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Autore: robstenwhore    18/08/2012    11 recensioni
[...] Lui non è seduto sul divano che gioca con Bear come l'ho lasciato. Giro per casa ma non c'è, di lui nessuna traccia e neanche il nostro cagnolino salta fuori. Forse sono andati a fare un giro insieme, per sbollire la rabbia della nostra litigata di questa mattina. Entro nella nostra camera e mi siedo sul letto, sospirando. Qualcosa non torna, questa stanza è diversa, non era così quando sono uscita. Ora sembra quasi... vuota. Sì, è vuota, mancano delle cose. Apro l'armadio ed è il solito caos ma stavolta è differente. Ci sono solo i miei vestiti, i suoi sono scomparsi. No, non può essere. Sento il panico salire e corro in cucina, poi in salotto. Deve esserci una traccia di lui, deve. Poi lo vedo. E' un foglietto bianco, ripiegato in due, lasciato sul tavolino di fronte alla televisione. La mano mi trema mentre lo afferro e lo apro.
Mi disgusti. Non me lo sarei mai aspettato da te. Addio.
Le parole si marchiano a fuoco nel mio cervello e chiudo gli occhi, mentre le lacrime scendono e mi rigano le guance. Ho perso tutto, ho perso lui. E in un secondo tutto diventa buio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Breathe Me - Capitolo 5

Breathe Me

Capitolo 5.

We are broken


Quando arrivo a Londra è notte fonda e sono a pezzi, il viaggio è stato lunghissimo e per di più ho dormito uno schifo, gli incubi non mi hanno lasciata in pace un solo istante. Cammino tra i terminali come uno zombie e riesco a recuperare le mie valigie dopo più di una mezz'ora, per fortuna non c'è molta gente visto l'orario e con un cappello in testa e un paio di occhiali da sole nessuno sembra notare più di tanto la mia presenza. All'uscita dell'aeroporto trovo subito un taxi e dopo aver caricato le valigie gli comunico l'indirizzo di Tom.
Sono ormai le cinque di mattina quando arrivo a casa sua. Poggio i bagagli per terra e sospiro, non sapendo cosa fare. Se suonassi il campanello rischierei di svegliare la bambina e non voglio correre il rischio, ma non posso stare qui ad aspettare tutto il giorno. Decido di provare a chiamare Tom al cellulare, avrà sicuramente avuto l'accortezza di mettere il telefono in vibrazione, o almeno spero. Le mie speranze però si dissolvono nel preciso istante in cui sento la bambina piangere e alzo gli occhi al cielo. Tom è davvero assurdo, neanche ricorda che una suoneria può svegliare un neonato che dorme! Ma in fondo so che è un bravo papà.
"Kris, sei arrivata?", domanda appena la chiamata si apre e lo sento fare dei versetti a Marlowe, che probabilmente sta cercando di calmare.
"Sì, ti avevo detto che ti avrei avvisato appena arrivata", rispondo.
"Dammi cinque minuti, faccio addormentare la bambina e ti vengo a prendere", dice deciso, ma sembra nel pallone più totale.
"Ti ho anticipato, sono fuori da casa tua", dico ridacchiando tra me.
"Come? Aspetta, vengo ad aprirti". Sento distintamente il rumore dei suoi passi dal cellulare, sta correndo, è davvero assurdo ma gli voglio bene soprattutto per questo.
La porta si apre e vedo Tom con in braccio Marlowe che finalmente si è riaddormentata con il viso sulla sua spalla. Con una mano regge il telefono e contemporaneamente mi apre la porta. La scena sarebbe quasi comica se non fossi troppo presa dai miei pensieri, non riesco a ridere davvero.
"Ciao Kris, bentornata", sussurra per non svegliare la bambina, stringendomi con il braccio libero. Non è la prima volta che mi trovo a casa di Tom ma le circostanze sono diverse, non sono più lì con Robert, non è un evento felice. L'ultima volta che sono stata a casa sua è stato poco dopo la nascita di Marlowe, quando siamo andati a congratularci con i due neo genitori. Sembrano passati secoli da quando è successo anzi che pochi mesi, tanto le cose sono abissalmente diverse.
"Grazie Tom", dico accennando un sorriso ed entro dentro, sollevando la valigia per non doverla trascinare e fare rumore, rischiando di svegliare nuovamente la bambina.
"Puoi tenermela un attimo? Vado a prendere il trasportino così possiamo parlare e posso tenere d'occhio anche lei".
Annuisco in risposta e lui me la passa lentamente, facendo appoggiare la sua guancia morbida sulla mia spalla e una manina si stringe intorno al mio giubbotto di pelle. Mi sento davvero impacciata mentre la tengo in braccio, ho il terrore di fare qualcosa di sbagliato, che si svegli e cominci a piangere o - peggio di qualsiasi cosa possa succedere - che mi scivoli dalle braccia e cada. Mi sono sempre sentita a disagio quando si tratta di stare attorno ai bambini, non so precisamente il perchè. Sono delle creature così fragili e indifese, sento sempre che potrei romperle come niente. Non mi sono mai sentita come le altre ragazze, quelle a cui basta guardare un neonato per desiderare subito di averne uno anche loro, non ho mai sentito quello strano "istinto materno" innato, nonostante io voglia dei figli. O almeno, volevo dei figli. Ora non ne sono certa, anzi posso dire con certezza che non succederà mai. La sola idea di avere dei bambini con una persona che non sia Rob mi sembra inconcepibile, come l'idea di passare il resto della mia vita senza di lui. Eppure succederà, ormai è stato deciso così e non si torna indietro. Non c'è via di scampo.
Quando Tom torna con il trasportino quasi tiro un sospiro di sollievo e la adagio lentamente, felice che niente di male sia successo mentre la tenevo in braccio. Non so se sono pronta ad affrontare un discorso con Tom ora, non sono nemmeno le sei di mattina e posso dire che il mio cervello fatichi a connettere più del solito. Ma in fondo sento che glielo devo, anche a lui devo una spiegazione.
Lui si siede su una poltrona mettendosi il trasportino con Marlowe vicino e io sul divano, quel divano una volta mezzo rotto e ora perfettamente aggiustato, quel divano con le molle che cigolavano, quel divano dove io e Robert... No. Non ci devo pensare, non ora, non è il momento.
"Allora Kristen, mi spieghi che succede?", domanda guardandomi. Il suo tono non è accusatorio, sembra semplicemente davvero interessato a capire cosa sta succedendo.
"Non hai letto i giornali? Ho tradito Robert", il tono sarcastico che uso è sbagliato, non avrei dovuto dirlo con ironia ma non sono riuscita a trattenermi.
"Non voglio sapere quello che dicono i giornali. Voglio sapere com'è andata realmente, da te", dice.
Che dovrei dirgli adesso? No, non l'ho tradito? Sì, l'ho fatto? Sono stata ricattata da uno schifoso stronzo che ha un video compromettente su di me e il tuo migliore amico? Vorrei davvero poterglielo dire.
"L'ho tradito", rispondo senza guardarlo. Non riesco a guardarlo negli occhi, lui mi conosce troppo bene e capirebbe che mento.
"Perchè?", sembra spiazzato, chiunque lo sarebbe. E' la domanda che si pongono un po' tutti in fondo.
"Tom... Non lo so perchè, è successo", dico evasiva, non so che dirgli, come puoi dare una motivazione ad una cosa che non esiste?
"No Kristen, non succede. Non è una cosa che non puoi controllare, che arriva e non riesci a fermare. C'è sempre quel secondo prima che tutto accada in cui puoi decidere di fare la scelta giusta o quella sbagliata e tu hai deciso coscientemente di tradire Robert. Il punto ora è, perchè? Quando hai deciso così? Cosa è scattato in te per farti decidere che volevi stare con un altro uomo?".
"Non l'ho deciso. E' capitato, mi sentivo sola e...", abbozzo come scusa ma non riesco neanche a finirla. Risultano baggianate perfino a me, sto dicendo un sacco di cazzate come può non accorgersene?
"Vuoi dire che va avanti da quando giravate Snow White?", domanda. Non sembra arrabbiato con me, sembra semplicemente... confuso. Ecco, sembra che non riesca davvero a capire cosa può avermi spinta a fare una cosa del genere, cosa possa essermi successo, sembra solo che si stia sforzando di capire ma non ci riesca.
"Sì... Beh non da subito".
"E siete riusciti a vedervi di nascosto per tutto questo tempo?".
"Ci sono state le premiere e tutta la promozione del film, non era poi così complicato".
"E sei sempre riuscita a mentire a Robert e a tutti noi su questa storia?". Ma perchè tutte queste domande? Dove vuole arrivare?
"Sì, ci sono riuscita. E' così difficile da credere?", domando confusa.
Scuote la testa lentamente, come se stesse pensando a qualcosa di assolutamente importante e poi mi guarda.
"Lo ami? Intendo il regista, Rupert o come diavolo di chiama". Su questo non posso mentire, non ci riuscirei, sarebbe troppo.
"No. No, non lo amo".
"Ami ancora Robert?", eccola arrivare, la domanda da un milione di dollari. Dovevo sospettare che sarebbe arrivata prima o poi.
"Sì, sempre", rispondo sincera. Lui annuisce come per valutare le mie parole e sospira, abbozzando un sorriso.
"Rob ti perdonerà", dice come se fosse mortalmente convinto delle sue parole.
"No, non credo che lo farà. Perchè dovrebbe poi? L'ho tradito".
"Lui ti ama e tu ami lui, troverete il modo per sistemare le cose".
"Non funziona così Tom".
"Sì invece, Robert non è una persona vendicativa, alla fine ti perdonerà".
"No! Non lo farà!", dico alzando il tono di voce e subito me ne pento, ma grazie a Dio Marlowe dorme ancora tranquilla. "Lui mi odierà per ciò che gli ho fatto. Non mi perdonerà e non voglio nemmeno che lo faccia. Non me lo merito, Tom", mormoro a bassa voce.
"Allora perchè sei venuta fino qui?", ora sembra seriamente confuso e lo capisco. Vorrei veramente spiegargli tutto.
"Gli devo una spiegazione almeno, non credi?", domando, sospirando poi. "Non ti preoccupare, appena sarà giorno andrò a parlargli e poi toglierò il disturbo, non voglio creare problemi", dico alzandomi, non so nemmeno dove voglio andare ma non riesco a stare seduta ancora.
"Kris, tu puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi, lo sai, è come casa tua", risponde alzandosi anche lui per avvicinarsi a me.
"Perchè dovrei? Perchè tu dovresti tenermi qui se mi odi ora?".
"Io non ti odio Kristen", dice come se fosse ovvio, stringendomi in un abbraccio. Non riesco a non ricambiare e mi stringo a lui, affondando il viso nel suo petto. Sarebbe così giusto ora lasciarsi andare e piangere, sfogarsi, lasciare che il dolore prenda forma e la smetta di tormentarmi ma sarebbe anche tremendamente sbagliato e non lo faccio, mi trattengo, potrò sfogarmi solo quando sarò da sola.
"Non riuscirei mai ad odiarti, sei come una sorella minore per me. Ti voglio bene davvero, come voglio bene a Robert, e anche se è il mio migliore amico io non sto da nessuna parte, non difenderò te e non difenderò lui, potete cavarvela da soli in questa storia. Non ti odio, solo che adesso non riesco a capirti", mormora stringendosi nelle spalle. Come biasimarlo? Nessuno riuscirebbe a capirmi.
"Lo so Tom, grazie, davvero", dico contro il suo petto, staccandomi poi.
"Forza, andiamo a recuperare i bagagli, hai bisogno di riposare un po'. Ti mostro la stanza".

La stanza è esattamente come la ricordavo, una piccola camera con le pareti bianche e un letto ad una piazza e mezza attaccato alla parete, una finestra proprio sopra il tetto e una piccola scrivania di legno con qualche rivista impolverata e un contenitore con penne e matite, mentre nel cassetto - non li vedo ma so che ci sono - si trovano dei fogli bianchi. Rob usava quella stanza quando erano più piccoli, quando lui voleva scrivere una delle sue canzoni ma casa sua era troppo caotica per potersi concentrare. Persino le pareti sembrano impregnate della sua presenza, di lui, del suo modo di essere. Osservo la bacheca di sughero rettangolare e ne tocco i fogli e le foto attaccate, alcune sono un po' vecchiotte, foto di Rob e Tom in giro per locali con i loro amici, altre invece più recenti, in alcune ci sono anche io. Non posso credere che sto perdendo tutto questo. Non riesco a capacitarmi che presto di queste cose rimarrà solo il ricordo sbiadito e qualche foto un po' mossa. E' così sbagliato. Le cose non dovevano andare così. In fondo però lo so, le cose non vanno mai come le pianifichi.
Sistemo la valigia in un angolo della stanza e vado a stendermi sul letto, rannicchiata su me stessa. Questo sarebbe il momento giusto per scoppiare a piangere, questo sarebbe decisamente il momento per lasciarsi andare e sfogarsi prima che io debba alzarmi e andare a spezzare il cuore della persona che amo. Vorrei riuscire a farlo ma qualcosa mi blocca. Non so bene cosa sia, mi sento persa in quel limbo in cui niente esiste, niente c'è davvero e ogni cosa, anche i suoni, sembrano lontani e irreali. Mi sto rifiutando di accettare tutto questo. Inconsapevolmente preferisco spegnere il cervello e i sentimenti piuttosto che affrontare il dolore. Brava Kristen, che bella codarda che sei.
Passo così quelle ore, senza emettere un suono se non quello del mio respiro, senza muovermi, senza pensare. Posso concedermi qualche momento di finta calma, prima io distrugga tutto quanto, no? Forse no, forse non me lo merito neanche ma egoisticamente mi prendo quella calma in ogni caso e me la tengo stretta fino a quando il sole non è ormai bello alto nel cielo. Non ha senso rimandare, devo andare adesso, devo andare a lasciare Robert.
Mi alzo e scendo le scale, trovo Tom che dorme tranquillamente sul divano, con Marlowe ancora nel trasportino mentre dal bagno sento il rumore inconfondibile dell'acqua della doccia, sicuramente deve essere Sienna. Frugo nella ciotola all'ingresso e prendo le chiavi della macchina di Tom, lasciandogli un bigliettino in cui mi scuso per averle prese senza permesso ed esco fuori. Non sono abituata a guidare le macchine inglesi, quelle poche volte che l'ho fatto ho seriamente messo in pericolo me e chi mi stava intorno ma non ho altra soluzione, non voglio chiamare un taxi ora, preferisco andarci da sola.

Non so so nemmeno come riesco ad arrivare a casa Pattinson tutta intera e senza aver investito qualcuno ma ce la faccio. Mi mordo le labbra nervosamente e mi passo una mano tra i capelli mentre scendo dall'auto e la chiudo, prendendo un forte respiro. Mi tremano le mani. Anzi, sembra che ogni fibra del mio corpo stia tremando, la paura che sento dentro in questo momento non l'ho mai sentita. Non che io creda che lui mi farà del male ovviamente, Robert non ne sarebbe mai capace, ma il solo pensiero di ciò che sto per fare mi scuote dentro e ancora tremo come una foglia. Vorrei che ci fossero altre opzioni. Vorrei avere una scelta, la possibilità di evitare tutto questo ma non ce l'ho. Dirgli la verità è fuori discussione, manderei a puttane la mia e la sua vita; cercare di farmi perdonare nonostante aver ammesso di averlo tradito mi sembra impossibile, lui non ammette i tradimenti e non posso biasimarlo, nella sua situazione nemmeno io l'avrei perdonato probabilmente. L'unica opzione libera è fare ciò che so fare niente e sperare che tutto vada per il meglio: recitare. Sono un'attrice cavolo, dovrei saper recitare, saper fingere, no? In questo momento non ne sono tanto sicura.
Cammino lungo il piccolo vialetto fino alla porta di casa Pattinson e suono il campanello. L'ansia è alle stelle, sento che potrei svenire o peggio vomitare, tanto mi fa stare male quella situazione. Chi mi apre è Victoria che mi guarda sorpresa e poi con uno strano astio negli occhi. Non andiamo per niente bene.
"Che ci fai tu qui?", domanda quasi disgustata dalla mia sola presenza.
"L'ho chiamata io", risponde Lizzy dietro di lei. Mi sembra strano che mi stia difendendo e mi rendo conto che lo fa solo perchè crede che suo fratello starà meglio, ora che sono andata da loro. Ma lei non sa, non ancora. "Vieni, entra dentro", aggiunge.
Senza riuscire a spiccicare una parola faccio come mi dice e supero Victoria che si fa da parte, notando i suoi genitori che discutono con una ragazza bionda, che non ho mai visto prima. Forse è una parente, non si assomigliano granché ma i componenti della famiglia Pattinson sono praticamente tutti biondi, avrebbe senso.
"Puoi andare in camera di Robert, è meglio se ti trova già lì appena si sveglia, non credo che accetterebbe di vederti se gli dicessimo che sei arrivata", mi dice gentilmente e io annuisco. Sto per andare ma mi blocco quando sento il commento della bionda.
"Perchè lei sì e io no? In fondo mi ha invitata lui", dice, sembra contrariata dalla situazione.
"Caroline non mi sembra il momento, sta dormendo, potrai prendere quei CD un'altra volta", risponde Lizzy, poggiando una mano sulla mia spalla e sospingendomi piano per farmi salire le scale. Caroline? CD? Che diamine è questa storia? Se possibile sento l'ansia aumentare ancora di più.
Guardo Lizzy e probabilmente dal mio sguardo spaesato capisce cosa sto pensando, così mi sorride come per scusarsi e scuote la testa.
"Caroline e Victoria sono migliori amiche, ultimamente Rob sta uscendo un po' con loro la sera per... uhm... svagarsi un po', dice Vic. Non credo che lui faccia nulla di male comunque, oltre che alzare il gomito, ma sai Caroline ha sempre avuto una specie di cotta per lui e quando Rob ha parlato di qualche CD lei ha preso la palla al balzo per auto-invitarsi a casa nostra, e in camera sua. E' innocua comunque, credimi, non ci proverebbe con un ragazzo fidanzato", cerca di rassicurarmi lei, con scarsi risultati.
Questa Caroline ha una cotta per Rob. Beh, posso darle torto in fondo? No, chiunque potrebbe prendersi una cotta per lui, è un ragazzo eccezionale. Un ragazzo eccezionale a cui sono venuta a spezzare il cuore. Un ragazzo eccezionale che avrà subito una ragazza pronta a consolarlo quando starà male, una che gli potrà curare le ferite, quelle ferite causate da me. Al solo pensiero mi sembra di avere un conato di vomito. Non riesco a parlare e faccio un cenno a Lizzy appena arriviamo davanti alla sua porta come per ringraziarla, non riesco a farlo a parole, so che sto per pugnalare tutta la famiglia alle spalle, loro si fidano di me, o almeno quasi tutti.
Apro la porta e per la prima volta dopo giorni interi lo vedo, steso sul suo letto a pancia in giù, un braccio a penzoloni su un lato e la bocca semi aperta mentre dorme. Un sorrisetto amaro compare sul mio volto mentre mi avvicino e mi siedo per terra affianco a lui. Dorme profondamente; sembra davvero stanco, riesco a vedere le occhiaie un po' gonfie sotto i suoi occhi, le ciglia lunghe le sfiorano piano. Allungo una mano e passo le dita tra i suoi capelli morbidi, non si sveglia fortunatamente, deve essere davvero esausto e immerso nel sonno per non accorgersi di nulla. Sono morbidi e lisci come li ricordavo, e il suo profumo è sempre dolce, sempre buonissimo. Mi avvicino a lui e poggio le labbra sulle sue, piano, sfiorandole appena, non posso rischiare che si svegli ora. Mi prendo il mio ultimo bacio, lascio che le mie labbra memorizzino le sue per l'ultima volta prima che tutto finisca perchè so che dopo non avrò più occasioni per baciarlo, mi odierà dopo ciò che dovrò dirgli. Rimango qualche minuto a guardarlo dormire, è sempre davvero dolce mentre dorme. Abbiamo sempre riso sul fatto che io mi svegliassi prima di lui e rimanessi a guardarlo, è una cosa dolce per me e credo che anche lui la pensasse così anche se mi prendeva in giro. Quando lo sento muoversi mi sposto da lui e mi alzo, lo vedo stiracchiarsi ed è chiaro che si sta svegliando, non posso farmi trovare inginocchiata vicino al suo letto, non saprei come spiegarlo. Apre gli occhi e ancora non si accorge di me, non vedo il sorriso che ho sempre visto sul suo volto ogni volta che ci svegliavamo insieme. I suoi occhi vagano per la stanza e sento un chiaro sospiro venire da lui mentre il mio respiro invece si blocca, non appena i suoi occhi si posano su di me. Un milione di emozioni diverse attraversano il suo volto ora, vedo la confusione, lo stupore, l'incredulità e la tristezza dei suoi occhi ma anche un'inaspettata felicità. Perchè non è arrabbiato? Perchè non mi chiede cosa ci faccio lì, e perchè non mi dice di andarmene?
"Kris...", mormora lui, guardandomi quasi con dolcezza e si alza dal letto. Siamo l'uno davanti altra ora e non so se riuscirò a parlargli, a dire anche una sola parola. Poi d'un tratto il suo sguardo cambia, è duro, è uscito da quello stato confusione tipico del sonno. "Che ci fai qui?".
"Sono venuta per parlarti... Non hai risposto alle mie telefonate e ai messaggi o alle e-mail",  non so nemmeno io dove trovo la forza di rispondergli ma alla fine ce la faccio.
"Forse non volevo parlarti", risponde brusco.
"Lo so, ma ho bisogno che tu mi stia a sentire, almeno per un paio di minuti", dico. Odio quando mi tratta con freddezza e finisco per rispondergli a tono, è più facile così in fondo, è più facile se lui mi tratta già così. Se mi trattasse con la sua solita dolcezza non ci riuscirei.
"Kristen, non credo che tu mi abbia davvero tradito, mi rifiuto di crederlo. Ma ho bisogno di un po' di tempo per affrontare la cosa, per assimilarla e pensare a quello che è successo. Anche se non volontariamente forse, lo hai baciato".
"Non voglio il tuo perdono", dico tenendo lo sguardo basso. Vorrei che non mi sentisse, vorrei diventare invisibile.
"Cosa?", domanda confuso.
"Non sono qui per chiedere il tuo perdono Robert. Sono qui per dirti come stanno le cose", disco decisa, alzando lo sguardo. Non sono più Kris, la ragazza di Rob, sono Kristen Stewart ora, l'attrice. E' solo un altro ruolo, un'altra maschera da portare per un po' e da gettare quando sarò da sola, posso farcela. "Io e Rupert ci frequentavamo da un po', da quando ho girato Snow White. Lui era in crisi con la moglie e noi due ci vedevamo poco e niente, ci sentivamo entrambi soli e sai da cosa nasce cosa..."
"No", il suo è un sussurro ma è talmente pieno di orrore e disgusto che mi sembra di sentire un conato contrarmi lo stomaco e farmi venire il desiderio di rimettere quel poco che ho mangiato. Non posso essere così debole, non ora.
"Sì, Robert. E' capitato. La lontananza ha spento quello che pensavo fosse amore, quello che provavo per te. Sei sempre stato un caro amico e una bella persona, non me la sentivo di farti soffrire lasciandoti ma giunti a questo punto è inutile mentire", non riesco a guardarlo negli occhi ora, mentire così spudoratamente a lui è così dannatamente doloroso, vorrei che la terra mi inghiottisse all'istante.
"Oh davvero? Non volevi farmi soffrire? E che cosa credi di star facendo ora?", domanda prendendomi per le spalle e mi scuote un po' per costringermi a guardarlo. I suoi occhi sono pieni di rabbia ma non è quello che mi turba, è la delusione, il ribrezzo nei miei confronti che riesco a leggervi, quelli mi fanno stare uno schifo.
Non piangere Kristen, non piangere, non piangere, non ora, ripeto quelle parole nella mia mente come un mantra, sperando di non fallire miseramente.
"Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, che non mi hai amato per tutti questi mesi, forza". Come può chiedermi questo? Come? Non posso farlo, non voglio. "Avanti, voglio che tu me lo dica, sii sincera almeno stavolta".
"No, non ti amo più, non ti ho amato in questi mesi, contento?", dico guardandolo ma distogliendo poi lo sguardo dopo due secondi.
Lo sto ferendo. Lo so che lo sto ferendo ma cosa posso fare? Come posso rimediare ormai?
"Mi dispiace", mormoro.
"Ti dispiace?! Io mi fidavo di te cazzo! E mentre io pensavo a te, mentre desideravo stare con te ogni secondo tu ti facevi scopare da un uomo di vent'anni più grande e per giunta sposato! Che cazzo ha che non ho io?", urla, non l'ho mai visto così arrabbiato.
Non ha niente più di te, nessuno avrà mai niente più di te! Io ti amo, ti amo, perchè mi credi così facilmente?
"Ti scopava meglio forse?", chiede con un tono talmente pieno di cattiveria da credere che non possa essere Robert a parlare, non lo riconosco.
"Sì. Vuoi davvero saperlo? Sì, mi scopa meglio. Mi fa urlare come nessuno è mai riuscito a fare, specialmente tu", rispondo sfuggendo bruscamente alla presa delle sue mani. Non so se sentirmi sollevata, il suo commento mi ha reso tutto più semplice, sono quasi davvero arrabbiata con lui. In fondo però, dentro al petto, qualcosa si sta lacerando profondamente mentre ogni singola parola esce dalle mie labbra.
Il suo sguardo cambia. Da furioso diventa vuoto e privo d'espressione. Lo vedo abbassare il capo e respirare, chiudendo gli occhi per qualche secondo prima di riaprirli e guardarmi.
"Vai fuori da casa mia Kristen". Il suo tono è pacato, tranquillo. Sì, dovrei andarmene ma non riesco a muovermi, il mio corpo non collabora, non reagisce. "Ho detto fuori", ripete, stavolta più duro. Abbasso lo sguardo. Voglio piangere, dannazione. "FUORI DA CASA MIA KRISTEN. ORA!", urla e io tremo, faccio un passo indietro spaventata e quasi cado.
Sento la porta aprirsi e mi giro di scatto, allarmata. Vedo distintamente le figure di Lizzy, Victoria, Richard e Claire fuori dalla porta e non so davvero cosa fare, mi sento in trappola, non sto solo lasciando Robert sto anche ammettendo di aver preso in giro tutta la sua famiglia, volutamente. Lizzy è la più vicina, è lei ad aver aperto la porta e ci guarda sconcertata.
"Rob, che sta succedendo?", domanda confusa, ma anche un po' spaventata.
"Oh, vuoi sapere che succede? Te lo spiego subito. Kristen Stewart si è presa il disturbo di venire fino a Londra per lasciarmi dicendomi che si è fatta scopare dal suo caro regista, che testuali parole, "l'ha fatta urlare come nemmeno io sono riuscito a fare. Ora se ne sta andando però, vero Kristen?". Non l'ho mai sentito parlare così, soprattutto di fronte ai suoi genitori.
Le occhiate che ricevo dalla sua famiglia sono parecchio eloquenti. Sono scioccati e disgustati quanto Robert, quanto lo sono io da me stessa. Riesco solo ad annuire impercettibilmente e mi faccio piccola mentre passo tra di loro per uscire dalla sua stanza e scendere le scale. Sul divano è ancora seduta la bionda, Caroline, con le gambe accavallate. Mentre esco le rivolgo un'ultima breve occhiata e non ne sono sicura ma mi sembra di scorgere un lieve sorriso sulle sue labbra lucidate di rosa.

Lungo il tragitto verso casa di Tom sono costretta a fermarmi. Le lacrime mi appannano la vista e non riesco a guidare in queste condizioni penose, rischierei davvero di uccidere qualcuno, quando l'unica persona a dover morire sono io. Voglio morire. Non credevo che sarei mai arrivata a pensarlo ma desidero che tutto questo finisca, che ogni cosa si spenga per sempre, non voglio dover sopportare tutto questo dolore per il resto dei miei giorni. Tutto ciò che ho trattenuto a casa sua sta esplodendo ora, mille volte più forte, mi sta lacerando dentro e non so come fermarlo, so di non poterlo fermare. Mi costringo con tutte le forze che ho a bloccare le lacrime e le asciugo con il dorso della mano, cercando di riprendere possesso del mio autocontrollo. Non è facile ma quando finalmente ci riesco ricomincio a guidare e riesco ad arrivare a casa di Tom.
Quando entro in casa trovo Sienna in cucina, intenta a preparare del caffè, con i residui della colazione ancora sul tavolo.
"Kristen, ciao è un piacere rivederti", dice sorridendomi, avvicinandosi a me. Ci scambiamo due baci sulle guance e le sorrido poco convinta, più che altro per cortesia. "Com'è andata?", mi chiede poi, sicuramente lei sa, Tom le avrà raccontato qualcosa.
"E'... andata", rispondo scrollando le spalle. Non c'è molto da dire e nemmeno voglio farlo in realtà.
"Capisco... Mi dispiace per entrambi, eravate una coppia davvero stupenda, siete sempre stati un po' un'ispirazione per Tom, voleva un amore come il vostro", dice, non so se per cortesia o cosa. "Vuoi del caffè?".
"Sì, magari giusto un goccio grazie".
Prende una tazzina e versa un po' del caffè fumante dentro, porgendomela poi insieme ad un cucchiaino e a qualche zolletta di zucchero. L'odore è talmente forte che quasi mi stordisce e sento una nausea pressante crescere, fino a quando non prendo il primo sorso. Quello è il colpo di grazia. Lascio cadere la tazzina e corro verso il bagno per raggiungere il water, piegata in due dai conati. Non ho mangiato niente, perciò non rimetto granché, ma quel poco basta a lasciarmi spossata e senza alcuna forza. Quando finalmente riesco ad alzarmi raggiungo a stento il lavandino e mi sciacquo il viso e la bocca, sospirando tra me. Lo stress mi fa sempre uno strano effetto e di certo il caffè non ha aiutato. Senza proferire parola salgo in camera e mi stendo sul letto, tenendomi la pancia con le mani. Sento ancora qualche crampo ma sta passando, per fortuna.
"Ehi, tutto bene?", domanda Sienna aprendo la porta ed io annuisco piano, chiudendo gli occhi. "Tom era fuori per comprare delle cosa a Marlowe, se vuoi lo chiamo per dirgli di passare in farmacia a comprarti qualcosa", dice, è davvero troppo gentile con me, non me lo merito.
"Grazie ma non è niente, ho solo lo stomaco un po' in subbuglio ultimamente", rispondo con voce stanca, la gola brucia un po'.
"Vedrai che se riposi starai meglio", dice accennandomi un sorriso e chiude nuovamente la porta, lasciandomi sola.
Sospiro e porto il cuscino sopra il mio viso per coprire gli occhi dalla luce e ne respiro piano il profumo di pulito. Sono troppo stanca per fare qualsiasi cosa, anche per poter anche solo fissare il soffitto. Così inevitabilmente mi lascio scivolare ancora una volta dentro il buio dei miei incubi.









Note dell'autrice:

Ma salve a tutti, è Mary che vi parla! Com'è andato il vostro Ferragosto? Vi ho lasciati liberi dalle mie rotture questa settimana così che passaste le feste in santa pace e oggi sono venuta a rompervi di nuovo! Okay, io ho pianto per tutto il capitolo praticamente, è stato straziante scrivere, non riesco a non piangere. Avete pianto pure voi? Mi volete linciare? Spero di no! La mia fantasia è tornata da viaggetto alle Hawaii e più o meno ha fatto il suo dovere, o almeno spero! Questo dovete deciderlo voi, io non lo so, per me ogni capitolo potrebbe essere scritto moooolto meglio! Come avrete notato c'è un personaggio che ho inventato di sana pianta, Caroline (o almeno credo che non esista, non mi è dato saperlo, non vivo con i Pattinson purtroppo *disperazione*). Fate bene attenzione alle parole che Lizzy dice su di lei e se siete molto attenti capirete che cosa sto cercando di dirvi ma non vi dirò eheh (sì lo so, sono cattiva, scusatemi!).
Che altro dire, io amo Tom, voi no? Non è dolce? Ad essere onesta gli ho fatto dire ciò che vorrei dire io a Kristen, quindi lo amo ancora di più! Oh e fate molta attenzione alla parte finale del capitolo perchè nel prossimo scopriremo (forse eheh) una cosa che riguarda proprio quella parte! Si può essere più criptici di così? No, non credo LOL
Bene, detto questo come sempre ringrazio chi ha letto la storia come sempre, chi ha recensito il capitolo, chi ha aggiunto la storia tra le preferite le seguite o anche solo le ricordate e vi annuncio che da ora in poi posterò ogni sabato, così avrò almeno una settimana tra un capitolo e l'altro per scrivere e correggere bene il tutto. Grazie mille ancora a tutti, davvero.
A sabato prossimo, un bacione!
  
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