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Autore: ticci    18/08/2012    6 recensioni
Lo sguardo suo su me posò,
Sfiorò la zampa ma paura non provò.
Son certo che mi sono illuso,
Lei non mi aveva mai guardato con quel viso.
[...]
Qualcosa in lui si trasformò.
Era sgarbato, un po' volgare, ora no.
E' timido, piacevole
Non mi ero accorta che ora è incantevole.
OS ispirata da questa celebre canzone Disney
[Spinnet/Flint]
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Marcus Flint
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Benvenuti al primo incontro di questo nuovo anno scolastico, Grifondoro contro Serpeverde” annunciò Lee Jordan. Alle sue parole seguirono i boati dei tifosi delle rispettive Case.
I colori predominanti, nel pubblico, erano rosso-oro per i Grifondoro e argento-verde per i Serpeverde. Gli alunni delle altre due Case erano comunque presenti, desiderosi di non perdersi quell’incontro.
La partita era molto sentita a causa dei continui battibecchi tra i membri delle due squadre e la rivalità tra i due capitani, Wood e Flint, al loro ultimo anno a Hogwarts.
“Per la squadra dei Grifondoro giocheranno: Wood, Potter, Weasley, Weasley, Bell, Spinnet e Johnson. Per la squadra dei Serpeverde scendono in campo: Flint, Malfoy, Derrick, Bole, Pucey, Montague e Bletchly. L’arbitro sarà, come sempre, Madama Bumb” continuò Lee.
I tifosi esultarono e cominciarono a incitare i loro beniamini.
“Pronti ragazzi? Mi raccomando rimanete concentrati e andrà tutto bene. Siamo più bravi di loro” esortò Wood, guardando negli occhi ogni membro della sua squadra. Dopodiché cavalcò la scopa e volò alto, seguito dai fedeli compagni.
Al loro ingresso il pubblico rosso-oro gridò con quanta aria aveva in corpo, mentre quello avversario rumoreggiò.
“Ragazzi ogni mezzo è lecito, pur di vincere” disse Marcus Flint per esortare i suoi. Diede un pugno amichevole sulla spalla di Draco Malfoy, salì sulla scopa pronto per affrontare gli avversari più carico che mai.
“Madama Bumb, dopo aver stretto la mano ai due capitani, lancia in alto la Pluffa. Viene presa da Johnson, che la passa a Bell, che dopo una serie di finta la passa a Spinnet che segna! Dieci a zero per Grifondoro” disse d’un fiato il commentatore.
Alicia Spinnet si scambiò uno sguardo complice con Katie Bell, per poi tornare verso gli anelli della propria squadra, in difesa. Nel farlo passò accanto a Marcus Flint, il quale la guardò in cagnesco.
Fortuna Spinnet. Solo fortuna.
“Il portiere Bletchly passa la Pluffa a Pucey che tenta di passarla a Flint, ma è intercettata dalla velocissima Spinnet che la passa Bell e segna! Venti a zero per i Grifondoro”.
La bionda Cacciatrice si diresse verso Katie per complimentarsi per il tiro preciso.
“Bletchley attento!” urlò Flint, nel tentativo di svegliare il compagno. Per esortarlo si era distratto e per poco non fu disarcionato dalla sua scopa a causa di un Bolide ben piazzato da uno dei gemelli Weasley.
Così volete il gioco duro, eh?
Volò velocemente verso il suo portiere, si fece passare la Pluffa e con determinazione si diresse verso il portiere avversario. Con abilità evitò un Bolide, schivò Johnson e Bell, e si fermò di fronte a Wood per piazzare un lancio. Aveva deciso di farla passare verso il cerchio più esterno, quando Alicia gli rubò la Pluffa. Marcus fece solo in tempo a vedere che la passava ad Angelina, e capì che avevano fatto un altro centro.
“Grifondoro trenta, Serpeverde zero”.
Oliver disse: “Brava Ali! Ben fatto!”.
La giocatrice gli sorrise compiaciuta. Poi, sistemandosi la coda di cavallo, guardò dritto negli occhi neri come la pece di Marcus e disse: “Tutto qua?”, e volò via, pronta per afferrare nuovamente la Pluffa.
“Grifondoro quaranta, Serpeverde zero”.
Questo è troppo.
Con rabbia, volò alla ricerca di Alicia. La vide che stava aspettando il momento giusto per rubare la Pluffa a Montague. Si affiancarono e le diede una forte spallata. Per la sorpresa, la ragazza quasi cadde. Strinse forte le mani intorno al manico di scopa e rispose all’offesa del capitano avversario con tutta la forza che aveva in corpo, tirandogli, a sua volta, una spallata. Marcus rimase sorpreso della reazione della Grifondoro.
“Alla faccia della lealtà dei Grifondoro!” disse Flint.
“Se ci tocca giocare contro gli animali… bisogna adeguarsi!” disse sprezzante, poi bruscamente si allontanò poiché Katie stava mettendo in atto uno schema che prevedeva l’inserimento di Alicia da dietro.
“Grifondoro cinquanta, Serpeverde zero”.
Il pubblico rosso-oro, più carico che mai, continuò a esortare i membri della sua squadra, cantando cori per ognuno di loro.
Flint si avvicinò a Bole, un Battitore, e gli disse: “Peregrin colpisci forte. Voglio vederli cadere come mosche!”, poi si avvicinò a Malfoy, che scrutava il campo con uno sguardo perso, e gli disse: “Draco se non vedi quel dannato Boccino, guarda Potter e inseguilo quando lui scatta per prenderlo”.
“Grifondoro sessanta, Serpeverde zero”.
Marcus non ci vide più dalla rabbia. Volò dietro Alicia e le afferrò i lunghi capelli biondi e la fece cadere dalla scopa.
“Bastardo” gridò, mentre precipitava al suolo. Con un tonfo toccò il suolo, svenuta.
Oliver, che aveva visto tutto, cercò di chiamare l’insegnante, ma questa era impegnata a fare una ramanzina a Bole perché aveva cercato di colpire George con la mazza.
Il capitano rosso-oro fu affiancato dall’altro gemello Weasley, Fred, che gli disse: “Ci penso io a Flint, Oliver. Tu pensa a non far entrare neanche una Pluffa. Dobbiamo umiliarli”.
“Così mi piaci, Fred. Forza” disse Oliver, orgoglioso del suo giocatore, che per una volta aveva messo da parte gli scherzi. Dopodiché si toccarono le nocche della mano, chiuse in pugno. Fred si allontanò e si diresse verso un Bolide, che scendeva velocemente verso lui.
Calcolò rapidamente la distanza tra lui e Flint e, con un colpo ben piazzato (di quelli che gli aveva insegnato il fratello Charlie), lo colpì in pieno petto.
Quando Flint vide il Bolide diretto, verso lui, era troppo tardi. Si sentì mancare il respiro quando fu colpito. L’ultima cosa che ricordò fu il terribile dolore al ginocchio, prima di svenire.

                                                                                   ***
 
Alicia, quando si svegliò, non riconobbe il posto dove si trovava. Cercò di alzarsi, ma un terribile dolore alla testa le fece annebbiare la vista. Così si lasciò cadere sul cuscino. Nel fare anche quell’ultimo gesto sentì un dolore provenire dal parte bassa della schiena. Istintivamente portò le mani nella zona dolorante e si lasciò sfuggire un gemito di dolore.
Immediatamente fu affiancata da Madama Chips, l’infermiera della scuola: “Piano, piano, signorina Spinnet. Ha fatto un bel volo. Continui a riposare ancora un po’”.
La ragazza annuì, ma, ricordandosi cosa fosse accaduto, immediatamente domandò: “Scusi, signora Chips. Sa chi ha vinto la partita di Quidditch di oggi?”.
La donna, alzando gli occhi al cielo, borbottò tra sé: “Io le dico che ha subito un tremendo trauma alla testa cadendo, e lei mi chiede chi ha vinto la partita? Ah, i giovani!”.
Alicia sorrise: “Per caso lo sa?”
“Ero troppo occupata per curare voi due per informarmi. Mi dispiace. Ora deve riposare. Le farà bene”: disse l’infermiera, rimboccandole le coperte.
Alicia stava per cadere nuovamente nell’oblio, quando disse: “Chi altro si è fatto male?”.
“Come dice, cara?”.
“Prima ha detto che ha curato due persone. Chi si è fatto male, oltre a me?”.
Ti prego non Oliver o Katie.
“Marcus Flint” rispose Madama Chips, prima di allontanarsi dal suo letto.
La ragazza sorrise.
Ben gli sta.
 
                                                                                         ***
 
Marcus Flint si svegliò nel cuore della notte, a causa della fitta di dolore che gli provenne dal ginocchio. Cercò di piegarsi, ma ci rinunciò quando si rese conto che gli faceva male il costato.
Quel Bolide mi ha colpito proprio in pieno petto.
A causa dello sforzo, tossì. Si sporse per prendere il bicchiere sul comodino. Nel farlo, fu pervaso da un altro attacco di tosse.
Madama Chips, in vestaglia, lo raggiunse: “Signor Flint, tutto bene?”
Il ragazzo, respirando lentamente, annuì.
“Prendi questa pastiglia, ti farà dormire” disse la donna, porgendogliela.
Marcus la prese e si lasciò cullare dalla morbidezza dei cuscini.
Prima di addormentarsi sentì una ragazza ridere. Intontito, disse: “Chi c’è?”
La ragazza continuò a ridere.
Conosco quella risata sprezzante, ironica, derisoria.
“Spinnet, sei tu?”.
“Indovinato!”.
“Che c’è da ridere?” chiese biascicando a causa del medicinale che aveva appena ingerito.
“Niente. Mi stavo appuntando mentalmente di complimentarmi con chi ti ha ridotto così”.
“Vaff…”, ma non riuscì a finire la frase poiché Morfeo lo accolse nel suo regno.
 
                                                                                 ***
 
 
Alicia si svegliò a causa di un raggio di sole che entrò dalla finestra. Il terribile dolore alla testa era ancora presente, così come la vista annebbiata. Si toccò la zona sulla schiena che la sera prima aveva sentito dolorante. Sentì che era ricoperta da delle bende, che salivano fin sopra al seno, coprendole interamente il fisico snello.
Guarda come mi ha conciato quel troglodita.
Vide che sul comodino accanto al letto erano state poste la colazione e la posta.
Prese un muffin al cioccolato e lo addentò con gusto.
Ora va meglio.
“Attenta. Se continui così il tuo manico di scopa non reggerà il tuo dolce peso” disse Marcus, dal letto accanto al suo.
Di risposta, Alicia addentò con maggior foga il Muffin.
“Sei un esperto, Flint? Tutta la scuola si chiede come faccia la tua scopa ad alzarsi da terra”.
Marcus stava per replicare con qualcosa di sgradevole, ma fu interrotto da Madama Chips: “Bene ragazzi! Siete svegli. Purtroppo le medicine per far crescere le ossa velocemente sono terminate lo scorso anno e mi sono dimenticata di ordinarne delle nuove. Quindi dovrete stare qua dentro per qualche settimana, e aspettare che le ossa ricrescano da sole”.
Marcus sbuffò: “Sta scherzando?! Devo guarire come un comune Babbano. Questa è una scuola di magia, per Salazar, e non c’è una medicina che acceleri la crescita delle ossa? Il professor Piton non può fare qualche pozione?”.
“Temo di no, signor Flint” rispose la donna con un tono che non ammetteva repliche.
“Quanto tempo dovremo stare qua dentro?”: chiese, scoraggiata, Alicia.
“Minimo tre settimane, poi vedremo”.
Alicia morse nuovamente il muffin.
Tre settimane con Flint.
“Saranno tre lunghe settimane” disse, dopo aver inghiottito il dolce.
Marcus respirò rumorosamente.
“Sarai contento! È tutta colpa tua!”.
“Che cosa stai dicendo?” affermò Marcus, sulla difensiva.
“Se non mi avessi buttato giù dalla scopa, non sarei qui, ma a festeggiare con il resto della squadra!” replicò, nervosamente.
“Non è colpa mia se hai i riflessi di uno Snaso! E poi come fai a sapere che avete vinto voi? Stavi baciando il suolo da un bel po’, prima che…”
“Qualcuno ha reso giustizia?” lo interruppe Alicia.
“Se tirare un Bolide a tradimento, è rendere giustizia…” disse Marcus, cercando di muoversi il meno possibile a causa delle fitte che provenivano dal suo corpo.
“Caro mio, questo è il Quidditch! Se non sei abbastanza macho da sopportare un po’ di dolore, ti conviene cambiare sport. Ho sentito dire che cercano nuovi membri al club di Gobbiglie…”.
“Ma piantala, Spinnet!” replicò Marcus.
Dopo un po’ aggiunse: “Dovrò dire al Cappello Parlante di cambiare la caratteristiche della vostra Casa! Altro che giusti e leali! Siete scorretti quasi quanto noi!”.
“Ti sei meritato quel Bolide! Tirarmi quella spallata è stato…”
“Se non sei abbastanza macho da sopportare un po’ di dolore, ti conviene cambiare sport. Ho sentito dire che cercano nuovi membri al Club di Gobbiglie…” disse Marcus, imitando la voce di Alicia.
“Simpatico!”: disse la ragazza ironica.
“Il Quidditch non è sport da femmine! Guarda la mia squadra: tutti maschi!” disse, convinto, Marcus.
“Peccato che l’unico modo di fermare questa donna è stato buttarla giù dalla scopa!”.
“Se fossi stato un uomo, non avrei potuto afferrare la tua coda!” disse Marcus, ostentando sicurezza.
“Vero… perché non esistono ragazzi con i capelli lunghi…” replicò lei, per prenderlo in giro.
Dopo un po’, Alicia disse: “Chissà chi ha vinto!”.
Marcus non rispose: stava russando copiosamente.
 
                                                                                           ***
 
Quel pomeriggio l’intera squadra di Quidditch dei Grifondoro andò a trovare la propria Cacciatrice in infermeria.
“Ciao Ali! Come stai?”: domandò Oliver.
La ragazza sorrise raggiante nella sua direzione: “Prima di rispondere, dimmi chi ha vinto!”.
Fred disse: “La botta in testa deve essere stata molto forte! Parli come Oliver!”, facendo ridere l’intera squadra.
“Abbiamo vinto!” disse Angelina. “Harry ha trovato il Boccino qualche istante dopo che Flint è caduto dalla sua scopa!”.
“Evvai!” esultò la bionda cacciatrice dei Grifondoro, facendosi scoccare un'occhiata di rimprovero da Madama Chips. “Bravo Harry!” disse la ragazza rivolta al più piccolo della squadra, il quale sorrise imbarazzato e compiaciuto.
Marcus imprecò ad alta voce. Oliver si girò nella sua direzione e disse beffardo: “Anche quest’anno vi abbiamo stracciato!”
“Tutta fortuna, Wood!”.
“Vincere duecentodieci a zero è fortuna?” disse George.
“A zero?” disse Alicia, scoppiando a ridere. “Grande Oliver! Non hai fatto entrare nessuna Pluffa!” disse rivolta al suo capitano.
Marcus si zittì e continuò a leggere la Gazzetta del Profeta.
Zero? Che idioti! Non hanno segnato neanche una volta, dopo che sono caduto?
Katie si sedette sul bordo del letto e disse all’amica: “Come stai? La caduta ti ha causato molti danni?”.
“No, non molti. Mi fa male la testa e credo di che mi uscirà un bel livido in fondo alla schiena”.
“Fa tanto male?” chiese preoccupata.
“Un po’…”: disse Alicia con sincerità.
L’amica, intristendosi, la abbracciò.
Alicia ricambiò l’abbraccio dicendo: “Piano, piano Kat!”.
Lei si allontanò subito imbarazzata.
“Quanto tempo dovrai stare qua?”: chiese Oliver.
“Tre settimane”.
“Cosa?”: disse Katie.
“Sono più dispiaciuta di voi! Tre settimane chiusa qua dentro con lui”, e indicò Marcus con lo sguardo.
“Ti verremo a trovare ogni giorno, promesso!” disse Angelina con fervore.
“Grazie Angi!”.
“E ti daremo una mano con i compiti arretrati” aggiunse Katie. Angelina concordò immediatamente.
“Ragazzi, l’orario delle visite è finito” disse Madama Chips.
Tutta la squadra baciò sulla fronte Alicia prima di uscire.
“Wow! Come siete mielosi!” disse Marcus. “Ti faccio io i compiti, ti vengo a trovare tutti i giorni” affermò Marcus, facendo una caricatura delle amiche di Alicia.
Alicia scosse la testa, stanca.
Siamo solo al secondo giorno.
 
                                                                                             ***
 
“Ehi Flint! Come andiamo? Quando la smetti di marcire in questo lurido posto?” esordì Adrian Pucey, entrando in infermeria.
“Non male! Il ginocchio mi duole terribilmente!”.
“Hai fatto una bella caduta!”
“Non me lo ricordare. Appena starò meglio, darò una lezione a Weasley che non se la dimenticherà!”.
Alicia scoppiò a ridere, scettica.
Adrian la guardò e disse ironico: “Che bella compagnia!”. Poi afferrando una spalla all’amico disse, fingendo compassione: “Ti sono vicino”.
Marcus scoppiò a ridere.
Alicia li ignorò, fingendo di trovare interessante le controindicazioni del medicinale che l’infermiera le dava per riposare bene la notte.
Non credevo che potessero esistere delle risate così sgradevoli.
“Come stai?”.
“Insomma. A parte il ginocchio, tutto bene”.
“Tornerai presto tra noi?”.
“Non lo so. La scuola è rimasta senza medicinali, così devo aspettare che guarisca da solo”.
“Che rottura!”.
“Puoi dirlo forte. Tu che mi racconti?” chiese Marcus sinceramente interessato. Era estenuante stare chiuso in quella stanza senza avere notizie su cosa accadesse nel castello.
“Niente di che…”.
“A lezione com’è andata?”.
“Una noia. Però è successa una cosa abbastanza divertente” disse Adrian.
“Cosa?”.
“Il professor Piton ha strigliato per bene quell’inutile Grifondoro. Come si chiama? Ketty o Katia…” disse pensando ad alta voce.
“Katie Bell?” domandò Alicia, preoccupata.
“Sì lei! Se non l’avessi vista giocare a Quidditch, direi che è la ragazza più goffa al mondo!”.
“Cos’ha fatto?”
“Ha rovesciato sulle scarpe di Piton  la pozione che aveva appena fatto, facendole corrodere. Piton si è arrabbiato moltissimo e la ha messa in punizione per tre settimane”
Povera Katie.
“Immagino, Spinnet, che non ti verrà a trovare presto!”.
Alicia si pentì di non aver sottomano la sua bacchetta, sennò gli avrebbe scagliato una bella Fattura.
 
                                                                                         ***
 
Un gufo entrò in infermeria facendo cadere una pergamena sul letto di Marcus. Appena la vide il ragazzo esclamò: “Finalmente è arrivata!”.
Quell’affermazione incuriosì Alicia, che si alzò a sedere: “Cos’è?”.
“Non sono affari tuoi!” rispose con rabbia a causa del nervosismo.
“Okay” disse Alicia lentamente e sgranando gli occhi.
Marcus aprì velocemente la pergamena e lesse d’un fiato. Poi esultò: “Ce l’ho fatta! Sì!”.
Aveva voglia di raccontare la buona notizia a qualcuno, ma l’unica persona presente era Alicia.
Si girò verso di lei, e mettendo da parte l’orgoglio, ripeté: “Ce l’ho fatta!”.
Alicia, offesa per il comportamento del ragazzo di prima, annuì e disse: “Buon per te!”.
Marcus mosse nervosamente il piede sano. Alicia se ne accorse e sorridendo disse: “Se ti va di raccontarmi cosa ti è capitato…”.
Il ragazzo disse: “L’anno prossimo gioco come riserva nei Ballycastle Bats! Ho fatto i provini la scorsa estate! Dici che guarirà il ginocchio, ora di settembre dell’anno prossimo?”: chiese il ragazzo, improvvisamente angosciato all'idea di veder sfumare il proprio sogno di giocare in una squadra così prestigiosa.
“Direi di sì, Marcus. Hai quasi un anno di tempo per rimetterti completamente” disse la ragazza sicura.
Marcus sorrise nella sua direzione. Dopodiché iniziò a raccontarle di come si era svolto il provino, come aveva segnato uno dei punti più belli della sua vita, come si era fatto autografare una Pluffa da Finbar Quigley. Poi passò a parlarle dei suoi progetti futuri, del suo sogno di diventare un giocatore famoso, del suo desiderio di non deludere il padre, finendo a scaldare una panchina.
Alicia lo ascoltò attentamente, colpita dalla sensibilità del ragazzo e dalla sua voglia di farcela.

 

 

        ***
 

La settimana passò davvero molto lenta. Sebbene gli amici dei due ricoverati venissero a trovarli con regolarità tutti i giorni, le ore passavano lente. Più di una volta Alicia si era domandata se l’orologio sulla parete non fosse guasto, giacché le lancette sembravano non muoversi mai. Marcus, colpito da una noia tremenda, si mise a leggere i libri scolastici, pur di far qualcosa.
“Non credevo che fossi uno studioso, Flint!”.
“No, infatti, non lo sono”. Decise di essere sincero: “Leggo perché mi sto annoiando terribilmente! Tu no?”.
“Puoi dirlo forte!”.
“Cosa possiamo fare? Io non posso muovermi per colpa di questo ginocchio” disse Marcus, frustato. Poiché si era mosso leggermente, una fitta salì dal ginocchio, facendogli chiudere gli occhi per il dolore.
Alicia, per la prima volta, si rese conto che il ragazzo soffrisse davvero: “Vuoi che ti metta un cuscino sotto la gamba? Io riesco a muovermi. Il livido in fondo alla schiena non mi fa più così male”.
Il ragazzo, stupito dalla gentilezza della ragazza, annuì lentamente.
Alicia si alzò dal letto per dirigersi verso un armadio, vicino alla finestra, per prendere un cuscino. I raggi del sole fecero intravedere, dalla vestaglia, in controluce, il corpo snello e leggermente formoso della ragazza.
Non mi sono mai accorto che fosse così bella.
Quando si accorse verso chi era diretto quel pensiero, scosse la testa.
Devi essere disperato, Marcus!
“Ecco, ho trovato il cuscino!” disse la ragazza, piegandosi un poco in avanti per prenderlo.
Marcus fissò il fondoschiena che leggermente s’intravedeva dalla vestaglia.
Hai capito la Spinnet?
Marcus sorrise per quello che aveva appena pensato. Distolse lo sguardo appena la ragazza si girò.
“Così va meglio?” chiese Alicia, dopo aver sistemato il cuscino.
“Notevolmente!”.
La ragazza sorrise soddisfatta: “Meno male. Le costole come vanno?”.
“Meglio del ginocchio!” disse lui.
“Deva essere forte quel Bolide, eh?” chiese lei, sedendosi sul bordo del letto di Marcus.
“Sì! Era proprio ben calibrato! Credo che George…”.
“Fred…”.
“Sicura? A me sembrava fosse George!”.
Alicia scoppiò a ridere: “Katie ha detto che è stato Fred! Comunque, anche se sono simili, si possono distinguere!”.
“E come?”
“Se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti!” scherzò Alicia.
Marcus non capì la battuta e la guardò sgranando gli occhi. Alicia se ne accorse e disse: “É solo una battuta di un film!”.
“Di cosa?” chiese Marcus.
“Un film. Non sai cos’è?”.
“Se è una diavoleria Babbana, no. Provengo da una famiglia Purosangue! Tu no?”
“No. Mia mamma è una Nata Babbana, così…”
“Ti ha spiegato cosa sono i film!”.
Alicia scoppiò a ridere: “Esatto! Peccato che non si possano vedere qua a Hogwarts. Quello sì che sarebbe un bel modo di passare il tempo qua dentro”.
“Cosa sono esattamente?”.
Imbarazzata perché non trovava le parole esatte, improvvisò: “Sono una serie d’immagini che, messe in successione una dietro l’altra, permettono di rappresentare una storia, con personaggi che si muovono e parlano”.
“Come le FotoMagiche?” chiese Marcus, curioso.
“Esatto. Solo molto più lunghe e con l'audio!” disse lei, sorridendo.
Marcus le chiese della sua infanzia e Alicia le raccontò con piacere dei giochi Babbani che faceva e di come scoprì il Quidditch.
        
Lo sguardo suo su me posò,

Sfiorò la zampa ma paura non provò.
Son certo che mi sono illuso,

Lei non mi aveva mai guardato con quel viso.        
 
Nel raccontare, la ragazza gesticolò molto e più di una volta appoggiò una mano sul ginocchio sano del ragazzo. La sua mano, leggera e delicata, stava sul corpo di Marcus per pochi istanti. Era fugace come se cadesse sul ginocchio per sbaglio, come una piuma che si alza dal suolo per colpa del vento e ricadere lentamente, per poi alzarsi nuovamente appena questo ricomincia a soffiare. Sebbene i tocchi fossero leggeri, Marcus li sentiva bene, e contava i secondi che lo separavano da quando la mano di Alicia si sarebbe posata di nuovo su di lui.
Per non distrarsi, osservò attentamente il viso della ragazza. Si perse negli occhi azzurri e cristallini, e nel contare le lentiggini, che risaltavano grazie alla abbronzatura dell’estate appena conclusa, che ricoprivano il naso un po’ storto della ragazza.
Si accorse che Alicia non lo guardava più con disprezzo, con astio, con disgusto, come negli ultimi anni, invece, aveva fatto, ma con simpatia, interesse e dolcezza.
Lei non mi ha mai guardato con quel viso.

 
  ***

 
Alicia e Marcus stavano giocando con gli Scacchi Magici. Ormai erano due settimane e mezzo che erano rinchiusi nell’infermeria e quello era diventato uno dei migliori passatempi.
Alicia era un disastro a giocare: non era mai stata capace ad anticipare le mosse dell’avversario, a capire come metterlo in difficoltà. Lei era abituata al Quidditch, basato sui riflessi e la velocità, mentre quello era ponderato e lento.
Marcus, invece, era molto abile, conosceva molte mosse e pazientemente cercava di spiegarle ad Alicia.
All’ennesima volta che vide una sua pedina distrutta da una di Marcus, esclamò: “Come fai ad essere così bravo?”.
“Tu, da piccola, giocavi a Naccondrino…”.
“Nascondino…” lo corresse Alicia, sorridendo e rimanendo colpita del fatto che il ragazzo se lo ricordasse.
“Nascondino. Io giocavo agli Scacchi Magici con il mio Elfo Domestico!”.
“Wow! Che divertimento!”.
“Ehi, ehi. Non sputare nel piatto dove mangi. Se non l’avessi fatto staremmo qua ad annoiarci, fissando il soffitto”.
“Giusto!” disse lei, raccogliendo i capelli in una coda improvvisata.
A Marcus piaceva quando legava i lunghi capelli biondi, così da lasciare scoperto il viso, che, sebbene non fosse perfetto (aveva i lineamenti un po’ troppo marcati), era bellissimo.
Alicia si accorse che Marcus la stava fissando e sorrise imbarazzata.
“Dai facciamo un’altra partita!” disse Marcus, notando il rossore sulle gote della ragazza.
“Okay, ma fammi vincere!” replicò lei.
Marcus stava sistemando le pedine, quando Adrian entrò: “Ehi Flint! Sei caduto proprio in basso se ti riduci a giocare con la Spinnet”.
Marcus si irrigidì: “Sto facendo con lei quello che non sono riuscito a fare con te: insegnarle giocare a scacchi!”.
Alicia disse: “Sai Marcus, per farlo serve un cervello, e non credo che Pucey ne possieda uno!”.
Marcus scoppiò a ridere, mentre la ragazza si alzò dal letto di Marcus per sedersi sul proprio. Poi aggiunse: “Comunque possiamo continuare dopo. Non ti preoccupare!", e sorrise a Marcus.

Qualcosa in lui si trasformò.
Era sgarbato, un po' volgare, ora no.
E' timido, piacevole
Non mi ero accorta che ora è incantevole.

 
Mentre i due ragazzi parlavano, Alicia osservò attentamente Marcus.
Non si può dire che sia un ragazzo oggettivamente bello, soprattutto se paragonato a Oliver. Hai denti storti, i capelli arruffati e qualche chilo di troppo, mentre Oliver ha un viso perfetto, è sempre in ordine e atletico. Eppure con Oliver non mi sono mai sentita come con Marcus.
Il suo sguardo è così intenso, attento a cogliere ogni espressione del mio viso, confortante. Incredibile.
Indubbiamente, qualcosa in lui è cambiato, anche per come si comporta con me. Prima non perdeva occasione per deridermi o per umiliarmi o per offendere i miei amici. Era sgradevole stare in sua compagnia. Ora, invece, no.
Alicia fu costretta a emergere dai suoi pensieri. “Spinnet, pronto?”: domandò Adrian.
“Sì, si!”: disse ad alta voce e arrossendo per essere stata colta in flagrante mentre li fissava.
“Trovi così interessanti i nostri discorsi che non ci togli gli occhi di dosso?”.
Come immaginavo. Mi hanno vista.
Le sue guance si tinsero di un rosso acceso e si trovò in difficoltà, non sapendo come uscire da quella situazione.
Inaspettatamente venne in suo soccorso Marcus che, improvvisando, disse: “Adrian, lasciala stare. Ha preso una bella botta in testa e quindi è normale che si perda a fissare dettagli inutili. L’ha detto madama Chips. Non prestava attenzione a ciò che dicevamo”.
“Tutto questo è merito tuo” disse Adrian, alzando la mano per schiacciare il cinque al suo amico.
“Non è il caso di esultare. Se fossi stato meno idiota, non saremo in questa stanza”.
“Tu sei qui dentro per colpa del lurido Weasley!” disse Adrian.
“Sì che ha reagito così perché ho fatto del male ad Alicia”.
“Alicia?”.
“Sì, sarei io” disse la Cacciatrice rosso-oro, alzando una mano.
“Wow! La convivenza forzata ti fa uno strano effetto” disse Adrian ridendo.
Chiacchierarono un altro po’, mentre Alicia leggeva gli appunti di Katie sulla lezione di Pozioni. Ma ci riuscì con scarsi risultati poiché continuava a lanciare occhiate furtive a Marcus.
Non mi sono mai accorta che lo trovo incantevole.
 
                                                                                                   ***
 
“Ragazzi potete uscire domani!" disse, allegra, Madama Chips. “Stasera prendete questa pozione e domani tornerete come nuovi! Immagino che vi saranno mancate le lezioni” continuò la donna, ammiccando verso i ragazzi.
Posò i bicchieri sui comodini e si allontanò.
“Liberi” sussurrò Alicia.
“Già, finalmente!” disse, fingendo Marcus.
Dopo qualche minuto, in cui i due ragazzi si guardarono in silenzio, Alicia si alzò dal letto di Marcus e disse: “Sarà meglio che raccatti le mie cose!”. Non fece in tempo a compiere un passo che fu fermata da Flint, che le disse: “Non ancora”.
Fece sedere Alicia accanto a sé e la bacio. Affondò una mano nei lunghi capelli della ragazza, mentre con l’altra strinse il suo corpo.
Alicia ricambiò il bacio, accorgendosi solo in quel momento che l’aveva sempre desiderato. Strinse forte i capelli spettinati di Marcus e si lasciò avvolgere dal suo abbraccio. Prima di staccarsi, gli mordicchiò leggermente le labbra.
Alicia aprì gli occhi e vide che il ragazzo la stava osservando con desiderio. Lei sorrise imbarazzata e abbassò lo sguardo.
“Così la coraggiosa e temeraria Alicia Spinnet s’imbarazza nello scoprire che un ragazzo la desidera”.
Lei scoppiò a ridere: “È la prima volta che qualcuno mi guarda come fai tu!”.
Addolcito dalle sue parole, le baciò una guancia. Lei gli afferrò il volto e disse: “Lo sai che fuori da questa stanza non durerà. Insomma io Grifondoro e tu Serpeverde, i nostri amici odiano gli altri per principio e se dicessimo che ci siamo messi ins…”.
“Lo so Ali”: la interruppe Marcus. “Non preoccupiamoci di domani. Viviamo l’ultima sera che probabilmente passeremo da soli, senza preoccupazioni. Ci siamo solo io e te, senza Katie o Adrian”.
“O Oliver” disse lei.
“Oliver?”.
“Mi ucciderebbe se scoprisse che ho baciato te!”.
Marcus scoppiò a ridere.
“Sono sicuro che non lo verrà mai a sapere!”.
Alicia scoppiò a ridere, ma la risata fu interrotta dalle labbra e dalla lingua di Marcus.
 
                                                                                     ***
Due settimane dopo
 
Alicia passeggiava con Katie nei corridoi di Hogwarts. L’amica la stava ragguagliando su tutti i gossip che si era persa.
“Così Percy Weasley e Penelope Ligh stanno insieme!”: terminò Katie.
La ragazza si accorse che la bionda non la stava ascoltando perché fissava intensamente Marcus Flint uscire da un’aula.

Tu non sei l'ideale,
Non ti avrei sognato accanto a me;
 Ma ora sei reale,
Hai qualcosa che non ho mai visto prima in te
.
 
“Mi sono persa qualcosa?” domando, tirando la divisa dell’amica.
“Non so di cosa tu stia parlando!” disse Alicia, arrossendo leggermente e sistemandosi una ciocca ribelle dei capelli.
Katie la guardò torva e disse: “Andiamo Ali! Sei la mia migliore amica da… Per Godric! Da sempre! Perché guardavi Flint in quel modo?”
Alicia scosse la testa, nel tentativo di negare le parole dell’amica. Katie incrociò le braccia sotto il seno e si piazzò davanti a lei. Sapeva per esperienza che, sebbene fosse molto piccola, non l’avrebbe evitata facilmente.
“Okay, okay! Penso di aver rivalutato Marcus!”.
“Rivalutato? In che senso?” chiese.
“Non lo considero più un scimmione troglodita. Insomma, non è un idiota come vuole far credere! Ha progetti ed è stato paziente con me. Mi ha ascoltato…”, ma si bloccò.
Non posso credere di aver detto tutto questo ad alta voce.
Katie sorrise: “Ti piace?”
“Beh… mi piace! Forse è una parola grossa…” disse Alicia, vagamente.
“Oh Diana! Ti piace!” disse Katie, con un misto di incredulità e felicità per l’amica.
Dopo qualche secondo di silenzio, Katie domandò: “Cosa ti piace? Insomma non è bellissimo e poi si comporta da… cosa potrei dire per non offenderti…”.
“Da stupido, immaturo, bullo?”: terminò per lei Alicia.
Katie scoppiò a ridere: “Esatto!”
Alicia, tornando seria, disse: “Non lo so neanche io. Insomma, lo so che non è l’ideale: si comporta da mentecatto con tutti quelli che non sono Serpeverde, è sprezzante verso chi non la pensa come lui, si comporta da stupido con i suoi amici. In più l’anno prossimo si trasferisce in Scozia per giocare a Quidditch, quindi lo vedrei –nel caso- pochissimo. Non avrei mai visto un tipo come lui accanto a me. Eppure in infermeria è stato così reale, con le sue parole, la sua attenzione. Mi è piaciuto stare in sua compagnia”.
 
È proprio vero che l'amore tutto può
Aspetta un poco e vedrai, ti colpirà,
Quello che accade è una grande novità

 
Katie rimase colpita dalle parole dell’amica: “Però. Chi l’avrebbe mai detto che uno come Fli… Marcus ti avrebbe fatto provare tutto questo”.
Alicia scoppiò a ridere: “Non dirlo a me!”.
“È proprio vero che l’amore tutto può!” disse Katie.
Alicia sorrise : “Scommetto che non diresti neanche che bacia bene!”.
Katie guardò l'amica fingendosi scandalizzata e poi scoppiarono a ridere fortemente.
Quando si ripresero dall’ilarità, Alicia disse: “Oliver non deve venire a saperlo!”
“E perché?”
“Già mi vedo la scena! – Oliver gran bella parata! Ah ho baciato Flint-“ disse Alicia.
Katie scoppiò a ridere: “Se siete così grandi amici come dite di essere, capirà la tua scelta. E poi diciamolo: lui lo odia solo perché l’ha sconfitto il primo anno a Quidditch!”.
“Possibile. Grazie Katie!”disse Alicia, abbracciando l’amica.
“E di che?”
“Per il sostegno!”: disse con sincerità Alicia.
 
                                                                                             ***
 
Marcus si sedette accanto a Adrian per consumare la sua colazione.  Dal suo posto riuscì a vedere bene il tavolo dei Grifondoro, dove c’era Alicia che addentava con gusto un muffin al cioccolato. Marcus sorrise al ricordo di come l’aveva attaccata e di come lei si era difesa, due settimane prima, mentre ne mangiava uno in infermeria. Adrian, vedendo la strana espressione di Flint, domandò: “Tutto bene, amico?”.
Marcus riemerse dai suoi ricordi e annuì.
Pucey spostò lo sguardo dal viso dell’amico verso il punto che stava osservando Marcus e vide lei.
“Per Merlino! Non dirmi che ti piace la Spinnet!” disse Adrian.
Marcus non rispose, così l’amico considerò il suo silenzio come una risposta affermativa.
“Da quando?”.
“Dalle settimane di convalescenza in infermeria!”.
“Sapevo che c’era un motivo se le insegnavi a giocare a scacchi. Vecchio furbone!” disse, tirandogli un pugno amichevole sulla spalla. Poi domandò: “Ha funzionato?”.
“Beh…” disse Marcus, lanciandogli uno sguardo eloquente.
Adrian sorrise, contento per il successo dell’amico.
“Non mi dici niente? Insomma che non dovrei starci insieme perché è una lurida Grifondoro, spocchiosa eccetera eccetera?” domandò Marcus.
“No, non te lo dico. Insomma, abbiamo 17 anni è ora che superiamo queste divergenze di Case!”.
“Adrian mi stupisci!” disse Marcus, sinceramente colpito.
Adrian, ridendo, affermò: “Beh… per una con il corpo come il suo si può fare un’eccezione!”. Questa battuta fece ridere Marcus, facendogli ricordare come anche lui aveva avuto quel genere di pensieri osservando Alicia di nascosto.
“E poi, così, potresti convincerla a presentarmi la sua amica”: disse Adrian, spostando lo sguardo vicino alla persona seduta accanto alla giocatrice rosso-oro.
“Chi?” domandò Marcus.
“Ketty… Katia… come si chiama…"
“Katie, Adrian, Katie. Se vuoi conoscerla sarà meglio che te lo ricordi”.
“Giusto! K-a-t-i-e!”: ripeté serio Adrian.
Marcus, scuotendo la testa, sorrise e alzò lo sguardo verso Alicia. Anche lei lo stava osservando, così i loro sguardi si incrociarono.
Si sorrisero dolcemente.
È proprio vero che l’amore tutto può.

  
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