Prologo: il corridoio
La
ragazza si trovava in biblioteca, ben oltre l’orario di
chiusura. Poco prima
che tutto diventasse deserto, lei era stata spinta fino al terzo e
ultimo
piano dalla la sua passione dei libri antichi. Infatti quelle stanze
ospitavano quei libri, che la affascinavano oltremodo. Il piano era
strutturato
in quattro stanze, che erano suddivise in base al periodo a cui
risalivano i
manoscritti. Gli interni sembravano piccoli labirinti per le persone
“estranee”
al posto, ma ormai lei li considerava parte del suo “piccolo
mondo”, e passava
quasi tutte le sue giornate a passeggiare in quei corridoi pieni di
libri
gialli, raggrinziti e polverosi, ma che avevano un fascino intrinseco.
Tra i
suoi coetanei, la ragazza era considerata una “topa da
biblioteca”, una
secchiona insomma, ma non passava tutti i pomeriggi a studiare,
tutt’altro, era
spesso in giro, quando non era in biblioteca.
Quella
giornata si era recata nel suddetto luogo per fare una ricerca di
storia, ma si
era distratta e si era messa a leggere un romanzo nel terzo piano,
abbandonando
il compito a sé stesso. L’occhio le cadde
sull’orologio: erano già le otto,
mentre la biblioteca chiudeva alle sette. Strano che le luci fossero
ancora
accese e nessuno fosse andata a cercarla. Si girò a disagio,
per controllare
dietro di sé: aveva sentito un rumore, ma non vide
l’ombra di nessuno. Posò
delicatamente il libro sullo scaffale e iniziò a camminare.
Dopo qualche passo
se ne aggiunsero altri, ma quando si fermava la stanza piombava in un
silenzio
assordante. Cercò di convincersi che i passi erano frutto
della sua fantasia, o
che fosse il bibliotecario, ma nonostante tutti i suoi sforzi,
iniziò a provare
un crescente senso di inquietudine. Mentre ascoltava in cerca di nuovi
rumori
vide con la coda dell’occhio qualcosa muoversi vicino alla
finestra, così,
spinta dal terrore iniziò a correre. Quando si
fermò, alcune stanze più in là,
sentì che il misterioso sconosciuto non aveva smesso di
cercarla, perché percepì
un suono frusciante, come di un mantello che sfiora il terreno.
Nonostante
tentasse con tutte le sue forze di calmarsi, capiva che ormai aveva
ceduto al
panico. In fondo alla sala, vicino alla porta vide
l’interruttore della
corrente, così, con un’idea improvvisa si accinse
a spegnere la luce, così lo
sconosciuto non avrebbe potuto vederla. Certo, così non
poteva guardarsi
intorno molto chiaramente, ma tanto lei conosceva quelle stanze come le
sue
tasche. Facendo meno rumore possibile, si avvicinò
furtivamente alla porta che
dava alle scale principali che portavano verso l’uscita, la
sua unica salvezza,
sperando che si potesse aprire dall’interno. Cercando di non
pensare alla
prospettiva dell’uscita chiusa a chiave, iniziò a
scendere lentamente i gradini
di pietra, continuando a controllare se dietro di sé ci
fosse l’ombra che
continuava a seguirla. Non vide nessuno, fortunatamente, ma ormai la
paura si
era impadronita di lei e non poteva far niente per diminuirla.
Così riprese a
correre giù per le scale e non si accorse di essere entrata
in un ala della
struttura a lei sconosciuta. Strano, era come se non riconoscesse casa
sua. Si
trovava in un corridoio, buio, non c’erano finestre e nemmeno
porte che
filtrassero un po’ di luce... un secondo: cos’era
quello strano bagliore che
proveniva dal fondo del corridoio? Si accorse solo in quel momento di
essersi
fermata, a contemplare la strana, flebile luce. Si diresse verso la
porta,
perché ci doveva essere una porta, non poteva esserci
un’altra spiegazione. Avvicinandosi notò che era
di legno scuro finemente intagliata con motivi floreali e rami
intrecciati
e un pomello d’ottone; aveva un aspetto antico e fragile.
Girandosi
vide che il corridoio dietro di sé era scomparso e un muro
le bloccava la
strada. Rassegnata e disperata al contempo, lei aprì la
porta; il cigolio che
fece le provocò un brivido di terrore che le percorse tutta
la spina dorsale.
Entrò
e le si parò di fronte un corridoio immenso, sembrava
infinito, scarsamente
illuminato. Camminava con passi veloci e rischiò di
inciamparsi più volte, a
causa dell’agitazione. Il corridoio era costituito da una
moltitudine di porte
che si stendevano a perdita d’occhio, alcune sembravano come
bruciate, ed altre
addirittura murate, mentre cert’altre parevano appena
costruite. Tutte avevano
lo stesso stile, materiale e fattura.
La
ragazza si fermò e cominciò a girarsi in torno,
notò che sopra lo stipite di
ogni porta era posta una targhetta dorata con una piccola scritta, ma
erano
quasi tutte illeggibili, per via dei tratti sottili e della scarsa
luce,
infatti tra una porta e l’altra c’erano delle
candele che mandavano una luce
flebile e tremolante.
Presa
dallo sconforto si guardò intorno come in cerca
d’aiuto, ma non trovò nessuno,
ovviamente, il fatto di essere sola le mise nell’animo uno
stato di agitazione
tale che riprese a correre fino a che non sentì male ai
piedi. Non riusciva
neanche più a vedere la porta da cui era entrata, era come
scomparsa.
Quando
si fermò, si sentiva esausta e affamata, camminò
per riprendere pian piano il
fiato.
Ormai
non guardava più neanche le targhette, tanto non ci avrebbe
capito niente di
quella scrittura così minuta. Stava pensando di entrare
nella prima porta,
possibilmente una che non fosse vecchia, non voleva sentire
scricchiolii
inquietanti, era abbastanza impaurita di per sé.
Quando non sopportò più la stanchezza, la fame e le gambe pesanti, aprì la porta al suo fianco destro, non voleva più stare in quel corridoio che sembrava restringersi man mano che procedeva. Mentre apriva la porta un refolo d’aria spense la candela vicina, togliendole la vista. La scritta sopra il nome era illeggibile, come gli altri, ma la fanciulla riuscì a distinguere le iniziali di due parole: H e P.
Angolo delle autrici:
Per prima cosa: vorremmo ringraziare voi poveri lettori che siete capitati su questo capitolo, che per ora è solo soletto.... abbiate pietà perchè è la nostra prima fan fiction!! Prima o poi sarà accompagnato dal vero e proprio primo capitolo, per ora accontentatevi di questo "assaggio"! siamo aperte, anzi apertissime, a proposte su come continuare quest'assurdità, sono più che volute pure le critiche, l'importante è che commentiate!
le
vostre Ve e Da!!