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Autore: Nat_Matryoshka    17/08/2012    4 recensioni
"Era bastato un bacio per cambiare la prima parte della sua vita, e un semplice sguardo allo stesso modo aveva tagliato i legami con quella vita che aveva vissuto fino a quel momento. Si era costruita da sola una lunga serie di illusioni nelle quali si era avvolta come in un bozzolo, convinta di poter vivere in una realtà nata dalla proiezione della sua volontà, finchè questa non le si era rivoltata contro, come uno schiaffo alla parte più vulnerabile del suo io."
[Mystica POV] [X-Men: L'Inizio / X-Men: Conflitto Finale]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Raven Darkholme/Mystica
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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"Il bene torna al bene", diceva qualcuno. Fin da piccola, aveva sempre sentito ripetere quella frase. Si era convinta che, da sola, regolasse le leggi del mondo, immutabile e perfetta. Ma presto -fin troppo presto- le era toccato ricredersi. Niente di ciò che aveva sentito dire valeva come legge, e concetti come bene, male, amore e riconoscenza non facevano eccezione.
Lei aveva amato i suoi genitori, come solo un bambino sa voler bene a chi lo circonda. Loro avevano tentato di ucciderla, si vergognavano di lei.
Desolazione.

Il bene non tornava al bene, dopotutto. Ma aveva solo pochi anni e per fortuna ancora non poteva capirlo.
Aveva vagato senza meta, sola con sé stessa e un cuore ancora acerbo, fino a che qualcosa non era cambiato: lui. Aveva incontrato qualcuno come lei, qualcuno che poteva comprendere come ci si sentisse ad essere così diversa ed accettarla così com'era, senza preferire per lei un aspetto differente. Charles era un uomo buono, come ne esistevano pochi, e riusciva a guardare nel suo cuore di bambina e poi di adolescente come fosse trasparente, un libro aperto per lui che conosceva la chiave per decifrarne la scrittura. Finalmente le era sembrato di aver trovato il suo posto nel mondo.
Speranza.

Le zuffe, gli abbracci, i giochi e le confidenze si erano protratti fino a che non erano diventati degli adulti a tutti gli effetti. Lo aveva seguito durante i suoi studi in Inghilterra; gli era rimasta vicina come una sorella, un'amica, la persona che più lo capiva e condivideva una parte del suo cuore... ed era stato in quel momento, forse, che un qualcosa di più si era fatto strada in lei.
Non si può pretendere di condividere una parte del proprio cuore senza restarne coinvolti: sarebbe come pensare di lasciar cadere un fiammifero su un foglio senza vederlo bruciare tutto poco dopo. Senza che se ne rendesse conto, aveva iniziato a guardare Charles con occhi diversi, non più solo quelli di una sorella, avvertendo una fitta di gelosia quando lo vedeva flirtare con le ragazze incontrate al bar. Per quanto avesse deciso di non darci peso la sensazione restava, ma le bastava un sorriso di lui, la parola giusta al momento giusto, per far tornare le cose come prima.
Sapeva che il suo amore per lui non sarebbe stato ricambiato nel modo che avrebbe desiderato, che per Charles era e sarebbe rimasta la bambina smarrita che si era intrufolata nella sua cucina anni prima... ma in qualche modo le stava bene così. Finchè l'uno avesse avuto l'altra, le loro vite avrebbero continuato a scorrere in armonia, come era sempre andata fino ad allora.

La sorte però ci aveva messo lo zampino. Aveva deciso di far incrociare le loro vite con quelle di Erik Lensherr, un uomo dagli occhi tristi e dal passato ancora oscuro, che portava in sé il seme della vendetta e sapeva bene come far partecipi gli altri di quanto pensasse e provasse. Charles aveva provato a sondare il suo cuore come faceva con tutti gli altri, ma non ci era riuscito: le radici di quel seme si erano introdotte troppo in profondità nella sua anima, tanto da risultare impossibili da estirpare.
Per quanto Charles la conoscesse, non aveva potuto far nulla per evitare che quel seme si impiantasse anche dentro di lei. Aveva iniziato a ripensare alle poche parole che aveva scambiato con Erik, confrontando i suoi pensieri con quelli dell'amico, il desiderio di rivincita e di dominio sugli umani contro un tentativo di pace e di integrazione. Chi aveva ragione e chi torto?
Confusione.

Era bastato poco, ad orientare la sua mente incerta. Poche parole e un bacio, che solo dopo si sarebbero rivelati tremendamente sbagliati, ma che in quel momento le erano sembrati quasi un segno. Forse Charles, nella sua volontà di non leggere mai i suoi pensieri, si era perso qualcosa che avrebbe dovuto sapere, perlomeno per fermarla. Difficilmente sarebbe riuscito a fare qualcosa, non di fronte alla determinazione della quale si era fatta scudo al momento di voltargli le spalle e seguire Erik - anzi, Magneto - nel suo viaggio.

"Hai mai guardato una tigre pensando di doverla coprire?"
Per lei che cercava da lungo tempo una conferma alla sua ricerca d'identità, l'apprezzamento di lui era una sorta di balsamo: non solo Charles, allora, sapeva guardare al suo vero essere, senza alcuna maschera. Erik l'aveva colpita dove nessuno era riuscito ad arrivare, dove anche Hank, per quanto avesse cercato di stabilire un contatto, aveva fallito: alla fine le aveva presentato la realtà per quello che era, ribadendole che nessuno l'avrebbe mai accettata, né amata nella sua vera forma.
Lui di certo no. Per Charles era solo una sorellina. Ma per Erik?
Si era illusa che le cose sarebbero state diverse da quel momento in poi, senza rendersi conto che, per quanto cercasse di percorrere con fierezza la strada che si era scelta, l'atteggiamento di Magneto nei suoi confronti era tutto tranne che amorevole e probabilmente non lo era mai stato. Non che gliene fosse importato molto; l'amore era l'ultimo dei sentimenti che le servivano e di certo non le sarebbe servito a nulla neppure in futuro. Gli anni erano trascorsi, anche se non sulla sua pelle, il suo ideale l'aveva sostenuta, gli scontri si erano susseguiti e allo stesso modo si erano risolti, tutto sembrava scorrere nella normalità. Sembrava, appunto.
Disillusione.

Era bastato un bacio per cambiare la prima parte della sua vita, e un semplice sguardo allo stesso modo aveva tagliato i legami con quella vita che aveva vissuto fino a quel momento. Si era costruita da sola una lunga serie di illusioni nelle quali si era avvolta come in un bozzolo, convinta di poter vivere in una realtà nata dalla proiezione della sua volontà, finchè questa non le si era rivoltata contro, come uno schiaffo alla parte più vulnerabile del suo io. Magneto se n'era andato, le aveva voltato le spalle dopo che lei lo aveva salvato. Aveva bisogno di altre conferme?
Il bene non tornava al bene, dunque. Era solo uno stupido proverbio al quale non credere, una frase fatta che suonava vuota e priva di senso come un involucro a cui mancasse l'interno. Niente poteva salvarla, ora che era sola, nuda e priva della sua vera identità, quella stessa identità che aveva disprezzato per anni e che ora le era stata strappata con tanta, troppa facilità, solo per un gesto che doveva riportare del bene a chi gliene aveva fatto (forse) in passato.
Ma la vita non seguiva mai regole precise. E la sua infanzia e adolescenza ne erano state una prova fin troppo evidente.
Appoggiò la testa contro la grata di metallo che le mordeva la pelle, rannicchiandosi ancora di più in posizione fetale, quasi a voler ridurre il suo corpo al minimo per nascondersi dal mondo esterno.
Charles le aveva fatto tante promesse, e altrettante ne aveva infrante. Per quanto potesse averle promesso, però, che una volta accettata la sua vera sé stessa non l'avrebbe mai perduta, aveva clamorosamente fallito. Su tutta la linea.
Chiuse gli occhi, sconfitta, e tese la mano alla bambina dagli occhi sgranati che abitava ancora nella sua mente e che la cercava, la paura e l'insicurezza dipinte sul viso infantile. Non temere, sembrò dirle, qui dentro ci siamo solo tu e io. E finchè Raven Darkholme sarà Mystica, tu rimarrai assieme a me.
Vendetta.

Per quanto le riuscisse difficile in quella situazione, riuscì a piegare le labbra in un ghigno di rivalsa.
Il bene poteva generare solo del male, i cuori potevano essere spezzati e mai tornare integri, ma un'anima non era così semplice da distruggere. Soprattutto la sua, indurita da anni e anni di prove e delusioni.
Sii felice, bambina. Raven Darkholme non ti lascerà mai sola.
Anzi, Mystica.

Alzò la testa per concedersi una risata, talmente fragorosa da stupirsene lei stessa.
La sua vendetta era appena cominciata.







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Commento dell'autrice:
Riflettere, scribacchiare e riprendere in mano gli appunti scritti precedentemente mentre si è in vacanza e contemporaneamente si tenta di studiare porta a questi risultati.
Era da un sacco di tempo che desideravo dedicare una shot al POV di Mystica - personaggio che adoro, sia in X-Men che nel prequel L'Inizio - e finalmente, dopo aver riguardato sia il terzo capitolo della saga che, appunto, il prequel, ho raccolto un numero di idee sufficienti. Mi premeva di dare la mia versione del rapporto tra Raven e Charles (sempre teso tra l'amicizia e l'amore, almeno da parte di lei) e di quello tra lei ed Erik, dccisamente diverso, almeno da quanto appare in Conflitto Finale... come al solito, il terrore dell'OOC è sempre in agguato, e spero di non esserci caduta D:
Il titolo è una citazione da "A Little Piece of Heaven" degli Avenged Sevenfold, mi piaceva come frase e ho pensato che avrebbe potuto suonare come un'ipotetica "confessione" di una Raven adulta a Charles o ad Erik. Lascio a voi l'interpretazione!
Ovviamente la storia si basa unicamente sui film, in particolare il prequel e il terzo dellla saga, ovvero X-Men Conflitto Finale.

Un grazie infinito a TsunadeShirahime per aver letto le bozze, corretto il correggibile (?) e, come al solito, per avermi aiutata e sopportata/supportata mentre idioteggiavo e prendevo appunti durante la visione di X-Men L'Inizio... e a tutti gli amici che mi spronano a continuare a scrivere con il loro incoraggiamento, sempre prezioso. :3
E grazie anticipatamente ai lettori che leggeranno, e a chi mi farà sapere la sua con un commento o una critica, che sono sempre benaccette!

Nat




 


   
 
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