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Autore: IlTrone    17/08/2012    3 recensioni
Ho ripreso in mano questo testo dopo parecchio tempo. Circa quattro anni! E' la mia prima storia e la trama è alquanto semplice, ma spero vi piaccia! La storia riprende dall'ultimo scontro tra Harry e Voldemort, cosa sarebbe successo se Harry fosse stato colpito anche lui insieme al Signore Oscuro? La storia coprirà poi i dieci anni seguenti alla fine della guerra.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aberforth Silente, Esercito di Silente, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo

 

 

 

Avada Kedavra!”

Expelliarmus!”

I due incantesimi si incontrarono a metà strada tra i due duellanti, lo scoppio che ne seguì travolse tutti i presenti nella Sala Grande creando un'onda d'urto che ruppe le finestre.

Eppure tutti videro il corpo di Voldemort venire colpito da un fascio di luce dorata e cadere a terra privo di vita, con gli occhi spalancati in un'ultima smorfia di odio verso colui contro cui per anni aveva combattuto ma che infine gli era sfuggito per l'ennesima volta, annientandolo definitivamente.

Appena i combattenti di Hogwarts ebbero metabolizzato l'evento un boato percorse i corridoi del castello e le aule semidistrutte: la libertà era appena stata riconquista grazie ad un diciassettenne che aveva affrontato cose che molti degli Auror del Ministero non potevano neppure immaginare. Gli studenti si abbracciavano stremati versando lacrime di gioia, i membri dell'Ordine della Fenice sfogavano tutta la frustrazione accumulata in un anno passato a nascondersi e a temere per la propria sorta e per quella dei familiari: la felicità invase i cuori di ognuno, la consapevolezza di poter tornare ad una vita serena, le cui uniche preoccupazioni erano quelle della quotidianità, si consegnò a coloro che in quel momento riempivano il diroccato castello.

Subito però l'apprensione inondò i cuori di tutti: Harry Potter giaceva a terra, gli occhi chiusi e le braccia spalancate. I primi a d accorgersene furono i suoi due migliori amici: Hermione Granger e Ron Weasley. Dopo essersi scambiati un dolce bacio sotto la volta della Sala Grande si erano voltati verso il loro amico trovandolo però disteso supino, all'inizio pensarono si trattasse a causa della stanchezza che attanagliava i corpi dei combattenti della battaglia, ma quando il ragazzo non rispose ai richiami di Ron capirono che non era semplicemente stanco. Il rosso strattonò Harry tentando di di svegliarlo ma il moro non rispondeva ad alcuno stimolo.

-Weasley! Granger! Che succede?- chiese la McGranitt, facendosi largo tra la folla appena accortasi che qualcosa non era andata per il verso giusto.

-Non lo sappiamo non riusciamo a svegliarlo,è come se....se....-balbettò Hermione mentre tentava di trattenere le lacrime che pungevano agli angoli dei suoi occhi nocciola.

-No, non può essere vero!-

Ginny era accorsa per vedere cosa stava succedendo. Appena vide il corpo di Harry apparentemente privo di vita fu come tornare indietro di pochi minuti, quando aveva visto l'amore della sua vita morto ai piedi di Hagrid: il cuore della piccola Weasley si frantumò in un momento mentre vedeva scomparire davanti ai suoi occhi tutti quei sogni che aveva covato in anni di un amore non corrisposto, ma che erano tornati vividi nella sua mente solo un anno prima quando il Prescelto l'aveva baciata nel mezza della Sala Comune di Grifondoro. Le lacrime rigarono il volto pallido della rossa che cominciò a piangere disperatamente mentre altri si univano alla piccola folla che accerchiava il corpo di colui che aveva appena salvato il mondo magico.

Kingsley Shackelbot si accostò al giovane per constatarne il battito, tremando da capo a piedi appoggiò due dita sul collo di Harry. Lo udì. Debole, ma il battito c'era: Harry era ancora vivo.

-E' vivo, è vivo, ma portiamolo subito in infermeria!-

Esortò Ron, Arthur Weasley e un ragazzo robusto, che vestiva la divisa dei Corvonero, ad aiutarlo ad alzare il corpo del ragazzo-che-era-sopravvissuto per portarlo a far visitare da Madama Chips.

Li seguirono correndo Ginny, Hermione, e gli altri appartenenti alla famiglia Weasley insieme alla McGranitt e il professor Vitious.

Il cuore di Hermione martellava violentemente quasi a voler uscire dal petto della ragazza: non poteva perdere quello che ormai considerava un fratello, colui che la aveva accolta quando per gli altri non era nulla se non una secchiona, quello che l'aveva consolata quando piangeva disperata perché Ron baciava Lavanda Brown davanti a tutti. Non poteva permettergli di lasciarla così.

Accanto a lei, Ginny era immersa in uno strano tepore: non capiva come potesse avere la forza di correre, aveva visto tutto ciò per cui aveva vissuto e combattuto in quell'anno andare in frantumi. Il suo Harry stava morendo e lei non poteva fare niente. Sentì una mano poggiarsi sulla sua mentre saliva le scale che portavano all'infermeria, si girò, sua madre, Molly, tentava di darle il coraggio di cui aveva bisogno, proprio quel coraggio che le aveva permesso di andare avanti per anni, di costruirsi una vita lontana dall'uomo per cui avrebbe dato tutta se stessa e che infine, si era accorto di lei. Le lacrime solcavano inesorabili le sue guance, nulla le poteva trattenere, se non la notizia che Harry era fuori pericolo e che di lì a poco si sarebbe risvegliato. Tutti i sentimenti che aveva tentato di nascondere per rendersi forte agli occhi dei suoi compagni e della sua famiglia mentre il male minacciava tutti loro, si incanalarono nel suo inesorabile pianto; nei suoi singhiozzi c'erano tutta la disperazione per la morte di suo fratello Fred e la speranza che la stessa sorte non capitasse all'uomo che le stava davanti, tra le braccia di altri uomini che tentavano di portarlo in salvo.

-Che cos'è tutto questo baccano, siete per caso impazziti!?-

Madama Chips si precipitò fuori dall'infermeria, appena capì il motivo dei rumori che disturbavano i feriti della battaglia guidò il gruppetto ad un letto appartato della grande sala che fungeva da ricovero per i feriti. Harry fu steso su un candido letto, il viso sporco di polvere e fuliggine e i capelli corvini creavano un forte contrasto con il bianco del cuscino.

-Ora dovete uscire tutti.- disse Madama Chips.

Un vero tumulto si alzò dalla decina di persone che si affollava attorno al letto del Bambino-che-era-sopravvissuto, nessuno voleva lasciare il loro amico, per alcuni ormai un famigliare, da solo, nemmeno uno di loro lo avrebbe permesso. Eppure l'infermiera fu più forte di tutti, li costrinse ad uscire dalla sala e richiuse la porta dietro di sé.

 

Mentre aspettavano il resoconto sulle condizioni del Prescelto, i sentimenti che affollavano le persone fuori la porta dell'infermeria erano innumerevoli. Molly Weasley abbracciava il marito, entrambi erano lacerati nell'animo per la perdita del loro figlio Fred:non c'è dolore più grande di quello di sopravvivere ad un figlio. Non avrebbero mai visto il loro figlio annunciargli il proprio matrimonio con la fidanzata, non avrebbero mai conosciuto il frutto di quell'amore, ma soprattutto non avrebbero più sentito le sue battute e la sua voce rimbombargli nelle orecchie. Davanti a loro George sembrava perso in un'altra dimensione: negli occhi l'ultima immagine del gemello morto poche ore prima, lo vedeva travolto dalle macerie cadere a terra con sulle labbra un sorriso causato dalla prima battuta mai sentita di Percy, terzogenito di casa Weasley. Nel cuore del ragazzo c'era la consapevolezza che suo fratello, l'altra metà di se stesso non lo avrebbe mai più aiutato nei suoi scherzi idioti, non lo avrebbe più visto accanto a sé nel negozio di Diagon Alley. Dentro George si era aperta una voragine che non poteva essere colmata da nulla, non sarebbe mai più stata la stessa vita. 

  
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