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Autore: darkroxas92    18/08/2012    1 recensioni
E se ci fosse qualcuno che è a conoscenza di tutto quello che è successo, e che succederà, a Shinichi Kudo da quel fatidico appuntamento al Luna Park?
E se questa persona provenisse da un mondo parallelo, dove ha assistito a tutti gli eventi di Detective Conan, e decidesse quindi di aiutarlo, spacciandosi per suo fratello maggiore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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04

E finalmente eccomi qui con il quarto capitolo!
Chiedo scusa per il ritardo, ma sono entrato in quella misteriosa e oscura fase che i scrittori chiamano "Mancanza d'ispirazione" XD
Periciò, prima che io parta, vi lascio il nuovo capitolo, sperando di riuscire a scrivere il prossimo in tempi più brevi XD
Ma prima, le recensioni!

@ MissKuruta: Eh già, anche Heiji è entrato in scena. E non sarà l'unico... Comunque per James, come ho scritto nella descrizione della storia, viene da un universo parallelo, che potrebbe essere il nostro come qualsiasi altro dove esiste il manga di Conan, perciò al momento gioca in vantaggio XD. L'episodio è proprio quello dove appare per la prima volta Heiji, e quindi non sa ancora nulla su Conan.
@ shinichi e ran amore: Beh, volevo sconvolgere un tantino gli eventi XD. Comunque no, James non ha davvero nulla a che fare con Ran e Shinichi XD
Ma chissà, forse presto qualcuno scoprirà la verità sul suo conto...
@ yako_chan: Mi fa piacere sapere che la storia ti sta piacendo. Per Shino, mi sono ricordato che diceva a Conan che aveva controllato casa sua, ma dato che adesso la casa è occupata, quell'evento è stato interrotto da James XD. Per quanto riguarda il disprezzo di James verso l'amore... chissà. Forse in futuro si scoprirà qualcosa in più... XD. Per Ran invece, trovo ridicolo che dopo 800 e passa capitoli non abbia ancora capito chi è Conan, perciò qui l'ho resa un po' più sveglia XD. E infine... credo che Goro nonostante tutto abbia una discreta scorta di soldi... almeno, spero per lui XD
@ cece95: Beh, di certo la storia prenderà una piega diversa, adesso che Ran sa tutto. Per quanto riguarda James., non sbaglio a dire che è Dark, perché la base è la stessa. Semplicemente, non è un custode XD
@ kureiji13: tranquillo , la storia andrà avanti. Un po' a rilento, perché comunque la mia priorità è "Equilibrio", però anche questa andrà avanti (anche se molto probabilmente non sarà lunga come l'altra fiction XD)

E ora... Buona lettura a tutti!

Capitolo 04: Misteri e verità. L’apparizione del mago!
“Sarai anche un liceale tornato nel suo corpo da bambino, ma se credi di essere la cosa più strana del pianeta… Beh, ti sbagli di grosso, Kudo Shinichi!”
Ran continuava a guardare, senza però vederlo, il libro di fronte a lei.
Non bastò nemmeno la campanella per destarla da quello stato, e fu solo grazie a Sonoko se tornò in sé.
“Insomma, si può sapere che cos’hai?” le chiese l’amica. “Ormai sono giorni che sei come uno zombie!”
Ran la guardò per qualche secondo, per poi distogliere lo sguardo.
“Non è nulla… Sono solo un po’ stanca…”
“Lasciami indovinare: ancora preoccupata per Kudo, vero?”
Ma Sonoko si accorse subito di come Ran aveva chiuso le mani a pugno sentendo quel nome.
“S-Scusa, non volevo…” si affrettò ad aggiungere, guardando l’amica alzarsi di colpo, per poi prendere lo zaino e dirigersi verso l’uscita.
“Scusami Sonoko, ma non sono dell’umore giusto per uscire.” Disse velocemente, sparendo oltre la porta, non prima di aver lanciato un’occhiataccia a James, il quale non ci fece caso.
“Ma che diamine le hai fatto?” li chiese Sonoko. “Sono giorni che continua a guadarti male. È un trattamento che non aveva mai riservato a nessuno.”
“Non ne ho idea.” Rispose lui tranquillo.
“Su, un detective come te che non riesce a risolvere un caso come questo?” lo provocò la ragazza.
“I detective non sono esseri onnipotenti. Sono pur sempre un normale essere umano… forse.” Disse James, ridacchiando.
“Umano o alieno che tu sia, ci rimarrai secco prima o poi se continui a provocare Ran.”
“Chissà… Sono uno che lascia le cose in mano al destino. Andrà come deve andare.” Rispose, andandosene.

 

Ran, non appena arrivata a casa, lanciò furiosa lo zaino sul divano, dirigendosi subito in camera sua, sotto lo sguardo sorpreso del padre.
Non appena fu da sola, aprì un cassetto, tirando fuori un album di foto.
Senza esitare prese il suo cellulare, cominciando a far scorrere le foto che aveva scattato.
Si fermò solo quando giunse a una foto di Conan, che confrontò subito con una che ritraeva lei e Shinichi da bambini.
“Che stupida…” disse, mentre una lacrima silenziosa scendeva lungo la sua guancia. “Ho avuto la risposta per tanto tempo sotto gli occhi, e non l’ho voluta vedere…”
“Oi Ran, tutto a posto?” chiese Goro da dietro la porta.
“Sì… tutto bene…” rispose la ragazza, per poi cominciare a scrivere un messaggio sul cellulare.

James sbadigliò sonoramente, tornando a fissare il testo sul suo cellulare.
“Mi chiedo se sto facendo bene…” mormorò, poco prima che la sua mano tremasse, mentre il testo veniva sostituito dall’avviso di una nuova e-mail.
Dopo aver letto, un ghigno apparve sul suo volto.
“Ma certo, vieni pure, Angel! Ora che hai risolto il mistero, posso passare alla fase due!” esclamò divertito, cominciando a compore la risposta.
Dopodiché si mise in tasca il cellulare, per poi uscire velocemente di casa.

 

Ran raggiunse la cima della Torre di Tokyo dopo circa mezz’ora da quando aveva ricevuto il messaggio che le diceva di dirigersi lì.
Come previsto, James era già lì, a guardare il panorama della città.
“E così…” cominciò lui, senza nemmeno girarsi. “Hai fatto come ti ho detto e hai indagato.”
“A dir la verità ho sentito tutto per sbaglio da te, dopo il caso del diplomatico. Ero venuta da voi per vedere come stava Conan, ma quel che ho sentito mi ha sconvolto.”
Il ragazzo sorrise.
“E quindi?”
“Ho fatto delle ricerche. Ho cercato tutti gli Edogawa grazie a un registro in biblioteca, e poi tramite internet. Non ho trovato nulla, né su Conan né su di te. E infine, oggi ho confrontato una foto di Conan con una di Shinichi di quando eravamo bambini.”
“Incredibile come un paio di occhiali possano depistare, vero? Ora che ci penso, anche Superman si nascondeva allo stesso modo.”
“Ma com’è possibile? E perché non mi ha detto nulla?!” esclamò Ran.
James sospirò, per poi girarsi.
“APTX4869.” Disse serio. “Questo nome è la causa di tutto.”
“Come scusa?”
“Sta per APOPTOXIN4869. Ed è il veleno che Shinichi è stato costretto ad assumere.”
“Veleno?!” ripeté spaventata Ran.
“Proprio così. Ti ricordi la sera in cui è scomparso? Quei due uomini vestiti di nero?”
Ran annuì.
“Se Shinichi venisse a sapere che ti sto rivelando tutto quando, probabilmente non mi perdonerebbe mai, perciò prima di continuare devo chiederti di non farne parola con nessuno oltre a me. Per il momento, almeno.”
La ragazza lo guardò sorpresa.
“Perché dovrei-”
“Perché questo non è un gioco. Shinichi rischia continuamente la vita, e come lui anch’io e Agasa. E se ti rivelo tutto, anche tu entrerai in questa cerchia. Sei pronta ad assumertene la responsabilità?”
Ran annuì seria.
“Va bene, farò come vuoi. Ma ti prego, dimmi che cos’è successo!”
“Shinichi inseguì quei due, insospettito dal loro atteggiamento, scoprendo che erano coinvolti in attività criminali. Per sua sfortuna, venne scoperto e tramortito. Per non sporcarsi le mani, i due decisero di farli assumere un nuovo tipo di veleno, ma decisero di non restare a guardare, e così non scoprirono i veri effetti del veleno.
Quando Shinichi riprese i sensi, si rese conto di essere tornato bambino. Arrivato da Agasa, gli spiegò la situazione, e dopo averlo convinto di essere davvero Shinichi, seguì il suo consiglio di non rivelare a nessun altro chi era. Il resto credo tu lo sappia già.”
“Allora chi era il Shinichi apparso l’altro giorno? Conan era malato e non-”
“Era lui. Per una fortuita serie di eventi, più precisamente il raffreddore e l’arrivo di Hattori con il suo liquore, si è scatenata una temporanea reazione al veleno, che gli ha permesso di tornare al suo vero aspetto. Ma come hai visto, è durato per ben poco tempo.”
“Ma chi erano qui due? E perché Shinichi è rimasto nell’ombra tutto questo tempo?”
“Shinichi ha scoperto che quei due non agiscono da soli. Fanno parte di un organizzazione criminale che ha esponenti ovunque. Per questo non ti ha voluto informare, anche se spesso è stato Agasa a fermarlo in tempo. Per lui è dura, sai? Ti vuole così tanto bene che soffre più di tutti per questa storia.”
Ran lo guardò sorpresa.
“E sua madre? Chi era in realtà?”
“Proprio sua madre. Sai bene che è un attrice, e Agasa ha informato subito i suoi genitori, che volevano portarlo in America per farlo stare al sicuro. Ma indovina, per chi ha rifiutato?”
“E tu? Tu chi sei realmente? Non hai alcuna relazione con me o Shinichi, però sei a conoscenza di tutta questa storia!”
James sorrise.
“È ancora presto per sapere la soluzione di questo mistero. Fatto sta che sono qui per aiutarvi. Come avrai capito, so molto di più su tutto questo, come dimostra il fatto che ero già a conoscenza degli effetti di quel liquore.”
“Non è che fai parte… di quell’organizzazione?”
James scoppiò a ridere.
“Per quanto possa piacermi il colore nero, sono incapace di uccidere qualcuno. E in quell’organizzazione questa è la base per farne parte. Inoltre, secondo te non avrei già consegnato Kudo, se fossi uno di loro?”
“E allora che cosa ci guadagni ad aiutarci? Perché lo fai?”
Il volto di James perse subito il sorriso.
“Perché è tutto quello che mi rimane da fare. È il mio scopo.” Rispose freddo.
“Come sarebbe a dire?”
“Quello che ho detto. Io sono qui solo per aiutarvi. Ma ora dimmi… immagino tu voglia aiutare Shinichi adesso che conosci tutta la storia, vero?”
“Che razza di domanda! Certo che voglio aiutarlo! Ci sarà un modo per ripotarlo come prima, no?”
“Questo non lo so nemmeno io. Però posso suggerirti un modo per poterlo aiutare senza fargli scoprire che sai tutto.”
“Ovvero?”
“Diventa la mia assistente.” Disse James. “Vieni a stare con noi a casa di Kudo.”
Ran sgranò gli occhi.
“C-Che cosa?” fece incredula.
“Hai capito bene. Se vuoi aiutarlo, allora resta al suo fianco fingendo di essere una mia assistente. Dopotutto sei la figlia del detective Mori, non sarà difficile farlo credere.”
“Grazie tante, mio padre non ha più risolto un caso...”
“Questo perché Conan non è più da voi. Era grazie a lui se tuo padre risolveva dormendo tutti i casi.”
“Come sarebbe a dire?”
James si portò davanti alla bocca il suo orologio.
“Sarebbe a dire…” rispose, usando la voce di Shinichi. “Che il nostro caro detective liceale di fiducia aveva i suoi metodi per risolvere i casi senza farsi vedere da nessuno.”
Ran lo guardò incredula.
“Addormentava tuo padre e usava la sua voce per risolvere i casi. Lo stesso trucco che ha usato con me negli ultimi tempi, solo che io fingevo di parlare, come fa anche Agasa quando tocca a lui risolvere i casi. Mentre qualche volta è stata Sonoko a prendere il posto di Goro.”
“Quindi c’è sempre stato lui dietro a tutto, eh?” fece la ragazza, sorridendo. “Avrei dovuto capirlo subito…”
“Beh, che cosa vuoi fare allora?” chiese James.
Ran si avvicinò al bordo del terrazzo, guardando anche lei il panorama.
“D’accordo. Vi aiuterò facendo finta di nulla. Ma in cambio… voglio che tu mi dica tutto ciò che sai. Voglio sapere la verità sul tuo conto.”
James la fisso, per poi portare la mano in tasca e prendendo il cellulare, cominciando a cercare qualcosa nella memoria.
“Ne sei sicura? La verità sul mio conto potrebbe sconvolgerti ulteriormente. Nemmeno Shinichi, come nessun altro in questo mondo ne è a conoscenza.”
“Questo mondo? Perché parli sempre come se questo non fosse il tuo mondo?”
Come risposta, James le porse il cellulare.
“Prendilo e leggi la risposta solo se sei sicura di volerlo sapere. Una volta che avrai letto, non potrai più fingere di non sapere. Facendo ciò, cambierò irrimediabilmente gli eventi. Perderò il mio vantaggio.”
Dicendo ciò, James sorrise, mentre Ran prendeva il cellulare in mano, cominciando a leggere.
“Ma in fondo, che gusto c’è a giocare senza alcuna difficoltà?” concluse il ragazzo, osservando la compagna di classe spalancare gli occhi.

 

“Sono a casa!” urlò Conan, aprendo la porta.
“Bentornato!” esclamò Ran, apparendogli davanti, facendo spaventare il bambino.
“R-Ran!” fece questi, riprendendo fiato. “Che sorpresa! Come mai sei qui?”
“Dovrai abituarti all’idea.” Rispose James, raggiungendoli. “Ho assunto Ran come assistente, e le ho proposto di trasferirsi qui. In fondo ci sono tante stanze vuote.”
Conan lo guardò per qualche secondo.
“Come scusa?” chiese infine, sperando di aver capito male.
“Già. Mi ha detto che così potrò avere maggiori possibilità di incontrare Shinichi. E poi, devo ammettere che da quando mio papà non è più contattato per i casi, mi annoio un po’.”
“D-Davvero?” chiese il bambino, senza riuscire a nascondere la sua sorpresa.
“E visto che non posso di certo dire che il mio assistente è un bambino, ho deciso di aumentare a tre il personale.”
“Così, di punto in bianco? E senza dire niente a Shinichi?!”
“Non credo gli dispiacerà troppo. E poi, quando tornerà, se vorrà me ne andrò.” Rispose Ran.
Conan la guardò sorpreso, per poi sospirare.
“Fate come volete.” Sbottò, dirigendosi verso le scale, non potendo così vedere il sorriso sul volto della ragazza.


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La campanella suonò, dando così il via agli studenti di uscire dalle aule.
James prese lo zaino, avviandosi verso l’uscita.
Ma prima di poter uscire, si ritrovò di fronte Sonoko, che li impedì di passare.
“E ora che cosa succede?” chiese lui, sospirando.
“Succede che tu e Ran mi dovette qualche spiegazione!” esclamò la ragazza, indicando lui e l’amica, che si avvicinò curiosa.
“Di che cosa stai parlando?”
“Del fatto che improvvisamente voi due andate d’amore e d’accordo! Dovete dirmi subito che cos’è successo!”
“Niente di ché. Semplicemente l’ho assunta come assistente.” Rispose tranquillo James.
“Tu hai fatto che cosa?!” esclamò Sonoko, girandosi verso l’amica, che sorrise.
“Già. Me lo ha proposto, e dato che la paga è buona, ho accettato.”
“Ma credevo tu odiassi i misteri!”
“La verità è che dopo tanto tempo che mio padre è rimasto coinvolto in continui misteri, ora che non succede più mi annoio un po’… così ho accettato subito. Inoltre, chissà se così Shinichi non torni indietro.”
“Shinichi, Shinichi e sempre Shinichi… Ran, amica mia, dovresti fare come tutte le altre ragazze di questa scuola.”
“Ovvero?”
“Ovvero cercare di capire chi è il fantastico Kaito Kid!” esclamò Sonoko, chiudendo le mano insieme e sospirando speranzosa.
“Oh, quel maghetto da quattro soldi?” fece James, attirandosi immediatamente lo sguardo irato di tutte le ragazze presenti ad esclusione di Ran.
“Sta zitto tu! Non possiedi nemmeno una briciola del suo fascino, e lui per te è un mistero completo!”
“Ne sei sicura?” fece il ragazzo, facendo un ghigno quando vide lo sguardo sorpreso della ragazza.
“Che cosa vuoi dire?” domandò, mentre James e Ran la superavano.
“Ho scoperto già da tempo chi è veramente Kid.” Disse. “E so anche dove si trova. Oltre al fatto che so anche il perché ruba solo pietre preziose, restituendole sempre.”
“Tu hai fatto cosa?!” esclamò Sonoko, mentre tutti, nessuno escluso, si giravano verso di lui.
“Non è stato difficile mettere insieme tutti gli indizi. Non è poi così furbo come sembra. Inoltre, per smascherarlo basta non conoscere il giapponese.”
“Basta non conoscere il giapponese? Che vuoi dire?”
“Ho già parlato troppo. In fondo, lui potrebbe anche fermarmi prima che io continui a parlare, visto che sono sicuro che in questo momento mi stia ascoltando.”
“Aspetta un secondo tu!” esclamò una voce dal corridoio, anticipando una ragazza dai capelli castani, che rimase ferma a guardarlo.
“Sentiamo, che cosa avresti scoperto tu che mio padre non sa?” fece lei, continuando a fissare furiosa James.
“Tuo padre? Oh, allora tu devi essere Aoko Nakamori, esatto?”
“Proprio così! E non sopporto i ragazzi come te che credono di sapere tutto. Hai le prove per dimostrare ciò che affermi?”
“Le prove? No, sinceramente non ancora… e non ho nemmeno interesse nel raccoglierle. Personalmente, il massimo di cui potrei accusare Kid è di essere un buon tempone. Non ha mai tenuto niente di quel che ruba.”
“Questo non lo giustifica affatto!” replicò lei, puntandoli un dito contro. “E sono le persone come te che lo spingono a continuare a commettere i suoi crimini!”
“Davvero? Quindi ora che cosa vuoi fare? Io non ho fatto nulla contro la legge, perciò non puoi accusarmi di nulla.”
“E chi ci dice che non sei tu Kid in realtà? Dopotutto, sei un nuovo studente, sbucato fuori dal nulla e-”
Ma qui la ragazza s’interruppe vedendo Sonoko ridere.
“Ti stai sbagliando. Lui non può essere in alcun modo Kid. È troppo diverso, inoltre è il fratello maggiore del moccioso che spesso e volentieri mette in difficoltà il nostro ladro preferito.”
“Che cosa?” domandò Aoko, girandosi verso James, che sorrise divertito.
“Bene, ora se non vi spiace, io avrei un agenzia da mandare avanti. I clienti non aspetteranno di certo i miei comodi.” Disse, per poi allontanarsi.
“Scusalo.” Fece Ran. “Non è abituato a tenersi dentro quel che pensa.”
Detto ciò, anche la ragazza corse via, lasciando tutti i suoi compagni increduli.
Aoko invece era ancora furiosa.
“Fratello o no di Conan, non può di certo avere scoperto qualcosa che mio padre non sa!” tuonò, poco prima di ritrovarsi un mazzo di fiori davanti.
“Di che cosa ti preoccupi?” chiese un ragazzo alle sue spalle, sorridendo. “Di sicuro quel tipo stava bluffando. Tuo padre insegue Kid da anni, non può aver scoperto qualcosa in più di lui.”
“Per una volta tanto hai ragione, Kuroba.” Ammise la ragazza. “E poi che razza di stupidata sarebbe quella che basta non conoscere il giapponese?”
“Non fateci caso.” Si intromise Sonoko, mentre gli altri studenti si allontanavano. “James è fatto così. Non appena arrivato ha messo subito in chiaro il suo odio verso l’amore, dicendo che è un sentimento inutile. Deve essersi occupato di fin troppi casi di omicidio per pensarla così…”
“Ma davvero… che tipo strano.” Fece Kuroba, per poi girarsi verso Sonoko. “Hai detto che è il fratello di quel Conan che mette spesso in difficoltà Kid, esatto?”
“Già. È arrivato qui qualche settimana fa, dopo aver viaggiato per il mondo, e ha subito aperto un’agenzia investigativa a casa di Kudo. Mi sorprendo che Kid non lo abbia ancora incontrato…”
“Probabilmente non ha alcun interesse a sfidarlo.” Rispose Kuroba. “Forse non ha nulla di prezioso.”
“Chissà… Ma te lo dico io, secondo me quello lì nasconde qualcosa. E se fossi in Kid, cercherei di scoprire che cosa!”


“Senti…” fece Ran, dopo essersi assicurata che nessuno potesse sentirli. “Ma davvero sai chi è in realtà Kaito Kid?”
“Certo.” Rispose James. “Anzi, ti dirò di più: era lì presente durante il mio dibattito con Nakamori.”
“Stai dicendo che è uno studente come noi? Mai è impossibile, agiva già molti anni fa e-”
“E ha fatto una lunga pausa. Strano, no?” replicò subito il ragazzo. “Probabilmente era suo padre il Kaito Kid originale, e lui ne ha solo preso il posto. Anche Lupin III in fondo ha seguito le orme di suo nonno, perciò non ci vedo nulla di strano.”
“Quindi devo dedurre che quello che mi hai mostrato è solo una parte della verità, vero?”
“Esatto. Ci sono segreti che è ancora presto per rivelarli… ma a tempo debito, vi sarà tutto chiaro.” Rispose James, per poi fermarsi per guardare il cielo.
Ran lo guardò in silenzio, per poi sospirare.
“Allora io vado avanti.” Disse, cominciando ad allontanarsi.
Il ragazzo annuì, per poi abbassare la testa, rimanendo fermo ad osservare la ragazza allontanarsi.
“Allora, che ne dici di saltare fuori… Kid? Tanto so che mi stai seguendo da quando sono uscito da scuola.” disse improvvisamente.
“I miei complimenti. Sembra proprio che la tua fama non sia una fantasia.” Rispose una voce. “In compenso, sembra proprio che tu abbia un grande segreto, o sbaglio?”
James si girò, ritrovandosi di fronte al famoso Kaito Kid, che lo guardava con il suo solito sorriso stampato sul volto.
“Devo dire che non credevo ti saresti veramente mostrato. Anche se il fatto che io abbia detto a tutti di sapere chi sei deve averti spinto ad agire subito per verificare se fosse vero.”
“Quindi era una tua trappola?” si finse sorpreso il ladro. “Beh, si vede che sei il fratello maggiore di Conan. Siete furbi allo stesso modo.”
James sorrise.
“Andiamo, non mi prendere in giro. Hai capito subito che io e Conan in realtà non siamo lontanamente parenti.”
“Se per questo, tu sai bene che sono un mago dei travestimenti. Colui che credi che io sia potrebbe essere una delle mie maschere, no?”
James sorrise, per poi girarsi.
“La verità la terrò per conto mio… Se la desideri, dovrai rubarla.” Disse, allontanandosi.
Non fece che pochi passi che sentì qualcosa sfrecciare nell’aria.
Alzò una mano, afferrando al volo una carta, provocandosi così un piccolo taglio.
“Come desideri.” Fece la voce di Kid, mentre lui spariva avvolto dal fumo.



        Al misterioso ragazzo


        Stanotte ruberò, come da tua richiesta

        la verità a te tanto cara.
        Riuscirai a impedirlo?

“Kaito Kid ha fatto che cosa?!” urlò Conan, mentre James mostrava a loro il biglietto.
“A quanto pare, non ha gradito la mia provocazione.” Rispose tranquillo il ragazzo.
“Questa sarebbe la prima volta che Kid ruberebbe una cosa simile…” rifletté Ran.
“Beh, non importa. Tanto il suo colpo è destinato a fallire. La verità è tutta dentro la mia testa… e per quanto Kid possa essere bravo con i trucchi di magia, non può di certo rubarmi i ricordi.”
“Io da lui potrei aspettarmi di tutto…” commentò Conan.
“Certo, se dovesse rivolgersi a una sua amica-nemica, le cose potrebbero anche volgere a mio sfavore… ma conoscendolo, dubito fortemente che lo farà.”
“Di chi stai parlando?”
“Mio caro piccolo detective, Kid è più misterioso di quanto tu creda.” Fece James, per poi dirigersi verso camera sua. “Ora scusatemi, ma voglio accoglierlo nel migliore dei modi. Se chiama qualcuno, dite che per oggi l’agenzia è chiusa.”
“Non avverti la polizia?” domandò il bambino.
“Sarebbe solo d’intralcio.” Replicò il ragazzo, chiudendosi la porta alle spalle.
Facendo attenzione a non fare rumore, fece scattare la chiave, chiudendosi dentro.
“Allora…” mormorò, prendendo uno zaino nascosto sotto il letto e tirando fuori un computer portatile. “Vediamo un po’ di ripassare la lezione.” Continuò, sorridendo e accendendo il pc, collegandolo subito al suo cellulare.

“Mi chiedo che cosa stia combinando…” fece Conan, sbadigliando, mentre Ran preparava la cena.
La ragazza lo guardò con la coda di un occhio, sorridendo pensando a quanto fosse bravo a recitare la parte del bambino.
“Forse sta preparando qualche trappola. Dopotutto, abbiamo a che fare con quello che molti definiscono l’erede di Lupin III.”
“Con la differenza che Lupin usava trucchi chiamandoli trucchi, e non metteva su spettacoli di magia.” Disse una voce, anticipando Heiji.
“Hattori!” esclamò Conan. “Che cosa ci fai qui? E come hai fatto a entrare?”
“Calmati Conan.” Disse James, raggiungendoli. “L’ho chiamato io.”
“E perché lo hai fatto?” continuò il bambino.
“Semplicemente perché ho creduto fosse meglio chiamare il secondo detective del Giappone.” Rispose lui, ignorando lo sguardo storto di Hattori e Conan e sedendosi subito davanti al tavolo.
“Nonostante ciò, se tutto va come previsto, Kaito mi porterà direttamente l’ultimo elemento che voglio aggiungere a questa squadra.”
“Ultimo elemento?” chiese Ran, mentre Conan e Heiji lo guardavano curiosi.
“Già. Hattori, non ti ho chiamato solo per questo caso. Mi piacerebbe che anche tu ti unissi a questa agenzia investigativa.” Disse senza mezzi termini James.
“Che cosa?!” esclamarono insieme i due detective.
“E perché dovrei?” chiese il detective dell’ovest.
“Perché se ti unisci a noi, potrai risolvere molti casi, oltre che venire coinvolto in quello più misterioso di tutti.”
Sentendo quella frase, Conan spalancò gli occhi preoccupato.
“Si tratta forse del caso di cui si sta occupando Shinichi?”
“Ne è in parte collegato. Ma a dire la verità… è il caso per cui sono giunto qui.”
“Uh? Non sei venuto qui per occuparti di questo moccioso?” chiese Hattori, indicando Conan, che si trattene dal replicare.
“Quello è solo uno dei motivi. Ne ho diversi, di cui vi rivelerò solo in parte.”
“Spiegaci tutto quanto.”
“Questo caso è strettamente collegato anche a Kaito Kid. È il motivo per cui continua a cercare una cosa ben precisa, e per confondere le idee, continua a commettere i suoi furti.”
“Ovvero?”
“Suvvia, dovrebbe esservi chiaro che i due Kaito Kid apparsi finora non sono la stessa persona. Sono passati diversi anni dall’ultima apparizione del primo Kid, e ora ne è apparso un successore fin troppo fedele. La spiegazione direi che è semplice.”
“Il Kid attuale probabilmente è il figlio del primo, che si è ritirato per qualche misterioso motivo.” Concluse Conan.
“Bingo, detective.” Fece una voce proveniente da fuori la stanza, mentre una sagoma appariva di fronte alla porta.
Sotto gli occhi sorpresi di tutti ad esclusione di James, Kaito Kid era di fronte a loro, con un computer portatile in mano.
“I miei complimenti, sei veramente ben informato sul mio conto.” Continuò il ladro, sorridendo. “Tuttavia, io sono riuscito nel mio furto. Qui dentro ci sono tutti i file riguardanti la tua verità, no?”
“Così parrebbe.” Rispose James tranquillo. “Ma un vero ladro dovrebbe verificare, no?”
“Ci ho provato, ma sfortunatamente, non ho le conoscenze informatiche necessarie per superare le protezioni che hai messo su questo computer. E devo ammettere che non ho mai visto questo sistema operativo. Perciò sono venuto qui per chiederti la password.”
“E credi davvero che io te la dia così facilmente?”
“Beh, il tuo computer è sempre in mano mia, e nel peggiore dei casi, dovrò solo mettermi a studiare un modo per prendere i dati aggirando le protezioni.”
“Sempre ammesso che lì dentro ci siano veramente i dati che cerchi.” Replicò James, sorridendo e tirando fuori il suo cellulare.
“Sapevo che mi stavi tenendo sotto controllo. Così ho finto di prendere dei dati dal computer. In realtà, tutti i dati che mi riguardano non sono memorizzati da nessuna parte se non nel mio cervello.”
Kid lo guardò leggermente sorpreso.
“E perché tutta questa messinscena? Speri forse di potermi catturare?”
“Non ne ho alcun interesse, mi sembrava di essere stato chiaro stamattina a scuola. La verità è, mio caro Kid, che desidero tu ti unisca al nostro gruppo di detective.”
Per qualche secondo nessuno parlo.
“Che cosa?!” urlarono insieme Conan e Heiji.
“Stai scherzando, vero?” esclamò il bambino. “Perché dovremmo collaborare con un ladro?!”
“E io non ho alcun motivo per unirmi a dei detective.”
“Pandora.” Disse semplicemente il ragazzo, facendo congelare sul posto il ladro. “La pietra dell’immortalità.”
“E tu come fai a sapere anche questo?” disse per la prima volta seriamente il ladro.
“So abbastanza per sapere che tuo padre è stato ucciso dalla stessa organizzazione che adesso sta cercando Pandora. E so anche che il tuo obiettivo è trovare Pandora prima di loro, per impedirgli di diventare immortali. Oltre che per vendicare tuo padre, Kuroba Toichi. Non è così… Kuroba Kaito?”
“Cosa?!” esclamò Ran incredula, mentre il ladro rimase al suo posto, immobile.
“È impossibile!” fece Conan.
“Per smascherarlo basta non conoscere il giapponese… era a questo che ti riferivi, non è vero?” chiese la ragazza a James, che sorrise.
“In effetti, per noi giapponesi è normale non associare i due nomi, dato che si scrivono diversamente e si pronunciano leggermente diversi. Ma per uno che non è pratico della lingua, viene naturale pronunciarli allo stesso modo.” Rifletté Heiji.
“Potrei averlo fatto apposta, no?” fece Kid. “Per far cadere i sospetti su di lui.”
“Oh, certo, è vero. Tuttavia, basterebbe andare a casa tua e girare un quadro ben preciso, e la verità verrebbe a galla.”
Il ladro rimase in silenzio per qualche secondo, per poi sospirare.
“Mi hai proprio fregato, eh? Però chi ti dice che io ora non vi eliminerò tutti per assicurarmi che non lo diciate a nessuno?”
“Perché tu non uccidi. Non hai nemmeno una vera pistola con te. E poi te l’ho già detto, non ho alcuna intenzione di consegnarti alla polizia. Se ti unisci a noi, possiamo aiutarti a trovare Pandora, e a fermare quell’organizzazione di criminali.”
“E loro? Non mi sembrano molto propensi a collaborare.”
“Tranquillo, nemmeno loro diranno qualcosa alla polizia.”
“E questo chi te lo dice?!” esclamò Heiji.
“Perché se lo doveste fare, sarò costretto a usare risorse che preferirei evitare. E poi, così facendo, non aiuteresti Shinichi.”
“Shinichi? Non è quel ragazzo detective che frequentava la nostra scuola, scomparso nel nulla?” chiese Kid.
“A dir la verità, lui al momento è il più impegnato di noi. Sta inseguendo un caso che lo mette continuamente in pericolo. Non posso ancora darvi i dettagli… sarà lui a fornirveli quando potrà.”
“Ma pare ci vorrà ancora un po’.” s’intromise Conan, guardando male James. “Però se le cose stanno veramente così, credo che nemmeno lui sia contrario al fatto che Kid si unisca a questa squadra. Immagino però che sia sottointeso che smetta di commettere furti.”
“Questo è ovvio.” Fece James, per poi voltarsi verso Kid. “Allora, che ne dici?”
Il ladro sorride, per poi togliersi il monocolo.
“Direi che abbiamo un accordo. Però dimmi… tu chi sei davvero?”
"Solo un amico." Rispose il ragazzo, sorridendo.

   
 
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