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Autore: veda94    17/08/2012    0 recensioni
Una semplice ragazza, dopo una giornata passata tra i libri, verrà catapultata nel settimo libro di Harry Potter, che avrà il punto di vista dei nostri cattivi preferiti! Ovviamente questo personaggio sconvolgerà tutta la vicenda, cosa succederà?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Mangiamorte, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VII libro alternativo
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Veda in Wizardland

Prologo: il corridoio

La ragazza si trovava in biblioteca, ben oltre l’orario di chiusura. Poco prima che tutto diventasse deserto, lei era stata spinta fino al terzo e ultimo piano dalla la sua passione dei libri antichi. Infatti quelle stanze ospitavano quei libri, che la affascinavano oltremodo. Il piano era strutturato in quattro stanze, che erano suddivise in base al periodo a cui risalivano i manoscritti. Gli interni sembravano piccoli labirinti per le persone “estranee” al posto, ma ormai lei li considerava parte del suo “piccolo mondo”, e passava quasi tutte le sue giornate a passeggiare in quei corridoi pieni di libri gialli, raggrinziti e polverosi, ma che avevano un fascino intrinseco. Tra i suoi coetanei, la ragazza era considerata una “topa da biblioteca”, una secchiona insomma, ma non passava tutti i pomeriggi a studiare, tutt’altro, era spesso in giro, quando non era in biblioteca.

Quella giornata si era recata nel suddetto luogo per fare una ricerca di storia, ma si era distratta e si era messa a leggere un romanzo nel terzo piano, abbandonando il compito a sé stesso. L’occhio le cadde sull’orologio: erano già le otto, mentre la biblioteca chiudeva alle sette. Strano che le luci fossero ancora accese e nessuno fosse andata a cercarla. Si girò a disagio, per controllare dietro di sé: aveva sentito un rumore, ma non vide l’ombra di nessuno. Posò delicatamente il libro sullo scaffale e iniziò a camminare. Dopo qualche passo se ne aggiunsero altri, ma quando si fermava la stanza piombava in un silenzio assordante. Cercò di convincersi che i passi erano frutto della sua fantasia, o che fosse il bibliotecario, ma nonostante tutti i suoi sforzi, iniziò a provare un crescente senso di inquietudine. Mentre ascoltava in cerca di nuovi rumori vide con la coda dell’occhio qualcosa muoversi vicino alla finestra, così, spinta dal terrore iniziò a correre. Quando si fermò, alcune stanze più in là, sentì che il misterioso sconosciuto non aveva smesso di cercarla, perché percepì un suono frusciante, come di un mantello che sfiora il terreno. Nonostante tentasse con tutte le sue forze di calmarsi, capiva che ormai aveva ceduto al panico. In fondo alla sala, vicino alla porta vide l’interruttore della corrente, così, con un’idea improvvisa si accinse a spegnere la luce, così lo sconosciuto non avrebbe potuto vederla. Certo, così non poteva guardarsi intorno molto chiaramente, ma tanto lei conosceva quelle stanze come le sue tasche. Facendo meno rumore possibile, si avvicinò furtivamente alla porta che dava alle scale principali che portavano verso l’uscita, la sua unica salvezza, sperando che si potesse aprire dall’interno. Cercando di non pensare alla prospettiva dell’uscita chiusa a chiave, iniziò a scendere lentamente i gradini di pietra, continuando a controllare se dietro di sé ci fosse l’ombra che continuava a seguirla. Non vide nessuno, fortunatamente, ma ormai la paura si era impadronita di lei e non poteva far niente per diminuirla. Così riprese a correre giù per le scale e non si accorse di essere entrata in un ala della struttura a lei sconosciuta. Strano, era come se non riconoscesse casa sua. Si trovava in un corridoio, buio, non c’erano finestre e nemmeno porte che filtrassero un po’ di luce... un secondo: cos’era quello strano bagliore che proveniva dal fondo del corridoio? Si accorse solo in quel momento di essersi fermata, a contemplare la strana, flebile luce. Si diresse verso la porta, perché ci doveva essere una porta, non poteva esserci un’altra spiegazione. Avvicinandosi notò che era di legno scuro finemente intagliata con motivi floreali e rami intrecciati e un pomello d’ottone; aveva un aspetto antico e fragile.

Girandosi vide che il corridoio dietro di sé era scomparso e un muro le bloccava la strada. Rassegnata e disperata al contempo, lei aprì la porta; il cigolio che fece le provocò un brivido di terrore che le percorse tutta la spina dorsale.

Entrò e le si parò di fronte un corridoio immenso, sembrava infinito, scarsamente illuminato. Camminava con passi veloci e rischiò di inciamparsi più volte, a causa dell’agitazione. Il corridoio era costituito da una moltitudine di porte che si stendevano a perdita d’occhio, alcune sembravano come bruciate, ed altre addirittura murate, mentre cert’altre parevano appena costruite. Tutte avevano lo stesso stile, materiale e fattura.

La ragazza si fermò e cominciò a girarsi in torno, notò che sopra lo stipite di ogni porta era posta una targhetta dorata con una piccola scritta, ma erano quasi tutte illeggibili, per via dei tratti sottili e della scarsa luce, infatti tra una porta e l’altra c’erano delle candele che mandavano una luce flebile e tremolante.

Presa dallo sconforto si guardò intorno come in cerca d’aiuto, ma non trovò nessuno, ovviamente, il fatto di essere sola le mise nell’animo uno stato di agitazione tale che riprese a correre fino a che non sentì male ai piedi. Non riusciva neanche più a vedere la porta da cui era entrata, era come scomparsa.

Quando si fermò, si sentiva esausta e affamata, camminò per riprendere pian piano il fiato.

Ormai non guardava più neanche le targhette, tanto non ci avrebbe capito niente di quella scrittura così minuta. Stava pensando di entrare nella prima porta, possibilmente una che non fosse vecchia, non voleva sentire scricchiolii inquietanti, era abbastanza impaurita di per sé.

Quando non sopportò più la stanchezza, la fame e le gambe pesanti, aprì la porta al suo fianco destro, non voleva più stare in quel corridoio che sembrava restringersi man mano che procedeva. Mentre apriva la porta un refolo d’aria spense la candela vicina, togliendole la vista. La scritta sopra il nome era illeggibile, come gli altri, ma la fanciulla riuscì a distinguere le iniziali di due parole: H e P.


Angolo delle autrici:

Per prima cosa: vorremmo ringraziare voi poveri lettori che siete capitati su questo capitolo, che per ora è solo soletto.... abbiate pietà perchè è la nostra prima fan fiction!! Prima o poi sarà accompagnato dal vero e proprio primo capitolo, per ora accontentatevi di questo "assaggio"! siamo aperte, anzi apertissime, a proposte su come continuare quest'assurdità, sono più che volute pure le critiche, l'importante è che commentiate! 

le vostre Ve e Da!!

  
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