Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Magnolia45    17/08/2012    7 recensioni
Kagome e Inuyasha sono due normali studenti universitari, che conducono una vita tranquilla nell'immensa Tokyo. Ma c'è una forza sconosciuta, più grande di loro che li spingerà ad incontrarsi e li condurrà al loro comune destino...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ECLIPSE


Capitolo 3.




Entrai, come impazzita, dentro l’edificio e scappai subito in bagno. Avevo bisogno di darmi una bella rinfrescata e di riordinare le idee.
Non ero tanto scossa dal fatto che avrei dovuto ripagare i danni per la mia solita sbadataggine, più che altro mi inquietava la terribile reazione che avevo avuto alla vista di quel ragazzo scorbutico, per giunta pure demone. Lo avevo capito subito, quando mi saltarono all’occhio, quel paio di buffe orecchie canine che si ritrovava in cima alla testa, ricoperta da una lunga chioma argentea. Nel momento in cui il suo sguardo ambrato incontrò il mio, una fitta mi colpì allo stomaco e avvertii chiaramente un fastidio al collo, tanto che fui tentata di portare una mano in quel punto esatto, quasi come se avessi voluto strapparmi via il cuore che mi era arrivato alla gola. Almeno così mi era sembrato.
Per non parlare poi, di quello strano déja–vù che mi privò delle facoltà mentali, per un attimo. Quel volto non mi era nuovo, era familiare, era come se avesse qualcosa che già conoscevo.
Forse nei miei sogni, in un’altra vita, forse in giro per l’università l’avevo già visto… Ma certo!
Come avevo fatto a non pensarci prima, era ovvio che l’avessi incontrato per i corridoi o in un’aula.
Mi guardai allo specchio e lasciai correre un lungo sospiro.
Qualunque fosse stato il motivo di tutto quel trambusto, ormai era acqua passata, non era niente di così rilevante. Promisi a me stessa che non appena l’avessi rivisto mi sarei scusata per i modi scortesi che avevo avuto e che avremmo preso un accordo sulla cifra che avrei dovuto sborsare per la sua macchina. Neanche se lo meritava il mio dispiacere ma per una volta decisi che avrei messo da parte l’orgoglio, più che altro perché non mi sembrava un tipo tanto ragionevole e volevo evitare ulteriori scocciature.
Mi diedi una sistemata veloce e mi scaraventai fuori dalla toilette. Guardai l’orologio e, con orrore, notai che si era fatto tardi e compresi, mio malgrado, che la mattinata era andata persa. Se non mi fossi fermata a prendere quella maledetta brioche al cioccolato, forse sarei arrivata prima e avrei pure evitato quel casino con il tizio scontroso.
Dato che a quel punto era inutile sedermi a lezione, decisi di dirigermi in biblioteca a recuperare un po’ di studio arretrato e, con calma, avrei seguito i corsi pomeridiani.
Trascorsi il resto delle ore prima di pranzo a sistemare appunti, sottolineare paragrafi e a ripetere, con voce bassa, quel poco che avevo capito di quei capitoli.
Il tempo passò in fretta e, senza neanche rendermene conto, era arrivato il momento della pausa e mi affrettai a recuperare tutte le mie cianfrusaglie. Decisi di non tornare a casa e di andare alla mensa, anche perché avrei voluto vedere le mie amiche. Sfilai il cellulare dal taschino della borsa e mi accorsi dell’arrivo di un nuovo messaggio.
Mi scappò un sorriso: era Ayame.

“Immagino quanto sia stato difficile alzarsi dal letto stamattina, dopo la serata di ieri, però cavolo potevi almeno sforzarti! Lasciarmi qui, sola a lezione, in balia delle tremende spiegazioni soporifere del prof Tanaka, non è stato carino! In compenso, il sonno lo recupererò sul banco! Ti aspetto per pranzo, niente scuse.”

Era la solita, mi metteva sempre il buon umore e non riuscivo mai a dirle di no.
Mi diressi in fretta alla mensa, sapendo che lei mi stava aspettando con ansia. Giunsi a destinazione e mi misi in fila, in attesa del mio turno, ma non c’era l’ombra né di Ayame né delle altre.
C’era solo un forte brusio, seguito da un caotico via vai di studenti come me che si godevano la pausa pranzo insieme ai propri amici. Mi persi di nuovo nei miei pensieri, legati specialmente all’incidente di primo mattino e mi accigliai.
“Quel dannato cafone e mi toccherà pure essere gentile!”
-Dico ti è morto il gatto?!-
Una familiare voce cristallina mi piombò nelle orecchie, facendomi sussultare. Sorrisi vistosamente e mi voltai. La trovai lì, con la solita espressione furbetta stampata sul volto accompagnata da uno strano luccichio dei suoi grandi occhi azzurri, messi ancor più in risalto dalla folta capigliatura ramata. La bocca, rossa come il fuoco, era attorcigliata in un ghigno divertito.
-Quanto sei scema! Ero un po’ sopra pensiero!- risposi, ridendo, alla sua battutina.
-Chissà cosa ti frulla in quel melone! Ma quanto sei noiosa da uno a dieci eh?!- mi canzonò lei.
-Sono solo più riflessiva di te, piuttosto, Ayame cara, faresti bene a mettere in moto quei pochi neuroni che ti sono rimasti! Potresti usarlo il cervello, di tanto in tanto, e non solo per le stupidaggini!- ribeccai.
Lei scoppiò in una fragorosa risata ed io la seguii a ruota. Eravamo fatte così: ci punzecchiavamo di continuo, eravamo così diverse, io l’angelo buono e lei il diavoletto scatenato.
Eravamo come l’acqua e il fuoco, forse era proprio per questo che tra noi c’era un’intesa speciale. Bastava uno sguardo per capirci.
Ayame era piombata nella mia vita per caso, come un fulmine a ciel sereno. La incontrai ad un esame l’anno prima. Io ero molto agitata e nervosa per l’esito della prova, mentre lei mi faceva ridere, scimmiottando l’insegnante e dicendomi che non sarebbe successo nulla se non avessi superato l’esame, non avrei dovuto preoccuparmi. Lei mi aveva sempre sostenuto, aveva sempre creduto in me eppure eravamo completamente differenti, l’una l’opposta dell’altra. Ayame era esuberante, divertente, egocentrica, mentre io ero più timida, goffa, meno intraprendente per certi versi.
Insomma tra una cosa e l’altra, iniziammo a vederci più spesso a lezione e a frequentarci anche al di fuori dell’università, imparammo a conoscerci. Io l’adoravo per come era, per la sua allegria, il suo coraggio e il suo simpatico cinismo. A volte era scontrosa e permalosa, ma dopotutto era pur sempre un demone lupo della conosciutissima tribù Yoro, non mi meravigliavo molto. Già, la mia migliore amica era un demone.
-Allora dimmi com’è che mi hai dato buca a lezione?! Troppa fatica rientrare alle tre e alzarsi alle sette?!- mi domandò lei, con strafottenza.
-In realtà le cose non sono andate proprio così, anzi se vuoi saperla tutta non sono state le poche ore di sonno a mettermi ko, quanto tutto il risveglio fino ad ora. Eri e Yuka mi aspettavano per la colazione ma non ce l’ho fatta, è stata una mattinata frenetica-
Le raccontai in breve cosa successe con il ragazzo misterioso e lei, di tutta risposta, iniziò a ridere come un’ossessa immaginando la scena.
-Ma che ridi razza di stupida! Dovrò pure pagarlo quel maleducato!- continuai io, esasperata.
-Kagome! Ayame!-
Vidi scorgere tra la folla, una figura esile che si avvicinava veloce verso di noi. La riconobbi subito: i lunghi capelli color cioccolato, raccolti in una coda alta, ciondolavano a destra e a sinistra, seguendo i suoi aggraziati movimenti. Si avvicinò, poggiando le mani sulle ginocchia, per riprendere fiato. Il suo dolce sguardo nocciola incontrò il mio. Ci conoscevamo dai tempi delle superiori, ma quegli occhi erano sempre gli stessi.
-Sango-chan! Ben arrivata!- le dissi, abbracciandola.
Sango era la mia amica di sempre, quella dell’infanzia, quella con cui ero cresciuta e che era come una sorella.
Apparteneva alla rinomata famiglia Mizuko, gli sterminatori di demoni. Il padre andava a caccia di spettri maligni e demoni non civilizzati che disturbavano la quiete pubblica e Sango, nel tempo libero, si allenava con il fratellino Kohaku, per imparare il mestiere. Con lei avevo i ricordi più belli, quelli dell’adolescenza e con tutto che erano trascorsi diversi anni, eravamo legate più di prima. Insieme con Ayame, eravamo un trio perfetto.
-Che corsa!-
-Da dove vieni?- chiese Ayame, curiosa.
-Dal laboratorio! Quell’idiota del prof ci ha tenuti fino ad ora! Ho una fame!- esclamò lei, massaggiandosi la pancia.
-Lo credo bene!- dissi io.
Nel frattempo, avevamo riempito i vassoi e ci avviammo verso il solito tavolo vicino alla porta, dove sedevamo tutti i giorni quando un tonfo risuonò per tutta la stanza.
Il piatto di ramen di Ayame era finito tutto per terra, insieme all’acqua e alle posate. Sperai vivamente che non fosse stato chi pensavo, altrimenti sarebbe andata a finire male. Guardai il “malcapitato” e sospirai. Come temevo, eravamo alle solite.
-Ti pareva! Brutto stupido! Ora vai, ti rimetti in fila e mi riprendi il mio pranzo!- gridò Ayame.
Di fronte a lei, c’era un bel ragazzo dalle spalle larghe, con lunghi capelli neri sistemati in una coda che si abbinavano perfettamente al suo incarnato scuro. I suoi occhi erano blu e avevano il taglio simile a quelli della mia amica. Era anche lui un demone lupo, precisamente, il figlio del capo della tribù Yoro e il suo nome era Koga. Nonostante ciò lui e Ayame non potevano dirsi “amici di vecchia data”, anzi.
-Sei tu che sei sempre in mezzo ai piedi, schifosa strega!-
Avevano ricominciato a insultarsi a morte. Non capivo il perché di tutto quell’astio e quell’odio reciproco, stava di fatto che era sempre un teatrino ogni volta che s’incontravano.
-Ma come ti permetti?! Imbecille che non sei altro! Sparisci dalla mia vista, altrimenti ti ammazzo con le mie stesse mani!-
Roteai gli occhi verso l’alto e mi girai in direzione di Sango, ma con stupore la vidi in preda ad un attacco d’isteria. Non ci voleva, avevo completamente scordato chi fosse il “compare” di Koga.
Sango, tra noi, era la più diplomatica e la più pacifica, ma c’era solo una persona, su tutta la faccia della terra, che le faceva perdere completamente il lume della ragione: Miroku Kimura. Erano stati insieme al liceo, per una mesata, fin quando Sango non lo scoprì, nel bel mezzo di una festa, chiuso in un bagno con un’altra. Da allora, lei lo ripudiò ma Miroku non si diede mai per vinto e continuò a farle il filo, peccato che il suo era un brutto viziaccio, visto che non faceva altro che corteggiare e molestare qualunque bella ragazza gli fosse capitata sotto tiro, senza badare minimamente ai sentimenti di Sango. Eppure il nonno e il padre di Miroku erano devoti monaci buddhisti, mentre lui un donnaiolo pervertito. Che assurda contraddizione!
-Sango, amore!-
Il ragazzo con il codino le si avvicinò con eleganza, tentando di cingerle un fianco con il braccio, ma lei lo scansò in un attimo.
-Non ti avvicinare, maniaco!-
-Perché devi essere sempre così acida con me?!- piagnucolò lui.
-Hai anche il coraggio di chiedermelo?!- gridò lei, infuriata.
Mi ritrovai, ancora con il vassoio in mano, nel bel mezzo di quei quattro che stavano per scannarsi. Pensai di essere finita in un gabbia di matti. Mi ero stancata di tutto quel macello, stavo per mandarli al diavolo ma i guai non erano finiti, purtroppo.
-Che succede qui?-
Sgranai gli occhi, incredula. Cercai di collegare la sua presenza con quella di Koga e di Miroku, ma non trovai una spiegazione esauriente. Che cosa c’entrava con quei due? Prima di allora, non lo avevo mai visto in loro compagnia, che cosa significava quella sua comparsata?!
Di nuovo, il respiro mi mancò, le gambe mi cedettero e un brivido corse lungo la mia schiena. Il peso al collo si fece più intenso, ebbi come la sensazione che mi stesse trascinando a terra.
Il suo sguardo si posò su di me ed anche lui, non appena mi vide, si bloccò.
Restò a fissarmi con la bocca semi aperta, fino a che riprese conoscenza e aggrottò le sopracciglia.
-Eccoti finalmente! Dì la verità, te la sei data a gambe eh?- cominciò lui.
Ripensai a ciò che mi ero promessa, ma con un tale sbruffone mi era difficile essere educata. Non gliel’avrei data vinta a quel presuntuoso di prim’ordine.
-Ma che caspita dici! Ho preferito solo andarmene, non mi andava di litigare ancora!- risposi io.
-Certo come no!-
Se pensava davvero che fossi una codarda, non aveva capito nulla.
-Non preoccuparti, ti restituirò il denaro di cui hai bisogno per sistemare l'auto, te l'ho già detto!-
-Me lo auguro! Le imbranate come te dovrebbero solo starsene al proprio posto!- sogghignò lui, divertito.
Ero sconcertata. Che scorbutico e irritante ragazzo! Stavo per dirgliene quattro, ma Ayame mi anticipò.
-Bene bene bene! Vedo che vi siete accollati un altro idiota, come voi! Non siete riusciti in due a mettere insieme un cervello funzionante, figuriamoci in tre!- disse la mia amica, riferendosi al ragazzo dai capelli d’argento.
-Senti chi parla! Voi siete sempre state insieme e rimarrete comunque tre oche da strapazzo!- rispose Koga.
-D’accordo ragazze, per il prossimo round ci vediamo nel tardo pomeriggio, basta così!- intervenne Miroku, ridacchiando.
-Fareste meglio ad eclissarvi!- annunciò Sango, inviperita.
Ayame ci fece segno di andarcene e ci voltammo, ignorandoli del tutto, finché il cafone non richiamò la mia attenzione.
-Ehi imbranata! Hai un conto in sospeso con me!-
Lo fulminai con lo sguardo e mi girai verso le mie amiche.
-Quando vuoi, rompiscatole! Non fuggirò!-
Io, Sango e Ayame ci allontanammo, lasciando lì il nostro pranzo e uscimmo dalla mensa.
-Non mi avevi detto che il ragazzo con cui avevi litigato era Inuyasha!- cominciò Ayame, sotto gli occhi meravigliati di Sango.
-Kagome! Hai avuto a che ridire con Inuyasha e non mi dici niente?!- domandò anche lei.
Solo io non sapevo chi fosse questo maledetto Inuyasha?!
-Per forza che non te l’ho detto, non lo conosco! Non sapevo chi fosse, non sapevo come si chiamasse, non sapevo neppure della sua esistenza! Non l’ho mai visto prima d’ora! Da quando in qua esce con Koga e Miroku?!- dissi, giustificandomi.
-Come è possibile che tu non l’abbia mai visto?! Inuyasha No Taisho, il mezzo-demone!- continuò Ayame, come a dar per scontata la questione.
Mezzo-demone?! Non avevo mai avuto a che fare con un mezzo-demone fino a quel momento, era raro incontrarne uno.
-Che ne sai che è un mezzo-demone?- domandai, curiosa.
-L’odore del suo sangue è diverso da tutti gli altri, è mischiato a quello degli umani- disse lei seria. Sango ascoltava le parole di Ayame, con poco interesse, come se già conoscesse la storia.
-Sono l’unica a non averlo mai notato?!- chiesi, stupita.
-No in realtà non è così. E’ sempre stato un tipo solitario e scontroso, solo ora pare che stia stringendo amicizia con quei due rincitrulliti!- mi spiegò Ayame.
Rimasi a riflettere un po’ su tutta la faccenda, cercando di mettere insieme tutti i pezzi di quello strano puzzle.
-Ci hanno rovinato il pranzo!- disse Sango, lagnandosi.
-Non è detto. Bidoniamo le lezioni del pomeriggio e andiamo ad ingozzarci al McDonald’s!- esclamò Ayame, entusiasta.
-Oh si si si!- continuò Sango, tutta eccitata.
-Tu che ne dici Kagome?!-
Si girarono verso di me, a fissarmi con i loro occhioni da bambine indifese, aspettando con ansia che appoggiassi la loro idea.
Accidenti a loro! A continuare in quel modo, sarei diventata presto un dirigibile, a forza di mangiare schifezze e sarei rimasta ancor più indietro con le lezioni.
Ma tanto a quel punto, la giornata era partita decisamente male, perciò perso per perso, non sarebbe cambiato nulla.
-Riuscite sempre a fregarmi!- annunciai, ridendo.
Loro mi abbracciarono, per poi dirigerci fuori dall’università, felici dell’abbuffata che ci attendeva da lì a pochi minuti.









Note dell'autrice.
Salve a tutti!!! :D Scusate il ritardo, ma c'è stato il ferragosto di mezzo ed io sono stata fuori città! Allora innanzitutto volevo dire: OMG OMG *_* *_* 5 recensioni!! *si inchina ripetutamente*
GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Sono veramente tanto contenta! ^_^ E ovviamente i miei ringraziamenti si estendono anche a tutti coloro che hanno inserito la storia nelle liste o semplicemente che sono passati a leggere *_* E' un'onore per me!
Comunque, passando alle cose più importanti, che ne pensate di questo terzo capitolo?! Anche questo è un capitolo di passaggio, più che altro un capitolo di introduzione ai personaggi principali! Spero che almeno un po' vi abbia fatto divertire e non temete: ben presto ci avventureremo nella storia, fino ad ora era solo un intro generale, altrimenti poi non ci avreste capito un tubo con il proseguire della trama! xD E' solo l'inizio miei cari! (sembra quasi una minaccia xD)
Ci saranno tante, tantissime sorprese e colpi di scena! Vedrete voi! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, magari con un commentino! ;)
Ringrazio in anticipo tutti coloro che si soffermeranno a dare una minima importanza alla mia fic e che altro dire?!
Ci sentiamo alla prossima!
Bacioni a tutti!
Magnolia**

  
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