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Autore: What is her name    16/08/2012    0 recensioni
Questa storia parla dei Malandrini, ma soprattutto di Remus, che è il mio preferito. Ho cercato di prendere la storia, soprattutto sotto il suo punto di vista. La storia inizierà con due prologhi, per poi continuare durante il loro sesto anno, quando James, Sirius e Peter riescono a diventare Animagus...
Non basta che leggere per capire come andrà a finire la storia
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Remus John Lupin, un bambino di appena undici anni, stava correndo lungo il limitare del bosco. Lui e il padre Alan ogni fine settimana si addentravano in foreste selvagge alla ricerca di nuove creature. Suo padre era un amante di creature viventi, un amante della terra. Non come la famiglia Lovegood, ma in un modo più oggettivo. Le loro creature preferite? Gli unicorni. Erano così rari quanto la loro bellezza, ma dopo mesi di ricerca, il signor Lupin era riuscito a trovare una foresta dove gli unicorni si nascondevano lontani dagli sguardi ostili. Era una foresta buia, con grandi alberi che la ricoprivano ed un buio cupo che la oscurava.
Remus correva e correva. Non trovava più suo padre. Le lacrime rigavano il suo volto mentre urlava il nome di suo padre. Erano passate ore oramai. Non si rendeva conto, non riconosceva il pericolo che lo incombeva. Aveva solo bisogno del padre. E correva. Correva, mentre le sue scarpe si consumavano sull’umido terriccio della foresta. Non riusciva a capire se il sole era calato o erano semplicemente gli alberi a procurare quel buio ancora più cupo. E correva. Correva e correva ancora. Smise di correre solo quando inciampò su un ramo spezzato. Pianse, mentre i suoi jeans si strapparono rivelando sangue dalle ginocchia. Si alzò lentamente, e si appoggiò ad un ramo ansimando. Odiava quella foresta. La odiava troppo. Non erano neanche riusciti a trovare gli unicorni. Avevano sbagliato la zona. Erano entrati fin troppo all’interno.
Poi un ringhio, molto simile a quello di un cane, lo fece sussultare. Si alzò velocemente, e si guardò intorno. “Chi c’è?” chiese spaventato. Scrutò fra la penombra, che oramai era molto visibile ai suoi occhi. Un moto di paura si accentuò quando si accorse che degli occhi rossi lo fissavano con fare famelico. Pensò subito a Lord Voldemort, e alle voci che aveva sentito su di esso, ma quando quegli occhi si avvicinarono sempre di più, si accorse che si sbagliava di grosso. Un grosso lupo, dal pelo nero ringhiava pronto all’attacco. Ai lati del muso cadeva una grossa bava mentre strisciava una zampa pronto all’attacco.
Remus corse, senza ascoltare le ginocchia che imploravano pietà. Era questione di vita o di morte. Dove era andato il padre? Dove era andato? L’aveva ucciso quel gran lupo?
Non fu una grande corsa, il lupo lo raggiunse subito e con una zampata lo buttò a pancia sotto sul terreno umido. La spalla sinistra gli bruciò tremendamente, mentre una puzza di sangue arrivava al suo naso. Non riusciva a muovere un muscolo. Sapeva che sarebbe morto entro pochi secondi. Non aveva scelta. La sua vita sarebbe finita lì e chissà se qualcuno avrebbe trovato il suo corpo. Chissà se sua madre sarebbe riuscita a trovare i suoi resti. Sentì un bruciore assordante, mentre il lupo gli strappava un pezzo di pelle. Urlò di dolore, senza riuscire a fermarsi. Sarebbe morto, se lo sentiva. Era un dolore troppo atroce per poter sopravvivere.
Poi, all’improvviso, un getto di luce blu colpì la creatura sopra di esso e qualcuno lo prese dolcemente. L’ultima cosa che sentì udire fu la voce di suo padre, che con fare rassicurante disse: “Non preoccuparti Remus, presto starai bene” 





Spero che questo prologo sia piaciuto. Sono giorni che lavoravo su questo prologo e adesso mi sono convinta a postarlo. Spero che non ho avuto un idea cattiva nel convincermi a postarlo. Fatemi sapere cosa ne pensate.
  
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