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Autore: Werewolf1991    17/08/2012    1 recensioni
Cosa si è disposti a fare quando, arrivati alla fine del mondo, ci si accorge che c'è ancora qualcuno che merita di vivere?
A cosa si rinuncerebbe, soltanto per avere una possibilità di fare ciò che si ritiene giusto?
Ma, soprattutto, sarebbe abbastanza?
O sarebbe invece solo un ritardare l'inevitabile?
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Pokemon Mystery Dungeon Forsaken

 
Capitolo I : La scelta

 
È successo.
 
È successo, alla fine.
 
È successo e, ovviamente, ormai è tardi per tornare indietro.
 
Come sempre, del resto.
 
È sempre troppo tardi, quando si tratta di noi.
 
Naturalmente sapevamo, tutti noi, che questo sarebbe potuto accadere.
 
Ma nessuno ha mai voluto ascoltare davvero.
 
La verità è una grande nemica del benessere, così come noi lo intendiamo.
 
Non abbiamo ascoltato, quando ci dissero che stavamo andando troppo oltre.
 
Non abbiamo ascoltato quando ci hanno detto che c’erano delle alternative valide.
 
Non abbiamo ascoltato quando le hanno messe in pratica, per dimostrarci la loro efficacia.
 
Non abbiamo ascoltato neanche quando ci hanno dato un ultimatum.
 
Pensavamo di avere più tempo.
 
Pensavamo che non fosse così urgente intervenire.
 
Pensavamo di continuare in quel modo fino ad esaurire le risorse che stavamo utilizzando fino alla fine, poi saremmo passati alle alternative.
 
Tanto c’erano e funzionavano, l’avevamo appurato, quindi che fretta c’era?
 
Ci sbagliavamo.
 
Come sempre.
 
Ma, quando abbiamo tentato una disperata marcia indietro, era già troppo tardi.
 
Ed è arrivata la fine.
 
Mentre le acque trascinano via tutto ciò che avevamo costruito, e la terra si apre sotto i nostri piedi, inghiottendo tutto ciò che vi era posato sopra, non posso fare altro che piangere.
 
Le abitazioni che avevamo costruito, per quanto imponenti ed elevate, nulla possono contro la prorompente forza della natura.
 
Quella stessa natura che abbiamo dapprima venerato, poi sfruttato, credendo di poterla domare.
 
Abbiamo creduto, nella nostra stolta presunzione, che la natura e tutte le sue risorse, fossero a nostra completa e totale disposizione.
 
Che potessimo sfruttarle all’infinito, senza curarci delle conseguenze!
 
Anzi, in realtà, senza che ci fossero conseguenze.
 
Siamo stati ciechi, e la nostra cecità, ha portato a questo.
 
Tutto intorno a me è paura e distruzione.
 
Miliardi e miliardi d’individui fuggono da tutte le parti, cercando di sfuggire all’immenso muro d’acqua che, implacabile, sta per abbattersi su di noi.
 
Le urla di disperazione ed i pianti, si mischiano insieme, creando una melodia di morte, dalla quale si vorrebbe fuggire, ma allo stesso tempo, alla cui inesorabile realtà non è possibile sfuggire.
 
Forse dovrei scappare, come stanno facendo tutti.
 
Forse anch’io dovrei cercare di sopravvivere ancora un po’, come stanno tentando di fare tutti, anche se…
 
In fondo, lo so, è tutto inutile.
 
È inevitabile che tutto finisca.
 
Quindi, a che pro scappare?
 
Questo è quello che penso mentre, lentamente, mi avvicino all’onda, quasi incurante e allo stesso tempo consapevole, della distruzione tutt’intorno.
 
Le urla ed i pianti delle altre persone in fuga accompagnano l’eco sorda dei miei passi.
 
Essi riecheggiano stranamente, nonostante tutto, e tutto il resto sembra distorto, come se non avesse importanza alcuna.
 
Siamo stati sciocchi e ne stiamo pagando le conseguenze.
 
Eppure, nonostante la consapevolezza che quasi tutti lo meritiamo, io so che, in mezzo a tutti noi, c’è ancora qualcuno che forse, merita salvezza.
 
Non è giusto che paghino, per colpa di molti, quei pochi che ancora sanno cos’è il rispetto.
 
Sento che, andando verso l’onda, troverò il modo.
 
Il modo per salvare queste poche anime.
 
La gente mi da della matta, mentre gli passo accanto, ma io non ci bado.
 
Dopotutto, la loro priorità e scappare, quindi anche loro dopo poco, smettono di pensarci e riprendono la loro corsa disperata.
 
L’enorme onda, portatrice di morte, e allo stesso tempo, di liberazione ,poiché essa inghiottendo tutto ciò che incontra sul suo cammino, ripulirà il nostro mondo dalla lordura che noi stessi abbiamo creato , sembra quasi splendere, di una strana luce bianca, mentre il tutt’intorno è completamente nero, a causa dell’oscuramento della luce del sole.
 
Ci sono quasi. Sento gli spruzzi dell’acqua sulla pelle.
 
 Sono consapevole delle nostre colpe.
 
Abbiamo fatto di tutto per arrivare a questo punto.
 
Abbiamo costruito le nostre vite in modo da rendere dipendenti da cose che, in realtà, non ci servivano affatto.
 
Questo, in nome di una vita che, teoricamente, avrebbe dovuto semplificarsi.
 
In un certo senso ci siamo scavati la fossa da soli.
 
Giorno dopo giorno, lentamente, abbiamo preparato il terreno affinché ciò avvenisse.
 
E, contemporaneamente, abbiamo fatto finta di non vedere e di non sapere.
 
Eppure io, vorrei comunque fare qualcosa.
 
 
Sono ormai davanti all’enorme muro d’acqua. Esso brilla più intensamente.
 
Allungo la mano verso di esso, che se ne sta immobile, quasi attendendo la mia reazione.
 
Vorrei poter salvare questo mondo, e le persone che lo abitano.
 
Solo questo desidero.
 
-Lo vuoi davvero?- mi sento chiedere.
 
La voce sembra provenire dallo tsunami.
 
-Si, lo voglio davvero!- affermo, incredula e allo stesso tempo determinata.
 
-Sai che molti di voi non meritano salvezza alcuna.-
 
Riprende severa la voce, riecheggiando nella mia testa.
 
Essa sembra appartenere a qualcosa di antico e potente.
 
Si avverte tutta la saggezza e l’inesorabilità propri dello scorrere infinito del tempo.
 
Quasi come se la voce stessa e l’essere che la possiede, esistano sin dall’inizio di tutto.
 
-Questo lo so!- dico, cercando di persuadere la misteriosa presenza- Ma alcuni di noi ancora lo meritano! Alcuni di noi, non hanno colpa di questo!-
 
-Si, ma sono pochi- insiste l’entità, con tono canzonatorio.
 
-Ogni singola vita è importante, in quanto unica e irripetibile!- è la mia risposta.
 
-E dunque?- è la domanda che mi pone l’essere.
 
-Dunque, anche se ce ne fosse solo uno, che ancora lo merita, io vorrei salvarlo!-
 
L’essere non risponde.
 
Temo che questo possa significare un suo rifiuto.
 
-Saresti disposta a rinunciare a ciò che conoscevi, per salvare ciò che è giusto che si salvi?-
 
Questa domanda mi lascia interdetta.
 
Rinunciare a tutto quello che ho conosciuto è qualcosa che riesco a malapena a concepire.
 
Per un attimo, un terrore mai provato prima s’impossessa di me.
 
Poi passa, aiutato dalla consapevolezza che avrò una possibilità.
 
Prendo un respiro profondo.
 
-Si. Sono disposta a farlo!- prendo la mia decisione e attendo.
 
-E sia!- dice dunque la voce, e, immediatamente, la luce si fa intensa. A tal punto che avvolge completamente tutto.    
 
 

Uff…dove s-sono? Che mi è successo?
 
Non riesco a ricordare più nulla.
 
Aspetta…stavo sognando qualcosa… non riesco a ricordare…
 
Mi sento debole disorientata.
 
Non riesco a riconoscere i dintorni di questo posto.
 
Come ci sono arrivata?
 
è un prato. Verde e rigoglioso.
 
Ci sono dei fiori. Una brezza leggera li smuove.
 
È così rilassante.
 
È notte fonda. Si sentono degli strani versi.
 
Non so perché, ma questo posto mi fa sentire bene.
 
Acc…mi è entrato qualcosa nell’occhio…
 
Adesso vediamo.
 
Ma, un momento!
   
No, non è possibile!
 
Forse è tutto un sogno.
 
Per un momento ho creduto che la mia mano fosse diventata bianca e senza dita.
 
Ma questo non è possibile!
 
Mi sento così stanca…
 
Forse dovrei rimettermi a dormire.
 
Domani penserò al resto.
 
Che strano…
 
Mi è sembrato di sentire qualcuno avvicinarsi…
 
Sarà la stanchezza…yawn…ok, buonanotte, strano posto…
 
Penserò domani…al resto.
 
 
 




Fanalino di coda dell’autrice:

Saalvee! Vi ricordate ancora di me? Spero di si! Voglio innanzitutto scusarmi con tutti quelli che seguono la mia storia “Emperess”, che purtroppo per vari motivi come l’Università, la famiglia e anche un blocco, causato dal fatto che ancora devo definire un dettaglio fondamentale della storia, non ho aggiornato. Spero che mi aspetterete, ma se così non sarà, non posso biasimarvi!
 
Questa storia mi è venuta in mente nei giorni scorsi, ascoltando il brano “Forsaken”  dei Within Temptation, anche se non è un song-fic, anche se parte della vicenda che narrerò prende spunto da lì.

Spero che seguirete questa mia nuova follia, e che vi piacerà! Cercherò di aggiornare al più presto l’altra mia fic, ma fino ad allora, posso solo ringraziarvi infinitamente per tutto il sostegno (e la pazienza) che mi avete dato fin’ora!

Un saluto affettuoso, vostra Werewolf1991
 
  
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