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Autore: SerePellizzari    17/08/2012    6 recensioni
***Prima o poi riuscirò a portarla a termine!***
Questo racconto parte dalla fine della terza stagione ma non ripercorre quanto visto nella quarta....
Rick ha capito in tempo cosa stava per succedere quel giorno al funerale del capitano Montgomery e quindi è riuscito a salvare Kate, ma...
Dal primo capitolo
[...]
"Castle togliti" disse Kate in modo brusco cercando di sollevarlo
Ma nel girarlo sentì che la sua camicia era umida e poi vide il suo guanto bianco diventare sempre più rosso...
"Oddio Rick.......Rick rispondi!!!"
Sentendo il suo nome Castle riaprì gli occhi e vide che il viso di Kate era rigato dalle lacrime, cercò di alzare la sua mano per fermargliele ma non ci riuscì ma la detective capì l'intento e gliela prese tra le sue
Con tutta la forza che gli rimaneva in corpo disse quelle tre semplici parole che avrebbe voluto dirle da tre anni
"Kate....ti....amo" sussurrò dopo di che o suoi occhi si chiusero
"No, no, no.....Rick non puoi lasciarci, pensa ad Alexis, a tua madre, al dodicesimo.....a me, pensa anche a me" fece una piccola pausa poi..."Rick ti amo, ti amo anche io, ma non lasciami....."
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Remember me Rick



Rick si diresse verso la porta d’ingresso, era ancora sconvolto da quanto rivelatogli dalla madre, ma non si sentiva ancora pronto a condividere questo segreto con altre persone.
Arrivato davanti alla porta cercò di ricomporsi il più possibile per non far preoccupare Kate ed aprì la porta.
“Ciao Kate, già qui?”
“Ho deciso di venire un po’ prima per vedere se fosse tutto a posto, ed ho fatto bene, visto che tu sei ancora mezzo svestito” ridacchiò guardando Rick con la camicia mezza fuori dai pantaloni, la cravatta allentata e ancora scalzo.
“Dai che ti do una mano, se no non arriveremo in tempo” affermò avvicinandosi sistemandogli la cravatta e la camicia nei pantaloni
“Ma perché tutta sta fretta???”
“Castle te l’avevo già detto…la Gates ti vuole vedere per le 14 anche perché dopo è impegnata” disse Kate, ed in parte era vero, la Gates voleva veramente vedere Castle, ma non aveva dato nessun orario particolare
“Ah già…”
Dieci minuti dopo lo scrittore era pronto…
“Madre io vado” urlò da in fondo alle scale per farsi sentire da Martha che era ancora in camera, la quale scese subito a salutare il figlio
“Buona giornata” poi avvicinandosi per abbracciarlo “come stai?” sussurrò all’orecchio del figlio
“Meglio, anche se devo ancora metabolizzare bene la cosa”
“Però non tenerti tutto dentro, parlane con qualcuno quando ti sentirai pronto, va bene?”
“Certo mamma…ci vediamo questa sera”
“Mi raccomando stai attento…” poi rivolta alla detective “Kate lo affido a te”
“Cercherò in tutti i modi di tenerlo buono, non preoccuparti Martha”
Nell’uscire di casa Kate mandò un messaggio a Esposito per avvisarli che stavano per arrivare senza farsi vedere da Castle.
 
Nel giro di dieci minuti i due arrivarono al distretto.
Castle era smarrito, non si ricordava quasi nulla del posto.
“Kate……non ce la faccio” disse appoggiandosi ad una colonna, continuando a guardarsi intorno sperando di riuscire a vedere un particolare che potesse risvegliare la sua memoria, neanche quando i suoi occhi si posarono sull’ascensore che avevano usato per tutti gli anni scatto una qualche scintilla.
“Rick, calmati. Qui nessuno di noi vuole metterti fretta, tutti sappiamo che non ti ricordi degli anni passati qui, ma spero ti basti sapere che io ti starò sempre accanto, qualsiasi decisione tu prenderai”
“Grazie Kate, per me è un periodo veramente difficile, ma sapere che tu mi sei vicina è un grande aiuto” concluse avvicinandosi a lei e lasciandole un delicato bacio sulle labbra
“Rick ti prego siamo al distretto” disse non smettendo di arrossire
“Scusa ma ne avevo bisogno…e poi ho ricambiato l’imbarazzo che mi hai fatto provare tu prima” ma vedendo che Kate non capiva aggiunse “Insomma mi hai sistemato la camicia nei pantaloni, io non ero preparato ad una cosa del genere” concluse mostrando uno dei suoi sorrisi più smaglianti
“Ehm….si forse hai ragione…però ora andiamo se no la Gates si arrabbia del ritardo” disse dirigendosi verso l’ascensore tirando Castle per la mano.
 
Appena le porte dell’ascensore si aprirono Castle rimase spiazzato, il distretto era completamente vuoto, ma Kate non se ne preoccupava ed andava avanti come se niente fosse
“Ma Kate qui non c’è nes…” ma le sue parole vennero bloccate da un coro che si alzò in tutto il distretto
“BENTORNATOOOO!!!!!!!!” urlarono tutti gli agenti saltando fuori dai posti più disparati e raggiungendo lo scrittore per salutarlo, abbracciarlo e stringergli la mano.
Gli ultimi a salutarlo furono Ryan ed Esposito.
“Yo Castle, bentornato nella squadra” disse abbracciandolo
“Grazie ragazzi, non me l’aspettavo proprio” disse visibilmente commosso
“Beh se ora andiamo in sala relax ci sono un po’ di paste per festeggiarti” si intromise Ryan
“Ok, andiamo” concluse Castle seguendo gli altri
“Immagino lei sia il signor Castle, dovrebbe seguirmi nel mio ufficio” disse una voce alle spalle dell’uomo.
Castle si bloccò immediatamente e lentamente si voltò in direzione della voce
“Ah detective Beckett naturalmente deve venire anche lei”
“Certo capitano arriviamo”
“Quella è la famosa Iron Gates?” sussurrò Castle a Beckett
La detective annuì semplicemente col capo e continuò a camminare verso l’ufficio.
 
“Bene, chiudete pure la porta” affermò il capitano andandosi a sedere alla scrivania
“Signor Castle, forse la detective Beckett gliel’avrà riferito, ma io non lo rivolevo in questo distretto, ho acconsentito solo perché mi è arrivata una richiesta scritta da parte del suo medico curante. Però voglio mettere in chiaro delle cose, non voglio assolutamente casini dovuti alla sua presenza nelle indagini, io non sono come il capitano Montgomery chiaro?”
La mente di Castle all’udire quel nome volò al discorso avuto nel primo pomeriggio con la madre
“Signor Castle ha capito?” lo richiamò il capitano
“Eh…sì mi scusi ero un momento sovrappensiero……” si scusò immediatamente lo scrittore
“Sì sì ho capito benissimo, e le prometto che non cercherò mai di mettermi nei guai e soprattutto non intralciare la detective Beckett e la sua squadra”
“Bene, lei può andare a festeggiare, noto che i detective Ryan ed Esposito la stanno aspettando” disse guardando fuori dall’ufficio “Ah, bentornato in squadra signor Castle”
“Grazie capitano. Però aspetto anche lei a festeggiare” concluse sorridendo ed uscendo dall’ufficio
 
“Capitano, volevo assicurarle che lo terrò d’occhio” si permise di parlare Kate una volta che Rick chiuse la porta
“Beckett, ne sono assolutamente convinta. E sono anche convinta che lei farà un ottimo lavoro, sia come detective sia come aiuto per far ritornare la memoria a Richard”
“Cercherò di fare del mio meglio”
“Kate, devo essere sincera, ho preso informazioni su di te anche grazie a Montgomery, io e lui eravamo molto amici e quando mi chiamava mi parlava molto di te, di quello che hai passato e di come stavi. Quando Roy  ha accettato di avere Castle tra i piedi era sicuro che lui sarebbe riuscito a far diventare la vostra una vera famiglia non solo al lavoro, ma soprattutto nel trovarsi assieme anche dopo, ma soprattutto a farti sorridere di più…ed infatti aveva ragione, mi raccontava che negli ultimi anni non pensavi solo a risolvere l’omicidio di tua madre ma pensavi molto di più a vivere, pensa che Roy mi ha anche rivelato che si vedeva lontano un miglio che tra voi poteva esserci qualcosa di più oltre che l’amicizia, ma tu non riuscivi ad aprirti a causa della tua infanzia.”
Kate era praticamente senza parole, stava ascoltando il suo capitano come in trance. Victoria si alzò dalla sua poltrona e si accomodò accanto alla detective sul divano
“Roy mi ha detto che Rick ti ha aiutato in tutto questo, standoti sempre accanto ma lasciandoti il tuo spazio per capire, non ha mai forzato i tuoi tempi, anzi molte volte ha rinunciato…”
“Aspetti ma il capitano Montgomery aveva capito tutte queste cose e gliele ha riferite?” chiese Kate incredula
“Sì, come ti ho detto noi eravamo molto amici, ci confidavamo molte cose. Comunque posso dire di essere d’accordo con quanto mi ha detto. Ho visto fin dal primo momento che sono entrata in questo distretto quanto tu, Kevin, Javier e Lanie siete legati a Richard, dal primo momento si sono messi all’opera per catturare chi ha premuto quel grilletto, tu non lo lasciavi mai solo, appena finivi il servizio andavi al suo capezzale o a casa quando è stato dimesso ed hai fatto di tutto per farlo tornare qui.”
“Si ma lei era contraria….”
“Devo avere una facciata da dura per farmi rispettare, in fondo sono il capitano di questo distretto, e poi se smettessi di comportarmi così non potreste più chiamarmi Iron Gates. Ora andiamo a festeggiare se no gli altri si domanderanno dove siamo finite” affermò sorridendo
“Grazie capitano” concluse la detective alzandosi insieme e dirigendosi insieme al capitano verso la sala relax.
 
Erano giunti alla fine della giornata, tutti al distretto erano tranquilli e rilassati, il ritorno di Castle aveva portato una ventata di freschezza.
Rick era appoggiato allo stipite della porta della sala relax, dopo il colloquio con il capitano e la festa di benvenuto, poteva finalmente rilassarsi ammirando Kate che si preparava un caffè, quandosentì un braccio cingergli il collo ed un qualcosa di freddo e duro premere contro la sua tempia
“Ora io me ne andrò con lui….lo libererò solo quando mi sentirò al sicuro e non provate a seguirci” affermò il delinquente che era stato arrestato poco prima ma che era riuscito a rubare la pistola ad uno dei due agenti che lo stavano scortando in cella.
Appena Kate udì quelle parole il suo cuore si fermò e la tazza che teneva in mano cadde a terra rompendosi, si voltò verso quella voce portando la mano alla fondina sul suo fianco.
“Io non lo farei se fossi in lei detective” continuò l’uomo arretrando verso l’ascensore trascinandosi dietro Castle
“Peter lascialo andare” urlò uno degli agenti da cui era stato arrestato
“Ve l’ho detto, io non ci torno in galera”
La tensione al distretto aumentò, molti poliziotti arrivarono, pistole puntate, a dar man forte ai colleghi.
“Signor Sloan, lo sa vero che così si sta scavando la fossa da solo” cercò di scoraggiarlo Kate “Se lo lascia andare vedrò di mettere una buona parola su di lei col procuratore”
Ma Peter Sloan sembrava sempre più nervoso infatti la stretta al collo di Rick aumentava.
Lo scrittore non resistette più e con un movimento veloce del capo tirò una testata al suo aguzzino riuscendo a liberarsi.
Peter, sorpreso da questa mossa e a causa della botta ricevuta, cadde a terra lasciando la pistola e dando il tempo agli agenti di essergli addosso ed arrestarlo.
 
Kate si avvicinò immediatamente a Rick che si stava massaggiando la testa
“Che bel fine giornata eh?” commentò scherzando lo scrittore
“Avrei preferito che fosse finita 15 minuti fa”
“Hai ragione. Comunque grazie, è la seconda volta che mi salvi da una situazione del genere, ed almeno questa non è finita disastrosamente”
“Eh già è la second……aspetta ti ricordi???” chiese sorpresa
“Mentre mi teneva sotto tiro mi sono ricordato di quanto accaduto anni fa……posso dire che se fino a mezz’ora fa non ero convinto che tornare qui mi aiutasse, ora devo cambiare assolutamente idea. Spero solo che i ricordi non mi tornino solo quando qualcuno attenta alla mia vita”
“Spero proprio di no, se no poi chi la sente la Gates”
“Beh ora non vorrei essere nei panni dei due agenti che si sono fatti scappare Sloan” poi prendendo sotto braccio Kate “Ora però andiamo a casa?”
“Oh sì, è stata una giornata pesante”
E detto questo si avviarono verso l’ascensore per tornare a casa.
 
 
“Sono stufo di avere questi tra i piedi, com’è possibile che il cecchino migliore al mondo non sia riuscito ad uccidere quella dannata detective?”
“Non ci è riuscito solo perché quello scrittore che è sempre alle costole della Beckett è riuscito a capire le sue intenzioni ed anticiparlo”
“Ancora peggio, si è fatto scoprire da uno scrittore da quattro soldi”
“A quanto dice è stata colpa del sole che gli ha causato un riflesso sul mirino, però anche a lui non è andata giù questa cosa e vuole mettere le cose a posto”
“Bene, allora contattalo e digli di tenere d’occhio quei due e che ha carta bianca per quello che vuole fare, ma deve tornare con i documenti che sono spariti da casa di Montgomery, nessuno deve riuscire a leggerli se no potrei ritrovarmi già domani la polizia sotto casa”





Parola all'autrice

Ed ecco che invece di asppettare 2-3 settimane, come detto l'altra volta, il capitolo è già pronto. E' più lungo del solito, ma ultimamente devo dire di avere parecchia ispirazione *me felice* =D
Ho già scritto un capitolo che andrà inserito più avanti (anche se non so ancora bene dove e quando), ora vedrò di riuscire a scrivere il prossimo capitolo, probabilmente lo incentrerò sulle indagini e sulla vita al distretto, ma vedrò cosa mi dice il mio neurone solitario quando mi metterò a scrivere =P

Beh detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto...

Alla prossima =)
Sere
   
 
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