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Autore: MissMargaery    17/08/2012    1 recensioni
Dal I Capitolo:
Gli mancava l’ odore dell’acqua salmastra, la sensazione del sale che seccava la pelle come quando, dal pontile, calava il suo braccio tra le onde.
Ogni tanto gli sembrava quasi di udire il suo rumore, il mare era a miglia di lontananza eppure sentiva la sua impetuosità esplodergli nel petto.

L'unica cosa che Theon desiderava, era ritornare a casa. Si era ripromesso che se solo avesse avuto l'occasione, sarebbe tornato alle isole del Ferro, ma qualcosa dentro di lui si oppose a quel desiderio.
L'incontro tra le acque dell'oceano Greyjoy con quelle dei fiumi Tully.
Personaggi: Robb Stark, Jon Snow, Theon Greyjoy, Nuovo personaggio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Soldier 

 

What if there was no time and no reason, or rhyme?
What if you should decide 
That you don't want me there by your side?
That you don't want me there in your life?
What if I got it wrong and no poet or song?
Could put right what I got wrong or make you feel I belong.

Every step that you take could be your biggest mistake.
It could bend or it could break, that's the risk that you take.

#What if- Coldplay

 

 

 

Sebbene Winterfell fosse sempre la stessa, camminando per quei corridoi così familiari, Theon si rese conto di quanto tutto fosse cambiato. 
Werlag  lo precedeva a passo pesante verso la camera di Bran Stark. L’erede dei Greyjoy aveva intenzione di spaventarlo con la colossale stazza di quell’Uomo di Ferro, entrando in un secondo momento, avrebbe rassicurato il piccolo principe, per poi strappargli il titolo.
Solo in quel modo suo padre sarebbe stato fiero di lui, orgoglioso dell’ unico figlio maschio rimastogli. In quel modo, avrebbe riconquistato ciò che era suo di diritto, sebbene sapesse che i suoi mezzi non erano sicuramente i migliori. 
Le fredde pietre, che costituivano le mura del castello, trasudavano gelo. Theon poteva sentirlo nelle sue ossa, sembrava che tutto quel freddo le avesse congelate, a tal punto, da impedirgli i movimenti, un solo passo e si sarebbero sgretolate tutte.
Sospirò guardandosi intorno, rendendosi conto che non era la temperatura a raggelargli il cuore. Un brivido gli percorse la schiena alla sola vista di quella porta chiusa. Quante volte l’aveva varcata durante la notte, svegliando di soprassalto Selene, solo per strapparle un bacio?
Riuscì a calmarsi e a superarla senza fermarsi. Aveva un compito ben più importante, lui e i suoi uomini stavano assediando il castello!
Ma le sue gambe non vollero sentir ragioni, piroettò su se stesso ed entrò in quella che era la camera di Selene, ma quello che vide non fu affatto piacevole.
Non era la sua stanza, era semplicemente il suo scheletro.
Tutti i mobili erano rimasti lì, al loro posto, coperti da uno spesso strato di polvere che sembrava quasi neve. Theon si sedette sul letto, privo di lenzuola e pellicce, pensando a tutte le volte in cui avevano consumato il loro amore, proprio su quel materasso di piume d’oca.
Si guardò intorno, cercando di individuare qualcosa di familiare che fosse appartenuto a lei, ma aveva portato via tutto con sé. 
L’arpa che dominava la stanza non c’era più, come le canzoni che non avrebbe potuto più ascoltare, l’armadio era vuoto, mancavano i vestiti che lui amava sfilarle di dosso, il suo profumo era svanito, nell’aria c’era tanfo di muffa, ma la cosa peggiore era che lei non ci fosse.
E se ci fosse stata, sarebbe cambiato qualcosa?
Theon sapeva di non poter rispondere a quella domanda. Le cose erano cambiate, tutto era cambiato.
Se si fossero sposati, prima che Robb raccogliesse i vessilli e fossero partiti per la guerra, lui sarebbe tornato a Pyke con una motivazione diversa.
Non avrebbe chiesto a suo padre le navi lunghe per appoggiare gli Stark, ma gli avrebbe portato in dono Delta delle Acque, di conseguenza Lord Balon non l’avrebbe mai messo alla prova in quella maniera.
Suo padre avrebbe dovuto accettare per forza la richiesta di Robb, se lui fosse stato il marito di Selene. A quel punto, Theon non si sarebbe trovato nemmeno lì a lottare con i suoi fantasmi, ma Selene era lontana e peggio, si era sposata.
Aveva appreso del suo matrimonio tramite un corvo arrivato a Winterfell, gli Stark erano stati invitati a prenderne parte, ma Eddard Stark e le sue figlie erano partiti alla volta di Approdo del Re, Lady Catelyn aveva preso prigioniero il Folletto e si muoveva verso Nido dell’Aquila e Robb era diventato prematuramente Lord, di conseguenza non avrebbe potuto lasciare il castello a se stesso.
Quando Theon apprese la notizia, si sentì vuoto, come se tutte le sue emozioni fossero scomparse di colpo e a riempirlo non ci fosse più nulla, nemmeno il sangue e le ossa, ma la sensazione peggiore la provò quando la rivide.
Quei sentimenti che era riuscito ad oscurare, riapparvero tutti insieme, quando approdò a Delta delle Acque, dopo la vittoria al Bosco dei Sussurri.
Non appena l’esercito di Robb tornò alla fortezza, Theon la vide sgusciare tra i soldati, in cerca del marito. Aveva il viso più pallido del solito, l’espressione stanca, ma non appena rivide Mallister, riacquistò il sorriso, gli corse tra le braccia e si baciarono dolcemente, proprio sotto i suoi occhi. Si domandò perché durante la battaglia, non gli avesse inflitto una ferita, in quell’infernale cozzare di spade, nessuno se ne sarebbe accorto.
Il giovane soldato stava per andare da loro ad interromperli, ma Robb glielo impedì mettendosi una mano sulla spalla.
“Dove hai intenzione di andare?” lo rimproverò.
Non ebbe nemmeno la forza di rispondere, ma al contempo decise che le avrebbe parlato almeno una volta, fintanto che fosse rimasto a Delta delle Acque, e così fece.
La stessa sera la vide seduta sotto un albero, nel Parco degli Dei. Era sola e a quanto pareva desiderava esserlo. Teneva le gambe incrociate sotto le ampie gonne verde bottiglia, le mani sul ventre e guardava verso il cielo, quasi stesse aspettando una risposta.
“Non hai freddo?” le domandò rompendo il ghiaccio. La temperatura era realmente bassa e tirava un forte vento che scompigliava i capelli di entrambi.
Lei lo guardò, uno sguardo lungo ed inquisitore. Le sopracciglia erano inarcate, le labbra contratte. Non sembrava avere intenzione di rispondere, ma lo fece.
“Sono abituata a ben peggio.” rispose ridendo.
Non se lo aspettava davvero, ascoltando quella risata così fragorosa ed allegra, di colpo si sentì catapultato a Winterfell, come se niente di tutto ciò fosse accaduto in quel lasso di tempo.
“Come stai?” fu l’unica cosa che riuscì a chiederle. Si accovacciò accanto a lei e sorseggiò un po’ di birra dal corno che stringeva tra le mani.
“Sollevata, a dirla tutta. Avevo paura che qualcosa potesse andare storto. Che Patrek, Robb o.. - si interruppe di colpo sospirando - t-tu avreste potuto non farcela.” balbettò.
“Quindi ti interessa della mia incolumità? Dopo l’ultima volta che ci siamo visti, immaginavo mi volessi morto trafitto da una dozzina di frecce o peggio ancora, preso in pieno da una mazza da guerra.” ammise sorridendo.
“Ora come ora, lo preferirei.- disse pensierosa. -Magari l’avrei voluto anche in passato, ma per fortuna gli Dei hanno deciso di allietarmi.”
Theon sapeva esattamente a cosa si riferisse e non esitò a chiedere conferma.
“Matrimonio propizio? Bambino in arrivo?”
“Patrek è un brav’uomo, sta imparando ad amarmi ed anche io provo molto affetto per lui. Quando ho saputo che avrebbe dovuto schierarsi, pensavo di non riuscire a sopportarlo.” raccontò pacatamente.
“Beh, per fortuna è andata bene.” replicò in modo sarcastico.
“Ci conosciamo abbastanza da capire che non lo pensi.”
“Volevo solo essere cortese.” assentì sistemandosi meglio. Guardò il suo profilo, la luce lunare sfiorava il suo naso e le sue labbra, lasciando in ombra i suoi capelli che avevano assunto delle sfumature quasi bluastre.
I suoi occhi si persero nella vastità del parco, le foglie continuavano a stormire, sembravano quasi che degli spettatori nascosti stessero sussurrando alle loro spalle.
Theon aveva sempre saputo che quando l’avrebbe vista, niente l’avrebbe più trattenuto. Durante la sua assenza aveva passato ogni giorno ed ogni notte a sognare il momento in cui l’avrebbe riincontrata. Colmava la sua mancanza tra le braccia di altre donne, ma ogni volta che sfiorava un altro corpo, si rendeva conto che non era quella, la pelle che desiderava, non erano quelli, i capelli che voleva annusare, non erano quelle, le labbra che voleva sfiorare. Ed in un solo istante si ritrovò con la sua bocca sulla guancia di lei.Voleva baciarla, ma lei si era ritratta. Tendeva la testa verso la spalla, in modo che lui non potesse arrivare alle sue labbra.
Chiuse gli occhi ed inspirò. “No.” scandì bene.
“Selene, io volevo spiegarti, ma tu non mi hai dato occasione. I miei sentimenti erano, voglio dire sono veri... io... ti amo!” 
La sua voce era incrinata da rabbia e dolore. Avrebbe voluto essere più freddo e non rivelarle tutto così tragicamente, come un ragazzino.
“Sei convinto che non rivolga a te il mio pensiero, ogni giorno che passa? Lo credi davvero? Tu mi hai lasciata andare via. Ho tentato di convincermi che fossi solo uno stupido gioco per te, così da rendere più facile la mia scelta” disse trattenendo le lacrime.
“Se avessi saputo che insistendo ti avrei convinta a restare, l’avrei fatto!” replicò Theon.
“Ormai abbiamo perso.” biascicò con calma.
“Non è una battaglia Selene, possiamo...” non ebbe il tempo di finire, la giovane gli strinse la mano e la portò sul suo grembo.
“Patrek non lo merita, è gentile con me e prima della battaglia abbiamo deciso di voler concepire un bambino. Dovremmo esserci riusciti.”
Theon le accarezzò il ventre, riportando alla mente ogni singolo secondo trascorso con lei. La vide alzarsi e sistemarsi le vesti, lo aiutò a mettersi in piedi e gli sfiorò la guancia con un bacio. 
“C’è una parte di me che sta biasimando questa scelta. Non posso seguire il mio cuore, ne andrebbe dell’onore della mia famiglia, di mio marito, del mio bambino che nascerà, ma tu lo sai, io sono un fiume e tu sei il mare, siamo destinati a rincontrarci, sempre.”

Quelle parole non avevano mai abbandonato la sua testa, ronzavano di continuo, quasi fossero un motivetto incessante.
Ed anche in quel momento le stava ripetendo a se stesso.
Cosa avrebbe pensato Selene di quello che stava facendo? Avrebbe compreso le sue motivazioni?
Quelle domande non avrebbero mai avuto una risposta. Werlag era accanto alla porta, aspettava il suo ordine di procedere.
“Muoviti! Abbiamo molto da fare.” gli ordinò bruscamente. Andò senza più alcuna esitazione verso la camera dove dormiva Bran Stark.
Il suo Uomo di Ferro entrò, prese un respiro e lo seguì.
Selene, perdonami.

 

Fine.


Note: E' la prima fan fiction che termino e mi sento un po' smarrita XD
Intanto vorrei ringraziare tutte le persone che l'hanno seguita, che sia per un po' o fino alla fine, chi ha recensito, ma soprattutto tutte le persone che mi sono state vicine durante la stesura. 
Grazie di cuore. 



 

   
 
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