassi stupidaggini.
E' sempre stato un tipo apposto mio padre. Di quelli che si spaccano la schiena per la propria famiglia senza mai discutere e che mettono sempre al primo posto il benessere dei figli rispetto al proprio, l'ho sempre rispettato tanto per questo. Avrei voluto che il padre di Joshua assomigliasse un po' a lui, ma a quanto pare i suoi modelli di riferimento erano ben altri. Le zecche per essere più specifici.
Mio padre lo soprannominò gentilmente “Pisolino” per la sua nullafacenza cronica. Ebbi Joshua a diciassette anni, lui mi promise che avrebbe trovato presto un lavoro ma non lo fece mai. Viveva a scrocco all'interno della mia famiglia visto che sua madre si era decisa a buttarlo fuori di casa, mio padre era così obbligato a lavorare per dieci nella fabbrica di scarpe. Ogni giorno, appena tornava a casa, non aveva neanche la forza di parlare talmente era stanco. L'unico sforzo che compiva Pisolino ogni volta era quello di chiedere che cosa avremmo mangiato quella sera per cena.
Joshua non è mai stato un bambino tranquillo, piangeva sempre e, tra una poppata e l'altra e qualche attacco di colica, io continuavo i miei studi al Conservatorio.
Il diploma adesso è affisso qui, di fronte a me, nel nuovo appartamento preso in affitto da poco. Ormai lo vedo come il grande simbolo degli sforzi miei e di mio padre.
E Pisolino, vi chiederete? Puff!
Si è praticamente volatilizzato, troppa responsabilità diceva. La gente mormora che è fuggito per andare a vivere con una cartomante brasiliana che gli ha predetto una vita felice in sua compagnia. Sapete qual è la cosa che mi fa più ridere? Pisolino ha sempre odiato giocare a carte.


Papà è morto qualche mese fa, ictus dicono. Vedete quanto è assurda la vita? Ti fidi di qualcuno o di qualcosa e alla fine è proprio quella a fregarti. Papà diceva sempre di avere una salute di ferro, lo sbandierava ai quattro venti e alla fine manca un po' di sangue al cervello e vedi che succede. Allo stesso modo io mi fidavo di Pisolino, lo amavo davvero tanto e alla fine...
Non sono triste, no davvero. Nonostante papà sbandierasse in giro la sua salute di ferro, non vedeva l'ora di rivederla. La mia mamma, quella donna bellissima che ho sempre visto soltanto attraverso una cornice. Papà diceva sempre che ero la sua copia perfetta, carnagione chiara, anzi chiarissima e capelli neri come la pece. Ad aggiungere un tocco lugubre, i miei occhi sono di un castano molto scuro. Avete presente il cioccolato fondente? Ecco, provate a “fonderlo” un po' di più e avrete il colore dei miei occhi.
Qualche volta sentivo la sua mancanza per le cose essenziali, ma papà si è sempre sforzato per non farmi mai sentire sola. Sono stata fortunata in fondo, no?

 

Mi chiamo Lena Mackenzie, ho ventidue anni e vivo nella bellissima città di Edimburgo, dove sono nata e cresciuta. Ho una discreta carriera come musicista e credo di avere avuto quanto di più bello possa esserci dalla vita, stasera terrò un concerto davanti la Cattedrale di Sant'Egidio, secondo Mike (il mio agente non che mio migliore amico) ciò potrebbe procurarmi moltissimi ingaggi e, forse, la possibilità di essere notata finalmente da qualcuno di importante nell'industria discografica.
Qualche volta mi piace accompagnare con il canto la mia musica, non mi ritengo bravissima ma credo di cavarmela. Mike dice che bisogna essere in grado di fare tutto.
Joshua è un mio grandissimo ammiratore ma è anche molto geloso di chiunque si azzardi a farmi dei complimenti, è come una guardia del corpo in miniatura.
Ha preso molto dal nonno, stessi occhi azzurri e stesso sguardo curioso, sia ringraziato il cielo. Avesse preso da Pisolino mi sarebbe venuta una crisi isterica ogni volta l'avessi guardato.
Scompiglio i suoi capelli castani e, mentre giochiamo con le sue macchinine fiammanti, lo osservo con la coda dell'occhio. Chissà che uomo sarà d'adulto, spero di esserci sempre per lui e per sempre.
Passano ore, neanche me ne accorgo. Uno squillo di Mike sul mio cellulare mi spinge a guardare l'orario: le sette e mezza di sera. Il concerto inizia tra un'ora!
Persino Dylan sembra in ansia per me. Si è alzato e non fa altro che gironzolare per casa ad ogni mio passo agitato.
Accidenti a me! Perchè non ho il potere di fermare il tempo?

 

Lena sei meravigliosa!” esclama Mike, facendomi girare su me stessa ancora una volta. Sia ringraziato il cielo, sono arrivata puntuale.
Lo dici soltanto perchè sei il mio migliore amico, ma grazie comunque.” rispondo, mentre prendo uno specchietto dalla borsetta per controllare che le giravolte non abbiano combinato qualche danno. Fortunatamente nulla è andato storto. I miei capelli lunghi sono sempre raccolti nel solito e noioso chignon da palcoscenico e il lungo abito blu elettrico, con un'ampia scollatura all'altezza delle spalle, oscilla leggermente al freddo vento di Edimburgo. E' una pazzia suonare conciata così e con un tempo simile, ma chi se ne frega? Per la musica questo e altro.
Ricordo ancora il mio primo pianoforte regalatomi da papà quando avevo soltanto sei anni, amava chiamarmi “bambina prodigio”. Quanta strada ho fatto da allora.
Mike ride, per poi prendere il mio viso tra le sue mani da gigante e darmi un bacio leggero sulla guancia. “Buona fortuna Lena, io e Joshua saremo in prima fila.”
Osservo ancora una volta il mio bambino, ha gli occhi che brillano di felicità. Prima di uscire sapete che cosa mi ha detto questo scricciolo? “Sei bellissima mamma” ormai ha tutto un altro suono per me.
In bocca al lupo!” esclama Joshua, schioccandomi un bacio sulla guancia anche lui.
Mi prometti che urlerai più forte di tutti?”
Mi fa cenno di sì con la testa.
E quando il presentatore annuncia il mio nome, il mio cuore batte forte ma non ho paura.


Siederò sicura su quello sgabello e suonerò, libera come il vento e leggiadra come una farfalla, e dirò a me stessa: “Questo è ciò che tu hai voluto, devi godertelo ogni singolo istante.”



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Buonasera o buongiorno, scegliete voi lol.
Prima storia che pubblico su EFP, spero possa piacervi. 
Un bacione e grazie a chiunque leggerà/commenterà :)

P.S. Harry apparirà già nel secondo capitolo, quindi se non volete perdervi la sua comparsa restate sintonizzate ;)

 

neonriver

  
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