Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: PositiveNirvana    17/08/2012    3 recensioni
Alex, un giovane ragazzo che è dovuto crescere velocemente e in modo autosufficiente sin da tenera età dopo la morte della madre,un adolescente che deve "badare" anche al padre, un uomo debole, spossato che si butta nell'alcool per dimenticare, trascurando le esigenze del figlio. Non tutto, o quasi, è fortunatamente buio nella vita del ragazzo, che decide di dare una svolta positiva alla sua vita.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quello che si poteva leggere nei suoi occhi era atroce. 

Dai quei suoi occhi languidi ,così stanchi per un’ennesima notte in bianco trascorsa ad aspettare che tornasse, 

traspariva tutto il dolore e l’agonia che portava dentro ormai dai parecchi mesi di sofferenza. 

Seduto lì per terra in mezzo al disordine di quel salotto, sul tappeto ormai coperto di ogni cosa, Alex , così

solo e triste era un ragazzo di quasi 17 anni. Li avrebbe compiuti all'inizio delle vacanze natalizie. Era rimasto fermo lì tutta la notte, ma lui non era tornato, era rimasto con le orecchie tese come un segugio nell’attesa

di sentire la porta d’ingresso aprirsi, in modo da potersi lasciare andare in un sonno pesante, dovuto ad una stanchezza che si stava accumulando sempre più. 

Non fu così. 

Quel giorno era Domenica e ovviamente la scuola non c’era, finalmente poteva mangiare qualcosa dopo 3 giorni. 

Ogni domenica, Alex , andava dalla signora Margherita, per la quale provava un profondo affetto materno,quella donna così buona e gentile, che profumava sempre di focaccia appena sfornata, come quella di mele che gli preparava sempre ogni week-end e che a lui piaceva tanto. Quella buona anima che se l'era preso sotto alla propria ala protettiva dopo la morte della madre.

Un tumore se l'era portata via e Alex, che a 6 anni non era proprio così piccolo da non capire, era rimasto svuotato,spento.. come il bozzolo di una farfalla.

Così lui era rimasto solo con il padre, disoccupato, al quale bastava una o due bottiglie di birra al giorno per 

vivere,stava praticamente tutto il giorno seduto a quel tavolino del bar con i suoi “amici”, senza preoccuparsi 

del fatto che a casa aveva un figlio, che tornato da scuola aveva fame e 

aveva bisogno di energie per vivere e studiare.

Era uno scapestrato senza un soldo, disoccupato e svogliato come nessun'altro… si dava a qualche piccolo furto nelle case, questo Alex lo sospettava senza esserne del tutto certo.. ma preferiva non indagare. 

Per fortuna c’era lei, Margherita, quella santa donna che era entrata come un miracolo grandioso; 

lei lo accudiva come suo figlio, poiché non aveva potuto averne, gli comprava da vestire, 

lo faceva vivere come ogni adolescente vorrebbe vivere l’età più bella in serenità, 

inoltre gli donava qualcosa che andava ben oltre le cose materiali 

e superficiali della quotidianità, gli regalava l’affetto di madre che nessuno in quel momento tanto brutto poteva

rassicurargli. 

In apparenza lui era felice, ma nel profondo del suo cuore c’era una viva ferita. Era lacerato lì dove nessuno 

avrebbe mai potuto guarirlo. 

E lui si sentiva male per questo, per lui significava mentire a Margherita, mentire agli amici 

che gli volevano bene e che realmente gli stavano vicino; 

portava un peso troppo grande nel cuore, non era sicuro che avrebbe potuto aprirsi così tanto con qualcuno. 

Suo padre gli aveva procurato troppe delusioni nel corso degli anni…

 

 

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di una chiave che girava nella serratura, 

sapeva che era lui chi poteva mai essere sennò? 

Sentì dei passi, quattro o cinque, poi si interruppero e un sospiro pesante riempì la stanza insieme ad un forte e quasi insopportabile puzzo d'alcool e sigarette, ma ormai Alex si era abituato a quell'odore e non ci faceva quasi più caso.

 

-Perché non sei tornato?- 

Ci fu un breve attimo di silenzio troppo pieno di tensioni. 

-Avevo delle cose da fare-

-Sarebbe a dire?- Alex lo disse in modo freddo e distaccato.- Le tue “solite cose da fare”?- il padre sapeva a che si 

riferiva e inveì contro il figlio gridando. 

-A te non deve importare di ciò che faccio io di notte, sei abbastanza grande per capire che se vogliamo vivere…-

Alex lo bloccò con lo sguardo fissandolo negli occhi per la prima volta da quando era entrato..aveva i pugni serrati e stringeva i denti come un cane rabbioso.

-Se vogliamo vivere? Ma ti rendi almeno conto di cosa stai dicendo?Se non ci fosse Margherita probabilmente 

a quest’ora sarei ridotto come te.!- 

si, l'aveva detto, non aveva mai mancato di rispetto al padre nonostante non fosse un genitore esemplare, da ammirare, ma nella sua voce c’era amara tristezza e rabbia repressa che per la prima volta venne fuori, 

continuò – mi troverei al bar con una bottiglia di birra in mano, sarei un alcolizzato,un denutrito senza uno scopo nella vita, non potrei andare a scuola, i miei amici non sarebbero dalla mia parte mi 

offenderebbero e sarei mal visto…-

ci fu una breve pausa.. 

- proprio come te…- 

ora una lacrima gli rigò il viso fino a ricadere sotto al mento. 

Il padre cercò di rispondere ma non disse niente, sapeva che aveva ragione, 

ma non riuscì a tirar fuori niente da dire. 

Per alcuni minuti, che sembrarono un’eternità Alex rimase con il volto fisso sul pavimento e il padre continuò a 

guardarlo pensando a cosa dire e alla fine tutto ciò che venne fuori dalla sua bocca fu…

 

-Perdonami-

nel suo tono di voce sembrava esserci della sincerità, ma Alex questa falsa scusa l’aveva sentita e 

sopportata troppe volte ora aveva finito la pazienza. 

-No, non ci riesco, non posso perdonarti, dopo tutto quello che mi hai fatto passare, io non so se riuscirò mai a 

perdonarti…- questa volta pronunciò le parole in modo deciso senza che le emozioni avessero il sopravvento. 

-Credo che la cosa migliore da fare sia che io me ne vada da questo lurido posto 

in cui ho vissuto per troppo tempo, 

forse se Margherita vorrà e se sarà possibile, andrò da lei.. e se non fosse possibile, piuttosto di stare qua, andrò in una

casa famiglia.. o roba del genere.. si vedrà..- 

Si stupì del coraggio che aveva avuto nel pronunciare quelle parole, 

e si stupì anche del padre, non piangeva, ma sul

suo volto vide una forte tristezza mescolata alla delusione per non aver saputo accudire e crescere un figlio. 

 

-Se per te è la cosa migliore, non ti fermerò, so di non essere stato un bravo 

padre da quando la mamma è morta…-

il groppo che aveva in gola era troppo grande.. forse si sarebbe messo a piangere.. 

Alex lo sospettava, ma lasciò che si riprendesse…

-ma se mai vorrai venire a trovarmi io sono qui e ti vorrò sempre bene, capisco la tua scelta e la condivido..- 

Per la prima volta dopo mesi, Alex abbracciò il padre. 

Quello era un abbraccio sincero, è vero forse Alex non avrebbe mai potuto perdonarlo 

per tutto quello che era accaduto, 

per le sue azioni passate, ma in fondo era pur sempre suo padre e gli voleva bene; 

e sapeva che nonostante tutto prima o poi forse sarebbe andato a trovarlo. 

Qualche minuto più tardi i due si staccarono, Alex sorrise e uscendo dal salotto si avviò verso 

la sua stanza dove appena chiusa la porta esplose in un pianto. 

Un pianto silenzioso pieno di malinconia, rabbia e tristezza. 

Seduto sul letto con la testa fra le mani ripensò per la millesima volta a quella ferita troppo profonda, era lì aperta, 

che si faceva sentire costantemente, pulsava nelle vene e nella sua testa come una campana che gli ricordava

ogni singola vicenda triste o dolorosa. 

Non avrebbe mai potuto dimenticare, nessuno ci sarebbe riuscito. 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: PositiveNirvana