*Autore: margherota
*Titolo: I love my morning
*Capitolo: MitobeKoganie
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Mitobe Rinnosuke, Koganei Shinji
*Generi: Fluff, Romantico
*Avvertimenti: Shonen ai, Flash fic
*Rating: Giallo
*Note: Altro pair abbastanza classico, per me (L)
Per la Neme, assolutamente (L)
Il concetto di normalità, in casa Mitobe, era stato opportunamente modificato da recenti avvenimenti che avevano alterato un po' tutto il corso naturale delle cose.
Se ormai quell'orda famelica di fratelli e sorelle minori di Rinnosuke consideravano l'ospite alla stregua di un ulteriore componente della famiglia, nel momento in cui capitavano per casa persino i genitori del ragazzo lo trattavano ormai come un lontano parente, così che tutti uniti riuscivano a mascherare l'assurda frequenza con cui Koganei varcava noncurante la soglia di quella casa.
Se fosse stato solo per questo Shinji avrebbe anche potuto farci l'abitudine senza recriminare nulla, anzi. Eppure, sebbene l'abitudine aveva attenuato un po' il fastidio, sentire anche in quella mattina di riposo come prima cosa lo strillo di uno di quei piccoli diavoli non lo rese propriamente felice.
Il viso fu contorto in una smorfia di dolore, le mani alzate alle orecchie e le palpebre strette fino a veder solo bianco; il ragazzo emise pure un basso lamento, simile a quello di un animale in pena – un gatto infastidito, per la precisione.
Si rigirò tra le lenzuola e affondò il viso nel cuscino, nella speranza recondita di finire a quella maniera le sue pene. Fu un odore familiare a salvarlo dal baratro, qualcosa di dolce e persistente, in avvicinamento. Alzò appena il collo e il viso, allargando le narici per riuscire a distinguere tra tutte le altre fragranze presenti la sua, quella tutta per lui.
Qualcuno entrò nella stanza e chiuse la porta con un rumore secco, Koganei girò di scatto lo sguardo e lo vide. Stava sorridendo, con dolcezza, e teneva tra le mani la sua colazione, cucinata esattamente con tutte le cose che più gli piacevano dalle sue mani.
Shinji si sistemò meglio sul letto e attese che Mitobe lo raggiungesse lì, per abbracciarlo, per stringerlo, per fargli le fusa, per ringraziarlo d'esistere.
Nuovo giorno significava stare ancora assieme.