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Autore: None of me    16/08/2012    5 recensioni
Scritta per il contest indetto da Il_Genio_del_Male e Florelle "Lo slash è un diritto", a tematica Coming Out e Omofobia, sul prompt "Schiavo per sempre dei propri silenzi".
Non è nulla di complicato. Si parla solo di Alice e della sua prigionia nel buio. Spero vi piaccia!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La corda
Rating: Verde
Tematiche: Omofobia e Coming Out
Prompt: Schiavo per sempre dei propri silenzi.
Scritta per il contest indetto da Il_Genio_del_Male e da Florelle "lo Slash è un diritto" su 30 prompt e le tematiche riportate sopra. Detto ciò, spero vi piaccia, perchè anche se sono poche parole ci ho messo veramente l'anima :)



Quando Alice rientra a casa, trova suo padre sul divano. La saluta distrattamente, gli occhi rossi e una espressione terribilmente infelice sul volto. Lo sguardo di Alice passa dalla figura del suo papà al salotto, troppo piccolo per contenere tutta quella disperazione. Gli occhi cadono – non può farci niente – sulle bottiglie vuote sul tavolo e storce le labbra. Poi le afferra, controlla che siano del tutto finite e le deposita in ingresso, accanto alle altre. Domani le butterà nel secchio di fronte alla palazzina. Per ora dà un bacio veloce a suo padre – l'odore – e va a dormire.

Suo papà non risponde al bacio ed ignora la puzza di tabacco che ricopre Alice. Quando la ragazza lascia la stanza, spegne la luce e apre un'altra bottiglia.

 

 

- Cosa fai quando trovi tua madre che piange in casa?

- La lascio lì, al buio.

- E poi?

- Chiudo la porta.

 

 

Francesca la sbatte al muro con forza, in quell'angolo buio della stanza. La bacia con violenza mentre tenta di liberarla della maglietta. Alice annega e si lascia toccare ovunque, finché le mani della ragazza non si interrompono. Accarezzano piano il suo addome, ricoperto di tagli.

- Questi sono nuovi...

E Alice la odia, perché ne parla, perché non fa finta di niente. Non risponde neanche. Vuole solo andare oltre, sfuggire quella patetica e difficile conversazione.

Ma Francesca è la voce che squarcia i suoi silenzi; ed è quella che più sussurra nel suo buio.

- E i tuoi?

- Non dicono nulla.

- Nemmeno tua sorella.

Alice tace di nuovo. E Francesca la salva ancora, ricominciando a spogliarla, a scoparla, a baciarla. Le permette di gemere piano, in quell'angolo oscuro, di non confessarle il suo amore.

La lascia libera nelle sue manette, la lascia respirare quell'aria viziata di cui ha bisogno.

Alice soffia sulle sue labbra.

- Non sono lesbica.

- No, non lo sei.

L'urlo di Francesca è un mormorio che scalfisce i tenui sospiri di Alice – i suoi singhiozzi. Ricordano quelli degli impiccati, e accompagnano il lento stringersi della corda attorno al collo – sempre più flebili e disperati, finché non si ha più ossigeno per esalarli.

 

La nonna lo diceva sempre: Se non si vogliono problemi, muti bisogna stare.

 

E la notte, le lacrime di rabbia pesano su Alice come macigni.

Impedendole di librarsi in volo.

  
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