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Autore: Nielle    17/08/2012    1 recensioni
La vita ci punisce; è giusto, ma a volte è troppo dura. A volte arriva a un punto della tua pena, che non credi di poter andare avanti. E'allora che decidi di farla finita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo fuori dalla finestra, perso nel chiarore del cielo.
La voce di una guardia mi richiamò alla realtà, voltai il capo, facendo scorrere il mio sguardo tra le pareti della mia cella. 
Mi avvicinai con passo stanco, ciondolante.
Tremante, mi costrinsi ad afferrare la carta che freddamente mi porgeva.
Ringraziai con un veloce cenno del capo, ma non trovai il coraggio di sollevare lo sguardo verso il suo volto minaccioso.
Arrancai fino alla scomoda branda che doveva farmi da lettino, e mi sedetti, stanco dell'ennesima notte insonne, ma determinato. 
Sollevai il cuscino, sporco e sgualcito, e presi la mia matita.
Inspirai profondamente, prima di decidermi a scrivere. 
 
'  Amore mio, 
Questa è l'ennesima lettera che ti scrivo, forse l'ultima. 
Le precedenti non hanno avuto risposta, forse non ti sono arrivate, o forse non hai voluto rispondere. 
Preferisco credere alla prima opzione.
Oh, amore mio, sapessi come sto male. 
Ogni giorno peggioro, prima o poi m'ammalerò, fino a quando la morte mi accoglierà tra i suoi figli. 
Che brutta fine, perire tra queste mura, tra le mura di questa prigione. 
Ma probabilmente è il mio destino. 
Scrivo a te, Amore mio, perchè non ho altri. 
La solitudine è la mia sola compagna, oramai. 
La notte ti sogno, Amore mio.
Sogno te, e la libertà.
Sogno il profumo della vita, solo ora comprendo quanto era piacevole, vivere. Qua respiro l'odore della vergogna, assaporo il gusto della solitudine, sento il peso dell'umiltà. 
Goditi la vita anche per me, Amore mio. 
Quanto vorrei stare con te, oh, quanto lo vorrei. 
Ma ho sbagliato, e devo pagare. E sto pagando, tutt'ora, mentre scrivo queste parole con mano ferma, mentre respiro su questa carta, con gli occhi lucidi che si rivolgono al ricordo della tua immagine. 
Attendo solo la mia liberazione, la morte. 
La aspetto da tanto, e inizio a spazientirmi. 
Voglio farla finita, è giunta la mia ora. Finalmente.
In fondo, questa prigione è la mia bara, è come se fossi già morto. Ho deciso di salutare il mondo, di uscire di scena. 
Ma realizza un mio ultimo desiderio, Amore mio. Te ne prego.
Saluta mia madre, dille che l'amo. Dille che anche se non mi apprezza come figlio, che anche se prova vergogna quando mi sente nominare, dille che la amo comunque. Che resta la mia mamma. E dille che mi sarebbe piaciuto, vederla qui, a farmi visita, ogni tanto. Anche una sola volta. Diglielo.
Ora vado. Buonanotte Amore mio. 
Ti lascio il mio ultimo sorriso, tienilo con te, non darlo a nessun altro. 
Ti amo, Aurora.'
 
 
Rilessi velocemente il mio scritto.
Fissai poi il suo nome stampato nella nella mia calligrafia sghemba, e mi sforzai di sorridere, per lei. Un sorriso storto, amaro, ma perfetto, perchè sarebbe stato il mio ultimo. 
Chiusi poi la lettera, e la lasciai sopra il cuscino, al mattino l'avrebbero trovata. 
Mi alzai, e sollevai il leggero lenzuolo che mi faceva da coperta. 
Ne feci un nodo, che appesi poi ad un gancio del soffitto, in uno di quelli fatti per appendere le brande sporche. 
Mi avvicinai il piccolo tavolino di legno dove consumavo i pasti, e ci salì. 
Incastrai il collo nel nodo. 
Sentì l'ansia divampare nel petto, ma non le prestai attenzione. 
Scalciai lo sgabello, che ruzzolò a terra. 
Feci appena un tempo a sentire il respiro mozzarsi, che morì, dando l'addio alla mia prigione.
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